Da qualche giorno gira sui “social networks” una foto in cui un povero pescatore, posto probabilmente sulle acque del Mastallone o del Sermenza, cerca disperatamente di lanciare il suo amo tra una decina di canoisti che sembrano decisi a togliere al malcapitato ogni speranza di praticare serenamente la sua tranquilla e solitaria passione.
La foto fa effetto… Certo è ridicolo perché questi torrenti sono "liberi" da qualsiasi canoista o pescatori il 99% del tempo, ma qui in Valsesia rischia di accendere un'inutile e pericolosa polemica. Di quelle che potrebbe piacere ai politici locali poco prima delle prossime elezioni...
Dimenticando che se il Sesia (escluso, purtroppo, il Mastallone), è rimasto l'unico posto in Italia al riparo di dighe e derivazioni d'acqua, proprio grazie all'azione comune, insistente poi vincente di pescatori e canoisti negli anni 90 e 2000! Senza questa comunità che ha difficilmente ottenuto una LEGGE REGIONALE che vieta qualsiasi costruzione sulle acque valsesiane, oggi saremmo tutti a cercare una pozzanghera tra ritenute, derivazioni e tubi. Aggiungo che sia i pescatori che i canoisti rispettano e proteggono il bacino del Sesia, che sta diventando uno dei più puliti delle Alpi… non si vede più un pezzo di plastica, una bottiglia o una lattina sulle sponde, perché se ci sono vengono sempre raccolti dal pescatore o dal canoista.
Scriverò un articolo in merito sulla prossima edizione del Corriere Valsesiano (ho saputo che qualcuno ha già inviato a loro la foto sopra menzionata), ma chiedo a tutti di fare espresse dimostrazioni di "buona vicinanza" quando incontrano un pescatore o un gruppo di pescatori sul fiume: andare lungo la sponda opposta, alzare se possibile la pagaia fuori dell'acqua, fare silenzio e salutare discretamente...
I pochi fiumi rimasti intatti vanno protetti e difesi insieme.
Fred