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On the Road on the Wave!

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Ettore Ivaldi:
Oscar è il papà di Omar Raiba e ha due grandi passioni, anzi tre: la cacc-a, il buon vino e la canoa. Ieri sera abbiamo apprezzato il suo prosecco superiore che viene acquistato in  Valdobbiadene e ironia della sorte alla cantina  Villa Sandi... facile da ricordare il nome per un canoista basta aggiungerci un line!  Buono anche il Francia Corta per le delizie  campanilistiche di Bruno, papà di Riky e Giovi De Gennaro. Io, se devo essere sincero, preferisco il bianco spumantizzato del trevigiano, che nel 2009 ha preso la DOCG, tanto più che un mio carissimo amico viene proprio da quelle parti e la sua famiglia conferisce l’uva al consorzio  da diverse generazioni. Il buon vino rallegra e scalda le serate, tanto più se fuori dal tendalino del camper la pioggia ed il vento proveniente da nord non danno tregua.

Le gare europee junior e U23 hanno dato la dimensione del livello delle varie nazioni per il prossimo futuro. Certo non in chiave di Londra, ma di Rio 2016 certamente sì. 

La grande Germania, che a livello organizzativo ha deluso non poco, ha messo assieme 19 finalisti a livello individuale  sui 30 equipaggi schierati al via. Nel settore under ha avuto una percentuale di finalisti pari al 26,67% e del 14,29 fra gli Junior. Di medaglie ne ha conquistate  rispettivamente 5 e 3 per un totale di 8. Chi ha tenuto il passo dei padroni di casa sono stati i transalpini che hanno avuto il 17,78% di finalisti fra gli under e l‘8,16% fra gli junior con 5 medaglie fra gli U23 e una fra gli junior. Sei medaglie anche per la Repubblica Ceka - 2 U23 e 4 Junior - con percentuale di finalisti fra gli under del 14,29%  e dell‘8,89%.
Sono state 15 le nazioni che hanno piazzato atleti in finale fra le due categorie. 11 le nazioni che sono andate a medaglia. Al via 25 paesi. L’Italia ha avuto l‘8,16% di finalisti fra gli Junior (2 k1 men, 1 k1 women e 1 C1) e il 2,22% (1 k1 men) fra gli Under per un complessivo 5,32%. In relazione a questi dati risulta che gli azzurri sono l’ottava nazione. 

Entrando nel dettaglio dei risultati delle finali abbiamo percentuali di distacco elevate fra i migliori kayak maschile e le altre specialità. Ad esempio le donne agli Europei Junior prendono il 19,44%, mentre la prima donna senior vince con il 14,98%. Le percentuali aumentano notevolmente nel  C2 - 24,62% contro il 13,85 dei senior, nella canadese monoposto con il  10,64 rispetto ai senior con il 3,63. I distacchi under 23 rientrano quindi nelle statistiche assolute che sono: donne al 13,71%, C2 al 15,65% e C1 al 3,26%. Molti di loro infatti sono già ben inseriti nel circuito di coppa del mondo, europei e mondiali. Tre tedeschi sono arrivati in finale nel kayak maschile tutti  già medagliati o finalisti in coppa del mondo: Sebastian Schubert, Hannes Aigner  e Paul Boeckelmann.  Solo due   dei 10 finalisti sono al loro primo anno nella categoria: lo slovacco  Martin Halcin già campione del mondo junior nel 2008 e campione europeo junior nel 2009 e il polacco  Michael Pasiut  secondo agli europei junior 2009. Anche tre transalpini nella finale del kayak: Sebastien Combot, iridato nel  2007 che con Richard Fox condivide il fatto di essere il più giovane campione del mondo assoluto  in questa specialità all’età di soli 20 anni. Richard vinse il suo primo titolo nel 1981 a Bala, ma aveva esordito in una prova iridata nel 1979 in Canada dove prese il bronzo individuale e l’oro a squadre. L’altro francese a Markkleeberg è stato  Vivien Colober, che ha esordito in coppa a Praga quest’anno. Il terzo è  Etienne Daille già in squadra senior e figlio d’arte. Il papà, Jerome,  gareggiava in C2 con Gilles Lelievre a livello internazionale dal 1987 al 1995 vincendo la coppa del mondo nel 1989 e tre titoli mondiali in gara a squadre nell’87, ’89 e ’91. Jerome  ha sposato una cecoslovacca conosciuta sui campi di  gara.  La mamma di lei è titolare di “Koala”,  un negozio di canoa proprio a Praga sul canale di slalom. Insomma pane e canoa per questo biondo ragazzino che sfida il mondo con la “Winner-Pro”: una canoa che assomiglia più ad una tavola da surf che ad un kayak da slalom. Lui nel 2007 da junior vinse gli europei a squadre e fu terzo nella prova individuale.
Gli italiani in finale nel kayak maschile U23 sono entrati con Lukas Mayr dopo che Riccardo De Gennaro in semifinale è incappato in alcuni errori dovuti forse più a gestione della tensione che a reali problemi tecnici. Il terzo azzurro, Omar Raiba, era uscito in qualifica. L’altotesino Mayr è certamente una bella realtà per la canoa azzurra, forza, determinazione e sensibilità ci sono sicuramente, manca però un aggiornamento tecnico nella fase di uscita dalle risalite.

Se guardiamo i risultati da un altro angolo si nota chiaramente la diversificazione dell’investimento da parte della Repubblica Ceka che sta lavorando da diversi anni nei settori giovanili. La stessa attenzione si evidenzia con la squadra inglese che non ha U23 di altissimo livello, ma ha viceversa degli junior che hanno raggiunto finali in tutte le specialità per un totale di 7 finalisti. Come la Gran Bretagna solo la Germania.

Nelle gare a squadre abbiamo fra gli junior 5 nazioni a medaglia e 8 fra gli under. Anche qui l’ha fatta da padrona la Germania con sei medaglie, 4 la Repubblica Ceka, tre Slovenia, Great Britain e Polonia; due Italia e una per Austria, Slovacchia e Francia.

Bella finale per Clara Gia-Pron che si porta a casa il titolo europeo. Lei aveva passato la semifinale al decimo  posto rischiando non poco di restare fuori dall’atto finale. Dalla sua una discesa con una sola penalità e con nulla da perdere. Brava quindi la piemontese che è stata messa sotto torchio per tutta la stagione in gare per lei troppo fuori portata. Bisognerebbe lasciarla maturare e crescere con calma senza bruciare tempi ed obiettivi per rincorrere traguardi oggi irraggiungibili.

Bravi anche i kayak maschili junior che hanno confermato il valore già messo in acqua a Foix ai campionati del mondo. Raggiungere la finale è un obiettivo che si deve costruire con pazienza e con tanto lavoro. Le medaglie arrivano per una serie di fattori che devono coincidere alla perfezione. Aggiungerei anche se la buona sorte di assiste.

Occhio all’onda! Ettore Ivaldi


P.S. lo prometto: da domani basta temi così pesanti e articolati... dopo tutto ci avviciniamo a ferragosto e statistiche e analisi non sono certo letture da leggere sotto l’ombrellone o dopo qualche emozionante discesa su torrenti o canali. 

Ettore Ivaldi:
E’ un europeo silenzioso! Sarà il sole e il caldo finalmente estivo, sarà il fatto che l’organizzazione ha dichiarato apertamente che verrà disputato in forma più ristretta, sarà il fatto di vedere meno atleti al via, ma certamente il campionato continentale di slalom che inizierà domani sembra essere proprio sotto tono.
L’aspetto agonistico e tecnico comunque è assicurato e, se per un certo senso, tutto ciò potrebbe bastare, si rifà sentire l’annoso problema che lo slalom sta vivendo: la mancanza di visibilità e il ritorno di immagine che una manifestazione sportiva di così elevata caratura dovrebbe portare al luogo, agli atleti e al nostro  sport.
E’ decisamente strano non vedere il seguito di tifosi o appassionati che l’europeo dovrebbe richiamare. L’ampio campeggio e i prezzi contenuti dovrebbero essere lo stimolo per molti club a venire in una capitale europea come  Bratislava per vedere all’opera i campioni della pagaia.  E’ strano,   invece, vedere solo addetti ai lavori sul campo di slalom. E’ difficile capire la logica di un recupero forzato di una gara che era stata annullata a giugno per cause di forza maggiore e che all’Eca sembrava non importare molto.  Mancherà anche il video tecnico e in caso di protesta nelle prove di qualifica sarà come tornare negli anni ’70!
A questo punto della stagione agonistica tutta l’attenzione è sui prossimi campionati del mondo che si disputeranno a Tacen la seconda settimana di settembre e l’europeo assume una strana dimensione.
Molte squadre sono qui a ranghi ridotti. Spagnoli al via con un solo K1 men,  un K1 women e due C1; russi  decisamente decimati e che hanno rischiato pure di non partecipare per un ritardo nell’invio  delle iscrizioni; francesi al via con la squadra A a differenza di giugno quando schieravano la squadra B. Non parteciperà Elena Kaliska che si è infortunata nei giorni scorsi ad un gomito e, ora  in convalescenza, rischia di saltare pure i mondiali. Tedeschi senza Dorfler e belgi senza Dobie. 

Di dirigenti della canoa europea neppure l’ombra. Arriveranno quando ci sarà da mangiare e bere. Certo Albert Wood, il presidente dell’Eca da oltre un 20ennio, non avrà grandi idee e non sembra preoccuparsi troppo del futuro della canoa, ma se gli chiedete il menù della sala VIP ve lo sa dire senza problemi... a Markkleeberg non si è mai mosso da lì, in fondo la birra tedesca è una delle migliori al mondo! Poco importa poi se all’interno non cerano le immagini della canoa ma solo uno schermo con i risultati on line.

Per fortuna che qui c’è Siwidata e collegandovi con http://www.123result.com/CanoeLive.aspx?EventId=159&User=siwidata&Season=CS_2010  ci sarà la possibilità di seguire almeno tempi e penalità. Procuratevi birra fresca e wurstell così vi sembrerà di essere anche voi presidenti dell’ECA!

Occhio all’onda! Ettore Ivaldi

Cunovo, 12 agosto 2010 - Campionati Europei Slalom

alessio cortesi:
Forse è un Europeo meno silenzioso proprio grazie alla passione che affidi alle tue sudate carte e dà la possibilità di vivere l'evento anche a noi non-atleti, non-tecnici e non-genitori di atleti (almeno per il momento, s'intende!)
Non ho capacità/esperienza per addentrarmi in approfondimenti/discussioni tecniche/organizzative del mondo della canoa agonistica, però (ti) leggo volentieri, mi pare di respirare l’atmosfera elettrizzante che accompagna ogni competizione, atmosfera resa unica dalla musica incessante e inesorabile del fiume, quella musica che (lei almeno) ben conosco e il cui richiamo si fa sempre più forte ... sicuri che le sirene vadano cercate in mare?
Grazie per “l’ultima margherita”, per la sensibilità con cui hai tratteggiato gli occhioni dolci e le zampette irrequiete di una cerbiatta che va verso l’inverno senza fine eppure non si arrende, mi piace pensare (sperare?) che, proprio come accade per l’inverno terreno, anche quello celeste segni la fine e non l’inizio della lunga notte, il rinascere del giorno, la vittoria della luce sul buio
Luce e buio, compagni inseparabili, creatori l’una dell’altro … ho passato l’ultimo mese in un reparto di neurochirurgia ad assistere mio padre, sprofondato nel buio improvviso di una notte indesiderata e poi riemerso alla luce: proprio come nei primi giorni d’inverno, il freddo è ancora intenso e molto ne dovrà venire, ma il sole ruba ogni giorno minuti preziosi all’oscurità e li regala alla vita. Mio padre adesso sta meglio e tutto lascia pensare ad un suo pieno recupero: la tempra è dalla sua parte, quella stessa tempra che, a cinquant’anni suonati, l’aveva portato ad un corso di canoa e alle prime discese in fiume, interrotte da un eskimo che non voleva saperne di riuscire
Cortez


--- Citazione da: Ettore Ivaldi - Agosto 12, 2010, 02:02:57 pm ---E’ un europeo silenzioso!


--- Termina citazione ---

Ettore Ivaldi:
Tutto nella norma, tutto come si poteva pensare che andasse alla vigilia di questa prima giornata di qualifiche ai campionati europei di slalom. In sostanza: nessuna grossa novità. Chi doveva qualificarsi si è qualificato, fatta eccezione per i  kayak uomini francesi, e per chi inevitabilmente nei venti non poteva arrivare i giochi si sono conclusi oggi... comunque qualcuno doveva restare fuori. Ma come sempre andiamo per ordine e diamo uno sguardo al percorso che si è dimostrato più impegnativo e complesso di quello che ci si poteva aspettare dopo la demo-run di ieri. Il motivo è presto detto e lo vado predicando da tempo. Fare una dimostrazione del percorso a pezzi non ha nessuna motivazione tecnica. Per diletto, dopo aver ripreso con la telecamera i vari atleti nella prova del percorso, ho montato i video come se fossero in gara. Il risultato è stato che il tempo del miglior kayak maschile era di 92,54. Oggi il vincitore della qualifica - Vavrinec Hradilek - ha fatto registrare un 96,24. Lo stesso apripista nel percorso intero ci ha impiegato invece 103,00. Deduzione logica: la demo-run a blocchi di 3 o 4 porte non può essere un buon riferimento per capire se un tracciato ha una logica oppure no. Al di là di queste osservazioni è da sottolineare in positivo la strada nel portare le porte ad un palo solo. Oggi su 22 solo quattro (1, 2, 5 e 22) erano con il doppio palo. Buona anche l’idea di avere una prima parte molto scorrevole e veloce, seguita da una combinazione tecnica importante come la 12/13 e un’altra - 16/17 - difficile, ma con una chiara opzione centrale per risolverla al meglio. Forse un pochino discutibile al salto finale la risalita a sinistra in una morta che troppo spesso cambia. Tutto sommato però c’è da dare atto ai due tracciatori - il britannico Shaun Pearce e lo sloveno Andrej Jelen  - di aver fatto un buon lavoro nell’attuale limitazione del regolamento. A farne le spese sono le categorie in rosa e i C2 che trovano tracciati troppo difficili. Fra le donne si passa il turno con oltre 11 secondi di distacco dalle prime e nella barca doppia con oltre 15. Troppi per valorizzare gli aspetti tecnici, tattici e fisici di tutti i partecipanti. Così facendo già all’inizio si taglia la possibilità a molti di inserirsi nella parte alta della classifica. Io vedrei molto bene la possibilità per il Kayak e la canadese femminile di avere circuiti ad hoc .
I risultati della qualifica sono stati in dubbio fino alle ultime battute visto che a passare il turno erano solo i primi venti. Per l’Italia bene il solito Molmenti, ma altrettanto positivo Mayr. Diego Paolini è fuori dalla semifinale di domenica e  non riesce a trovare continuità nel gesto, molto spesso insicuro ed incerto. Forse il cambiare spesso modello di canoa gli ha creato qualche problema di sensibilità.
Abbiamo rivisto il Martikan dei tempi migliori. Quello cioè che sarebbe in grado di qualificarsi anche fra i kayak uomini. Donne dominate dalla padrona di casa Jana Dukatova che danza sull’acqua e le sue lunghe leve sembrano accarezzare onde, riccioli, gorghi e ritorni d’acqua. Nella canadese doppia gli Hochschorner non ci stanno ad arrivare secondi neppure in qualifica e così mettono assieme una seconda manche da manuale sui cugini Skantar. Benetti/Masoero devono lottare con i guai fisici del buon timoniere Erik e passano con il 18esimo tempo. Non sarebbe forse il caso di fermarli e pensare di curare al meglio  Masoero  concentrandosi direttamente ed esclusivamente sulla stagione 2011 selezione olimpica? Tanto più che per prendere il posto a cinque cerchi attualmente e per il prossimo futuro ci sono solo i due onesti piemontesi vestiti di giallo-verde: bruciarli ora poco serve a loro e alla canoa italiana.

In gara anche le donne in canadese monoposto, ma non è il caso di parlarne. Lasciamo il tempo al tempo e mettiamole però nella condizione di crescere con mota calma, altrimenti continueremo ad usarle per fare del gran cinema all’apertura di ogni manifestazione.

Occhio all’onda! Ettore Ivaldi

Cunovo, 13 agosto 2010 - Campionati Europei Canoa & Kayak Slalom 2010 - 1^ giornata di qualifiche 

P.S. tutti noi pagaiamo con la forza della corrente e la trasmettiamo al papà di Cortez che ha conosciuto tale energia... il buio è solo il silenzio della luce!

maurizio bernasconi:
 Sconfitta italiana! Ho trovato questa frase sul sito della federazione. "Quella che brucia di più, soprattutto per il mo(n)do in cui è avvenuta, al direttore tecnico Mauro Baron è l’eliminazione del terzetto del kayak, Daniele Molmenti, Lukas Mayr e Diego Paolini, finito 12/o in semifinale per un errore di Paolini a una porta dalla fine". Se io fossi al posto della Federazione mi preoccuperei eventualmente di quanto sarà bruciato l'errore all'atleta. In questo caso, il tentativo di mettere in qualche luce, con tanto di fotografia, il responsabile slalom Baron mi sembra veramente rudimentale. Sulle foto dove si vedono canoe in azione nel sito della nostra federazione non è mai indicato in didascalia il nome dell'atleta, il nome del fiume, la circostanza in cui è stato realizzato lo scatto. Si usa talvoltà persino la forma Cognome/Nome come in questura. Forse si è convinti che la reputazione e la credibilità di alcuni allenatori o dirigenti abbia necessità di un certo supporto promozionale, perché?

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