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La storia della canoa dalle origine a giorni nostri

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maurizio bernasconi:
Centinaia di canoa clubs. Migliaia di iscritti alle federazioni. Se solo alcune associazioni acquistassero un volume sarebbe fatta. Potrebbe diventare una strenna, un dono, un premio alle gare (invece delle solite coppette e medagliette che poi arrugginiscono in cantina). Potrebbe acquistarne qualche copia la F.I.C.K.  Realizzando un volume di ottima qualità, sarebbe più facile proporre all'estero un'edizione inglese o multilingue (magari a fascicoli o più volumi).
La redditività economica sarebbe possibile solo con un'edizione inglese o tedesca. In Germania esistono credo quattro editori specializzati in libri di canoa.
I grandi editori promuovono alcuni titoli da vetrina e gli altri titoli finiscono nei resi dopo un mese o meno.
Amazon: vade retro!
Un lavoro del genere ha un valore documentario: non importa molto la tiratura, ma la presenza storica presso le biblioteche, i clubs, le facoltà di scienze motorie e simili. Abbiamo inoltre nelle nostre fila fluviali il più importante editor italiano, Antonio Franchini, un suo parere sarebbe interessante. Oltre a carta, umido, plastica e vetro, ho avuto in un certo periodo un altro particolare cassonetto per la differenziata: quello per i rifiuti editoriali. Spero Lorenzo che tu possa trovare una forma più veloce per arrivare al risultatato.

nolby:
Lorenzo, sono felice di leggere questa notizia.

ti posso solo fare l'imbocca al lupo per i colloqui con l'editore che sembra interessato.

L'unico posto che conosca che vende libri che riguardano il kayak è la libreria del mare di Milano...anche se in realtà sono molto pochi e relegati ad un angolino del piano seminterrato (per cui immagino che non abbiano poi sto gran smercio).... però per la maggior parte sono in inglese per cui credo che il mercato italiano, pur piccolo, possa potenzialmente dare soddisfazione specie considerando che nel tuo libro si parla di canoa a 360° e non di un singolo settore specifico come per gli altri libri che si vedono.

marittimo:
Posso impegnarmi tranquillamente ad acquistarne una copia cartacea, riducendo intanto le 1000 di Lorenzo a 999.
Per le altre richieste di aiuto, potrei offrirmi come correttore di bozze. Non ho doti letterarie anche se per mestiere scrivo molto, ma sono tutte cose tecniche interne all’azienda per soddisfare le esigenze di clienti specifici e se qualcosa merita di essere diffusa all’esterno, avviene solo nell’ambito di una ristretta cerchia di professionisti.

Da “ragazzo” ho anche pubblicato qualche libriccino ma erano molto lontani dalle dimensioni dell’opera di Lorenzo. È una attività che tuttavia ho definitivamente cessato da una quindicina di anni e non ho più alcun contatto con le redazioni dei miei editori (tutti con una fitta rete distributiva nazionale ma che comunque non sarebbero stati interessati a questo settore).

Per quella che è stata la mia esperienza, posso dire che l’editore decide di stampare (a proprie spese riconoscendo all’autore un compenso una tantum o in percentuale) se riuscirà a vendere almeno 1500/2000 volumi di cui (normalmente) i primi 800/1000 destinati a coprire i costi (redazione, stampa, distribuzione, lancio, copie omaggio, compenso all’autore, ecc.) e gli altri per fruttare qualcosa anche alla casa editrice.

Le mie proposte editoriali sono sempre state fatte presentando il titolo, una sintesi del contenuto e un elenco (preciso e sintetico) dei possibili interessati. Questi ultimi (ma non so come) venivano in qualche modo contattati da un ufficio marketing (molto probabilmente a campione) per accertare il loro effettivo interesse al titolo. Per avere l’ok, l’indagine si sarebbe dovuta concludere con la prevista vendita di cui ho detto.

Consegnavo il “manoscritto” già diviso in capitoli, paragrafi ed eventuali sotto paragrafi con una impaginazione di massima che includeva anche l’inserimento di immagini (nel mio caso disegni, schemi, grafici e tabelle). Consegnavo anche l’indice, l’eventuale indice analitico, la premessa, la c.d. “quarta di copertina” ed eventuali presentazioni di altri soggetti.

La tipografia curava l’impaginazione definitiva (quasi al 99%), ne stampava una copia e la passava al revisore di bozze (di solito uno della redazione). Questo (a penna) apportava correzioni (perlopiù grammaticali) e annotazioni (su periodi che gli sembravano poco comprensibili o incompleti), poi mi consegnava la copia per avere il mio ok e per eventuali piccole integrazioni dell’ultimo minuto.

Quando la restituivo veniva passata alla tipografia per l’impaginazione finale e la stampa e io venivo contattato solo quando erano pronte le copie omaggio riservate all’autore.

Se posso essere utile sono raggiungibile tramite la mail registrata nel forum.

Comunque in bocca al lupo e congratulazioni per tutto il lavoro di ricerca che è stato svolto. Sarebbe un vero peccato non riuscire a diffonderlo.

Forse una buona idea (commerciale) potrebbe essere quella di dividere l’opera in due parti, una storico/internazionale (che potrebbe essere poi tradotta e diffusa anche all’estero) e l’altra essenzialmente italiana. Normalmente i libri meno voluminosi e più economici si vendono meglio  ;)

Sirius77:
Carissimo Lorenzo, mi candido come revisore di bozze, insegno in Università e sono abituato a correggere tesi a go go..per cui se vuoi io ci sono. Per quello che riguarda la pubblicazione cartacea come sottolineato da qualcuno su questa chat ormai ci si indirizza tutti su pubblicazioni digitali, tieni conto che comunque comprando un codice isbn a pochi euro (Il codice ISBN è una sequenza numerica di 13 cifre usata internazionalmente per la classificazione dei libri) diventa a tutti gli effetti una pubblicazione vera e propria. Ho pubblicato diversi libri sia cartacei che altri editori on line  ma l'impresa non è semplice (https://www.amazon.it/Safety-Engineering-allinterno-settore-agrozootecnico/dp/3639619684) il prezzo che ti hanno fatto comunque è corretto per una pubblicazione di quella mole, poi incide molto il formato il numero di foto ecc ecc. Ad ogni caso ti lascio il mio contatto e la mia mail.
3281547453.  agricolturasicura@gmail.com
Sirio Cividino scuolakayakfriuli

Lorenzo Molinari:
Grazie a tutti per l’interessamento e per la disponibilità. Risponderò privatamente alle singole persone che si offrono di aiutarmi.

Mi mi sto muovendo come Marittimo consiglia di fare. Ho redatto una sinossi e una nota biografica di presentazione. Nel caso del noto editore interessato ho poi inviato indice, alcune foto rappresentative e un paio di paragrafi, prima dell’intera opera. Le foto sono tutte inserite nel testo che è in formato word, ma un’impaginazione seria è ancora da fare. Le foto occupano circa il 40-45% delle 950 pagine di testo, a cui seguono circa 150 pagine di note bibliografiche.
In realtà ho già una certa esperienza editoriale avendo già pubblicato tre libri ma che non hanno nulla a che fare con la canoa. Trovare l’editore era stato assai semplice, perché si trattava di libri con scopi benefici per persone in grave stato di emarginazione, pubblicati per don Gino Rigoldi, il clown francese Miloud e i Fratelli S. Francesco.

Per quanto riguarda il suggerimento di dividere l’opera in due parti, una storico/internazionale e l’altra essenzialmente italiana, il problema non si pone. Purtroppo il contributo italiano alla storia della canoa nel mondo è talmente modesto o specifico – almeno questa è la mia opinione – che a voler estrarre la parte italiana si ridurrebbero le pagine del libro circa di una ventina. Avevo iniziato a scrivere anche un’appendice molto più estesa proprio sulla storia della canoa in Italia, completata al 50% e che se avrò tempo concluderò.
Piuttosto pensavo di dividere l’opera in due volumi. Il primo dalle origini fino alle canoe pieghevoli e il secondo dalle canoe in vetroresina a oggi, oltretutto si otterrebbero due libri più o meno dello stesso numero di pagine.

Come suggerisce Maurizio molti club e associazioni di canoa, così come alcune biblioteche del Nord America, che ho contattato per documentazione, vorrebbero acquistare il libro appena disponibile, e sono convinto che il mercato ci sia soprattutto all’estero, ma anche in Italia. Molti sono i canoisti che già hanno libri di canoa nei loro scaffali e questo, differenziandosi dagli altri, potrebbe interessare.
Avevo parlato con Antonio Franchini quando ero all’inizio del libro, lo risentirò per qualche consiglio, per quanto non mi aspetto che possa dirmi molto di più di quanto mi abbia già detto l’editore inizialmente interessato e l’agente letteraria Mirella Tenderini specializzata in libri di montagna che mi ha offerto il suo parere. Andrò a fare una chiacchierata alla libreria del mare o a quella della montagna, oltretutto il celebre alpinista e amico Alessandro Gogna mi ha già più volte chiesto di scrivere del libro nell’assai visitato Gognablog, ma preferirei scriverne a libro disponibile.

L’idea di fare prima una versione digitale in italiano e con gli introiti finanziare quella cartacea in italiano è un’ipotesi da valutare.
Infine ho ricevuto disponibilità anche da Risa Shimoda, che vorrebbe aiutarmi nella traduzione del libro attraverso sue conoscenze. L’interesse da parte di Risa è per me già un successo, considerando che è presidente di International Whitewater Hall of Fame (IWHOF) di American Canoe Association (ACA) e che lo scorso autunno avrebbe voluto che presentassi il libro al Nuremberg PaddlExpo, ma non essendo ultimato preferii rimandare.

Insomma... incrociamo le dita!

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