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Miglia marine per il mare e kilometri per i laghi
marittimo:
Il miglio nautico internazionale (1852 m) costituisce unità di misura convenzionale anche abbastanza recente (1929).
A quei tempi non esistevano strumenti elettronici di posizionamento per agevolare la determinazione del c.d. “punto nave” (cioè il punto del globo dove la barca in quel momento si trova).
In alto mare il calcolo si faceva attraverso gli angoli, determinando la longitudine con l’orologio (cronometro di bordo) e la latitudine con il sestante.
Il MN, proprio perché fatto corrispondere ad un angolo come è già stato detto, agevolava le operazioni perché sulla carta nautica si possono misurare le distanze con un semplice compasso nautico (quello con le due punte) attraverso lo scalimetro di riferimento riportato sui lati destro e sinistro del foglio.
Con la popolare diffusione dei GPS (inclusi quelli cartografici) ormai tutto questo è diventato quasi anacronistico perché in una frazione di secondo si può sempre sapere dove ci si trova e con grandissima precisione. Dopodiché l’unità di misura della distanza e della velocità diventa secondaria anche perché non di rado si preferisce utilizzare l’ETA (Estimate Time of Arrival) cioè la stima dell’ora di arrivo.
Quest’estate ero in barca con un amico per un giretto sotto costa e avevo notato che a bordo avevamo ben 8 GPS (plotter cartografico fisso, plotter cartografico portatile, altri 2 GPS nei nostri smartwatch, un GPS nel tablet e ben 3 GPS nei 3 cellulari che avevamo con noi). Insomma, anche se ci fosse stato il nebbione, era impossibile perdersi salvo ovviamente un guasto nella rete satellitare (credo però abbastanza improbabile essendo gestita anche per scopi militari).
nolby:
Sai che pensavo fosse un'unità di misura precedente al '900, sapevo che giravano in tempi passati varie "versioni" del miglio nautico dovute al fatto che ognuno prendeva a riferimento un po' il primo di grado che più gli piaceva (essendo la terra schiacciata ai poli gli archi di circonferenza sono leggermente diversi al variare della latitudine).
Per cui se tutti erano d'accordo sul fondamento matematico poi ognuno lo traduceva in lunghezze lievemente diverse.
Però ero convinto che questo metodo di ragionare in gradi fosse già diffuso quando sono diventate "abituali" le traversate dell'Atlantico verso le americhe. In quel periodo (diciamo a cavallo tra '700 ed '800) come veniva gestita la navigazione?
D'accordo sul fatto che la tecnologia moderna abbia di fatto reso inutile la parte di calcolo manuale e quindi l'utilità che ne ha determinato la nascita sia svanita.... però l'usanza resta.... un po' come la nota storia del culo di cavallo dell'antica Roma che ha poi determinato la dimensione dello space shuttle.
marittimo:
Se i Fenici avessero avuto gli attuali GPS forse oggi non sapremmo quasi niente di come si navigava prima di questa tecnologia.
Al tempo dei Fenici si pensava invece che la terra fosse piatta e loro si orientavano con il sole e le stelle perché allora mancavano anche strumenti basilari come la bussola e i punti cardinali. Racconta Erodoto (V sec. a.C.) che riuscirono tuttavia a circumnavigare l’Africa (in senso orario, partendo dal Mar Rosso su incarico del faraone Neco) e in questo viaggio si stupirono che lungo il lato sud del continente africano (quello di capo di Buona Speranza, quindi mentre navigavano in direzione Ovest) vedevano il sole a destra anziché a sinistra come accadeva nel Mediterraneo. Anche Erodoto non sapeva spiegarsi questo fenomeno e dovettero passare ancora molti secoli per scoprire che nell’emisfero Sud i fenomeni avvengono al contrario rispetto all’emisfero Nord (ad esempio, ora, a Sud dell’equatore, è stagione estiva e nella nostra Rosa dei Venti, quello che soffia da Sud si chiama anche Mezzogiorno perché al picco di mezzogiorno il sole si vede a Sud quindi a destra di chi naviga verso Est, a sinistra di chi naviga verso Ovest e alle spalle di chi naviga verso Nord).
Da quando si cominciò a ragionare pensando che la terra fosse sferica (lo intuì Aristotele ma ai tempi di Cristoforo Colombo c’erano ancora dei dubbi) allora si cominciò a sviluppare il moderno carteggio nautico, ovviamente con operazioni matematiche, tavole, carte e strumenti, inizialmente rudimentali e perfezionati nel tempo grazie agli studi e all’esperienza. Ad. es. dal 1400, con la riscoperta della “Geographia” di Tolomeo, iniziò a diffondersi il sistema delle coordinate per indicare i punti del globo.
Anche il miglio nautico seguì questa evoluzione. Mi risulta che il primo miglio nautico fu introdotto nel 1730 quando si poté determinare la dimensione della terra con una discreta precisione. Prima si faceva corrispondere 1 grado di latitudine a 60 miglia romane, ma il rapporto si dimostrò errato, come errati si dimostrarono i calcoli di Colombo (se tra l’Europa e le Indie orientali non ci fosse stato di mezzo il continente americano, è probabile che lui non sarebbe tornato indietro vivo o che la sua spedizione si sarebbe persa, aumentando così il numero dei fallimenti di chi aveva la bizzarra idea di attraversare il “mare oceano”).
È anche probabile che se nel 1453 non fosse scomparso l’Impero Bizantino (con la caduta di Costantinopoli), chiudendo così agli europei la “Via della Seta”, non sarebbe seguita l’immediata corsa europea alle grandi esplorazioni marittime per cercare una via commerciale alternativa, come poi riuscirono i portoghesi nel 1498 con Vasco da Gama che aprì la c.d. “Via delle Indie” circumnavigando l’Africa (questa volta in senso antiorario) oltre 2000 anni dopo l’impresa dei Fenici. Colombo voleva fare la stessa cosa ma in direzione opposta (andando “a buscar el levante per il ponente” diceva) e in questa impresa fallì, pur dando un grandissimo contributo alla conoscenza del pianeta. Ovviamente da questi eventi la tecnica di navigazione si sviluppò in maniera molto più rapida e precisa.
La navigazione elettronica è invece appena uscita dalla sua preistoria, anche se in questo campo i tempi di sviluppo sono molto più rapidi.
Il 1700 e il 1800 (per rispondere al quesito) è stato un periodo di transizione importante perché nel 1735 fu presentato il primo orologio per la determinazione della longitudine (ideato e costruito dall’orologiaio inglese John Harrison) cui seguì il sestante (prima si usavano strumenti più rudimentali come diverse tipologie di quadranti, l’astrolabio, il notturlabio e l’ottante). Questi nuovi strumenti accompagnarono James Cook nelle sue esplorazioni dell’Oceano Pacifico (seconda metà del 1700) e dettero anche l’avvio a quella che chiamarono “navigazione moderna” fino all’avvento dell’elettronica.
Vittorio Pongolini:
...e, in questo punto della Mercury Bay, a Whitianga, nell'isola del Nord della Nuova Zelanda, il Capitano Cook sbarcò nel 1769 e, grazie a strumenti adeguati, fece delle triangolazioni che gli permisero di comprendere che la terra era più grande di un quinto rispetto a quanto si ritenesse fino ad allora.
marittimo:
Abbandonata l'idea che la terra fosse piatta, si ragionò, fino alla prima metà del 1600, come se questa fosse perfettamente sferica e fu verso la fine del secolo che iniziarono a circolare le prime ipotesi secondo cui aveva invece una forma simile ad un ellissoide di rotazione.
Questo grazie a misurazioni sempre più precise del grado di latitudine e dalle quali si scoprì che, in realtà, questa lunghezza è variabile.
Di conseguenza anche il miglio nautico (cioè 1/60 del grado di latitudine) avrebbe una lunghezza variabile a seconda della latitudine in cui ci si trova.
Comunque già dalla prima metà del 1700 il mondo scientifico conosceva le dimensioni della terra con approssimazione vicina alla realtà e nel 1730 nacque il Miglio Nautico come frutto di una scelta tra due alternative: 1) continuare a calcolare la lunghezza del grado di latitudine in base al miglio romano (1.000 passi = circa 1480 mt) fino ad allora considerati erroneamente 60, ovvero 1° di latitudine = 60.000 passi (quindi occorreva aumentare il rapporto); 2) adottare un miglio più lungo per mantenere il rapporto di 60 (1° = 60 nuove miglia). Si optò per questa seconda soluzione e il miglio romano restò come misurazione terrestre.
Il Miglio Nautico Internazionale del 1929 (1852 mt) è solo un compromesso dovuto a misurazioni più precise ma anche al fatto che, come già detto anche negli interventi precedenti, la sua lunghezza in realtà è variabile perché la terra non è perfettamente sferica. Infatti il MNI è stato calcolato sul parallelo medio di 44° 20′.
Ecco perché, tutto sommato, ragionare canoisticamente in km e km/h, anche navigando in mare, non mi sembrerebbe poi del tutto sbagliato, considerato che la maggior parte delle navigazioni marittime in canoa avviene lungo costa (dove ci si orienta con le regole e gli strumenti della navigazione costiera) e su brevi distanze rispetto a quelle percorse da una barca o una nave, mentre sono più rari coloro che si avventurano in alto mare per navigazioni su lunghe distanze.
La canoa è, si, un mezzo di navigazione acquatica, ma con forti legami alla terraferma.
L’esigenza di ragionare in MNI è forse più legata all’uso della carta nautica (qualora ve ne fosse bisogno).
Navigazione
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