Favorevole o contrario all’Extreme Canoe Racing come disciplina olimpica?
Ho avuto modo di parlare dell’argomento con tre tecnici e allenatori della nazionale, uno favorevole e due contrari. Personalmente sono contrario con il format attuale; andrebbe sostanzialmente modificato ma rischierebbe di sovrapporsi alle gare di Canoe Slalom. A quel punto chi avrebbe diritto di vivere? La risposta per me è ovvia, non la brutta copia della Canoe Slalom.
Comunque sia, il format attuale non regge e qui due mie proposte alternative, per una modifica tale da non cannibalizzare le discipline a vicenda.
Per quel che mi risulta, nessuno organizza vere e proprie gare di Extreme Canoe Racing a livello locale o nazionale. Questa reminiscenza di "Giochi senza frontiere" al momento è praticata a livello internazionale e se ne occupano ai poteri alti: International Canoe Federation (ICF) e Comité International Olympique (CIO), che pare non abbiano nulla di meglio di cui discutere per le future olimpiadi di canoa. Hanno già sacrificato quella che forse era la più spettacolare delle gare di canoa: la C2 Slalom (per una corretta parità di genere, che introdusse la C1 femminile). Cosa sacrificheranno per una gara cosiddetta “estrema”, che nulla ha di estremo (Classe III) e in cui non prevale necessariamente il più forte e abile? In queste gare con partenza in linea, su breve distanza, con percorso obbligato tra grossi birilli sospesi e dove le possibilità di superare sono modeste, a causa di una sola e stretta linea d’acqua, il comportamento casuale dei singoli atleti, soprattutto nel primo tratto, può precludere la vittoria del più meritevole.
Oltretutto, poiché non sono organizzate gare a livello locale nei vari paesi da federazioni aderenti all’ICF, non si capisce come questa disciplina possa entrare nel novero olimpico. Nessuno si allena specificatamente per questo genere di gare e gli atleti, che partecipano agli eventi internazionali, sono tutti slalomisti, attirati solo dalla possibilità di mettersi in luce.
I più forti kayaker che si cimentano nelle gare “vere” di canoa estrema, su percorsi di Classe IV e V, organizzate da enti sportivi non riconosciuti dall’ICF, spesso snobbano queste gare ICF falsamente estreme e non vi partecipano (
https://www.kayaksession.com/2019-seven-sisters-slalom-x-rouge-river-qc-canada/). Ovvio che se dovesse diventare specialità olimpica, un pensierino potrebbero farlo, innanzitutto per motivi di gratificazione personale, di prestigio e di sponsorizzazioni, prima che prettamente sportivi. Nelle gare di canoa estrema non ICF, non c’è bisogno di inserire una prova di roll, perché può essere il fiume stesso, con le sue difficoltà, a imporre di eseguire il roll per portare a termine la gara e in queste gare non ci sarebbe alcun bisogno di mettere porte, per rendere più difficile il percorso.
Negli anni le gare di canoa d’alto corso con kayak in polietilene hanno attirato atleti e pubblico, a differenza delle gare d’acqua bianca ICF, da cui l’interesse di ICF a copiare le vere gare estreme e inventarsi una gara farlocca, sperando di travasare atleti e pubblico, ma fino ad oggi il risultato è stato piuttosto deludente, anche da parte degli atleti con cui ho parlato, il travaso c’è stato ma solo tra gare ICF.
Mi auguro che ICF e CIO ci ripensino prima che questa disciplina diventi olimpica. Quanto meno modificando il format, per rendere la gara più equilibrata.
Affinché vinca veramente il più forte ed esperto - a mio parere – si dovrebbero prevedere manches con due concorrenti alla volta, anziché quattro. Nelle gare brevi, hanno senso le partenze in linea solo quando ciascun atleta ha la sua corsia, per evitare che si possa danneggiare, anche involontariamente, un avversario. Si gareggia in corsie sui 200, 500 e 1.000 m in Canoe Sprint o nelle brevi distanze in atletica leggera o nel nuoto. Viceversa, partenze in linea hanno senso sulle lunghe distanze, e i 300-400 m dell’Extreme Canoe Racing non mi pare siano una lunga distanza.
Altrimenti, se proprio si volesse far confrontare quattro avversari alla volta, si dovrebbero impiegare scafi molto più corti e lenti, in modo da allungare i tempi di gara (non essendo pensabile di allungare i canali artificiali), cosicché sia più probabile che emergano i più meritevoli.
Se proprio si volesse dare spettacolo, suggerirei di utilizzare ciambelle gonfiabili con teste di fenicotteri, paperotti e anatroccoli, per sottolineare quanto sia eko il nostro sport, e impiegare le palette delle squirt boat, anziché le pagaie, che evitare potenziali traumi e lesioni nella bolgia iniziale.
Ben vengano le gare di SUP alle olimpiadi e, al posto dell’Extreme Canoe Racing, preferirei vedere le discipline di Canoe Polo o Dragon Boat, anch’esse spettacolari ma soprattutto di antica o antichissima tradizione e praticate in tutto il mondo da moltissimi appassionati. Tuttavia, l’elevato numero di partecipanti aggiuntivi, complicherebbe l’organizzazione olimpica e, quindi, rende poco probabile una loro ammissione.