Spazio Kayak Marino e lacustre > Chat - Kmare
Possibile evitare o limitare dolori alla spalla?
Guido Brasletti:
Vorrei chiedere un consiglio a chi conosce e magari ha risolto l’annosa questione…
Pratico kayak da poco più di 5 anni, da due ho un KdM da 5.20mt, ho da poco passato i 50 anni e pagaio con una tecnica diciamo discreta anche se ho di sicuro spazio di miglioramento.
Uso una pagaia wing di piccola superficie (705), con una lunghezza media (215.5. Sono alto 1.83) a pale sfalsate di 40/45 gradi, pagaiando tendenzialmente “alto” e cercando di ruotare bene il busto.
La mia uscita tipo é 25-30km di acqua piatta o mare calmo. Esco circa una volta la settimana, ritmo turistico.
Al rientro e nei giorni seguenti , inizio a sentire un po’ di dolore alla spalla DESTRA, alzando il braccio o appoggiandola per dormire sul fianco.
Pensavo fosse un problema solo mio, quando ho scoperto che anche chi esce con me soffre delle stesse “magagne”, anche più accentuate, incluso un collega coetaneo che é istruttore, ha una pagaiata perfetta ed in gioventù aveva praticato l’olimpica.
Mi chiedo se si può fare qualcosa per prevenire il problema o, prendendolo per tempo, limitarlo.
Stile di pagaiata, pagaia (con la wing mi trovo molto bene ma non so se peggiora le cose) esercizi fisici o cos’altro?
Grazie molte a chi vorrà darmi un parere.
marittimo:
Anch’io uso la pagaia Wing e ho notato che più cerco di mantenere alta la pagaiata (cioè con la pala che si immerge quasi verticale) più aumenta il carico sulle spalle.
In attesa di osservazioni più competenti delle mie, azzarderei i seguenti suggerimenti:
- non sfalsare le pale ma tienile allineate tra loro. Questo dovrebbe equilibrare e omogeneizzare meglio il carico tra spalla destra e spalla sinistra;
- esegui a casa esercizi di potenziamento delle spalle con piccoli manubri (2-3 kg max) da ripetere molte volte per migliorare la resistenza alla fatica prolungata. Per questo scopo un buon esercizio potrebbe essere quello di sollevare le braccia alternativamente e frontalmente (v. https://www.muscoli.info/Esercizi/Spalle/alzate-frontali-con-manubri ) altrimenti cerca di capire quale parte della spalla ti duole e trova l’esercizio per lavorare solo su quel muscolo
- potrebbe essere anche utile qualche esercizio di stretching per riscaldare i muscoli delle spalle prima di uscire
- se il dolore persiste prova con una pagaia tradizionale più lunga da utilizzare ad angolo molto basso.
Intanto che cerchi la soluzione del problema puoi attutire il dolore con qualche applicazione di antinfiammatorio cutaneo (io mi trovo bene con la schiuma a base di Diclofenac 3%).
nolby:
Ciao Guido, prima di risponderti con il mio punto di vista permettimi una domanda:
Perchè? Perchè ostinarsi con uno strumento che ti crea problemi quando con una pagaia normale otterresti lo stesso risultato (quello che tu dici ovvero 25-30km di acqua piatta o mare calmo, ritmo turistico) probabilmente riducendo - se non addirittura cancellando- il probema?
Parto dal presupposto che lo sport mi deve fare bene. Se mi fa male e mi massacra le articolazioni da piacere diventa una tortura.
A mio parere la pagaia ad elica è inadatta ad un uso turistico. E’ uno strumento estremamente performante pensato per ottenere il massimo della resa ma in tempi brevi.
Prova a vedere la durata media di una gara di acqua piatta o discesa ed a paragonarla con i tempi di utilizzo di una tua giornata tipo. Forse qualche gara quasi estrema di Marathon ci si avvicina… per il resto anche gli atleti professionisti in allenamento non vanno oltre il paio d’ore di utilizzo continuativo in giornata.
E’ inoltre pensata per essere usata appunto da atleti, con una forma fisica adeguata (l’esercizio principe dell’allenamento di un professionista sono le trazioni alla sbarra con 10-15kg appesi alla cintura, per simulare i carichi di lavoro di una gara sprint). Siamo sicuri di avere il fisico per sopportare le forze in gioco di una pagaiata “olimpica” per 25/30 km?
Inoltre immagino che la tua wing sia completamente in carbonio, non certo il massimo per le articolazioni, anche nelle pagaie “normali” a mio avviso il compromesso migliore tra peso e confort di utilizzo lo trovo nelle soluzioni miste (manico carbonio - pala VTR, manico carbonio - pala nylon oppure il tutto misto carbonio-fibre varie). Il carbonio non flette per nulla e tutte le tensioni si scaricano direttamente sulle articolazioni.
Esistono in commercio delle Wing da allenamento per discesisti con la pala in nylon.
Insomma… a mio avviso prendere una wing (che è una pagaia da gara) ed usarla da turista per poi lamentarsene è come prendere una macchina da formula 1 ed avere da ridire del fatto che in città è scomoda da guidare.
Faccio alcune considerazioni su quel tipo di pagaia, che uso raramente durante gli allenamenti di un gruppo di giovani discesisti sotto la supervisione di un allenatore e due tecnici qualificati (la uso raramente perchè un allenamento dei ragazzi dura circa 90-120 minuti ed io - purtroppo- ho il fisico per mantenere questo tipo di pagaiata solo pochissimi minuti):
La wing funziona come dovrebbe solo se impiegata con i suoi angoli e seguendo le sue traiettorie. Per cui io direi di evitare di tenerla bassa, così come eviterei le pale non sfalsate. Prova a mettere istintivamente gli avambracci e le mani in posizione di attacco e vedrai che tra i palmi non saranno paralleli. Le pale a 0 funzionano solo su pagaie molto lunghe da usare molto basse come le groenladesi o, al massimo, delle europee a basso angolo un po’ sovradimensionate in lunghezza. Più la pala lavora verticale più l’angolo di sfasatura dovrà essere accentuato. E’ pur vero che ultimamente la tendenza è un po’ quella -rispetto al passato- di accorciare i manici e ridurre la sfasatura ma per pagaie che si usano verticalmente, anche in fiume, difficile vedere qualcuno che scende sotto ai 40°.
Al contrario delle altre pagaie, avendo bisogno la pala della wing di lavorare ad angoli
specifici, ci si trova più difficoltà qualora ci siano errori nell’impostazione della pagaia intesa come lunghezza ed angolo di sfasatura perchè queste variabili portano con se degli errori nelle fasi di immersione e di spinta.
Al contrario, non facendo lavorare la pala con le sue corrette angolazioni non va in portanza e ti ritrovi con una pagaia che rende tanto quanto una piatta, solo molto più scomoda da usare e più brusca con i tuoi tendini e legamenti.
Ho avuto occasione, la scorsa stagione, di frequentare un breve corso con Ezio Caldognetto (Direttore Tecnico della nazionale U23 di acqua piatta - quindi quello che insegna a pagaiare ai nostri atleti che parteciperanno alle future olimpiadi). Ci abbiamo passato una giornata al pagaiergometro, ricevendo tanti consigli ed a tavola - essendo io fondamentalmente un turista imbucato nel mondo degli agonisti- ho avuto modo di farci una chiaccherata sul mondo della canoa fuori dall’ambito delle gare. Lui stesso quando fa il turista al mare non usa la pagaia ad elica preferendone una meno aggressiva, ai suoi ragazzi non la fa usare finchè non abbiano raggiunto una certa maturità fisica (comunque non prima dei 15-16 anni se non ricordo male) ed anche con gli adulti (nel suo caso maturi atleti di livello) spesso in allenamento propone pagaie standard se non addirittura le vecchie Azzali completamente piatte.
Questo per dire che mi farei venire qualche dubbio sul considerare la wing una pagaia adatta ad un canoista dedito prettamente al turismo.
I consigli di Marittimo sul potenziare la muscolatura ed eseguire esercizi di stretching è corretto… d’altronde sono cose che -guardacaso- fanno parte della routine quotidiana degli agonisti confermando il fatto che forse non sia lo strumento più adatto a noi che abbiamo un approccio più spensierato alla canoa.
Il consiglio che mi sento di darti è quello di trovare un bravo allenatore, uno di quelli che abbia l’occhio per osservarti attentamente mentre pagai e darti indicazioni sia sulla regolazione della pagaia che sulla tecnica impiegata ed in parallelo di valutare se non sia il caso di sottrarsi al fascino dello strumento “da corsa” per dirigersi su qualcosa d’altro…
Sarebbe bello ed utile se a questa discussione partecipasse anche Lorenzo che, da atleta e conoscitore del materiale tecnico agonistico, saprà sicuramente darci un parere più centrato.
PS: non voglio spingerti ad abbandonare del tutto la Wing, sono un fervente sostenitore del fatto che la multidisciplinarietà negli sport di pagaia sia la carta vincente per migliorare nel proprio ambito preferito. Per cui ben vengano per un kayaker marino esperienze di olimpica, discesa, slalom, canadese, SUP e qualsiasi altra cosa!
nolby:
Aggiungo un'ulteriore cosa: qualora volessi provare pagaie differenti ho avuto modo di testare un prodotto di CanoaShop che potrebbe forse fare al caso tuo. Si chiama SWING, è una pagaia con manico in carbonio divisibile (regolabile in lunghezza e angolo) e pala il nylon.
I suoi pregi sono che la pala è ad angolo basso, quindi adatta ad uno stile più rilassante per la muscolatura rispetto alla wing che va verticaizzata molto. La pala ha un invito nella parte superiore che fa si che si comporti quasi come una wing (si potrebbe dire sia un ibrido). La pala in nylon risulta più dolce con le articolazioni. Anche il costo è interessante (145€).
Il suo difetto è che risulta piuttosto pesantina se paragonata ad esempio ad una Werner di pari materiale, molto pesante se sei abituato al full carbon. Inoltre essendo un po' un ibrido può essere che dia la sensazione di non essere "nè carne nè pesce". Ad essere sincero a me non mi ha entusiasmato e non la comprerei... ma magari nel tuo caso specifico potrebbe essere una valida idea.
marittimo:
--- Citazione da: nolby - Luglio 17, 2023, 12:01:58 am ---Più la pala lavora verticale più l’angolo di sfasatura dovrà essere accentuato.
--- Termina citazione ---
Sinceramente faccio fatica a comprendere questa affermazione legata particolarmente alla pagaia wing.
Da quanto ne so, le prime pagaie a pale sfalsate avevano un angolo di 90° perché l’esigenza era quella di opporre minore resistenza al vento da parte della pala fuori dall’acqua. In effetti in una pagaia che lavora in verticale, la pala fuori dall’acqua è molto più in alto rispetto alla pagaia che lavora ad angoli bassi. Come noto, più si sale in quota, più aumenta la velocità del vento e diminuisce la protezione data dall'altezza delle onde. Per questa ragione credo che un angolo di sfasatura superiore sia giustificato per le pagaie che devono lavorare in verticale, ma questo indipendentemente dal tipo di pagaia.
Se invece, con la wing, la sfasatura faciliterebbe anche l’immersione della pala con angolo propulsivo ottimale, ecco, è proprio qui che la cosa non mi torna perché anche una pagaia con pale a 0° può essere ruotata (se serve) con gli stessi movimenti (ma con escursione inferiore, quindi meglio salvaguardando le articolazioni) che si farebbero per ruotare una pagaia con pale a 40°. Ovviamente, in caso di vento, le pale orientate a 0° sono più esposte e creano più resistenza. In realtà la creano anche senza vento (quello "reale" intendo, cioè quello che si percepisce stando completamente fermi, perchè c'è sempre il vento legato alla "velocità" della barca e dei movimenti) per quanto, a livello prettamente turistico, questo può considerarsi del tutto trascurabile.
Comunque, per tornare all’oggetto di questa discussione, credo che il miglior sistema sia quello di fare delle prove e vedere se il problema si risolve o almeno si attutisce.
Navigazione
[0] Indice dei post
Vai alla versione completa