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Giovanni Giacomin:
premesso che non volevo assolutamente "tirarmela" o fare il figo perchè sono comportamenti che non mi appartengono minimamente, non volevo nemmeno macare di rispetto a qualcuno facendo "di testa mia".
grazie a tutti per i commenti sia positivi che non, consentitemi una precisazione.

diciamo che credo di conoscere i miei limiti abbastanza bene, pratico vari sport e fisicamente sono abbastanza preparato, sono d'accordo con tutti sul fatto che la natura non vada mai affrontata da soli.... mah
non so se vi è mai capitato, per  me essere DA SOLI in mezzo al niente ( o ad ogni cosa) è l'unico istante in cui sento di appartenere totalmente alla natura, con le mie forze e la fatica il male la paura e in quell'istante sono davvero IO.


ps. davvero c'è qualcuno che non ha mai fatto qualcosa da solo?

Giovanni

francesco bertotti:
Bravo Giovanni.
Kayak da solo ne ho fatto poco ma l'ho fatto anche sul 3° e non me ne pento, anche se cerco sempre di andare in compagnia. Del resto le esperienze solitarie son sempre molto formative nel bene e nel male. Certamente si rischia di + e deve essere una scelta consapevole. Faccio molto il solitario e da molti anni su attività certamente + rischiose come l'alpinismo, certo non lo raccomanderei a nessuno ma so prendermi i miei rischi e le relative precauzioni. Il mio primo commento alla tua esperienza voleva essere insieme un premio alla passione e, perchè no... all'audacia, che dovrebbero essere il primo motore in ogni attività e che chiaramente trasparivano dal tuo racconto e naturalmente un invito alla prudenza senza voler fare il solone o peggio il trombone, visto anche che in questo campo la mia esperienza è limitata e certamente i miei commenti valgono niente, ma quando ho letto il tuo racconto mi son sentito molto vicino...
Ai maestri mi verrebbe da chiedere se è nato prima l'uovo o la gallina... ma son polemiche sterili. Apprezziamo invece che il mondo è vario ed è bello per questo e pur nelle differenze di pensiero o scuola cerchiamo anche di vedere sempre il buono!
Buone pagaiate e chissà che ci si incroci!

renzo monelli:

Il tuo resoconto non lascia dubbi in merito al tuo atteggiamento che, devo dirti, a me suscita simpatia, molta. I miei inizi sono stati così; attaccavo alla coperta del kayak le pagine di un libro, mi pare canoa in acque bianche( sono passati 33 anni) e in Mincio provavo e riprovavo. Una volta mio povero padre mi accompagnò e ancora oggi mi commuovo ripensandoci. Ma quanti bagni in tuta da ginnastica in Dicembre e devo dirlo quanti rischi. Almeno di perdete tutto. Oggi c'è la fortuna di poter avere chi insegna e chi accompagna. Forse è meno poetico ma vedila da un altro punto di vista; in fiume si creano o rinsaldano lunghe amicizie, anche perchè ognuno dipende e conta sugli altri. Prova e vedrai che è egualmente bello. Quando poi potrai considerarti autonomo, a te la scelta.
Tanta e buona acqua a noi.

fredgil:
Sul tema "andare da solo sul fiume", mi ricordo un vecchio articolo di Fortis sulla mitica e defunta rivista "Canoa" (1986 ?), nel quale osanava tale pratica.
Personalmente, non sono contro, ma non è sicuramente una cosa da racontare e meno ancora di cui vantarsi.
Chi va da solo sul fiume, o in montagna, si piglia le proprie responsailità - meglio se ne è consapevole. Se la vede (e eventualmente se la gode) per se, e non deve interessare nessun'altro, perchè l'unico paragono è quello di un peccato intimo.

Infatti, concludevo la mia risposta ad Augusto Fortis, sul successivo numero della stessa rivista, con queste parole: "per i solitari esistono specifiche riviste, non questa".

Fred 

Frederik Beccaro:
Ciao Giovanni,
in due su un 4° grado continuo può essere molto più pericoloso che scendere da soli fino al 3°.
In discese in coppia mi è capitato di seguire canoe su percorsi di 4-5° per lunghi tratti e dovendo cercare di recuperare il materiale da soli si è molto più esposti ai pericoli.  Pensa solo ad una canoa legata ad una coda di vacca.
A casa, nel "mio mare" ho preso in solitaria delle mareggiate che per un banale paraspruzzi saltato potevano finire in un saluto all'attrezzatura.
Probabilmente mi capiterà ancora di rincorrere in solitario una canoa su qualche fiume alpino o trovarmi da solo in mezzo ad una bella mareggiata. Ma se devo essere sincero, pratico questo meraviglioso sport dal 1984 e la molla che mi spinge a continuare sono proprio le Amicizie che questo sport mi ha dato e continua a darmi.
Il consiglio che mi sento di darti se ami questo meraviglioso sport è quello di fare il possibile per aggregarti con altri canoisti, con qualcuno ti troverai solo per pagaiare, con altri potranno nascere grandi amicizie che andranno ben oltre la condivisione di una semplice discesa.

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