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Alessandro Leonori

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Ciao a tutti.

su WildWater TV Italia, il mio sito specializzato sulla discesa fluviale agonistica, è uscito un nuovo video:

"Gara internazionale sull'Enza, 1965"
 
Un documento storico unico della canoa italiana, tratto da film 8mm,
unito ad una colonna sonora dal sapore avventuroso.
Inauguriamo così la speciale sezione dedicata ai VIDEO D'EPOCA.

Per guardarlo: www.wwtv.it

Dopo alcuni giorni dall'uscita, i video non appaiono più sulla home-page, ma sono sempre disponibili nelle pagine degli indici alfabetico, cronologico e per parole chiave. Possono essere anche scaricati e salvati.

Sarò felice di ricevere vostri commenti ed eventuali contributi filmati: eventualmente contattatemi (alessandroleonori[at]hotmail.com)

Grazie e buon anno a tutti!
Alessandro Leonori
Alessandro Leonori
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Ettore Ivaldi

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Re: Enza 1965, documento storico della canoa italiana, su WildWater TV Italia
* Risposta #1 il: Dicembre 29, 2009, 01:31:35 pm *
Alessandro Leonori e  Veniero Granacci ci hanno riportato indietro nel tempo, ci hanno regalato magici momenti da conoscere, da rivedere, da gustare, da commentare. Bravi, Bravissimi!
Che spettacolo vedere la Fiat 1100 con le canoe, le signore con le gonne e i tacchetti sui sassi dell’Enza ad ammirare stupite quei pazzi dei canoisti che solcavano le rapide con mezzi di fortuna. Il salvagente e il caschetto erano decisamente degli optional! Mi sono fermato a lungo sull’ordine di partenza e ho ritrovato i padri fondatori del mio amato club: Sandro Roccato, Gianfranco Testa e Vittorio De Togni. Di Sandro Roccato ho un ricordo forte, importante e soprattutto devo a lui quell’energia che scopro di avere ogni volta che varco la porta della mitica Dogana Vecchia. Lui, quando ho iniziato nel 1974, era il presidente, era la guida di quel movimento che stava crescendo a Verona. Aveva partecipato ai Campionati del Mondo a Boug St. Maurice nel 1969 in C2 discesa con Gianfranco Testa. Un incidente automobilistico, mentre stava rientrando per partecipare al consiglio direttivo della società, lo rubò alla sua famiglia e a noi suoi cuccioli con la pagaia in mano.
Di Vittorio De Togni se ne raccontano ancora oggi di belle. Si dice che nella sua attrezzatura canoistica ci fosse sempre un piccone. Il motivo è semplice visto che ne faceva uso all’occorrenza per creare  e rendere sicuri alcuni passaggi  che potevano risultare ostici. Arrivava sul luogo di buon ora e provvedeva alla sistemazione del fiume. Di Vittorio De Togni rimane vivo il ricordo con la sua canoa che è stata appesa da sempre sulla porta che dalla Vecchia Dogana porta al fiume con la scritta, che poi è diventato il motto del CCVerona  “sic transit gloria mundi”. Con quella canoa il buon Vittorio aveva saltato giù dalla diga di Campolongo a Valstagna in modo del tutto involontario. Se la vide brutta per qualche minuto, poi la corrente lo spinse fuori e a lui non rimase che ringraziare il cielo e regalare il cimelio che lo salvò al suo amato Club a monito di tutte le nuove generazioni.
Non vi posso descrivere l’emozione che ho avuto nel vedere all’opera Renato Olivati e la moglie impegnati nella gara con una indiana aperta. Mi sono subito venuti alla mente i racconti di  Mirko Pellegrini, ascoltati nelle lunghe ore trascorse nel Wolsfagen sociale, che ci diceva per l’appunto della stranezza  di una donna al timone nella C2. Nessuno di noi voleva crederci anche se lo stesso Oliver, come lo chiamiamo sempre al club, confermava l’assurdità… come sono cambiati i tempi e Carla è stata praticamente il precursore della canadese in rosa!

Nel filmato si vede per  ben due volte Ferruccio Calegari, giornalista  della Gazzetta dello Sport, che ha visto nascere quella manifestazione e la canoa in genere. Ferruccio è stato, tra le altre cose, responsabile stampa ai mondiali di canoa in Val di Sole nel 1993 ed è lì che l’ho conosciuto più a fondo e che  è nata una reciproca amicizia spinta dalla nostra comune passione per tutto quello che può essere o trattare di canoa. La sua vera passione è da sempre, in realtà, il canottaggio, dove tra l’altro è stato anche consigliere nazionale e presidente del comitato Lombardia della FIC per molti anni, ma si è allargato alla canoa in maniera del tutto naturale attratto dall’acqua e da ogni oggetto che è in grado di solcarla con la forza di un remo o di una pagaia.

A questi personaggi forse un monumento non basterebbe per ringraziarli del loro lavoro della loro professionalità!

Occhio all’onda! Ettore Ivaldi

Mauro Canzano

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Re: Enza 1965, documento storico della canoa italiana, su WildWater TV Italia
* Risposta #2 il: Dicembre 29, 2009, 03:09:03 pm *
ma quanta gente c'era a bordo fiume ??????????

Ps: il Rossel era ancora aperto....

Alessandro Leonori

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Re: Enza 1965, documento storico della canoa italiana, su WildWater TV Italia
* Risposta #3 il: Dicembre 29, 2009, 03:38:54 pm *
Bellissimo il commento di Ettore: lo aggiungerò nel guestbook del sito.

Ha colpito anche me la folla sul fiume. E' stato assolutamente necessario far vedere il cartello "vintage" dell'hotel mezza stella Rossel "AD MEMORIAM"!
Alessandro Leonori
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Alessandro Leonori

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Re: Enza 1965, documento storico della canoa italiana, su WildWater TV Italia
* Risposta #4 il: Dicembre 29, 2009, 05:17:35 pm *
Ho appena aggiunto una pagina dedicata ai commenti al video in questione:

http://www.wwtv.it/video%20111%20commenti.html

Benvenuti altri interventi, sia in questa sede che quelli inviati via email al mio indirizzo.

Auguri di buon anno a tutti!
Alessandro Leonori
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Vittorio Pongolini

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Re: Enza 1965, documento storico della canoa italiana, su WildWater TV Italia
* Risposta #5 il: Dicembre 30, 2009, 11:24:16 am *
Per dovere di cronaca, bisogna sì ringraziare Alessandro Leonori per l'eccellente lavoro di digitalizzazione e di risonorizzazione del film in 8 mm dell'Enza, ma soprattutto il compianto ex presidente del C.C.M. Vittorio Visconti e il Canoa Club Milano. il primo è il cameramen, regista, montaggista e  produttore del film (oggi si direbbe filmmaker), i secondi sarebbero i veri proprietari-eredi del film.

Non so se immaginate cosa costasse allora, sia in moneta che in fatica, produrre film in 8 o 16 mm con la costanza, la assiduità e la regolarità adottate da Vittorio Visconti. Ne ha fatti a decine e molti si sono involati. Che peccato!

Quel film lo vidi negli anni '70 nella sede del C.C.M. e l'ho rivisto pochi giorni fa con vero piacere. Si riconosce si F. Callegari, ma nella lista di partenza si leggono decine di nomi - e alcuni si vedono e riconoscono pure, comprese le loro mogli e fidanzate - di soci del C.C.M. e di alcuni dell'Ivrea C.C. Tra quelli del C.C. Milano si riconoscono bene, oltre a Vittorio Visconti con la cinepresa in mano, L'ex segretario Guglielmo Granacci e sua moglie, Antonio Giannetto, Agostino Baradel e la moglie e Rizzi / Canepa, Campioni italiani di C2 del CCM. Poi ci sono altri che riconosco ma che non abbino ad un nome. Ero un bambino ed ho delle inevitabili lacune.

Anche nello striscione dell'arrivo si legge Canoa Club Milano.

Alcuni anni dopo l'organizzazione venne presa all'e.p.t. di Reggio Emilia, e la gara più lontana da Milano, organizzata dal CCM, passò di mano.

Tempi eroici e club eroico, il C.C.M.!

V. P. (CCM ! !)

Vittorio Pongolini - Canoa Club Milano

"You don't beat it. You never beat the river, chubby".  Burt Reynolds (Lewis Medlock), Deliverance, 1972.

Alessandro Leonori

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Re: Enza 1965, documento storico della canoa italiana, su WildWater TV Italia
* Risposta #6 il: Dicembre 30, 2009, 01:39:04 pm *
Apprezzo molto tutti i vostri interventi, che come arrivano vengono prontamente pubblicati sulla pagina dei commenti al video Enza 1965, all'indirizzo http://www.wwtv.it/video%20111%20commenti.html

Per i prossimi 10gg sarò però poco attivo sul web: buon anno a tutti!
Alessandro
Alessandro Leonori
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Vittorio Pongolini

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Una segnalazione doverosa in questo forum e su questo argomento.

Ho saputo il 1 gennaio da Michele Romano (canoista storico del CCM e vivente a Policastro Bussentino,  e, ora, anche animatore indiretto di altri interventi su questo forum) che lo scorso 21 dicembre è venuto a mancare l'organizzatore storico (post CCM) della gara dell'Enza Gaspare De Grandi (Canoa Club Val d'Enza e non E.P.T. come da me superficialmente segnalato in una mia precedente.

Un'altro pezzo di storia della canoa ialiana che se ne va...

V.P.
Vittorio Pongolini - Canoa Club Milano

"You don't beat it. You never beat the river, chubby".  Burt Reynolds (Lewis Medlock), Deliverance, 1972.

nikemerlino

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Quando pubblicasti i primi video fui contentissimo. Con questo sono profondamente commosso.
Quanta folla ! Il fiume era ancora amato, la gente lo viveva e lo rispettava. Pochi anni dopo i fiumi iniziarono a trasformarsi in fogne e la gente smise di viverli. Faticosamente sembra rinascere un interesse anche se si parla dei fiumi principalmete per le minaccie al territorio. In tal senso oggi ho visto dei servizi sul TG regionale del Lazio raccapricianti a proposito del Fiora.
Grazie ancora Alessandro,
Claudio Rufa

Ettore Ivaldi

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Ho due  flash chiari e lucidi sul commendatore e poi grand’ufficiale Gaspare De Grandi.
Il primo risale ai miei albori con la pagaia, quando il nostro mentore, il “Pele”,   al secolo Mirko Pellegrini, un fine settimana caricò noi ragazzi del Club sul mitico Volkswagen pulmino gran turismo con tanto di carrello a tre piani e ci disse che saremo andati sull’Enza a fare due gare. La cosa per noi ovviamente si faceva interessante tanto più che la partenza era prevista per venerdì pomeriggio e significava quindi perdere ancora un sabato scolastico, cosa tra l’altro molto consueta per noi canoisti a partire da marzo. Ritrovo all’una e mezza in Dogana – nostra sede nautica -  in attesa dell’arrivo del Pele che come sempre si faceva aspettare non poco e quando arrivava bisognava slegare di nuovo le canoe dal carrello perché dovevamo caricare le sue ultime produzioni che doveva consegnare per l’appunto alle diverse gare. In quegli anni Mirko Pellegrini era probabilmente il costruttore di canoe più conosciuto e produttivo in Italia, ma era conosciuto anche per i suoi consueti ritardi nel consegnare le canoe ordinate chissà quanti mesi prima e non sempre i colori corrispondevano alle richieste… dipendeva dalla quantità di rosso da smaltire! Al momento della partenza ci si augurava sempre che nessun genitore si fermasse ad aspettare la nostra dipartita esausto dalla lunga attesa del nostro autista-allenatore-accompagnatore, nonché papà, Pele, perché ad una rapida conta i ragazzi e ragazze che avrebbero dovuto prendere posto erano ben più dei nove consentiti dall’omologazione del mezzo, ma si arrivava tranquillamente alle 14/15 teste!!! La cosa avrebbe insospettito e preoccupato non poco i nostri genitori che si sarebbero chiesti come avremmo potuto raggiungere il luogo predestinato con quello sgangherato mezzo sociale. Se andavano via prima non c’era problema perché la storia era che il Pele arrivava con un altro mezzo guidato dalla morosa, un maestra molto considerata dai nostri e di sicuro affidamento. Se si fermavano il Pele aveva una buona scusa con tanto di codice della strada in mano. Infatti convinceva i genitori con la storiella  che se il passeggero non superava i 14 anni non vi erano problemi a caricarne qualche unità in più, altrimenti si era preparato anche sull’altezza dicendo che  fino al metro e 50 non conta! In realtà a tutto ciò non ci credeva neppure lui perché ad ogni minimo sospetto di controllo ci intimava di nasconderci sotto i sedili e così si passava il viaggio tra canti, cibo, barzellette e fughe sotto i sedili.

L’arrivo in Val d’Enza era sempre ad ore impossibili, quando andava bene piantavamo le tende alle prime ore dell’alba visto che prima di arrivare alla meta il Pele doveva praticamente sempre passare da Cremona da  Azzali a caricare pagaie. Poche ore di sonno e via su quella stretta valle tra tornanti e folle di macchine con canoe che riempivano per qualche giorno quella natura ancora selvaggia. Non c’era certo il tempo di provare, ricevevamo solo qualche dritta dai più anziani del gruppo e da personaggi di sicura esperienza come Carlo Perli, Marco Previde Massara, Enzo e Alberto Spoladori. Mi ricordo che un anno al via vidi Oreste Perri, un omone grande, arrivato a me tempo prima con la sua leggenda e con l’immagine di quel pungo alzato  al cielo che la Gazzetta dello Sport, ogni volta che parlava di una sua impresa, pubblicava. Quella foto poi la ritrova nella sua gigantografia nello studio di Oreste a Castelgandolfo, chissà se oggi la magica reliquia si è trasferita nello studio del sindaco di Cremona?
Il ricordo di quelle gare chiaro e ancora fresco sono le premiazioni ed è qui che Gaspare De Grandi recitava la parte del Leone, almeno per i miei occhi. Saliva sul palco del teatro arredato con prosciutti, bottiglie di vino, formaggio, coppe, canoe, pagaie e altri mille oggetti che da lì a poco sarebbero stati distribuiti praticamente a tutti i partecipanti. Al Club girava la voce: vai a fare la gara sull’Enza e torni a casa sicuramente con un premio non si sa per chi e neppure cosa, ma a mani vuoti non torni!  La premiazione era la parte più entusiasmante della due giorni di gare, venivamo premiati ed esaltati tutti al momento della chiamata sul palco. Lungo infinito si presentava l’ultimo atto di una manifestazione che dal 1964 al 1990 ha sicuramente segnato la storia della canoa discesa in Italia e in Europa. Tornando a casa il Pele poi ci decantava le doti dell’allora commendatore De Grandi, la sua energia, i suoi giusti agganci per lanciare alla grande la canoa, la sua passione per rispedire a casa tutti felici e contenti. Noi ascoltavamo in silenzio e tra una curva e l’altra ci si addormentava in attesa di ripartire per la gara successiva.

L’ultima volta che vidi Gaspare De Grandi fu nel 2006 in occasione della gara quando mi chiamarono a fare lo speaker della manifestazione. In occasione della premiazione i ragazzi del Canoa Club Vetto d’Enza mi fecero presente che avevano da consegnare una targa al grande organizzatore  Gaspare De Grandi e ricordo che lo presentai così: “la storia della canoa è stata scritta non solo dagli atleti, ma anche da persone che hanno saputo rendere grande il nostro sport attraverso manifestazioni che ricorderemo sempre per la magnificenza e per la generosità messa in campo – uno di questi è sicuramente il grand’ufficiale Gaspare De Grandi” – seguì un applauso lungo e sentito,  lui si alzò si avvicinò a me,  il presidente gli consegnò la targa e semplicemente elogiò il lavoro dei ragazzi che avevano preso il suo posto e che mantenevano viva la manifestazione. I suoi occhi erano lucidi, le sue parole tremolanti, ma il suo cuore sicuramente batteva forte a ricordo di tanti anni passati sul greto dell’Enza a lanciare la sua Valle e la sua  canoa in cui ha sempre creduto.

Grazie Signor Gaspare De Grandi ci hai lasciati fisicamente,  ma conserveremo per sempre  la tua energia, la tua determinazione e la tua voglia di esaltare sempre e comunque la Canoa e la sua Natura!

Occhio all’onda! Ettore Ivaldi 

Gengis

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Re: Enza 1965, documento storico della canoa italiana, su WildWater TV Italia
* Risposta #10 il: Gennaio 13, 2010, 10:11:09 am *
Ciao a Tutti,
sull'onda dei ricordi di Ettore sono ritornato io pure sull'Enza,
ho conosciuto il Cav. De Grandi  il mio primo giorno di vera canoa, nel maggio del 70
il C.C.M. aveva organizzato una discesa del fiume Po , la discesa era guidata  dal suo Segretario il Cav. Granacci,
sede di tappa era la Societa Canottieri Eridanea  posta in sponda sinistra a Casalmaggiore  di cui sono stato socio per oltre 20 anni .
In quella discesa sono nate amicizie  che solo la morte à interrotto, ma i sentimenti rimangono in chi resta come appunto il sottoscritto.
La verve di Gaspare De Grandi  si manifesto  dopo  la gara in un anno imprecisato, insistette  perché rimanessi alla cena di gala della domenica sera , riuscì a convincermi dicendo "  se resti ti metto vicino alla sottana più ambita di Reggio" io lusingato restai,cenai infatti  con alla mia destra il Vescovo !!!!!!!!!!!
Oreste Perri  lo portai io quell'anno , aveva smesso di gareggiare in Acqua piatta e dato che ci incontravamo  quotidianamente
( quell'anno insegnava a Casalmaggiore)  volevo  avvicinarlo  alla W.W. , ma poco dopo prese un incarico Federale e non se ne fece niente, ed io persi l'occasione  di diventare  il maestro di Oreste !!!!! ma anche con lui l'amicizia è rimasta ed é la cosa che più conta per noi della specie Homo Canoensis .
Gengis