“What do we want to do?” “What talk about Biathlon?”... non male per iniziare un sabato di lavoro vero?
Chi ha posto questi interrogativi e Janez Vodicar forse ai più è sconosciuto, ma è colui che, assieme a pochi altri, – due per la precisione – ha portato il biathlon ai livelli attuali in poco meno di 15 anni. Ha trasformato uno sport, nato soprattutto come espressione di attività militare, in uno sport che ha budget da capogiro, dove i campioni, ormai, sono sulla bocca di molti al pari dei loro colleghi dello sci nordico. Ha spazi televisivi importanti, tanti sponsor e altri in attesa. Un movimento che impressiona non solo per numero di atleti che praticano questo sport, ma per l’indotto che è capace di mettere in moto.
Come sia riuscito nell’intento il professore sloveno Vodicar lo spiega e lo illustra chiaramente con una enorme padronanza della materia. Il suo concetto base è quello di capire ed individuare le problematiche e buttarsi dentro senza risparmio di energia nel progetto.
“Make a plane!” è il motto dell’eclettico personaggio che ci è stato proposto nella mattina di oggi al ICF Canoe Slalom Coaches Symposium. Senza una precisa linea guida, che di volta in volta può e deve essere aggiustata, non si può arrivare da nessuna parte e il biathlon ha molte cose in comune con lo sport della canoa slalom: il luogo dove si pratica, in mezzo alla natura, la spettacolarità, l’incognita fino all’ultimo tiro o all’ultima porta, il tipo di pubblico che può seguire una o l’altra disciplina.
L’idea poi di dare spazio alle storie di sport. Fantastica, secondo Vodicar, il dualismo fra Martikan e Estanguet… una storia infinita di botte e risposte a suon di medaglie. E tante altre che bisogna esaltare… io nel mio piccolo ci sto provando!
Molti punti in comune quindi con lo sport della neve e del tiro con carabina, ma probabilmente mancano allo slalom personaggi come Janez Vodicar che sa riempire i cuori di molti di noi con immensa energia e soprattutto con immensa convinzione dei propri mezzi e della disciplina che porta avanti!
In questo euforico clima di entusiasmo ovviamente bisogna andare avanti e allora ecco che si parla di ritocco ai regolamenti per il 2011. infatti sono previsti alcuni aggiustamenti, ma quelli più incisivi saranno sicuramente sulle licenze che l'ICF rilascerà al fine di certificare i materiali che dovranno attenersi alle disposizione ISO 12402 e EN 1385. Così per i salvagenti (19.2.1 ICF Canoe Slalom Compettion Rules con effetto dal primo Gennaio 2011) e per i caschi (19.2.2). Sicuramente un atto dovuto per cercare di regolamentare un campo molto complesso e che va a tutelare la sicurezza degli atleti stessi. Inoltre tutto ciò potrà portare qualche entrata intelligente alla Federazione Internazionale che mette una sorta di bollino di qualità sui prodotti. Si mormora, ma sembra cosa fatta, che sarà richiesta anche la licenza ufficiale ICF sulle barche. Alcuni costruttori sembra abbiano già sborsato i primi euro! Così facendo si evita un controllo delle canoe prima delle competizioni, ma rimane il fatto che l'atleta può essere controllato a sorpresa.
Ancora qualche suggerimento per portare il peso del C1 uguale a quello del kayak e cioè a 9 kg. non si capisce il perchè di questa differenza che si è perpetrata negli anni, ma che non ha una propria e vera ragione di esistere. Ve lo immaginate "Fra Martino" su una canoa da 9 kg.! Già vola e incanta così la vecchia Pantera delle mille battaglie - è sul podio iridato ininterrottamente dal 1995 e su quello olimpico dall'anno successivo - non posso immaginarlo ad armi pari con i rivali di sempre: il kayak uomini! Si può migliorare ancora molto sotto l'aspetto organizzativo per offrire un prodotto appetibile per il pubblico presente e per i media, tanti suggerimenti per investire risorse proprio in questa direzione e per essere vicini ai comitati organizzatori che a volte necessitano proprio di qualche piccolo accorgimento per avvicinarsi alla perfezione. Tutto ciò ovviamente per le gare di coppa e per i mondiali, ancora incerti i requisiti richiesti per le gare di ICF Ranking.
Lasciare l'animale libero nella foresta significa tirargli fuori tutte le sue potenzialità per ridare vita alla sua selvaggia natura così è quando si apre la discussione fra agli allenatori. Quasi tutti, alcuni sembrano però addormentati dietro lo schermo del loro computer, tirano fuori le proprie armi migliori e rigettano la preda nel mezzo dell'arena! Ecco quindi che esce il meglio quando si parla di proteste per penalità: un sistema decisamente deficitario finchè si permette ai giudici di porta di confabulare tra loro prima di riportare la decisione sui loro blocchetti. Ci si infiamma anche quando si propone di inserire una sorta di quarti di qualificazione per rendere appetibile anche alle nazioni con minori potenzialità di passare almeno un turno. La sequenza potrebbe essere: quarti, semifinali (a cui arriverebbero direttamente gli atleti nella parte alta dell’ICF ranking) e finali. L’inserimento ufficiale della categoria C1 donne averrà solo nel 2011 e la conseguenza sarà anche quella di aprire al gentil sesso anche il C2, infatti solo così si potrà avere per le Olimpiadi di Rio nel 2016 un numero pari tra uomini e donne senza rischiare di eliminare il C2 maschile. Se fosse così sarebbe una perdita immensa, snaturalizzerebbe il nostro sport.
Occhio all’onda! Ettore Ivaldi Bratislava, 28 novembre 2009
ICF Canoe Slalom Coaches Symposium 2nd day