Caro Skillo hai scritto delle grandi e purtroppo tristi realtà che nessuno vuole vedere e tanto meno prendere coscienza. Vedi caro Skillo e cara Canoa italiana il problema vero, reale, concreto è quello di voler negare levidenza, la realtà. Si dipingono e si fanno fotografie completamente distorte da quelle che quotidianamente si vivono sui campi di gara e nelle società.
Ho cercato in questo ultimo mese di spiegare che ormai abbiamo toccato il fondo di un fiume in piena e che non si riesce più a rimarginare. Ho cercato di evidenziarlo portando fatti, dati alla mano e testimonianze. Pensavo che parlare con il consigliere Mayr o con il consigliere Mercuri potesse servire. Mi sembrava impossibile che i loro occhi non vedessero quello che Tu, io, ma molte altre persone ed atleti vedono e vivono sulla loro pelle. Quello che per noi è normale, e che tutte le altre nazioni stanno portando avanti, sembra assolutamente essere ignorato da coloro che dovrebbero dare quella svolta che tanto si sono proclamati di fare.
Sono passati cinque anni e in cinque anni la canoa slalom si è lentamente esaurita. Se i fatti più eclatanti si notano nelle donne e nelle canadesi, in realtà esiste un vero e grande problema anche nei kayak maschili visto che molti di loro curano la preparazione e laspetto tecnico completamente isolati dalle squadre nazionali e nonostante i risultati complessivamente il livello tecnico è calato. La buona volontà può portare lontano, ma non è sufficiente per combattere ad armi pari con le realtà straniere. Eppure i talenti ci sono, ma devono essere seguiti e messi nella possibilità di esprimersi.
Mi sono detto: se i consiglieri hanno paura di denunciare questa situazioni, intimoriti magari dalla loro poca dimestichezza con realtà vive e concrete nessuno di loro non ha mai vissuto unOlimpiade o fatto questo lavoro da professionista ci provo con il Presidente che forse riesce ad aprire gli occhi e magari prendere provvedimenti. Purtroppo anche le lunghe chiacchierate con Luciano sono rimaste sempre sul grande lavoro che la Federazione sta facendo
il problema non è la Fick, ma le Società!
Ecco ci siamo! Scaricare le responsabilità sulle Società, ma quali Società. Non me ne vogliano i Club che con grande sacrificio portano avanti i giovani e organizzano gare, ma il problema è diverso poiché ogni Club è abbandonato a se stesso. Il coinvolgimento dovè? Al raduno di Pasqua junior a Merano si è presentato solo il buon Veronesi, che durante la settimana è uno stimato professionista alimentare, nei week-end segue i figli e si fa la scampagnata ai raduni Fick con un collaboratore tecnico di società che guarda caso è di Merano e che certo non si occupa di canoa, ma studia ad Insbruck matematica e fisica. Lultima volta che aveva avuto contatto con la canoa era alla gara internazionale dellanno prima! E sapete comè cambiato lo slalom in questi ultimi sei mesi? Pazzesco è praticamente un altro sport.
Alla gara nazionale di slalom giovanile e master a Limena poi abbiamo toccato il ridicolo sia dal punto di vista tecnico (queste categorie dovrebbero restare al passo con i tempi per ciò che riguarda levoluzione sui tracciati di gara), sia dal punto di vista organizzativo. Uno speaker che certo non si può dire animasse la manifestazione o quanto meno tenesse informato su dati come tempo, penalità e classifiche. Una premiazione che forse neppure ad una festa di compleanno si riesce a fare così misera e senza senso: il direttore di gara era partito da tempo e nessuna autorità o rappresentanza si è notata. Eppure cosa dire? Responsabilità del Club che organizzava? Assolutamente no la responsabilità va ricercata altrove visto che si vuole far crescere le società, allora diamo lopportunità a loro di poterlo fare togliendoci tanto di cappello per quello che da sole riescono a mettere in piedi e spingiamo perché un sistema, unorganizzazione, una metodologia possa diventare prassi comune dallorganizzazione di una gara alle squadre nazionali assolute e giovanili. A tutto ciò però si arriva solo con professionisti che devono svolgere in maniera corretta il loro ruolo senza dover per forza passare messaggi di grande euforia, quando la realtà è diversa. Non credo infatti che un campione olimpico, che oggi guida i kayak, possa credere che con questo sistema si possa arrivare lontano visto che proprio lui ha sempre voluto il massimo per sé per ottenere i risultati che tutti noi conosciamo.
Vedi Carissimo Skillo ritorniamo su questo problema: lonestà di riconoscere questo stato e trovare delle soluzioni. Ho chiesto al Presidente di fare una tavola rotonda con coloro che tengono a cuore la canoa italiana perché ci credono, perché investono, perché forse hanno ancora la speranza di poter trasmettere lenergia che ogni giorno prende dalla forza della corrente e dallo Spirito dellacqua che corre!
Io vivo questa settimana di Campionati Europei di Slalom con il lutto al braccio perché non mi rendo pace come lItalia abbia avuto la presunzione di lasciare a casa un C2 che ha preso medaglie a Europei, Mondiali e conquistato finali Olimpiche. Ecco Caro Skillo questa settimana per me è molto dura, forse lunica consolazione che avrò sarà quella di cavalcare onde così grandi che mi ricaricheranno e che spero ricarichino tutti noi. Occhio allonda! Ettore Ivaldi