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uno nuovo
roberto.bussolino:
ciao a tutti, sono un "vecchio" canoista, rimasto ai margini della canoa turistica, avendo sempre avviato giovani e neofiti, specie alla canoa agonistica, ma vorrei puntualizzare alcuni punti della discussione. Coloro che apprezzano le discese da soli, sono tutti esperti con esperienza più che ventennale (molto più), in grado di valutare a vista un fiume, fiutare a distanza pericoli, ed esperienza da vendere, ben altra cosa quando si tratta di un neofita alle prime discese, in cui spesso si scende in balia della corrente, con difficoltà di direzionare la canoa e di fermarsi prontamente in una morta in caso di pericoli o di fiume ostruito (es. alberi accatastati in una curva da una piena) o di uno sbarramento, magari piccolo che però può essere molto pericoloso.
Inoltre in compagnia di uno più esperto, si impara molto più velocemente, senza ripetere errori che magari sono già stati compiuti da altri e si possono condividere emozioni ed esperienze.
Comunque l'esperienza da sola, se non è accompagnata da attenzione e prudenza, a volte può essere anche pericolosa, sono stato testimone la scorsa settimana di un uncidente che poteva risultare fatale ad un canoista sloveno, figlio del presidente del canoa club di Tacen, che a causa di una distrazione è rimasto incastrato per 20 minuti sotto ad una paratia, accanto a cui era passato forse migliaia di volte, e solo grazie alla folta presenza di canoisti e alla prontezza di uno spettatore che si è buttato per tenergli la testa fuori dell'acqua, sono riusciti a liberarlo.
P.S. magari se fossi andato con uno esperto, ti avrebbe detto di nn portare cellulare e macchina foto o ti avrebbe spiegato come avvolgerle in involucri impermeabili o ancora magari aveva una borsa stagna.
Detto tutto ciò, si può a mio parere si può andare anche da soli, però conoscendo i percorsi, saper valutare pericoli e conoscere i propri limiti, restando un poco sotto di essi.
tanti saluti a tutti, buone discese
Patrik Consalvo:
Grande Marco bella la parabola della vita...
..dove nel mare il fiume trova il suo nuovo ciclo.
Il piacere di scendere"in solitaria" ha un sapore tutto suo.
Fermo restando le regole fondamentali della sicurezza,
spesso ci costringono a dover trasbordare passaggi che non possono essere assicurati,e che diversamente avremmo affontato senza problemi
(almeno in teoria).
Se si entra nel merito di cosa è giusto cosa no, non se ne esce più:
mi alleno spesso d'inverno sulle acque "smeraldo"
del laghetto dell'Eur(Roma)
nel tardo pomeriggio nel buio quasi totale....li l'acqua è totalmente piatta ma....un semplice malore ti potrebbe far rovesciare e come dice er Califfo:
"TUTTO IL RESTO E' NOIA.....NO NON HO DETTO GIOIA MA NOIA NOIA NOIA.."
Sara Magister:
con gran ritardo rispondo: appellativi tipo "figo" o "spaccone" che ho utilizzato in una mia precedente mail si riferivano ovviamente a personaggi di esperienza del genere di Bernasconi, ai quali piace vantarsi di prodezze "contronatura" (nel senso vero di contro le regole e il rispetto della natura), e al quale ho risposto, infatti, citandolo.
non certo mi riferivo al povero inconsapevole neofita che ha inaugurato questo forum, direi parecchio istruttivo, il quale è ancora troppo nella fase dell'innocenza, e spero ci rimanga anche piacevolmente a lungo, per potersi appesantire di simili superfetazioni.
al neofita dico solo: vai con gli altri che ti diverti di più e gusti di più il tutto, considerando che anche stando insieme agli altri ci si riesce a ritagliare un meraviglioso spazio interiore inaccessibile e tutto nostro.
Sara
--- Citazione da: Giovanni Giacomin - Agosto 22, 2010, 06:50:51 pm ---premesso che non volevo assolutamente "tirarmela" o fare il figo perchè sono comportamenti che non mi appartengono minimamente, non volevo nemmeno macare di rispetto a qualcuno facendo "di testa mia".
grazie a tutti per i commenti sia positivi che non, consentitemi una precisazione.
diciamo che credo di conoscere i miei limiti abbastanza bene, pratico vari sport e fisicamente sono abbastanza preparato, sono d'accordo con tutti sul fatto che la natura non vada mai affrontata da soli.... mah
non so se vi è mai capitato, per me essere DA SOLI in mezzo al niente ( o ad ogni cosa) è l'unico istante in cui sento di appartenere totalmente alla natura, con le mie forze e la fatica il male la paura e in quell'istante sono davvero IO.
ps. davvero c'è qualcuno che non ha mai fatto qualcosa da solo?
Giovanni
--- Termina citazione ---
maurizio bernasconi:
Scusa Sara, devo aver perso un pezzo del discorso, oppure ti hanno raccontato di qualcosa che non so? Ho fatto una rapida all'indietro? Quali sono le cose che io farei "contronatura"? E' probabile che tu mi stia scambiando con qualcun altro. Tieni presente che "contronatura" è un insulto abbastanza pesante in un paese cattolico. Rifletti prima di scrivere. Se il cruccio che ti agita è sempre un certo tuo personale concetto di "prudenza" da infliggere burocraticamente a tutti i neofiti che capitano a tiro, sappi che credo di essere sempre stato uno dei canoisti più prudenti fra quelli che conoscessi, sempre più prudente del minimo necessario. Oltretutto l'unica cosa per la quale ho sempre saputo nutrire un incondizionato e devoto amore è il pianeta Terra, comprensivo delle sue divinità pulsanti (già ma tu che puoi sapere di questo). Forse hai preso una cantonata oppure non hai digerito i pizzoccheri. Ti ringrazio però perché, per motivi miei di studio dell'animo "umano", anche il tuo parere mi risulterà prezioso, e non lo considero niente affatto sconcertante.
maurizio bernasconi:
Gli incidenti sul fiume (come altrove) accadono generalmente per il sommarsi di diverse concause. Dato per conosciuto il canoista: principiante o esperto, allenato o in pessime condizioni; stanco, infreddolito o in efficienza (e si potrebbe continuare) egli dovrà evitare: una scelta sbagliata del percorso, una scelta sbagliata del momento, una scelta sbagliata dell'attrezzatura, una scelta sbagliata della squadra. Le precauzioni che possono ridurre al minimo eventuali incidenti sono anch'esse parecchie. Il problema del numero di partecipanti a una discesa è solo uno dei problemi. Può esistere una situazione in cui sia meglio scendere da soli oppure sia meglio in due, o in tre, o in quattro ecc. dipende soprattutto da chi discende.
Il numero dipende quindi da numerose considerazioni oggettive, dunque non esiste un decalogo sancito da Dio nel quale la Prima Regola dice... Esistono delle valutazioni realistiche diverse di volta in volta. Prima di lanciarsi in una discesa anche facile, per quanto essa sia (qualche volta solo apparentemente) garantita da una organizzazione e dalla presenza di eventuali guide o altro, sarebbe meglio imparare, oltre alla pagaiata, almeno tre manovre: traghetto, ingresso in corrente e uscita di corrente. Questo sarebbe ideale. Molte comitive che si formano in modo simpatico e più o meno spontaneo in occasione dei raduni o in altre occasioni più o meno organizzate accolgono anche neofiti dei quali non si sa nulla. Questo è un bene secondo me e permette alle persono di imparare qualcosa e lanciarsi, sono favorevole, ma non lo considero il modo ideale per iniziare. Anche una discesa in solitaria su un fiume preso a caso è un modo per imparare, lo considero un bene, ma non è il modo migliore per imparare. L'esperienza si costruisce anche attraverso una serie, non di incidenti si spera, ma di inconvenienti della più ampia varietà possibile. Dal dimenticare le chiavi dell'auto nel posto sbagliato, al farsi un bagno con pagaia che si ferma sulla riva opposta. Prima di aver visto con i propri occhi una quota minima indispensabile di evenienze apparentemente imprevedibili non si potrà dire di aver accumulato l'esperienza necessaria ad affrontare un fiume. In un certo senso l'esperienza non è mai nemmeno all'altezza di prevedere tutte la possibilità esistenti. Per questo motivo chi desidera pagaiare deve dare corso al suo impulso in tutti i modi, pagaiando ogni giorno, ogni ora, sforzando la mente che gli è stata fornita a questo scopo dalla natura o da chi si voglia. Senza aspettare l'occasione di una compagnia eventuale per in mese prossimo. Questo sforzo serve a crescere e non può essere sostituito da un regolamento di polizia . Tale regolamento (che non esiste) al primo imprevisto mostrerebbe ben presto i suoi limiti. Tutto ciò non vieta di portare liberamente consiglio soprattutto quando viene richiesto.
E a questo punto ognuno seguirà il consiglio che gli sembra più confacente alle proprie aspirazioni. Tutto questo è ovvio e anche abbastanza noioso. Pardon
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