“Chi tace acconsente” recita un vecchio proverbio che si attribuisce a Bonifacio VIII in un testo di diritto canonico, ma l'esperienza ha però dimostrato che non sempre chi non risponde ribattendo è propenso a condividere il pensiero di un'altra persona: così leggo su internet. Quest’ultima idea deve essere proprio il pensiero dei federali che non rispondono praticamente mai alle nostre analisi e suggerimenti – unica eccezione a volte del buon altoatesino che ribatte per difendere, ma nessuno vuole attacare, e non per aprire discussioni e confronti… Mah?
Torniamo a noi e alle nostre canoe e, non ricevendo nessuna risposta, prendo comunque buono il proverbio e vado avanti.
Partirei dalla “Kapsl 360” costruita dalla ditta di Bratislava Vajda. Una canoa che nasce dall’evoluzione della “Ego” e messa a punto in quest’annata agonistica grazie alla collaborazione con Peter Kauzer. Il campione sloveno all’inizio di stagione ha abbandonato Caiman e si è presentato alla prima gara di coppa del mondo a Pau con la “Ego”. Il binomio Kauzer – Vajda si è rafforzato e ha portato, da lì a breve, alla realizzazione di una barca molto particolare che è riuscita a far esprimere al meglio le caratteristiche del campione sloveno che da tempo era pronto ad esplodere. In sostanza alla “Kapsl”, che prende il nome dal nikname del padre di Peter e che significa pallottola, rispetto alla Ego – disegnata da Peter Cibak – gli è stata sfinata la coda e tolto volume all’altezza del pozzetto.
In acqua questa canoa è particolarmente nervosa e la sua caratteristica principale è la dinamicità. Impressiona nell’uscita dalle risalite per come reagisce dopo la fase di rotazione. Se mantenuta piatta trasforma la velocità di rotazione in velocità di uscita, permettendo all’atleta di prendere margini considerevoli in questa fase assai delicata e dove è molto facile perdere tempo.
Sempre nelle risalite la “Kapsl” consente di mantenere in acqua, e praticamente sempre in presa, la pala all’interno della curva. Enorme vantaggio al fine di tenere sotto controllo l’imbarcazione anche nei momenti più delicati.
La canoa permette all’atleta di mettere in essere manovre molto complesse qualora il tracciato lo richiedesse, con estrema facilità e scioltezza.
Gli aspetti negativi sono sull’imprevedibilità sempre in agguato di come il mezzo risponda su grossi movimenti d’acqua. Le convergenze di corrente e morta o di corrente-corrente sono il vero punto cruciale della “Kapsl 360”. Problema in parte risolto sulla versione “Kapsl350”. All’altezza del pozzetto è facile farsi “beccare” i fianchi, motivo questo che ci fa capire che per un’ottima conduzione deve essere mantenuta il più possibile piatta.
Diventa poi fondamentale la scelta della taglia: il peso corporeo detta la scelta che deve essere calibrata a misura per evitare gli aspetti negativi del mezzo determinati soprattutto dai eventuali volumi sbagliati.
Non si lamentano particolari difficoltà di equilibrio anche se è evidente, e lo si ribadisce, che per caratteristiche naturali la canoa deve esser usata piatta sull’acqua per sfruttare al meglio le sue potenzialità di rotazione e di scorrevolezza.
Sono praticamente quattro le costruzioni offerte dalla Vajda Group Sharping Systems che ha come moto: “the only chiose for champions” e sta investendo molto sulla ricerca . All’interno di ogni tipo di costruzione si possono scegliere ben sei taglie – XXS da 40 a 50 kg.; XS da 45 a 55; S da 50 a 60; M da 60 a 70; L da 70 a 80 e XL oltre gli 80 kg. Tutte le costruzioni utilizzano resina epoxidica e possono essere: traning modello di entrata con giunture esterne su tutto il perimetro come per la racing, la racing pro e l’elitè – quest’ultima consigliata per atleti top e da utilizzare soprattutto per le competizioni.
Ampia anche la scelta per il seggiolino, si può spaziare su 4 modelli diversi dal “tradizionale” al “Gaba”, “Elena” e “extra large” in relazione alle proprie dimensioni e si sia che per cavalcare bene la propria canoa bisogna partire proprio dal “culo”. Una leggenda a Gerona – a me cara visto i mille e oltre atterraggi fatti in quella città per vivere le mie avventure spagnole, dice: “
no es un buon ciutadano de Girona quien no ha besato el culo de la leona” che noi possiamo adattare così: non si è veri canoisti se non si è scelto un buon seggiolino!
Occhio all’onda! Ettore Ivaldi
fine 2^ parte … prosegue