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Possibile evitare o limitare dolori alla spalla?
nolby:
La questione della pala che prende vento è una mezza verità...una risposta "facile ed intuitiva" da dare a chi si pone la domanda senza entrare nel merito della questione biomeccanica che regola la pagaiata.
Prova di questo ne è il fatto che gli angoli di sfasatura maggiore si hanno/avevano sulle pagaie da torrente e da slalom, e non su quelle da mare; ambienti dove il vento è meno influente.
Invece nel mondo del turismo marino e lacustre, dove si è iniziato presto ad allungare le pagaie ed abbassare l'angolo di utilizzo si è iniziato prima a ridurre l'angolo di sfasatura.
Comunque quello del vento non è un concetto sbagliato, ma non è la motivazione principe.
Fai una semplicissima prova: prendi un manico di scopa ed impugnalo orizzontalmente come fosse una pagaia con le braccia in posizione di massima estensione. Noterai che i tuoi palmi sono, ovviamente, sullo stesso piano e paralleli tra di loro.però
Adesso porta il manico di scopa verticale lungo il tuo fianco senza ruotare le spalle. Noterai che i palmi sono sfalsati. Ecco perchè le pagaie moderne nascono sfalsate.
I 90° delle prime pagaie arrivavano dal fatto che appunto lateralizzando la pagaia lungo il fianco senza torsione del busto le mani sono sfalsate di 90°, ultimamente la riduzione dell'angolo arriva dal fatto che le braccia pedono via via importanza nella gestione della pagaia a favore della rotazione del tronco.
Durante la fase di spinta è importante che l'articolazione del polso sia sempre in linea con l'avambraccio e non in atteggiamento flesso per evitare danni.
Prova a mettere il manico di scopa in posizione di attacco, come stessi iniziando un colpo. Se hai mantenuto i polsi allineati agli avanbracci noterai subito che tra di loro c'è un angolo (che sarà poi quello che dovrai riportare sulla pagaia).
L'angolo non serve inventarselo. E' il tuo corpo che ti dice qual'è.
Prendo un'immagine a caso da Google:
Il palmo della mano SX guarda verso la fotocamera, il palmo della mano DX guarda verso il basso.
Per pagaiatori non mancini l'agolo con la pala a DX è fisso (pala perpendicolare rispetto all'asse avambraccio-polso-palmo) mentre a SX la presa consente la rotazione del manico all'interno della mano. Portandosi in posizione di attacco a SX la pala SX deve trovarsi ovviamente perpendicolare....con una pagaia europea o Wing a sfasatura 0 la troveresti di taglio.
Fosse semplicemente una questione di vento saremmo ancora tutti con le pale a 90° a massacrarci i polsi ed invece l'angolo è diverso e specifico valutato in base alle misure antropometriche del pagaiatore (altezza tronco - larghezza spalle), lunghezza del manico e larghezza canoa. A seconda delle condizioni anche gli atleti di acqua piatta adattano la pagaia allungando o accorciando il manico e - di conseguenza- anche l'angolo.
Se cercate su internet "biomeccanica della pagaiata" si trovano facilmente molte risorse da leggere (ci sono parecchie tesi di fine corso allenatori sul sito FICK che parlano di questo e sono liberamente scaricabili)... se l'argomento interessa e se ne ha la possibilità consiglio partecipare a qualche corso per tecnici federali, si ha la possibilità di farsi spiegare queste cose da persone competenti (non come me) che di mestiere allenano i nostri atleti olimpici. Il corso per Tecnico di Base è tenuto per una buona parte da Rodolfo Vastola che è docente alla facoltà di Scienze Motorie di Salerno e direttore del Centro Studi della FICK.
Su questo forum abbiamo Lorenzo che è molto esperto e competente... vediamo se interviene.
nolby:
ti lascio un paio di link.
http://www.canoaolbia.altervista.org/DaSapere_files/PAGAIATA.pdf
di questo testo quarda a pagina 12. FOto ed immagini molto chiare. Quella che viene chiamata "rotazione del polso" non deve essere intesa come flessione o estensione dell'articolazione ma come rotazione del suo asse. Il polso resta allineato all'avambraccio il quale, per portare la pagaia in alto per la spinta è necessario indirizzare l'avambraccio verso l'alto che non resta orizzontale ma si inclina.
La foto n°20 in pagina 12 mostra un classico esempio di problematiche articolari che nascono da una pagaia con angoli di sfasatura che obbligano il polso a lavorare fuori dal proprio asse.
Considerando il punto di impugnatura della pagaia, la spalla e il gomito si forma un triangolo. Molto probabilmente se non è corretto l'angolo al polso non lo sarà nemmeno quello della spalla.
Anche la foto n°26 mostra chiaramente un polso che lavora in estensione a causa della necessità di dover sovra-ruotare il manico a causa di una pagaia a 90°
E' un testo vecchiotto ma che mostra bene la questione angolatura.
Altri link:
https://www.aplab.it/it/assets/u/papers/tesi%20Alfredo%20Arcangeli.pdf
questo spiega perchè la wing deve lavorare con i suoi angoli di progetto e quindi non si può pensare di usarla bassa o come fosse una europea:
https://www.aplab.it/it/assets/u/papers/tesi%20Alfredo%20Arcangeli.pdf
Guido Brasletti:
Grazie Nolby e grazie Marittimo per aver risposto e per i tanti spunti utili.
Nolby, sono arrivato al tipo di pagaia wing che posseggo dopo ricerche e prove abbastanza accurate.
Possedevo una europea del decathlon con manico in simil carbonio e pale in plastica.
Prima di cambiarla ho provato, accompagnato da persone competenti:
- groenlandesi in legno: per il mio gusto flettono un pò troppo e spingono poco (almeno quelle che ho provato, delle artigianali che mi dicevano essere di ottima fattura)
- europea con manico in carbonio e pale in vetroresina: non male, ma “vibrava” un pò in acqua. Purtroppo non ho trovato una Werner o equivalente da provare.
- wing full carbon da gara, misura per ragazzi (braca IV min - 735): benissimo da subito. Efficacissima, non vibra, non scoda, favorisce la rotazione del busto. Mi stanca molto meno.
Siccome non sono un agonista ventenne e faccio uscite medio-lunghe, non ho comprato la classica wing da sprinter con manico extra-duro e pala extra-grande che si trova spesso in vendita usata a buon prezzo.
Ho invece preso il manico in carbonio tra i più soft (19K), la pala da adulto più piccola (705) e il disegno con il compromesso che più “perdona” in entrata e uscita (Braca XI, simile alla Jantex gamma Rio).
Questo per non gravare troppo sulle spalle.
Colleghi “hobbisti maratoneti a ritmo turistico” con cui sono in contatto negli USA usano pagaie simili.
Mi trovo davvero bene, rispetto alla pagaia che avevo prima riesco a farla lavorare meglio e mi stanca molto meno.
Quindi, per in parte rispondere al tuo “perché?”, non mi sto accanendo e non lo faccio per partito preso o per un ragionamento teorico.
Ho delle piccole avvisaglie di dolore alla spalla e volevo prenderle per tempo o non sottovalutarle, dato che diversi miei compagni di uscite (anche chi non ha mai usato una wing in vita sua) che pagaiano da più anni di me hanno lo stesso fastidio (alla spalla dx) ma ben peggiore. Volevo capire se è un problema noto del nostro sport e ci sono delle best-practices per prevenirlo o lenirlo .
Ho comunque avuto dei buoni spunti, grazie di nuovo (anche a chi vorrà eventualmente aggiungersi)
marittimo:
--- Citazione da: Guido Brasletti - Luglio 24, 2023, 09:49:39 pm ---
Ho delle piccole avvisaglie di dolore alla spalla e volevo prenderle per tempo o non sottovalutarle, dato che diversi miei compagni di uscite (anche chi non ha mai usato una wing in vita sua) che pagaiano da più anni di me hanno lo stesso fastidio (alla spalla dx) ma ben peggiore.
--- Termina citazione ---
Se il problema riguarda solo la spalla destra indipendentemente dal tipo di pagaia, azzarderei a dire che potrebbe dipendere da movimenti non perfettamente speculari, cioè che caricano maggiormente la spalla destra rispetto alla sinistra. Sarebbe interessante sapere se questo fenomeno riguarda tutti, ovvero destri e mancini: i mancini dovrebbero accusare dolori alla spalla sinistra.
nolby:
Bhè... diciamo che tra una pagaia del Decathlon e una Braca ci passa la differenza che c'è tra una Dacia e una Lamborghini.
La scelta che hai fatto mi sembra oculata dato che molti tendono a dirigersi verso pale dalla grossa superficie. Per quanto riguarda il manico se divisibile purtroppo a causa dell'innesto perde gran parte della sua flessibilità (che non è poi molta rispetto ad altri materiali). Questo non toglie che considerare una wing lo strumento più adatto per scopi turistici forse non è comunque una cosa appropriata, indipendentemente dal fatto che molti si trovano bene.
Tra gli americani troverai anche molte stranezze (Pagaie a doppia pala da usare in SUP lunghe oltre 3 m ad esempio o le famose palette da fiume).... ma già che parli di Maratoneti significa avere a che fare con atleti e non con amatori.
Ciò che hai notato usando la groenlandese in legno è la flessione del materiale... il legno flettendosi ha attutito il carico del colpo che stavi facendo mentre il carbonio è per sua natura rigido.
Un po' come succede quando traini qualcuno con una corda statica (che ti da il colpo secco quando va in tensione) o con una elastica in mezzo... alla fine traini sempre lo stesso carico ma in un caso di da degli stratoni secchi ed in un altro no. Immagina che lo "strattone secco" nella pagaiata non è solo una volta ma è ad ogni singolo colpo, a fine uscita la tua articolazione è stata strattonata decine di migliaia di volte.
Il carbonio rimane comunque un materiale rigido, prenderei in considerazione l'idea di provare momentaneamente a passare ad una pagaia mista per qualche tempo per valutare se si sfiamma la spalla o se il problema persiste.E questo è indipendente dal tipo di pagaia. In carbonio sono rigide tanto le Wing, quanto le europee e le greenland (con le dovute proporzioni rispetto la "presa che fanno in acqua); anzi, devo dire che forse le peggiori sono le europee.
Le Werner che hai citato con manico carbon e pala in vetro sono a mio avviso il compromesso migliore. In Italia ci sono in vendita delle "repliche" molto simili a ottimo prezzo ma devo dire che la qualità non è la stessa.
Al contrario il legno è morbido sempre. Ti capitasse qualche amico con una vecchia Azzali prova a farci un giro (certo, sono pesanti pesanti).
L'idea di Marittimo che pone dubbi sulla simmetricità è una via da seguire.... in questo caso partirei dal pagaiergometro, poi trasferireri il tutto in acqua. Un buono spunto per la correzione lo trovi riprendendoti con una Gopro o simili posizionata in coda ed in punta per valutare poi con calma il tuo stile di pagaiata. I pagaiergometri solitamente hanno un accessorio molto utile che è uno specchio quadrettato da mettere davanti ma credo sia meglio rivolgersi ad un allenatore "con l'occhio critico".
PS: Wing, europea o greenland... hai provato a controllare effettivamente di quanto cambia la tua velocità di crociera su lunghe distanze (diciamo 10km). Perchè in termini di accelerazione le differenze sono abissali... ma in termini di crociera non ci metterei la mano sul fuoco.
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