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Guido Brasletti

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Possibile evitare o limitare dolori alla spalla?
* il: Luglio 14, 2023, 06:00:13 pm *
Vorrei chiedere un consiglio a chi conosce e magari ha risolto l’annosa questione…

Pratico kayak da poco più di 5 anni, da due ho un KdM da 5.20mt, ho da poco passato i 50 anni e pagaio con una tecnica diciamo discreta anche se ho di sicuro spazio di miglioramento.
Uso una pagaia wing di piccola superficie (705), con una lunghezza media (215.5. Sono alto 1.83) a pale sfalsate di 40/45 gradi, pagaiando tendenzialmente “alto” e cercando di ruotare bene il busto.
La mia uscita tipo é 25-30km di acqua piatta o mare calmo. Esco circa una volta la settimana, ritmo turistico.

Al rientro e nei giorni seguenti , inizio a sentire un po’ di dolore alla spalla DESTRA, alzando il braccio o appoggiandola per dormire sul fianco.

Pensavo fosse un problema solo mio, quando ho scoperto che anche chi esce con me soffre delle stesse “magagne”, anche più accentuate, incluso un collega coetaneo che é istruttore, ha una pagaiata perfetta ed in gioventù aveva praticato l’olimpica.

Mi chiedo se si può fare qualcosa per prevenire il problema o, prendendolo per tempo, limitarlo.
Stile di pagaiata, pagaia (con la wing mi trovo molto bene ma non so se peggiora le cose) esercizi fisici o cos’altro?

Grazie molte a chi vorrà darmi un parere.

marittimo

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Possibile evitare o limitare dolori alla spalla?
* Risposta #1 il: Luglio 15, 2023, 05:55:35 am *
Anch’io uso la pagaia Wing e ho notato che più cerco di mantenere alta la pagaiata (cioè con la pala che si immerge quasi verticale) più aumenta il carico sulle spalle.

In attesa di osservazioni più competenti delle mie, azzarderei i seguenti suggerimenti:

- non sfalsare le pale ma tienile allineate tra loro. Questo dovrebbe equilibrare e omogeneizzare meglio il carico tra spalla destra e spalla sinistra;

- esegui a casa esercizi di potenziamento delle spalle con piccoli manubri (2-3 kg max) da ripetere molte volte per migliorare la resistenza alla fatica prolungata. Per questo scopo un buon esercizio potrebbe essere quello di sollevare le braccia alternativamente e frontalmente (v. https://www.muscoli.info/Esercizi/Spalle/alzate-frontali-con-manubri ) altrimenti cerca di capire quale parte della spalla ti duole e trova l’esercizio per lavorare solo su quel muscolo

- potrebbe essere anche utile qualche esercizio di stretching per riscaldare i muscoli delle spalle prima di uscire

- se il dolore persiste prova con una pagaia tradizionale più lunga da utilizzare ad angolo molto basso.

Intanto che cerchi la soluzione del problema puoi attutire il dolore con qualche applicazione di antinfiammatorio cutaneo (io mi trovo bene con la schiuma a base di Diclofenac 3%).

nolby

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Possibile evitare o limitare dolori alla spalla?
* Risposta #2 il: Luglio 17, 2023, 12:01:58 am *
Ciao Guido, prima di risponderti con il mio punto di vista permettimi una domanda:
Perchè? Perchè ostinarsi con uno strumento che ti crea problemi quando con una pagaia normale otterresti lo stesso risultato (quello che tu dici ovvero  25-30km di acqua piatta o mare calmo, ritmo turistico) probabilmente riducendo - se non addirittura cancellando- il probema?
Parto dal presupposto che lo sport mi deve fare bene. Se mi fa male e mi massacra le articolazioni da piacere diventa una tortura.

A mio parere la pagaia ad elica è inadatta ad un uso turistico. E’ uno strumento estremamente performante pensato per ottenere il massimo della resa ma in tempi brevi.
Prova a vedere la durata media di una gara di acqua piatta o discesa ed a paragonarla con i tempi di utilizzo di una tua giornata tipo. Forse qualche gara quasi estrema di Marathon ci si avvicina… per il resto anche gli atleti professionisti in allenamento non vanno oltre il paio d’ore di utilizzo continuativo in giornata.

E’ inoltre pensata per essere usata appunto da atleti, con una forma fisica adeguata (l’esercizio principe dell’allenamento di un professionista sono le trazioni alla sbarra con 10-15kg appesi alla cintura, per simulare i carichi di lavoro di una gara sprint). Siamo sicuri di avere il fisico per sopportare le forze in gioco di una pagaiata “olimpica” per 25/30 km?


Inoltre immagino che la tua wing sia completamente in carbonio, non certo il massimo per le articolazioni, anche nelle pagaie “normali” a mio avviso il compromesso migliore tra peso e confort di utilizzo lo trovo nelle soluzioni miste (manico carbonio - pala VTR, manico carbonio - pala nylon oppure il tutto misto carbonio-fibre varie). Il carbonio non flette per nulla e tutte le tensioni si scaricano direttamente sulle articolazioni.
Esistono in commercio delle Wing da allenamento per discesisti con la pala in nylon.

Insomma… a mio avviso prendere una wing (che è una pagaia da gara) ed usarla da turista per poi lamentarsene è come prendere una macchina da formula 1 ed avere da ridire del fatto che in città è scomoda da guidare.

Faccio alcune considerazioni su quel tipo di pagaia, che uso raramente durante gli allenamenti di un gruppo di giovani discesisti sotto la supervisione di un allenatore e due tecnici qualificati (la uso raramente perchè un allenamento dei ragazzi dura circa 90-120 minuti ed io - purtroppo- ho il fisico per mantenere questo tipo di pagaiata solo pochissimi minuti):

La wing funziona come dovrebbe solo se impiegata con i suoi angoli e seguendo le sue traiettorie. Per cui io direi di evitare di tenerla bassa, così come eviterei le pale non sfalsate. Prova a mettere istintivamente gli avambracci e le mani in posizione di attacco e vedrai che tra i palmi non saranno paralleli. Le pale a 0 funzionano solo su pagaie molto lunghe da usare molto basse come le groenladesi o, al massimo, delle europee a basso angolo un po’ sovradimensionate in lunghezza. Più la pala lavora verticale più l’angolo di sfasatura dovrà essere accentuato. E’ pur vero che ultimamente la tendenza è un po’ quella -rispetto al passato- di accorciare i manici e ridurre la sfasatura ma per pagaie che si usano verticalmente, anche in fiume, difficile vedere qualcuno che scende sotto ai 40°.
Al contrario delle altre pagaie, avendo bisogno la pala della wing di lavorare ad angoli
specifici, ci si trova più difficoltà qualora ci siano errori nell’impostazione della pagaia intesa come lunghezza ed angolo di sfasatura perchè queste variabili portano con se degli errori nelle fasi di immersione e di spinta.
Al contrario, non facendo lavorare la pala con le sue corrette angolazioni non va in portanza e ti ritrovi con una pagaia che rende tanto quanto una piatta, solo molto più scomoda da usare e più brusca con i tuoi tendini e legamenti.

Ho avuto occasione, la scorsa stagione, di frequentare un breve corso con Ezio Caldognetto (Direttore Tecnico della nazionale U23 di acqua piatta - quindi quello che insegna a pagaiare ai nostri atleti che parteciperanno alle future olimpiadi). Ci abbiamo passato una giornata al pagaiergometro, ricevendo tanti consigli ed a tavola - essendo io fondamentalmente un turista imbucato nel mondo degli agonisti- ho avuto modo di farci una chiaccherata sul mondo della canoa fuori dall’ambito delle gare. Lui stesso quando fa il turista al mare non usa la pagaia ad elica preferendone una meno aggressiva, ai suoi ragazzi non la fa usare finchè non abbiano raggiunto una certa maturità fisica (comunque non prima dei 15-16 anni se non ricordo male) ed anche con gli adulti (nel suo caso maturi atleti di livello) spesso in allenamento propone pagaie standard se non addirittura le vecchie Azzali completamente piatte.
Questo per dire che mi farei venire qualche dubbio sul considerare la wing una pagaia adatta ad un canoista dedito prettamente al turismo.

I consigli di Marittimo sul potenziare la muscolatura ed eseguire esercizi di stretching è corretto… d’altronde sono cose che -guardacaso- fanno parte della routine quotidiana degli agonisti confermando il fatto che forse non sia lo strumento più adatto a noi che abbiamo un approccio più spensierato alla canoa.
Il consiglio che mi sento di darti è quello di trovare un bravo allenatore, uno di quelli che abbia l’occhio per osservarti attentamente mentre pagai e darti indicazioni sia sulla regolazione della pagaia che sulla tecnica impiegata ed in parallelo di valutare se non sia il caso di sottrarsi al fascino dello strumento “da corsa” per dirigersi su qualcosa d’altro…


Sarebbe bello ed utile se a questa discussione partecipasse anche Lorenzo che, da atleta e conoscitore del materiale tecnico agonistico, saprà sicuramente darci un parere più centrato.

PS: non voglio spingerti ad abbandonare del tutto la Wing, sono un fervente sostenitore del fatto che la multidisciplinarietà negli sport di pagaia sia la carta vincente per migliorare nel proprio ambito preferito. Per cui ben vengano per un kayaker marino esperienze di olimpica, discesa, slalom, canadese, SUP e qualsiasi altra cosa!



nolby

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Possibile evitare o limitare dolori alla spalla?
* Risposta #3 il: Luglio 17, 2023, 12:09:48 am *
* Ultima modifica: Luglio 17, 2023, 12:15:20 am da nolby *
Aggiungo un'ulteriore cosa: qualora volessi provare pagaie differenti ho avuto modo di testare un prodotto di CanoaShop che potrebbe forse fare al caso tuo. Si chiama SWING, è una pagaia con manico in carbonio divisibile (regolabile in lunghezza e angolo) e pala il nylon.

I suoi pregi sono che la pala è ad angolo basso, quindi adatta ad uno stile più rilassante per la muscolatura rispetto alla wing che va verticaizzata molto. La pala ha un invito nella parte superiore che fa si che si comporti quasi come una wing (si potrebbe dire sia un ibrido). La pala in nylon risulta più dolce con le articolazioni. Anche il costo è interessante (145€).

Il suo difetto è che risulta piuttosto pesantina se paragonata ad esempio ad una Werner di pari materiale, molto pesante se sei abituato al full carbon.  Inoltre essendo un po' un ibrido può essere che dia la sensazione di non essere "nè carne nè pesce". Ad essere sincero a me non mi ha entusiasmato e non la comprerei... ma magari nel tuo caso specifico potrebbe essere una valida idea.

marittimo

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Possibile evitare o limitare dolori alla spalla?
* Risposta #4 il: Luglio 18, 2023, 07:07:54 am *
* Ultima modifica: Luglio 18, 2023, 07:20:01 am da marittimo *
Più la pala lavora verticale più l’angolo di sfasatura dovrà essere accentuato.

Sinceramente faccio fatica a comprendere questa affermazione legata particolarmente alla pagaia wing.

Da quanto ne so, le prime pagaie a pale sfalsate avevano un angolo di 90° perché l’esigenza era quella di opporre minore resistenza al vento da parte della pala fuori dall’acqua. In effetti in una pagaia che lavora in verticale, la pala fuori dall’acqua è molto più in alto rispetto alla pagaia che lavora ad angoli bassi. Come noto, più si sale in quota, più aumenta la velocità del vento e diminuisce la protezione data dall'altezza delle onde. Per questa ragione credo che un angolo di sfasatura superiore sia giustificato per le pagaie che devono lavorare in verticale, ma questo indipendentemente dal tipo di pagaia.

Se invece, con la wing, la sfasatura faciliterebbe anche l’immersione della pala con angolo propulsivo ottimale, ecco, è proprio qui che la cosa non mi torna perché anche una pagaia con pale a 0° può essere ruotata (se serve) con gli stessi movimenti (ma con escursione inferiore, quindi meglio salvaguardando le articolazioni) che si farebbero per ruotare una pagaia con pale a 40°. Ovviamente, in caso di vento, le pale orientate a 0° sono più esposte e creano più resistenza. In realtà la creano anche senza vento (quello "reale" intendo, cioè quello che si percepisce stando completamente fermi, perchè c'è sempre il vento legato alla "velocità" della barca e dei movimenti) per quanto, a livello prettamente turistico, questo può considerarsi del tutto trascurabile.

Comunque, per tornare all’oggetto di questa discussione, credo che il miglior sistema sia quello di fare delle prove e vedere se il problema si risolve o almeno si attutisce.

nolby

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Possibile evitare o limitare dolori alla spalla?
* Risposta #5 il: Luglio 18, 2023, 03:44:34 pm *
La questione della pala che prende vento è una mezza verità...una risposta "facile ed intuitiva" da dare a chi si pone la domanda senza entrare nel merito della questione biomeccanica che regola la pagaiata.
Prova di questo ne è il fatto che gli angoli di sfasatura maggiore si hanno/avevano sulle pagaie da torrente e da slalom, e non su quelle da mare; ambienti dove il vento è meno influente.
Invece nel mondo del turismo marino e lacustre, dove si è iniziato presto ad allungare le pagaie ed abbassare l'angolo di utilizzo si è iniziato prima a ridurre l'angolo di sfasatura.
Comunque  quello del vento non è un concetto sbagliato, ma non è la motivazione principe.

Fai  una semplicissima prova: prendi un manico di scopa ed impugnalo orizzontalmente come fosse una pagaia con le braccia in posizione di massima estensione. Noterai che i tuoi palmi sono, ovviamente, sullo stesso piano e paralleli tra di loro.però
Adesso porta il manico di scopa verticale lungo il tuo fianco senza ruotare le spalle. Noterai che i palmi sono sfalsati. Ecco perchè le pagaie moderne nascono sfalsate.

I  90° delle prime pagaie arrivavano dal fatto che appunto lateralizzando la pagaia lungo il fianco senza torsione del busto le mani sono sfalsate di 90°, ultimamente la riduzione dell'angolo arriva dal fatto che le braccia pedono via via importanza nella gestione della pagaia a favore della rotazione del tronco.
Durante la fase di spinta è importante che l'articolazione del polso sia sempre in linea con l'avambraccio e non in atteggiamento flesso per evitare danni.
Prova a mettere il manico di scopa in posizione di attacco, come stessi iniziando un colpo. Se hai mantenuto i polsi allineati agli avanbracci noterai subito che tra di loro c'è un angolo (che sarà poi quello che dovrai riportare sulla pagaia).

L'angolo non serve inventarselo. E' il tuo corpo che ti dice qual'è.
Prendo un'immagine a caso da Google:

Il palmo della mano SX guarda verso la fotocamera, il palmo della mano DX guarda verso il basso.

Per pagaiatori non mancini l'agolo  con la pala a DX è fisso (pala perpendicolare rispetto all'asse avambraccio-polso-palmo) mentre a SX la presa consente la rotazione del manico all'interno della mano. Portandosi in posizione di attacco a SX la pala SX deve trovarsi ovviamente perpendicolare....con una pagaia  europea o Wing a sfasatura 0 la troveresti di taglio.



Fosse semplicemente una questione di vento saremmo ancora tutti con le pale a 90° a massacrarci i polsi ed invece l'angolo è diverso e specifico valutato in base alle misure antropometriche del pagaiatore (altezza tronco - larghezza spalle), lunghezza del manico e larghezza canoa. A seconda delle condizioni anche gli atleti di acqua piatta  adattano la pagaia allungando o accorciando il manico e - di conseguenza- anche l'angolo.


Se cercate su internet "biomeccanica della pagaiata" si trovano facilmente molte risorse da leggere (ci sono parecchie tesi di fine corso allenatori sul sito FICK che parlano di questo e sono liberamente scaricabili)... se l'argomento interessa e se ne ha la possibilità consiglio partecipare a qualche corso per tecnici federali, si ha la possibilità di farsi spiegare queste cose da persone competenti (non come me) che di mestiere allenano i nostri atleti olimpici. Il corso per Tecnico di Base è tenuto per una buona parte da Rodolfo Vastola che è docente alla facoltà di Scienze Motorie di Salerno e direttore del Centro Studi della FICK.
Su questo forum abbiamo Lorenzo che è molto esperto e competente... vediamo se interviene.

nolby

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Possibile evitare o limitare dolori alla spalla?
* Risposta #6 il: Luglio 19, 2023, 10:56:46 am *
ti lascio un paio di link.

http://www.canoaolbia.altervista.org/DaSapere_files/PAGAIATA.pdf


di questo testo quarda a pagina 12. FOto ed immagini molto chiare. Quella che viene chiamata "rotazione del polso" non deve essere intesa come flessione o estensione dell'articolazione ma come rotazione del suo asse. Il polso resta allineato all'avambraccio il quale, per portare la pagaia in alto per la spinta è necessario indirizzare l'avambraccio verso l'alto che non resta orizzontale ma si inclina.


La foto n°20 in pagina 12 mostra un classico esempio di problematiche articolari che nascono da una pagaia con angoli di sfasatura che obbligano il polso a lavorare fuori dal proprio asse.
Considerando il punto di impugnatura della pagaia, la spalla e il gomito si forma un triangolo. Molto probabilmente se non è corretto l'angolo al polso non lo sarà nemmeno quello della spalla.

Anche la foto n°26 mostra chiaramente un polso che lavora in estensione a causa della necessità di dover sovra-ruotare il manico a causa di una pagaia a 90°

E' un testo vecchiotto ma che mostra bene la questione angolatura.

Altri link:
https://www.aplab.it/it/assets/u/papers/tesi%20Alfredo%20Arcangeli.pdf


questo spiega perchè la wing deve lavorare con i suoi angoli di progetto e quindi non si può pensare di usarla bassa o come fosse una europea:
https://www.aplab.it/it/assets/u/papers/tesi%20Alfredo%20Arcangeli.pdf

Guido Brasletti

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Possibile evitare o limitare dolori alla spalla?
* Risposta #7 il: Luglio 24, 2023, 09:49:39 pm *
Grazie Nolby e grazie Marittimo per aver risposto e per i tanti spunti utili.

Nolby, sono arrivato al tipo di pagaia wing che posseggo dopo ricerche e prove abbastanza accurate.
Possedevo una europea del decathlon con manico in simil carbonio e pale in plastica.
Prima di cambiarla ho provato, accompagnato da persone competenti:
- groenlandesi in legno: per il mio gusto flettono un pò troppo e spingono poco (almeno quelle che ho provato, delle artigianali che mi dicevano essere di ottima fattura)
- europea con manico in carbonio e pale in vetroresina: non male, ma “vibrava” un pò in acqua. Purtroppo non ho trovato una Werner o equivalente da provare.
- wing full carbon da gara, misura per ragazzi (braca IV min - 735): benissimo da subito. Efficacissima, non vibra, non scoda, favorisce la rotazione del busto. Mi stanca molto meno.

Siccome non sono un agonista ventenne e faccio uscite medio-lunghe, non ho comprato la classica wing da sprinter con manico extra-duro e pala extra-grande che si trova spesso in vendita usata a buon prezzo.

Ho invece preso il manico in carbonio tra i più soft (19K), la pala da adulto più piccola (705) e il disegno con il compromesso che più “perdona” in entrata e uscita (Braca XI, simile alla Jantex gamma Rio).
Questo per non gravare troppo sulle spalle.
Colleghi “hobbisti maratoneti a ritmo turistico” con cui sono in contatto negli USA usano pagaie simili.

Mi trovo davvero bene, rispetto alla pagaia che avevo prima riesco a farla lavorare meglio e mi stanca molto meno.
Quindi, per in parte rispondere al tuo “perché?”, non mi sto accanendo e non lo faccio per partito preso o per un ragionamento teorico.

Ho delle piccole avvisaglie di dolore alla spalla e volevo prenderle per tempo o non sottovalutarle, dato che diversi miei  compagni di uscite (anche chi non ha mai usato una wing in vita sua) che pagaiano da più anni di me hanno lo stesso fastidio (alla spalla dx) ma ben peggiore. Volevo capire se è un problema noto del nostro sport e ci sono delle best-practices per prevenirlo o lenirlo .

Ho comunque avuto dei buoni spunti, grazie di nuovo (anche a chi vorrà eventualmente aggiungersi)

marittimo

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Possibile evitare o limitare dolori alla spalla?
* Risposta #8 il: Luglio 25, 2023, 09:10:11 am *

Ho delle piccole avvisaglie di dolore alla spalla e volevo prenderle per tempo o non sottovalutarle, dato che diversi miei  compagni di uscite (anche chi non ha mai usato una wing in vita sua) che pagaiano da più anni di me hanno lo stesso fastidio (alla spalla dx) ma ben peggiore.


Se il problema riguarda solo la spalla destra indipendentemente dal tipo di pagaia, azzarderei a dire che potrebbe dipendere da movimenti non perfettamente speculari, cioè che caricano maggiormente la spalla destra rispetto alla sinistra. Sarebbe interessante sapere se questo fenomeno riguarda tutti, ovvero destri e mancini: i mancini dovrebbero accusare dolori alla spalla sinistra.


nolby

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* Risposta #9 il: Luglio 25, 2023, 03:32:48 pm *
* Ultima modifica: Luglio 25, 2023, 03:42:58 pm da nolby *
Bhè... diciamo che tra una pagaia del Decathlon e una Braca ci passa la differenza che c'è tra una Dacia e una Lamborghini.

La scelta che hai fatto mi sembra oculata dato che molti tendono a dirigersi verso pale dalla grossa superficie. Per quanto riguarda il manico se divisibile purtroppo a causa dell'innesto perde gran parte della sua flessibilità (che non è poi molta rispetto ad altri materiali). Questo non toglie che considerare una wing lo strumento più adatto per scopi turistici forse non è comunque una cosa appropriata, indipendentemente dal fatto che molti si trovano bene.
Tra gli americani troverai anche molte stranezze (Pagaie a doppia pala da usare in SUP lunghe oltre 3 m ad esempio o le famose palette da fiume).... ma già che parli di Maratoneti significa avere a che fare con atleti e non con amatori.


Ciò che hai notato usando la groenlandese in legno è la flessione del materiale... il legno flettendosi ha attutito il carico del colpo che stavi facendo mentre il carbonio è per sua natura rigido.

Un po' come succede quando traini qualcuno con una corda statica (che ti da il colpo secco quando va in tensione) o con una elastica in mezzo... alla fine traini sempre lo stesso carico ma in un caso di da degli stratoni secchi ed in un altro no. Immagina che lo "strattone secco" nella pagaiata non è solo una volta ma è ad ogni singolo colpo, a fine uscita la tua articolazione è stata strattonata decine di migliaia di volte.

Il carbonio rimane comunque un materiale rigido, prenderei in considerazione l'idea di provare momentaneamente a passare ad una pagaia mista per qualche tempo per valutare se si sfiamma la spalla o se il problema persiste.E questo è indipendente dal tipo di pagaia. In carbonio sono rigide tanto le Wing, quanto le europee e le greenland (con le dovute proporzioni rispetto la "presa che fanno in acqua); anzi, devo dire che forse le peggiori sono le europee.
Le Werner che hai citato con manico carbon e pala in vetro sono a mio avviso il compromesso migliore. In Italia ci sono in vendita delle "repliche" molto simili a ottimo prezzo ma devo dire che la qualità non è la stessa.
Al contrario il legno è morbido sempre. Ti capitasse qualche amico con una vecchia Azzali prova a farci un giro (certo, sono pesanti pesanti).

L'idea di Marittimo che pone dubbi sulla simmetricità è una via da seguire.... in questo caso partirei dal pagaiergometro, poi trasferireri il tutto in acqua. Un buono spunto per la correzione lo trovi riprendendoti con una Gopro o simili posizionata in coda ed in punta per valutare poi con calma il tuo stile di pagaiata. I pagaiergometri solitamente hanno un accessorio molto utile che è uno specchio quadrettato da mettere davanti ma credo sia meglio rivolgersi ad un allenatore "con l'occhio critico".

PS: Wing, europea o greenland... hai provato a controllare effettivamente di quanto cambia la tua velocità di crociera su lunghe distanze (diciamo 10km). Perchè in termini di accelerazione le differenze sono abissali...  ma in termini di crociera non ci metterei la mano sul fuoco.


Guido Brasletti

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* Risposta #10 il: Luglio 27, 2023, 02:28:54 pm *
Grazie Nolby.

Se la spalla cominciasse a farmi davvero male chiaramente prenderò i provvedimenti del caso.

Quando ho provato i vari tipi di pagaia l’ho fatto su distanza.
Non ho guardato l’orologio, andare più veloce non guasta, ma non è una priorità per me.
Con la wing in carbonio semplicemente sono più efficiente, mi stanco meno, arrivo più fresco.


marittimo

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* Risposta #11 il: Luglio 28, 2023, 06:11:12 am *
* Ultima modifica: Luglio 28, 2023, 01:09:46 pm da marittimo *

Con la wing in carbonio semplicemente sono più efficiente, mi stanco meno, arrivo più fresco.

Più o meno è la stessa sensazione che ho provato io quando ho iniziato a usare la wing (uscita media di circa 16 km per un totale di circa 2 ore).


Stessa sensazione, ma con velocità media leggermente inferiore (qualche decimo di km/h sul ritmo da crociera), la sentivo anche usando una pagaia simile alla Werner Ovation (cioè con pale a forma moderna ma strette e lunghe, quindi da usare con angolo molto basso).

https://www.ozonekayak.com/pagaie/pagaie-turismo-mare/prod/werner-ovation/

Era però fatta in vetroresina (90%), legno e schiuma (restante 10%) quindi circa 300 gr di peso maggiore rispetto alla mia wing fatta con prevalenza di carbonio (circa il 65% + 35% vetro). Forse a parità di peso anche la differenza di prestazioni si sarebbe ulteriormente ridotta (300 gr in più movimentati per 60 volte al minuto in una uscita di 2 ore, alla fine hanno il loro peso....).


Anche con la groenlandese mi stancavo meno e arrivavo più fresco, ma qui la differenza di velocità era molto più marcata (circa 0,7-0,8 km/h sul ritmo da crociera e almeno 2 km/h sullo sprint).

marittimo

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* Risposta #12 il: Agosto 04, 2023, 06:49:24 am *
* Ultima modifica: Agosto 04, 2023, 07:07:34 am da marittimo *

Fai  una semplicissima prova: prendi un manico di scopa ed impugnalo orizzontalmente come fosse una pagaia con le braccia in posizione di massima estensione. Noterai che i tuoi palmi sono, ovviamente, sullo stesso piano e paralleli tra di loro.
Però adesso porta il manico di scopa verticale lungo il tuo fianco senza ruotare le spalle. Noterai che i palmi sono sfalsati. Ecco perchè le pagaie moderne nascono sfalsate.



Anziché provare con il manico di scopa ho preferito fare alcune prove direttamente in mare con una pagaia vera :) :)




ti lascio un paio di link.

http://www.canoaolbia.altervista.org/DaSapere_files/PAGAIATA.pdf


Altri link:

https://www.aplab.it/it/assets/u/papers/tesi%20Alfredo%20Arcangeli.pdf




Con le pale al 0° (come le ho sempre utilizzate io), pagaiando correttamente (cioè ruotando il busto e non le spalle) i polsi si trovano sempre nella posizione giusta o al limite necessita una piccolissima correzione sul polso superiore (che spinge) affinché si trovi perfettamente in linea con la mano (tengo a precisare che la rotazione del mio busto è purtroppo limitata da un girovita abbastanza consistente, quindi più di tanto non riesce a ruotare, anche causa l'età e il poco allenamento....).
Questa mia verifica empirica sembra trovare conferma nell’articolo linkato di “canoaolbia” dove a pagina 15 si dice che “Le pale allineate non impongono di piegare il polso” e dove si dice anche che per ridurre i problemi di rotazione necessari con le pale sfalsate si è ridotto l’angolo originariamente di 90° (nel rodeo addirittura si scende a 20°).

Con le pale sfalsate, anche pagaiando correttamente ruotando il busto entro i miei limiti, ho trovato invece sempre necessario riallineare il polso superiore (che spinge) con il noto movimento che conosciamo.

Resto quindi ancora molto dubbioso sul fatto che la sfasatura delle pale sia necessaria per meglio orientare "anche" la pala in fase di attacco, cioè in acqua (indipendentemente dal tipo di pagaia). Infatti nell’articolo citato non c’è alcun accenno all’esigenza di sfalsare le pale per questa ragione per quanto si dica che la questione meriterebbe un “Un articolo a parte….” anche se l'oggetto di questa ulteriore trattazione sembrerebbe essere circoscritto alla “diatriba tra i sostenitori delle pagaie eskimesi…..ed i sostenitori delle pagaie moderne…”) (v. sempre pag. 15).
Personalmente sono passato dai sostenitori della prima a quelli della seconda, ma non perché quelle moderne hanno le pale sfalsate, almeno per quanto è stata la mia esperienza (infatti continuo ad usare le pale a 0°, wing inclusa, visto che esco sempre in condizioni di vento debole o moderato). Del resto non avrei alcuna difficoltà a costruirmi una pagaia groenlandese a pale sfalsate fisse o regolabili.

Tornando all’argomento di questa discussione, invito chi non l’ha già fatto ed è interessato ad approfondire questo profilo, a leggere il paragrafo 2.7 della tesi di laurea che si trova nel secondo link segnalato dal Nolby intitolato “la spalla del canoista” e dove sembra confermare quello che avevo constatato in maniera empirica, cioè che i muscoli più sollecitati della spalla (perché normalmente i più deboli “causa di una deficienza della muscolatura intrarotatoria”) sono quelli anteriori (qui si fa riferimento ad un articolo di Giovanni Bosio, “La spalla del canoista: indagine sperimentale sul comportamento della cuffia dei rotatori nel ciclo della pagaiata”, Nuova canoa ricerca n. 59 pag. 31-40, che però non ho trovato).



nolby

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* Risposta #13 il: Agosto 04, 2023, 07:35:46 am *
Possiamo rimanere tranquillamente ognuno delle sue idee, non vi è nessun problema.
Alcune cose che scrivi anche nel tuo ultimo messaggio non tornano... l'invito è sempre quello di rivolgersi ad un allenatore qualificato.

L'articolo che meriterebbe un lungo approfondimento credo proprio che tratterebbe di biomeccanica. Lo stesso Michele Ramazza (che non è propriamente il primo canoista autodidatta improvvisato) riporta nei suoi articoli tecnici "angolo nullo non funziona per la pagaiata per motivi biomeccanici e può portare ad infiammazioni o tendiniti se si utilizza regolarmente". E parliamo di un canoista di acqua bianca che non ha certo bisogno di presentazioni.

https://www.micheleramazza.com/it/come-fare/271-come-scegliere-la-pagaia-lunghezza-angolo-e-impostazioni





marittimo

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  • pagaiar m'e' dolce in questo mare
Possibile evitare o limitare dolori alla spalla?
* Risposta #14 il: Agosto 05, 2023, 06:53:17 am *
Ovviamente ciascuno resta libero di farsi le proprie convinzioni e, nel caso, anche pagandone le conseguenze.
Vorrei però chiarire che non intendo promuovere una crociata contro le pagaie a pale sfalsate, anche perché mi troverei in netta minoranza.
Come ho già detto sopra, nella mia esperienza mi sono trovato meglio con le pale a 0° (in oltre 2000 km mai sofferto dolori agli arti superiori ma solo a quelli inferiori che mi hanno indotto a passare dal Sit In al Sit On Top), pur avendo 6 pagaie moderne di vario tipo (tra cui 2 wing), tutte con la possibilità di orientare le pale da 0° a 360°.
Ho solo tirato fuori questo argomento per dare un suggerimento a Guido affinché facesse eventualmente anche questa prova. Se poi non risolve il problema significa ovviamente che non era la cura giusta.
Tutto qui  ;D ;D ;D ;D