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boom di vendite?

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nolby:
Apro questa discussione con lo spirito di una "chiacchera da bar" fine a se stessa riguardo l'aumento della domanda sul mercato canoistico in questo periodo.

A metà settembre mi è arrivato un nuovo kayak marchio Tiderace e su Facebook un utente danese mi ha domandato quanto tempo prima l'avessi ordinato perchè lui era in lista d'attesa per la consegna di un esemplare uguale al mio da marzo.
Ho pensato che fosse a causa della scarsità di materie prime conseguente alla pandemia ma oggi sui social ho visto un annuncio da parte di P&H che rimandava a questo articolo sul loro sito:
https://www.phseakayaks.com/blog/how-to-buy-a-canoe-or-kayak-in-2022/

Fondamentalmente pare abbiano avuto richieste raddoppiate durante la primavera/estate 2021 e che -contrariamente a quanto è sempre accaduto durante i 50 anni di attività dell'azienda- non ci sia stato un significativo calo della domanda con l'arrivo della stagione fredda.
Ad aggravare ulteriormente i ritardi vi sarebbero anche dilatati tempi di distribuzione del prodotto (causa Brexit immagino, problematiche probabilmente estranee a Tiderace dato che in inghilterra vi è solo la sede del marchio mentre la parte di produzione vera è propria è in Portoglallo presso la fabbrica Nelo).

Che la pandemia abbia aumentato la voglia di outdoor lo avevamo notato un po' tutti ma non pensavo fino a questo punto. Vi è oltretutto da considerare che P&H e Tiderace sono marchi di alto livello i cui prodotti non sono certo a buon mercato per cui a logica dovrebbero essere esenti da questa ondata dato che non sono certo tra le scelte papabili di un principiante che al 99% dei casi si indirizza verso sit-on-top, gonfiabili o comunque kayak da mare entry-level.

Ultimamente mi sta incuriosendo anche il mondo della canoa canadese, sempre turistica. E' di pochi giorni fa la notizia che Ozone inizierà ad importare anche Esquif. Anche qui immagino che se in questo momento un'azienda decide di iniziare una nuova collaborazione così importante si sia fatta prima due conti sul possibile rientro.
Ozone aveva già a catalogo le canadesi NovaCraft con una gamma di prodotti già abbastanza completa ed anche in questo caso con Esquif  non parliamo certo di prodotti "da banco" ma di canoe pensate per il pagaiatore già più esigente dal prezzo immagino decisamente più alto rispetto alla canadese della Rainbow. E consideriamo che in Italia già il kayak da mare è un settore di nicchia, quello della canadese turistica ancor di più.

cosa ne pensate? Bello pensare che molta gente si interessi a vivere e conservare la natura anche attraverso la pagaia....anche se avrei giusto un paio di idee piuttosto sgradevoli riguardo le conseguenze di una diffusione smodata degli sport di pagaia..

marittimo:
Conosco poco il mercato canoistico perché mi costruisco tutto da solo e vendo raramente giusto per liberarmi di cose che non mi servono più e che mi occupano spazio.

Verso aprile di quest’anno chiesi al mio circolo (dove tengo la canoa) se c’era un posto libero sulla rastrelliera per il SUP. Mi dissero che stavano valutando perché quest’anno avevano molte richieste. Alla fine il posto l’ho avuto quasi subito e il boom di nuove iscrizioni non l’ho notato. Solo un paio di facce nuove. Un neo pensionato che aveva acquistato (a prezzo simbolico) un kayak anni 80 malandato e che aveva risistemato durante l’inverno e un ragazzo che aveva comprato la canoa di un altro socio del circolo ed a cui era subentrato.
Canoe di nuova produzione non ne ho viste.

In mare (oltre 500 km percorsi tra canoa e SUP) credo invece di aver incrociato meno canoe rispetto all’anno scorso, comprese quelle che gli stabilimenti balneari affittano ai turisti per un breve giretto davanti alla spiaggia (normalmente SOT in polietilene intorno ai 3 m).
Forse c’è stato qualche SUP in più.

Il boom (ma in realtà una riconversione) invece c’è stato nel settore windsurf con foils. Parlo sempre del mio circolo.

nolby:
Io frequento il CK90 di Vercurago (Lecco). Da noi il record di iscritti effettivamente c'è stato. La flotta di barche in dotazione è sempre stata più che sufficiente a soddisfare le esigenze mentre quest'estate, nonostante l'acquisto di 5 nuove canoe a fine 2020 ed altre 6 pochi mesi fa nel fine settimana era necessario "prenotarsi" altrimenti tra corsi e soci che volevano fare un giretto era facile trovarsi senza materiale.
Frequentando la sede sopratutto in giorni lavorativi verso metà pomeriggio/sera devo dire che dopo le 18 praticamente tutti i giorni c'era sempre in acqua almeno un istruttore che accompagnava i nuovi iscritti.

Girovagnado sul web anche il negozio https://canoediffusion.oxatis.com/ ha in home page un avviso in cui si dice che la richiesta è di molto aumentata e quindi i tempi di consegna dilatati.


Poi sono d'accordo con te.... in giro si vedono sempre le stesse facce... ma si sa che per il grosso delle persone uscire 2-3 volte nella bella stagione e farsi l'oretta o due in acqua per mettere la foto su instagram basta ed avanza... ma nel mucchio qualcuno che fa strada salta fuori.

missouri:
boh le vendite di un marchio possono dipendere da innumerevoli fattori.
le ultime 2 estati in europa sono state condizionate, io ad es ho sfruttato maggiormente la canoa e la tenda, in spiaggia sono stato 5 giorni a settembre perchè i prezzi mi son sembrati superiori al solito. in acqua non mi pare di aver trovato più imbarcazioni del solito.

a livello globale penso che ogni anno ci siano una vagonata di persone che entrano sul mercato. basti pensare quanti cinesi, indiani, vietnamiti ecc... ogni anno escono dalla povertà ed entrano nella classe media, magari nel 2020 hanno rimandato gli acquisiti e bastano loro a fare migliaia di ordini immagino.
ad es a me è capitato anni fa di vedere un kayak di fabbricazione cinese che mi piaceva molto, speravo arrivassero sul mercato ed invece non ne ho più sentito nulla. possibile che abbiano una domanda interna ora.

marittimo:
Potrebbe anche essere che alcune ditte abbiano avuto blocchi totali (o quasi) di produzione per via del Covid (crollo degli ordini e personale in eccedenza da ricollocare dentro o fuori l’azienda) pur continuando a cercare commesse ma che sapevano di non poter evadere tempestivamente.
Ora che la situazione sembra andare verso la normalizzazione, si trovano un po’ in affanno nel ripristinare la produttività ante Covid e quindi, forse, non la raccontano del tutto giusta sulle vere ragioni che rallentano le consegne.

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