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Deviazione di rotta verso il vento
marco ferrario (eko):
--- Citazione da: marittimo - Agosto 08, 2017, 04:56:28 pm ---Ora io vorrei capire perché un kayak sotto l'azione del vento e senza timone tende all'orza (o alla poggia).
--- Termina citazione ---
::) La risposta l'ho letta nell'intervento di Lipizer.
O no? :)
marittimo:
Si, l'avevo letta anch'io. Può essere certamente un'ipotesi ancorché le barche a vela abbiano centro velico e centro di deriva molto ben delimitati e facilmente verificabili.
Nel kayak le cose sono più complicate perché non è stato concepito per andare a vela, specie di bolina.
Avevo comunque provato a fare una verifica geometrica sul mio, e il risultato teorico era una tendenza leggermente poggera avendo il c.d. centro velico qualche cm a priavia del c.d. centro di deriva.
Nella realtà presenta invece una tendenza piuttosto orziera anche con brezze di 7-8 nodi.
Quindi delle due l'una: o questa teoria non funziona sul mio kayak.... oppure ho sbagliato a fare i calcoli ;D
Anch'io però avevo prospettato una teoria che poteva almeno spiegare la mia situazione.
Mi sarebbe piaciuto leggere opinioni tecniche al riguardo.
PS
Un’altra breve considerazione sulla differenza tra barche a vela e canoe al fine di verificare la validità dell’ipotesi prospettata da Marco Lipizer.
Nella barca a vela la lama di deriva (il cui baricentro rappresenta il Centro di Deriva) è posizionata sulla verticale passante per il baricentro del piano velico (Centro Velico) o in posizione leggermente avanzata per conferire una tendenza un po’ orziera per le ragioni dette da Lipizer.
Se applichiamo questo principio al kayak, la lama di deriva dovrebbe trovarsi sotto il kayaker (o poco davanti a lui), essendo la parte più esposta al vento il quale cresce d’intensità al crescere dell’altezza dal livello del mare.
Eppure sappiamo che il timone si trova all’estremità della poppa, mentre la lama di deriva retrattile (o skeg) viene normalmente collocata in prossimità della poppa, quindi molto arretrata rispetto al kayaker.
Una barca a vela impostata così risulterebbe decisamente poggera e difficilmente governabile.
Inoltre la lama di deriva della barca a vela serve per risalire il vento, quindi nelle andature c.d. strette, con vento che arriva dalla parte di scafo compreso tra la prua e il traverso.
Nelle andature portanti (c.d. larghe), con vento dal traverso fino a poppa, è sempre meno necessaria mano a mano che il vento si sposta indietro, tanto è vero che nelle derive (barchette da spiaggia) la lama viene completamente sollevata quando si naviga al gran lasco o in poppa piena.
Eppure nel kayak l’influenza del vento sulla stabilità di rotta si sente sempre, anche con vento quasi di poppa.
In conclusione credo che nelle canoe ci sia qualche altro fattore che ha un'influenza determinante sulla stabilità di rotta; fattore che nelle barche a vela è invece considerato secondario se non irrilevante.
Marco Lipizer:
Semplifichi troppo. Io ho semplidicato con il centro velico e il centro di deriva, che in una barca a vela sono più facilmente identificabili, mentre nelle altre tipi di imbarcazione meno.
La resistenza al vento, ad esempio, è data da tutto ciò che si trova fuori dall'acqua, coperta, corpo del pagaiatore, bagagli. Il centro di deriva ancora peggio, perchè risulta dalla resistenza laterale dello scafo lungo la sua lunghezza e dal baricentro del kayak con il pagaiatore a bordo. Lo spostamento del baricentro, corpo avanti corpo indietro, influenza, tra l'altro anche la resistenza laterale dello scafo.
Poi la discorso chiglia-timoni. E' chiaro che più la chiglia è lontana dal baricentro, maggiore sarà il suo effetto nel stabilizzare la rotta. Per questo il timone è messo all'esterno di tutto. Al contrario, se volessi avere un timone con maggior effetto di rotazione, lo metterei più vicino al centro.
Una prova molto facile che potresti fare sarebbe inserire una veletta logitudinale all'estrema poppa. Questo influenzerebbe esclusivamente la resistenza al vento spostando il "centro velico" notevolemnte verso poppa. La tendenza orziera aumenterebbe immediatamente.
marittimo:
Innanzitutto grazie per la pazienza e il tempo che dedichi a questa discussione.
Molto probabilmente ci sono delle similitudini tra il comportamento di una barca a vela e quello di una canoa, poiché anche quest’ultima ha delle parti esposte al vento e delle parti immerse che provocano effetti simili al piano velico e al piano di deriva della prima.
Qualche dubbio però mi resta perché riguardo allo stesso fenomeno ho trovato spiegazioni diverse.
Se sbandiamo (cioè incliniamo) sottovento una barca a vela si provoca una modifica di rotta verso il vento (c.d. tendenza orziera). Si verifica il contrario (deviazione di rotta poggera) se la sbandiamo sopravento.
Stessa cosa succede con la canoa.
In tutti i manuali di vela si dice che lo sbandamento ha modificato le posizioni del centro velico e del centro di deriva, provocando una coppia che fa ruotare lo scafo in un senso o nell’altro. Ovviamente stiamo navigando spinti dal vento, quindi piano velico esercita il suo affetto.
Nel libro di Bruno Rosini (Corso base di canoa e kayak, ed. De Vecchi, p. 85) si dice invece che lo sbandamento (“dare pancia”) modifica la linea di carena (avente una funzione direzionale), che da dritta diventa curva puntando nella direzione opposta al lato più immerso. Di conseguenza si modifica anche la rotta.
Questo effetto si verifica anche in assenza di vento, quindi con l’ipotetico piano velico praticamente inefficace (a parte il vento dato dalla velocità della canoa che è sempre dritto di prua).
Potrebbero invece esserci più similitudini di comportamento nello spostare i pesi in senso longitudinale.
Nella barca a vela il peso spostato a prua determina un maggiore affondamento di questa (e un sollevamento della poppa), spostando in avanti il centro di deriva e provocando un effetto orziero.
Si verifica il contrario spostando il peso verso poppa.
Anche la canoa dovrebbe reagire nello stesso modo.
Spostandosi verso prua questa affonda di più e crea più resistenza rispetto alla poppa. Quindi il vento preso di lato sposta questa mandando la prua al vento (effetto orziero).
Al contrario se spostiamo il peso a poppa, questa resiste meglio e consente al vento di spostare più facilmente la prua (effetto poggero).
Considerato però che in una canoa il rapporto tra il peso dell’equipaggio e il peso dello scafo è molto superiore rispetto anche a quello di una piccola barca a vela (4 o 5 volte tanto), potrebbe avere influenza anche la sola posizione del peso indipendentemente dai suoi effetti sul centro di deriva.
Se soffiamo su due sfere identiche appoggiate su un tavolo, una vuota di plastica e una in metallo pieno, la prima (più leggera) si sposta più facilmente della seconda (più pesante).
Durante le prossime uscite a vela e in kayak farò delle prove ;)
michele varin:
Qualcuno che abbia provato personalmente può raccontare le differenze tra deriva retrattile (skeg) e timone a pedaliera in caso di vento?
Grazie
Michele
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