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Quanto incide la pagaia in termini di velocità?

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Lorenzo Molinari:
L'ingegneria nautica non rientra nelle mie competenze, tuttavia credo che il paragone che hai fatto sia calzante.

Gli scafi più studiati sono quelli da sprint per acqua piatta, perché olimpici dal 1936 e quindi portano prestigio a livello nazionale, e perché, navigando su acqua piatta, i fattori da studiare che incidono sulla velocità sono più facilmente valutabili di quelli di una canoa in acqua bianca o in mare.
Mentre le canoe da fiume sono progettate in modo più empirico rispetto a quelle da sprint, per quanto anche per esse siano condotti studi di ingegneria navale.
Il più famoso è importante progettista di canoe e kayak nella storia della canoa è stato Jørgen Samson, che ha progettato quasi tutte le canoe e i kayak del famosissimo cantiere danese Struer circa dal 1950 in avanti, a cui tutti i cantieri del mondo si sono ispirati fino alla fine degli anni ‘80, incluso i cantieri di canoe e kayak da discesa fluviale agonistica, questi fino agli anni 1970.

Oggi Plastex, Nelo e FES sono i leader tecnologici, più o meno scopiazzati da tutti, caso a parte forse Vajda. Hanno progettato scafi semidislocanti, che oltre certa velocità beneficiano di una componente planante. Questi scafi, che sono studiati in base al peso del canoista, sono anche studiati in base al tipo di distanza da percorrere da 200 m a 1.000 m, in cui la velocità media è differente, mentre sulle lunghe distante la componente planante non interessa, in quanto la velocità non la consente.

Potrei continuare raccontando di come poco abbiano contato gli scafi dei kayak delle popolazioni artiche e sub artiche e quelli delle canoe dei nativi del Nord America nell’evoluzione degli scafi dalla fine del 1800 a oggi, ma sarebbe troppo lungo in questa sede. Anche se il tema è di grande interesse e ridimensionerebbe un pensiero comune tra noi canoisti, che vede questi popoli come i nostri maestri e ispiratori nella progettazione delle forme degli scafi turistici da lago, fiume e mare, per quanto non sia proprio così.

marittimo:

--- Citazione da: Lorenzo Molinari - Settembre 24, 2019, 01:00:29 pm ---
Potrei continuare raccontando di come poco abbiano contato gli scafi dei kayak delle popolazioni artiche e sub artiche e quelli delle canoe dei nativi del Nord America nell’evoluzione degli scafi dalla fine del 1800 a oggi, ma sarebbe troppo lungo in questa sede. Anche se il tema è di grande interesse e ridimensionerebbe un pensiero comune tra noi canoisti, che vede questi popoli come i nostri maestri e ispiratori nella progettazione delle forme degli scafi turistici da lago, fiume e mare, per quanto non sia proprio così.

--- Termina citazione ---

Sarebbe un po' come sostenere che le barche a vela con cui si disputano le regate oceaniche derivano dalle Caravelle usate da Diaz, Colombo, da Gama e Magellano.

nolby:
La butto li. Se qualcuno conosce un ing. competente ci faccia una chiacchierata e mi dica se il mio ragionamento torna.

Partiamo dalla situazione che tu hai proposto di mantenere una "velocità di crociera" per 10km e non di sprint... ed anche dal concetto che hai aggiunto di velocità critica dello scafo.

Seguendo il principio fondamentale del moto rettilineo uniforme per cui tutte le forze in gioco devono essere perfettamente bilanciate quando vai dritto in canoa a velocità costante la forza che metti nella pagaiata è esattamente uguale all'attrito che fa lo scafo in acqua.
La forma della pala (che sia groenlandese, europea o wing) non possono in alcun modo modificare il coefficente di attrito dell'opera viva in acqua. Potranno cambiare forse la frequenza dei colpi necessari ma la forza complessiva in gioco per mantenere una data velocità su una data distanza quella è e quella rimane.
Per cui credo che a velocità costante e su lunghe distanze (dimentichiamoci vento, onde ed altri fattori esterni) bene o male la pagaia migliore in assoluto sia quella con cui il canoista si trova meglio. Lorenzo che viene dall'agonismo troverà naturale la wing, chi viene dal fiume troverà comoda l'europea e gente come me -a cui nessuno ha mai insegnato una corretta tecnica di pagaiata come si fa per agonisti e fiumaroli- mi trovo bene con la groenlandese perchè è la più facile da tenere in mano ;D
Tanto ricordiamoci che la velocità critica è stabilita dallo scafo e che la forza necessaria a mantenerla è data sempre dal coefficente di attrito dello scafo stesso.


Diverso discorso se parliamo del periodo -breve o lungo che sia- in cui si deve  portare lo scafo da 0 ai tuoi famosi 6,8km/h.
Indipendentemente da tecnica diversa sicuramente l'esperienza ti dirà che se con un'europea di servono un tot di pagaiate con la groenlandese ne devi preventivare credo almeno il doppio, con la wing forse la metà. Ecco perchè, secondo la logica, io dovrei usare un'europea e non una groenlandese  :P dato che difficilmente mantengo velocità costante a lungo ma continuo a fermarmi e ripartire (vuoi per fare una foto o per infilarmi tra gli scogli).
Anche qui le forze in gioco sono le medesime e non si modificano a seconda del tipo di pagaia ma vien più facile pensare che una wing abbia la capacità di trasferire all'acqua, e quindi allo scafo (principio di azione-reazione), tutta la forza fisica che io posso sviluppare sul manico mentre una pala meno efficiente come la groenlandese non ha questa capacità e la forza in eccesso viene sprecata dissipandola in altro modo (non so se hai mai provato a spingere al massimo con la greenland fino a quando ti accorgi che durante la passata in acqua la pagaia fa un continio su e giù e vedi sollevare l'acqua).

marittimo:
Grazie anche per il tuo intervento.
Non volevo però entrare in questioni di ingegneria navale, spesso troppo complicate anche per gli addetti ai lavori.
Mi interessava solo acquisire informazioni pratiche sulla differenza di rendimento tra i vari tipi di pagaia.

Come ho già detto, la combinazione groenlandese + mio precedente kayak, mi aveva soddisfatto perché riusciva a raggiungere velocità simili a quelli di analoghi kayak spinti da pagaie ritenute normalmente più performanti della groenlandese. Non avevo quindi sentito l’esigenza di chiedermi quanto avrei potuto aumentare (in velocità) con un’altra pagaia.

La nuova combinazione groenlandese + nuovo kayak mi ha invece un po’ deluso poiché l’aumento di velocità (che avevo previsto e che c'è stato) è risultato inferiore alle mie aspettative. Vorrei quindi capire se dipende dal kayak (lento di suo) o dalla pagaia (che non spinge abbastanza per quel tipo di scafo). Potrebbe dipendere anche dal canoista che, da una logica prettamente crocieristica, sta inconsciamente passando ad una logica più corsaiola.
Insomma, una nuova situazione ancora quasi tutta da scoprire e che, complessivamente, comunque mi soddisfa più della precedente, tanto è vero che ho già messo in vendita il vecchio kayak.

Sicuramente farò delle prove per mio conto, ma se intanto qualcuno le aveva già fatte per conto suo e mi dava qualche numero, mi sarebbe stato utile.
Tutto qui  ;)

Giovanni Perozzi:
Nolby, l'Ing Massimo Mori ha pubblicato diverse pagine sulla pagaiata, prova a consultare canoa-ricerca, od anche leggere il capitolo a questo dedicato su "allenamento del canoista" di Marco Guazzini.
Diciamo che la premessa, moto rettilineo e moto uniforme, non è valida, perchè anche nella condizione di acqua più ideale possibile e assenza di vento, l'avanzamento è dato da una serie ciclica di colpi con una fase aerea di contributo nullo, quindi una serie ciclica di accelerazioni e decelerazioni, poi per giunta in maniera asimmetrica, destra -sinistra, con andamento zigzagante del moto.  E' evidente che il massimo rendimento/efficacia della pagaiata si ha nel limitare questi effetti di scostamento dal moto ideale, cosi come per quanto riguarda la pagaia, ricercare per quanto possibile il fulcro fisso, ed è questo quello che cercano di ottimizzare al massimo gli atleti della specialità della velocità in acqua piatta.
Da quel poco che ho sperimentato o avuto modo di vedere, le differenze tra varie forme di pale, in termini di prestazioni, non sono poi cosi distanti come uno potrebbe immaginare, pochi punti percentuale di differenza (la wing vs others), tali da non giustificarne, per un turista medio che pagaia sulla distanza della passeggiata,  l'uso di un modello a discapito di un'altro, cosi come le differenze in prestazioni dei kayak non sono cosi elevate, tra il mio kayak da mare british style largo 54 e lungo 525 e quello iperpaciocco e stabile largo 66 e lungo 440 la prestazione diminuisce, ma meno del 10%, assottigliando la differenza col peggiorare delle condizioni di vento e mare; vedo che è un argomento molto dibattuto, ma sinceramente dire che va meglio un K lungo 530 rispetto ad uno 490 da sconsigliarne l'uso, oppure la pala groenlandese rispetto alla pala europea, o viceversa, mi sembra una cosa da bar, l'essenza è andare con l'attrezzatura con cui uno si trova meglio.
linko una discussione simile sulle prestazioni delle pagaie
 https://www.nspn.org/forum/topic/10413-greenland-euro-and-wing-efficiency-a-voice-from-my-past/

su un percorso di 10km, lungocosta, mare  poco mosso e vento debole
Kayak Victoria di Janautica, L 435?? W 66?? peso 19kg, circa 7,4km/h - pagaia Galasport Klasik L 214
Kayak Sealion di Aquarius, L 525  W54 peso 23kg,  circa 8,3km/h - pagaia Galasport Klasik L 215,5
dati empirici, poche rilevazioni per il confronto e condizioni mare variabili tra una prova e l'altra.


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