Maurizio ci sottopone tre punti su cui ragionare: quello individuale, di gruppo e di specie.
Il punto di vista individuale, essendo personale, potrebbe interessare poco e quindi accolgo l'invito a tenerlo per me.
Circa il gruppo, ovvero le organizzazioni, gli enti, le nazioni, le ideologie, le religioni, ecc. avrei anche maturato opinioni su cosa possa essere preferibile fare o non fare e con quali conseguenze sui vari gruppi portatori d’interesse, ma il mio percorso mi allontana dalla logica del gruppo, o almeno mi illudo di farlo, e non sapendo più bene in quale gruppo identificarmi, non ho proposte da avanzare. Non saprei quali interessi salvaguardare, a discapito di chi e cosa sacrificare.
Il punto di vista della specie mi sfugge quanto quello dei gruppi, perché alla fin fine vorrei spogliarmi anche di questa veste.
Ci sarebbe però un quarto aspetto da considerare, quello della Natura, di cui siamo espressione. Natura che è indifferente a noi, così come dell'estinzione di qualunque altra specie vegetale o animale che sia. La Natura non privilegia nessuno. Perché mai dovrebbe privilegiare l'uomo al virus? L'uomo vorrebbe sopprimere in fretta il coronavirus e crede che la soluzione migliore sia quella di limitare i contagi in attesa di un vaccino, senza valutare le conseguenze indirette a cui Maurizio accenna, anche in termini di salute, dovute a un isolamento prolungato. Ma venendo a me, non ho le competenze per entrare nel merito di tutto ciò, come non le ha nessuno, ho solo delle idee che galleggiano nell’aria. I comitati scientifici nei vari paesi formulano ipotesi e chi è investito del potere di governare compie scelte necessariamente politiche che ci riguardano tutti. E le cose prendono il loro corso, virus compresi, bello o brutto che sia è solo una valutazione umana.
Lottiamo contro o a favore di qualcosa, talvolta per la nostra sopravvivenza, talvolta per il nostro presunto benessere, talvolta proteggendo gruppi sociali specifici per vera o falsa pietās, come accade adesso con le persone più vulnerabili al virus.
Il coronavirus ci è stato detto che è giovane e per questo è ancora, come dire, "stupido": tende a uccide chi lo ospita, e così causa anche la propria morte. I virologi dicono che in qualche secolo potrebbe mutare, diventando meno aggressivo per risparmiare le sue vittime. Troppo tempo si è detto, meglio non aspettare e preparare un vaccino. Noi popoliamo la Terra da oltre 350.000 anni, tuttavia non abbiamo ancora imparato, non dico ad amare la Terra, ma almeno a convivere con colei che ci ospita!
Ora pensiamo che il nostro peggiore nemico sia uno stupido virus e ci raccontiamo pure la palla che la tragedia della pandemia ci stia insegnando la solidarietà, cambiandoci in meglio.
Che stupida illusione! E' ovvio che, trovato il vaccino, il possedere, il desiderare, l'egoismo a ogni livello, dal senza tetto al capitalista, farà tornare tutto come prima, certamente con equilibri di potere diversi. Ad esempio, il prevalere dello scambio on-line (merci, servizi, cultura…) darà più potere alle società che lo gestiscono, a discapito di altre più tradizionali, ma su questa strada stavamo già dirigendoci, indipendentemente dalla scelta del distanziamento sociale dovuta al coronavirus. Un giorno forse si racconteranno storie di solidarietà: “ai tempi del coronavirus…”, come quelle ai tempi delle guerre o dei terremoti.
Credo che siamo destinati a soccombere prima o poi, non tanto perché per pietās non gettiamo i deboli da un dirupo, come si narra che facessero gli spartani dai monti del Taigeto, ma per il nostro egocentrismo, che ci pone al centro dell'Universo. Per la nostra stupidità che ci legittima a considerare la Madre Terra come una miniera da sfruttare. Per la nostra miopia che ci porta a classificare tra nemici e amici, tra esterno e interno, quando se proprio vogliamo parlare con la metrica del nemico/amico, siamo noi il primo Nemico di noi stessi. Cerchiamo semplicemente di salvaguardare la nostra specie, non per Amore di noi stessi o della Natura, ma solo per interesse egoistico di specie, per la nostra sopravvivenza, e idem è per la lotta al virus o per la lotta all'inquinamento e contro qualunque altra cosa. Anche il più arido e inospitale dei pianeti è Natura, come sono naturali i virus e ogni sconvolgimento “naturale”, per noi tragedie e disastri, solo perché mietono vittime e distruggono il nostro operato. Dimenticandoci che all'Universo, che ci siano o meno i dinosauri, il coronavirus, la foresta amazzonica, le balene e l'uomo non importa proprio nulla. Non accettiamo la Vita perché non sappiamo riconoscerla per quello che è, e vorremmo che si adattasse ai nostri interessi, che si piegasse al nostro volere, come se potessimo trasformare la Realtà. Ci illudiamo di riuscirci ma prima o poi arriverà il conto.
L'uomo ha bisogno di morire per accorgersi che sta vivendo, per vedere in faccia cos'è la Vita, come il pesce che nuota nel mare che, finché non salta fuori dall’acqua, non si rende conto di essere nell'acqua. Così è per noi: finché non moriremo non ci accorgeremo del nostro Essere vivi.
Non so quindi cosa sia meglio a livello di gruppo o di specie, so che alla Natura non importa nulla e cosa importi a me forse si è anche capito, ma non voglio scivolare sul personale, anzi in questo forum avrei dovuto parlare di canoa... ma sarà per la prossima volta.