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Ettore Ivaldi

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ICF CANOE SLALOM COACHES SYMPOSIUM
* il: Novembre 27, 2009, 10:04:24 pm *
Come sempre metti assieme 36 teste diverse e ti ritrovi, dopo diverse ore di discussione, ad avere 36 idee. Molto spesso però si perde la bussola e si naviga di volta in volta a vista: ma una volta individuata  la stella polare arrivi a  Nord con il vento in poppa!
L' "ICF Canoe Slalom Coaches Symposium" a Bratislava è partito subito alla grande con il tema dell'ICF Ranking. In sostanza si è parlato e si è discusso sul futuro dello slalom dal punto di vista della partecipazione alla Coppa del Mondo, veicolo che dovrebbe essere, per taluni  il biglietto da visita del nostro sport, per altri, soprattutto per i giovani,  momento di confronto. Quindi  le questioni sul tavolo sono praticamente due. La prima è quella di considerare questo evento come oggetto di vendita per le televisioni, mentre la seconda visione è quella di utilizzare la Coppa del Mondo per  far crescere gli atleti in competizioni di alto livello.  Amletico dubbio! Come è concepito il ranking ora  - nato l'anno scorso e che entra operativo con la stagione 2010 - presenta molti punti oscuri. Visitate http://www.canoeicf.com e apritevi sul menù slalom la voce ranking che troverete  sulla vostra sinistra e   vi accorgerete subito  che alle finali ( ma già anche dalle semifinali)  si  rischia di vedere al via solo poche nazioni. Le più forti possono monopolizzare fin della prime battute tutte le gare.  Fino ad oggi ogni nazione poteva iscrivere come massimo tre atleti, ora al via, tra gli altri,  ci potranno essere 5 francesi, 5 tedeschi, 4 italiani e 4 sloveni in pratica e per assurdo si potrebbe disputare una finale con 2 nazioni!  Si consideri il fatto che in Coppa del Mondo partecipano dalle 28 alle 32 nazioni contro le 60/65 di media ad un campionato del mondo e che nel Kayak maschile fino ad oggi in finale ci sono arrivati 23 atleti in rappresentanza di  12 nazioni. Bene! in futuro,  questi numeri potrebbe calare sensibilmente visto che cambiano i posti a disposizione in relazione al ranking.
In sostanza la filosofia che sta prendendo piede è quella di confezionare un prodotto di altissima qualità per la televisione, ma la televisione dov'è? I problemi poi si intrecciano quando si va a parlare dei percorsi di gara. Quale deve essere la guida per disegnare un tracciato di gara che rispetti i principi della spettacolarità, sicurezza, e quant'altro?  E tutto questo mixato con le diverse specialità come K1 men, K1 women, C1 men, C1 women e C2? Come può essere possibile permettere a tutti di esprimersi ad alto livello nonostante necessità diverse? Lo scorso febbraio al Coaches Symposium  proposi di fare percorsi differenziati per le donne, la cosa fu vista male e si percepì come una sorta di mancanza di rispetto delle  "pari opportunità". Io per la verità percepisco il fatto contrario come mancanza di sensibilità alla realtà in rosa.  Oggi il problema si è ripresentato e la mia non è più una  voce isolata!
La situazione si complica quando si parla del delicato problema dei sistemi di qualificazione olimpica per il 2012. Sostanzialmente non cambierà  nulla dall'edizione precedente come numeri e come metodologia di partecipazione. Ma le diverse  tematiche hanno  messo in campo quello che giustamente Juerg Goetz definisce la "Visione di un Sogno". Lui è il Direttore Tecnico e assoluto responsabile della squadra olimpica di slalom dell'Inghilterra. E' nato in Svizzera  e per questa nazione ha gareggiato fino al 1984 conquistando un argento a squadre nel k1 men ai mondiali di Bala e un argento individuale agli europei nel 1978. Lavora dall'ottobre del 2001 per sua maestà la regina e di risultati, come allenatore, ne ha portati a casa parecchi. In sostanza il poliglotta Jurgen - parla inglese, tedesco, francese e spagnolo correttamente - esorta tutti ad avere una chiara visione di ciò che vogliamo avere dal nostro sport e dagli sport in acqua mossa in generale. “Perchè - sostiene lo svizzero naturalizzato in inglese - non si spinge per portare anche il "freestyle" alle olimpiadi (e qui L8 sviene e diventa la nostra stella più luminosa del firmamento) una disciplina che sta prendendo i giovani e li fa pagaiare? Guardate che cosa hanno fatto quelli della bicicletta: hanno tolto la 100 km. individuale e messo la BMX una specialità nata dai giovani e per i giovani. Nello sci certo non si sono persi l’occasione con lo snow-board e tutte le sue varie sfaccettature” . Il ragionamento non è sciocco  e il 50enne coach dalla grande ed incantevole dialettica  prosegue: “se non siamo noi a crederci difficilmente possiamo convincere i politici visto che proprio di questo si tratta” .
In effetti non si capisce perché la canoa da velocità alle prossime olimpiadi  assegnerà qualcosa come  14 medaglie mentre lo slalom rimarrà fermo a quota 4, se poi consideriamo i costi per realizzare una struttura come un percorso artificiale di acqua mossa, utilizzato per solo una gara di slalom sembra poca cosa. Io aggiungo che oltre al free-style ci starebbe tutta una gara di sprint con le barche da discesa.
Le parole e il modo con cui sono state dette lasciano la sala ammutolita e molti di noi lasciano correre lontana la mente nel limbo dei sogni.
La prima giornata di lavoro si chiude, ci aspetta la cena e una visita notturna a Bratislava con un castelllo che diventerà per questa sera la nostra stella polare!

Occhio all’onda! Ettore Ivaldi

Bratislava 27 novembre 2009  -
ICF Canoe Slalom Coaches Symposium first day


Antonio Mei

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Re: ICF CANOE SLALOM COACHES SYMPOSIUM
* Risposta #1 il: Novembre 28, 2009, 01:37:08 pm *
* Ultima modifica: Dicembre 19, 2009, 10:19:12 am da Daniela Mariaschi *
In effetti non si capisce perché la canoa da velocità alle prossime olimpiadi  assegnerà qualcosa come  14 medaglie mentre lo slalom rimarrà fermo a quota 4, se poi consideriamo i costi per realizzare una struttura come un percorso artificiale di acqua mossa, utilizzato per solo una gara di slalom sembra poca cosa. Io aggiungo che oltre al free-style ci starebbe tutta una gara di sprint con le barche da discesa.

ci starebbe bene si  ;D
e permetterebbe di sfruttare meglio degli impianti costosi
di dare nuova linfa al settore discesa
ma a chi si tolgono le medaglie ? al settore dell'acqua piatta
non credo ne sarebbero felici  ;D

vado OT
da anni seguo il forum,anche se mi sono iscritto da poco, trovo i post di Ettore sempre interessati sia per le notizie che per l'invito alla discussione
grazie Ettore

Ettore Ivaldi

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Re: ICF CANOE SLALOM COACHES SYMPOSIUM
* Risposta #2 il: Novembre 28, 2009, 08:04:59 pm *
“What do we want to do?” “What talk about Biathlon?”... non male per iniziare un sabato di lavoro vero?
Chi ha posto questi interrogativi e Janez Vodicar forse ai più è sconosciuto, ma è colui che, assieme a pochi altri, – due per la precisione – ha portato il biathlon ai livelli attuali in poco meno di 15 anni. Ha trasformato uno sport, nato soprattutto come espressione di attività militare,  in  uno sport che ha budget da capogiro, dove i  campioni, ormai, sono sulla bocca di molti al pari dei loro colleghi dello sci nordico. Ha spazi televisivi importanti, tanti sponsor e altri in attesa. Un movimento che impressiona non solo per numero di atleti che praticano questo sport, ma per l’indotto che è capace di mettere in moto.
Come sia riuscito nell’intento il professore sloveno Vodicar lo spiega e lo illustra chiaramente con una enorme padronanza della materia. Il suo concetto base è quello di capire ed individuare le problematiche e buttarsi dentro senza risparmio di energia nel progetto. “Make a plane!” è il motto dell’eclettico personaggio che ci è stato proposto nella mattina di oggi  al ICF Canoe Slalom  Coaches Symposium. Senza una precisa linea guida, che di volta in volta può e deve essere aggiustata, non si può arrivare da nessuna parte e il biathlon ha molte cose in comune con lo sport della canoa slalom: il luogo dove si pratica, in mezzo alla natura, la spettacolarità, l’incognita fino all’ultimo tiro o all’ultima porta, il tipo di pubblico che può seguire una o l’altra disciplina.
L’idea poi di dare spazio alle storie di sport. Fantastica, secondo Vodicar, il dualismo fra Martikan e Estanguet… una storia infinita di botte e risposte a suon di medaglie. E tante altre che bisogna esaltare… io nel mio piccolo ci sto provando!
Molti punti in comune quindi con lo sport della neve e del tiro con carabina, ma probabilmente mancano allo slalom personaggi come Janez Vodicar che sa riempire i cuori di molti di noi con immensa energia e soprattutto con immensa convinzione dei propri mezzi e della disciplina che porta avanti!
In questo euforico clima di entusiasmo ovviamente bisogna andare avanti e allora ecco che si parla di  ritocco ai regolamenti per il 2011. infatti sono previsti alcuni aggiustamenti, ma  quelli più incisivi saranno sicuramente  sulle licenze che l'ICF rilascerà al fine di certificare i materiali che dovranno attenersi alle disposizione ISO 12402 e EN 1385.  Così per  i salvagenti (19.2.1 ICF Canoe Slalom Compettion Rules con effetto dal primo Gennaio 2011)  e per i caschi (19.2.2). Sicuramente  un atto dovuto per cercare di regolamentare un campo molto complesso e che va a tutelare la sicurezza degli atleti stessi. Inoltre tutto ciò potrà portare qualche entrata intelligente alla Federazione Internazionale che mette una sorta di bollino di qualità sui prodotti. Si mormora, ma sembra cosa fatta, che sarà richiesta anche la licenza ufficiale ICF sulle barche. Alcuni costruttori sembra abbiano già sborsato i primi euro! Così facendo si evita un controllo delle canoe prima delle competizioni, ma rimane il fatto che l'atleta può essere controllato a sorpresa.
Ancora qualche suggerimento per portare il peso del C1 uguale a quello del kayak e cioè a 9 kg. non si capisce il perchè di questa differenza che si è perpetrata negli anni, ma che non ha una propria e vera ragione di esistere. Ve lo immaginate "Fra Martino" su una canoa da 9 kg.! Già vola e incanta così la vecchia Pantera delle mille battaglie - è sul podio iridato ininterrottamente  dal 1995 e su quello olimpico dall'anno successivo - non posso immaginarlo ad armi pari con i rivali di sempre: il kayak uomini! Si può migliorare ancora molto sotto l'aspetto organizzativo per offrire un prodotto appetibile per il pubblico presente e per i media, tanti suggerimenti per investire risorse proprio in questa direzione e per essere vicini ai comitati organizzatori che a volte necessitano proprio di qualche piccolo accorgimento per avvicinarsi alla perfezione. Tutto ciò ovviamente per le gare di coppa e per i mondiali, ancora incerti i requisiti richiesti per le gare di ICF Ranking.
Lasciare l'animale libero nella foresta significa tirargli fuori tutte le sue potenzialità per ridare vita alla sua selvaggia natura così è quando si apre la discussione fra agli allenatori. Quasi tutti, alcuni sembrano però addormentati dietro lo schermo del loro computer,  tirano fuori le proprie armi migliori e rigettano la preda nel mezzo dell'arena! Ecco quindi che esce il meglio quando si parla di proteste per penalità: un sistema decisamente deficitario finchè si permette ai giudici di porta di confabulare tra loro prima di riportare la decisione sui loro blocchetti. Ci si infiamma anche quando si propone di inserire una sorta di quarti di qualificazione per rendere appetibile anche alle nazioni con minori potenzialità di passare almeno un turno. La sequenza potrebbe essere: quarti, semifinali (a cui arriverebbero direttamente gli atleti nella parte alta dell’ICF  ranking) e finali. L’inserimento ufficiale della categoria C1 donne averrà solo nel 2011 e la conseguenza sarà anche quella di aprire al gentil sesso anche il C2, infatti solo così si potrà avere per le Olimpiadi di Rio nel 2016 un numero pari tra  uomini e donne senza rischiare di eliminare il C2 maschile. Se fosse così sarebbe una perdita immensa, snaturalizzerebbe il nostro sport.

Occhio all’onda! Ettore Ivaldi

Bratislava, 28 novembre 2009
ICF Canoe Slalom Coaches Symposium 2nd day


Skillo

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Re: ICF CANOE SLALOM COACHES SYMPOSIUM
* Risposta #3 il: Novembre 30, 2009, 12:33:47 pm *
Io credo che la canoa slalom e la canoa discesa abbiano una grossa differenza rispetto allo sci alpino o di fondo, al tennis, al calcio, al ciclismo e a tutti gli altri sport che mi vengono in mente: i mezzi usati dagli atleti non sono gli stessi che si possano proporre al grande pubblico per un uso "normale".
Il principiante, magari solo in un angolino della mente, è forte della convinzione sciamanica che l'attrezzo gli infonderà parte dell'energia del campione che lo usa e il mercato è ben lieto di offrirglielo perchè gli sci di Tomba, i bastoncini della Di Centa, le scarpette di Totti, la bicicletta di Kolobnev, la racchetta della Navratilova, etc, sono tutte cose che qualsiasi sportivo può usare.
La canoa da competizione può solo regalare velocissimi bagni a chi non la sappia usare.

Mi pare invece che il mondo delle competizioni su canoe da turismo, tutti modelli che il grande pubblico compra e usa regolarmente, "giri" intorno a ben altri regimi.


Ettore Ivaldi

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Re: ICF CANOE SLALOM COACHES SYMPOSIUM
* Risposta #4 il: Novembre 30, 2009, 05:01:36 pm *
Dopo una piacevole serata in ottima compagnia degustando le  specialità culinarie del posto servite con ottimo cabernet, si riprendono i lavori e la mattinata si fa interessante perchè ci si rende conto che la spada di Damocle  che pende sullo slalom è sempre incombente: cosa si può fare per spingere fuori dal tunnel il nostro sport o meglio come richiamare l’attenzione di grossi sponsor? 
Dal punto di vista dei regolamenti non ci sono grandi cambiamenti da fare, visto che, a detta di molti e constatando gli alti numeri di gradimenti televisivi alle olimpiadi, lo slalom è decisamente  già interessante ed emozionante con questo format. Si cercano allora soluzioni sulle quote numeriche di partecipazione alla Coppa del Mondo e sulle opportunità che questo evento può offire. Arricchire il numero di gare di Coppa da 3 a 5 sembra un aspetto interessante. Guardando al passato, per la verità, avevamo già sperimentato questa formula che aveva messo in luce,  però, diversi buchi sul  numero di atleti che potevano partecipare a tutte le gare in quanto le spese da sostenere per una Federazione diventavano troppo onerose.
Si cerca anche la soluzione nel programma gare per i  campionati del mondo,  che ora è lasciato alla discrezionalità dei vari comitati organizzatori. Su questo punto però si sottolinea l’importanza di riportare la gare a squadre all’ultima giornata su un percorso che esalti questa affascinante prova e che rimane, malgrado tutto, purtroppo ancora inesorabilmente fuori dal  panorama olimpico.
La tendenza e la richiesta è decisamente orientata sulla professionalità delle figure che operano nel settore ecco quindi che, nel giro di pochi anni, si vorrebbe arrivare ad un “Comitato tracciatori gare”. Attualmente la situazione è molto complessa, infatti per disegnare  un percorso in gare di Coppa del Mondo bisogna essere allenatori e contemporanemanete giudici internazionali. Mentre per i Campionati del Mondo la commissione è il Bording ICF dello slalom.
L’attenzione poi va sulle quote atleti ammessi a partecipare alla Coppa del Mondo. Si deve trovare un compromesso per gli organizzatori e per mantenere alto il livello della competizione.
Tante idee che si intecciano, proposte, suggerimenti, analisi di dati statistici,  calendari gare che possano venire incontro alle diverse esigenze, ma che devono sempre fare il conto con una realtà politica internazionale molto complessa.
Si pensi che l’ICF congloba cinque discipline diverse di cui due olimpiche: lo slalom e la velocità. E’ indubbio che ci sia un occhio di riguardo per quest’utlima specialità che alla Olimpiadi c’è dal 1936.
L’ICF però, secondo il mio modestissimo avviso, dovrebbe rendersi conto effettivamete che le due specialità a cinque cerchi vanno su binari diversi per una infinità di motivi. Non bisogna pensare che una possa essere di limite all’altra, anzi dovrebbero rafforzarsi a vicenda.

I saluti sono sempre accolti con duplicità di sentimento: il piacere e la voglia di tornare a casa che si unisce all’amarezza di andare via consapevoli che forse tre giorni di lavoro non possono portare a miracoli, possono però essere di stimolo e di riflessione per tutti, con la speranza che step by step le esperienze portate possano essere di forte contributo al movimento.

Occhio all’onda! Ettore Ivaldi

Bratislava, 29 novembre 2009
ICF Canoe Slalom Coaches Symposium – 3rd day

Ettore Ivaldi

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Re: ICF CANOE SLALOM COACHES SYMPOSIUM
* Risposta #5 il: Dicembre 09, 2009, 12:04:06 am *
Windsor non è solo il  nome adottato dalla casa e famiglia reale britannica durante la prima guerra mondiale, ma diventerà nel memoria canoistica la località dove le donne entreranno definitivamente di diritto  a gareggiare anche nella canadese monoposto. Forse la “doppia V”  che condivide le parole Women e Windsor non sono una semplice fatalità! L’annuale “ICF Board Meeting”  ha concretizzato ufficialmente  alcuni aspetti discussi nel Symposium degli allenatori della canoa slalom giusto pochi giorni prima.  Ecco quindi confermata l’entrata ufficiale ai prossimi campionati del mondo di Tacen (Slovenia) e Foix (Francia)  delle donne in canadese sia per la categoria senior che junior, con la conseguente gara a squadra della specialità. Il meeting internazionale, che ha riunito i grandi capi della canoa internazionale, ha ufficializzato anche l’obbligatorietà dei caschi, dei salvagenti e delle canoe con omologazione ufficiale ISO 12402 e EN 1385 e successiva approvazione del sigillo ICF. Ufficiale anche che la  Coppa del Mondo di slalom  dal 2011 si disputerà su 4 prove - contro le 3 attuali - più una finale per un totale di 5 gare.
Soddisfazione quindi per la conferma dei cambiamenti prospettati e discussi fra gli allenatori che regalano allo slalom ancora qualche novità in un momento decisamente importante per questa disciplina.
Capire la portata di questi rinnovamenti non è facile soprattutto in relazione alla normativa dei materiali  omologati come salvagenti e caschetti per non parlare delle canoe. Questo comporterà un adeguamento di tutti i materiali da parte degli atleti con conseguente esborso di denari per l’acquisto di nuova attrezzatura. Se il problema relativo ai salvagenti e ai caschi è abbastanza relativo anche se comunque impegnativo, ci sembra decisamente più complesso per le canoe. In sostanza l’ICF dovrà certificare tutti i vari modelli dei vari costruttori che dovranno sottoporre all’organo internazionale i loro prodotti per dimensioni, forme e pesi. Ovviamente ciò comporterà il pagamento di tutta una serie di diritti che l’ICF riconoscerà ai vari produttori. Il sigillo stampigliato sulle canoe diventerà un certificato di garanzia internazionale.
Speriamo però che l’ICF, oltre a dedicarsi a cambiare regole e numeri, possa rendersi conto che non è sufficiente la buona volontà del volontariato delle varie commissioni per fare il salto di qualità che tutti noi ci aspettiamo.  Se escludiamo il presidente Jean Michel Pron, del boarding dello slalom,  che è un dipendente della Federazione Francese Canoa Kayak distaccato all’ICF, i restanti membri sono volontari che devono fare i conti con la quotidianità di tutti i giorni fatta di lavoro, famiglia, figli e hobby personali. Così non è pensabile portare avanti progetti ambiziosi quali più presenza televisiva e più opportunità economiche per atleti, tecnici e dirigenti.

Occhio all’onda! Ettore Ivaldi
 

Skillo

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Re: ICF CANOE SLALOM COACHES SYMPOSIUM
* Risposta #6 il: Dicembre 17, 2009, 10:00:20 pm *
E qui si entra nel delirio.
Capisco che i materiali da cui dipende la sicurezza dell'individuo (caschi, salvagenti e, al limite, paraspruzzi) debbano rispettare criteri di qualità di un certo livello, ma che anche canoe e pagaie debbano essere marchiati e regolamentati mi pare troppo.
Se non ho capito male i costruttori dovranno presentare all'ICF i loro modelli perchè l'ICF li omologhi e li autorizzi ad essere utilizzati in gara poichè modelli e costruzioni saranno pre-giudicati "sicuri".
E se un atleta volesse presentarsi al via con una canoa o una pagaia non omologata? Non potrebbe fare la gara? Follia ...
Ma io mi ricordo benissimo con che canoa un giovanissimo Pollert, che allora correva per una Cecoslovacchia sicuramente povera, si presentò sul Noce ai mondiali del '93 (e se non erano i mondiali del 93 era una gara di coppa del 92 o per lì):
una specie di Fanatic che definire storto e malfatto sarebbe solo un ingentilimento della realtà, eppure con quella ciabatta ammaccata diede parecchia biada a canoisti con signore canoe.
 Dal prossimo anno, quindi, questo non sarebbe più possibile? Dal prossimo anno solo canoe "fighe" e al diavolo i poveracci? ma non volevamo far si che 'sto sport si allargasse anche al terzo mondo?
Ma che diavolo di ragionamento è?

roberto.bussolino

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Re: ICF CANOE SLALOM COACHES SYMPOSIUM
* Risposta #7 il: Dicembre 18, 2009, 07:41:04 pm *
mi trovo perfettamente d'accordo con Skillo, inoltre vorrei sapere se questo regolamento è già ufficiale e da quando entrerà in vigore oppure se si tratta solo di una proposta, e se la F.I.C.K. dovrà recepirla nei suoi regolamenti, perchè in tal caso sarebbe un colpo mortale a quasi tutte le società. Mi domando anche se una canoa quando viene riparata o dopo alcuni anni, mantiene la omologazione o diventa inutilizzabile?

Ettore Ivaldi

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Re: ICF CANOE SLALOM COACHES SYMPOSIUM
* Risposta #8 il: Dicembre 19, 2009, 08:29:32 am *
Caro Skillo  e Roberto, come voi  ben sapete “ambasciator non porta pena” anche se mi trovo decisamente combattuto a commentare quanto è stato deciso dall’ICF. Per la verità le decisioni prese erano nell’aria da un po’ di tempo e se ne era parlato a lungo già nel Symposium degli allenatori nel febbraio 2009.
Se da un lato alcuni cambiamenti sono importanti e necessari, dall’altro è evidente che l’aspetto pionieristico e  romantico del nostro sport va via via perdendosi. Credo però che questa sia la strada per cercare di dirottare lo slalom nell’ottica dei “tempi moderni” e regolarizzare anche questi aspetti che permettono alla Federazione Internazionale di rientrare con delle “royality” da reinvestire. Non sarebbe una novità questa cosa visto che praticamente in tutti gli sport le Federazioni Internazionali e a volte anche quelle nazionali omologano  i materiali che gli atleti usano in gara. Il più banale fra tutti è il pallone in tutti i suoi usi.
Bisogna creare un indotto importante per acquisire potere economico e di conseguenza potere contrattuale. Leggi di mercato che possono far fare la differenza ad una disciplina sportiva. Ora la questione che si apre è sempre quella: ci lasciamo trasportare dai sentimenti e dal cuore oppure apriamo la nostra mente a queste regole? Se accettiamo il primo caso dobbiamo anche accettare che lo slalom rimanga uno sport di secondo piano (anche se non lo sarà mai per chi lo pratica o lo segue) con il rischio concreto di uscire dai Giochi Olimpici, annullando la possibilità di entrare nel grande circuito televisivo. Progettare il futuro significa provare a lanciare lo slalom sul mercato mediatico e a quanto pare ci stanno provando. Regolamentare anche le canoe offrendo una sorta di omologazione internazionale ufficiale potrebbe essere una buona via per garantire quei  produttori che impegnano parecchi soldi nella ricerca di nuovi modelli, mettendoli al riparo da chi invece i modelli li copia solamente. Quindi diventa quello che negli altri campi si definisce brevetto. Così facendo si eviterà il controllo barche alle gare se non a sorpresa, poiché al giudice di partenza basterà verificare che la canoa porti il numero e il marchio di omologazione, così come per i salvagenti e caschetti. E’ stato sollevato il dubbio, in fase di discussione, come Roberto ha sottolineato,  nel caso una canoa vada al controllo a sorpresa e risulti non essere della lunghezza, larghezza e peso dovuto chi ne è il responsabile? La ditta che ha costruito la canoa e che è stata omologata dall’ICF? La risposta ovviamente è diversa da quella che si potrebbe pensare: rimane responsabile in ultima battuta l’atleta che ha gareggiato con quel mezzo. Quindi i problemi si sono risolti solo in parte per ciò che riguarda l’aspetto dei controlli.
Ricordo quando nel 1986 si discusse molto sulla modifica delle regole relative al peso delle canoe. Fino ad allora infatti non era previsto il peso minimo per ogni tipo di imbarcazione. La cosa si fece perchè i paesi meno abbienti non avrebbero potuto acquistare canoe leggere, decisamente più competitive ma altrettanto molto costose. Quello che in sostanza oggi potrebbe avvenire, come precisa Skillo, per il terzo mondo, per le canoe con omologazione.
Consideriamo anche il fatto che attualmente  oltre il 90% di canoe da slalom vengono costruite in Slovacchia o in Repubblica Ceka e sono stati proprio questi grossi costruttori a spingere sull’ICF per questo cambiamento.
Ora la Fick ha due possibilità. La prima è quella di  adeguarsi in toto  al regolamento internazionale, che sarà operativo dal  primo gennaio 2011, oppure lasciare solo in Italia la possibilità per alcuni anni di poter gareggiare con barche, salvagenti e caschetti non omologati. Ovviamente gli atleti che andranno a rappresentare l’Italia dovranno viceversa rispettare i regolamenti internazionali.
Il problema della Federazione Italiana, che poi a caduta  sarà  quello delle società, è a livello di responsabilità nel momento in cui dovesse succedere un pur minimo incidente. Infatti permettere di gareggiare con materiali non omologati, quando a livello internazionale invece è proibito,  diventa decisamente dura difendersi in caso di contenzioso giudiziario. 
In fine credo che, a questo punto,  non abbiamo molte possibilità di cambiamento, ma abbiamo solo la certezza di doverci adeguare. Naturalmente prima si sa meglio è  per tutti… dubito però che certe menti possano essere preoccupate per tutto ciò visto che non si pongono neppure il problema lasciando spazio al non sapere!
Di loro Dante ci parla nel VII canto dell’inferno, cerchio quarto: La ridda degli avari e degli spreconi - Virgilio spiega cosa sia la fortuna… ma come ha fatto l’Alighieri ad essere così attuale, preciso e mirato?

Oh creature sciocche,
quanta ignoranza è quella che v'offende!
Or vo' che tu mia sentenza ne 'mbocche



Occhio all’onda! Ettore Ivaldi

Gengis

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Re: ICF CANOE SLALOM COACHES SYMPOSIUM
* Risposta #9 il: Dicembre 19, 2009, 10:05:34 am *
* Ultima modifica: Dicembre 19, 2009, 10:20:48 am da Daniela Mariaschi *
E qui si entra nel delirio.
Capisco che i materiali da cui dipende la sicurezza dell'individuo (caschi, salvagenti e, al limite, paraspruzzi) debbano rispettare criteri di qualità di un certo livello, ma che anche canoe e pagaie debbano essere marchiati e regolamentati mi pare troppo.

CHIEDO SCUSA  e non voglio innescare nessuna polemica  ,ma questa di Skillo  la trovo  la solita posizione all'Italiana  come si sente parlare di regole/regolamenti si parte lancia in resta.
Io sono convinto  che tutto il materiale  deva essere testato ed omologato se ne guadagna in sicurezza,  ai tempi dei Pionieri  non  si trovava niente , per avere un paraspruzzi  bisognava essere raccomandati , i caschi la maggior parte non li usava ,guardatevi foto anni 60/70, e troverete elmetti enel, da moto, ecc.ecc.
Kayak omologati permettono ai Kayakisti  Francesi  pure essi omologati di poter navigare in mare fino a 6 miglia dalla costa, in Italia in assenza di regole puoi andare non oltre i 500 metri dalla battigia.
Io  che da sempre mi sento Apolide, con più di 14.000 km. percorsi  su acque dolci e salate sarei felice e contentissimo di frequentare un corso  tenuto magari da uno a cui io ho insegnato ad andare in canoa che mi OMOLOGASSE, sempre se ritenuto idoneo sia chiaro, ad andare per mare fino alle 6 miglia.
Aspettiamo le regole , vediamole, ed eventualmente battiamoci per cambiarle.
Richiedo scusa.
Gengis

Skillo

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Re: ICF CANOE SLALOM COACHES SYMPOSIUM
* Risposta #10 il: Dicembre 19, 2009, 12:47:05 pm *
Una cosa è la navigazione in mare, altra cosa è quella su torrenti, canali artificiali e fiumi di montagna cui sono legate le competizioni di canoa slalom e discesa.
Tu non puoi circolare sulle pubbliche strade con un automezzo autocostruito nè con una bicicletta a vela ma nessuno può impedirti di camminare sul marciapiede con un paio di scarpe che ti sei fabbricato tu o di fare surf in mare con una tavola nata dalle tue mani.
Ho indirizzato le mie critiche contro le scelte riguardanti l'omologazione di canoe e pagaie, non di caschi, salvagenti e paraspruzzi perchè le prime due cose sono espressione della personalità, tecnica e intelligenza di atleti e costruttori e trovo che dovrebbero restare cosa non omologabile e libera da ogni vincolo costruttivo se non quelli imposti dai regolamenti di ogni singola disciplina e che riguardino misure, pesi e forme, le seconde riguardano solo la sicurezza dell'atleta.
Pensare che i fratelloni Hochschorner non potranno più correre con le pagaie costruite da loro padre mi pare incredibile e sinceramente mi sfugge come l'omologazione dell'attrezzatura possa grantire una maggiore diffusione mediatica, Invece mi è ben chiaro che i costruttori dell'ex Cecoslovacchia avrebbero potuto accontentarsi di continuare a costruire il 90% delle loro canoe lasciando che il restante 10 % venisse costruito alle loro spalle (ammesso che ciò sia vero).
Perchè l'ICF non si accontenta dell'omologazione delle attrezzature di sicurezza (caschi, salvagenti e paraspruzzi)? Mettere bollini e balzelli su canoe e pagaie tarperà sviluppo ed evoluzione delle canoe e dei materiali facendo la felicità dei soli costruttori "grossi" e accoppando quelli piccoli che non potranno più vivere costruendo qualche canoa copiata, così come ha fatto la maggior parte dei grossi costruttori agli inizi della loro storia.

Nella canoa discesa chi otterrà l'omologazione per costruire i c2 farà un affarone dato che i modelli sono praticamente tre e che di questi il Feeling è usato dall'80% degli equipaggi.
Quando, ai tempi,  si scoprì che un costruttore sloveno aveva in catalogo il feeling e che lo vendeva ad almeno il 20% in meno dei rivenditori ufficiali fui ben lieto di comprarne uno (da usare con le pagaie che mi costruivo) e così fecero e fanno molti equipaggi che si pagano le canoe di tasca propria.
Ancora prima, parliamo della fine degli anni '80, un giovane costruttore veneto cominciò a copiare le famose Extra di Fox vendendole a prezzo accessibile a quasi tutti i canoisti di allora e da lì cominciò a crescere fino a divenire uno dei (due) massimi costruttori di canoe da slalom italiani.
Ancor oggi ci sono costruttori dai prezzi bassi che copiano i modelli e che cercano di crescere nel mercato, saranno poi gli utilizzatori a decretare il successo o meno di un costruttore ed è giusto che siano i costrutttori stessi a difendere i loro modelli con le dovute azioni legali. 
L'omologazione aiuta i costruttori e l'ICF ma non aiuta per nulla gli atleti che si pagano le canoe nè la diffusione della canoa.

Ettore Ivaldi

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Re: ICF CANOE SLALOM COACHES SYMPOSIUM
* Risposta #11 il: Dicembre 19, 2009, 02:15:29 pm *
Devo precisare alcune osservazioni fatte sui regolamenti approvati che forse non sono stati recepiti correttamente:

1. non si parla di omologazione delle pagaie
2. ovviamente anche i piccoli costruttori potranno chiedere l’omologazione  del loro  modello, non è previsto nessun impedimento. C’è solo una procedura da seguire. Anche a tutela loro quindi.
3. Non concordo su quanto scritto da Skillo: “Ancora prima, parliamo della fine degli anni '80, un giovane costruttore veneto cominciò a copiare le famose Extra di Fox vendendole a prezzo accessibile a quasi tutti i canoisti di allora e da lì cominciò a crescere fino a divenire uno dei (due) massimi costruttori di canoe da slalom italiani” – credo che si riferisca alla ditta Art-Fiber di Fagarè della Battaglia. La loro storia è leggermente diversa visto che iniziarono a lavorare sulle canoe nel 1975/76  grazie all’interessamento e all’esperienza messa a disposizione da un certo Giancarlo Tessari (pioniere veronese della canoa). Crearono un primo modello. Poi la ditta nel 1979 prese vita grazie alla collaborazione con Prjion. Dal 1982 al 1993 produsse diversi modelli propri in collaborazione con la squadra nazionale e con atleti di vertice italiani. Fece la stessa cosa nel settore discesa e costruisce fino ad oggi le canoe a Vladi Panato.
4. in discesa la situazione è diversa poiché si sta arrivando al prototipo  unico per tutti. Per il momento in polietilene  e solo per i K1 per C1 e C2 sperimenteranno ancora.

Io intravedo in queste scelte la possibilità di regolamentare al meglio, ricavandone delle entrare da investire nel processo di rinnovamento dello slalom. Non la vedo come scelta penalizzante. Avevamo assistito al cambio delle canoe dopo il 2004 e questo è stato sicuramente un passaggio positivo per avvicinare paesi con meno esperienza.

 Occhio all’onda! Ettore Ivaldi

roberto.bussolino

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Re: ICF CANOE SLALOM COACHES SYMPOSIUM
* Risposta #12 il: Dicembre 19, 2009, 05:44:58 pm *






Ancora prima, parliamo della fine degli anni '80, un giovane costruttore veneto cominciò a copiare le famose Extra di Fox vendendole a prezzo accessibile a quasi tutti i canoisti di allora e da lì cominciò a crescere fino a divenire uno dei (due) massimi costruttori di canoe da slalom italiani” – credo che si riferisca alla ditta Art-Fiber di Fagarè della Battaglia.[/i]


io credo si riferisca a C.S. Canoe di Sacile

maurizio bernasconi

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Re: ICF CANOE SLALOM COACHES SYMPOSIUM
* Risposta #13 il: Dicembre 19, 2009, 06:11:27 pm *
Caro Ettore, per me Skillo ha ragione. Si tratta di una tassa sulle canoe e lo scopo principale e dichiarato è quello di raccogliere denaro; le motivazioni secondarie servono a buttare fumo nella questione. Mi pare che i salvagenti e i caschi abbiano già delle regole da rispettare, ma gratis, lì è il nocciolo del problema come sempre. Nel caso dei palloni da calcio esistono i grandi numeri. Qualche ente si finanzia gestendo il balzello su milioni di tiratori di calci al pallone, compresi papà di famiglia e ragazzini anche nel terzo mondo. Nel caso delle canoe pagheranno i canoisti, che non potranno più svincolarsi dal sistema industriale attraverso l'autocostruzione o il piccolo artigianato. Almeno nella discesa, si potrebbe fare il nome di produttori che si arrangiano ai margini del nostro mondo e resistono senza partita iva. Non avendo la fortuna di lavorare in Slovenia o in Rep. Ceca, una loro attività regolare in Italia o magari in Francia sarebbe oggettivamente insostenibile. Te lo vedi xy ad avviare una pratica di omologazione per la sua canoa... Anche le più celebrate aziende del settore sono nate in cantina. Proprio gli stessi che appoggiano la decisione che d'ora in poi sarà impossibile. Scusami Ettore, ma la tua speranza in risorse economiche idonee a retribuire dei veri professionisti - allenatori, dirigenti ecc- non dovrebbe essere ottenuta a spese degli atleti. E' evidente che pagherebbero loro alla fine. Intanto buttebbero via un bel numero di canoe vecchie (magari ritirate a marzo 2010), usabili per altri dieci anni anche dai più giovani. Delle riparazioni poi cosa si dirà, che devono essere eseguite a Praga anche quelle? Si capisce che i tecnici (ma anche i burocrati) preferirebbero lavorare in un ambiente più ricco, piacerebbe anche a me (e non per ingrassare i burocrati). Sarebbe meglio però che cercassero sponsor altrove. Ciao Maurizio 

Ettore Ivaldi

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Re: ICF CANOE SLALOM COACHES SYMPOSIUM
* Risposta #14 il: Dicembre 19, 2009, 09:28:06 pm *
Roberto: Skillo parla di costruttore Veneto e CS non è Veneto!
Ma sarà lo stesso grande artista della pagaia ad una pala sola a svelarci l'amletico dubbio?
Lo so Maurizio che noi tutti desideriamo restare con il cuore  ancorati alla parte più   nobile dell'essere umano e nutrirci di sole, aria, vento e poesia, ma allora dobbiamo anche opporci a tutti quelli che sono stati i cambiamenti in questi lunghi anni dello slalom. Forse tornare alle porte in retro? Forse tornare alle 10 penalità? Forse tornare alle canoe da 4 metri e i C2 con i pozzetti lontani? Sotterrare i canali artificiali e rinverdire i corsi d’acqua? Mi piacerebbe ritornare attorno a quel fuoco acceso alla sera sulle rive del tuo Sesia, con il suono della tua chitarra a farci compagna, a parlare di come entrare in una morta e come trasmetterlo  agli allievi. Lo so sarebbe bello, ma la vita va avanti e noi non possiamo che accettare un cambiamento che purtroppo vede l'Italia decisamente assente nella pare decisionale. Uno slalom che se vuole restare a cinque cerchi deve adeguarsi alle leggi di mercato e a noi resterà il piacere però di poter raccontare e scrivere per i nostri figli e per i nostri nipoti la parte più poetica del nostro amato sport -


Occhio all'onda! Ettore Ivaldi