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Deviazione di rotta verso il vento

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marittimo:
Credo sia noto a tutti che con il vento preso di lato il kayak tende a deviare rotta, andando verso il vento (in termini velici si direbbe andare all’orza).
Immagino siano note anche le tecniche per fronteggiare questo fenomeno con cui io ho imparato ormai a convivere, facendo sempre percorsi lungo costa con brezza di terra o vento da mare .

Sarei interessato però capire bene anche la sua origine.

Nei libri non ho trovato granché.
Cercando su Internet mi sembra che la spiegazione più convincente sia quella riguardante la distribuzione dei pesi bordo.
Con il corpo a circa mezza barca e le gambe verso prua, la zona a poppa del pozzetto resta più leggera e offre meno resistenza al vento, che riesce a spostarla più facilmente della prua.
Di conseguenza lo scafo tende a ruotare.

Non ho però mai utilizzato canoe con sedute molto arretrate o con timoni/derive, per cui non sono sicuro che sia la spiegazione esatta o almeno l’unica.

Qualche opinione?
Grazie

Andrea Ricci:
Un kayak che prende vento laterale va prua al vento? Dai miei ricordi, con vento laterale mi occorreva pagaiare terribilmente sottovento per non poggiare (poppa al vento) inevitabilmente. Ma forse ormai sono condizionato dal sup anche nei ricordi.
Comunque se il kayak ha il timone o lo skeg mi sembra impossibile che vada prua al vento.

francesca gastaldi:
Ciao Marittimo, per quel che ho capito io tutte le barche orzano e cioe' tutte tendono a mettere la prua al vento. Se fai caso alle barche ormeggiate in rada sono tutte con la prua a vento. Kayak barche a vela e barche a motore. Il vento di traverso puo' essere di traverso puro o di mascone o di giardinetto. Mascone quando e' di traverso sulla prua, giardinetto quando e' di traverso sulla poppa. Due cose prendo in considerazione. Una che il vento non muove solo la barca ma anche l'acqua. Due che la l'anima pescante della barca, cioe' quella che reagisce al movimento dell'acqua,  varia a seconda del tipo di scafo ( scafo a v scafo planante). Assunto questo di solito in un kayak da mare fatto per navigare la parte della poppa pesca molto piu' della prua quindi sentira' molto di piu' la spinta della corrente. La prua invece e' piu' esposta all'aria perche' peaca meno quindi sentira' molto di piu' il vento. Quindi quello che secondo me va' valutato, oltre al vento,  e' da dove viene la corrente e che intensita' ha. Detto cio' anche in pesi poi avranno la loro influenza perche' a seconda di come saranno distribuiti aumenterenno o diminuiranno il risultato di queste forze. Dunque se io ho un vento di giardinetto avro' anche una corrente che arrivera' da quella direzione che mi spostera'' la poppa indirizzando per conseguenza la prua a destra se il giardinetto e' di destra a sinistra se ' di sinistra. Se avro' un mascone lo spostamento della prua sarà' piu' accentuato non solo per il vento ma anche perche' la poppa fara' da perno. In questo caso farei bene a caricare peso in prua. Il peso abbassa la prua e aumenta la parte pescante della stessa riducendo la superficie esposta al vento. Se infine ho un vento di traverso puro non dovrei avere rotazione della barca. Semmai avro' uno scarroccio. Per ovviare allo scarroccio busogna pagaiare con lo scafo inclinato Sopravento. Questo e' quanto ho capito detto terra terra. Ovviamente qualcuno potra' darti anche spiegazioni tecniche basate sulle leggi fisiche.
Spero di esserti stata utile.
Francesca Gastaldi

marco ferrario (eko):

--- Citazione da: Andrea Ricci - Agosto 07, 2017, 08:33:37 am ---Un kayak che prende vento laterale va prua al vento? Dai miei ricordi, con vento laterale mi occorreva pagaiare terribilmente sottovento per non poggiare (poppa al vento) inevitabilmente. Ma forse ormai sono condizionato dal sup anche nei ricordi.
Comunque se il kayak ha il timone o lo skeg mi sembra impossibile che vada prua al vento.

--- Termina citazione ---


Proprio così. Per oltre una dozzina di anni ho utilizzato diversi KDM non timonati e ho vissuto le stesse erperienze di Andrea.   La vita del kayaker è cambiata in meglio, molto in meglio, da quando utilizzo kayak ben timonati. Meno problemi col vento e con mare mosso, più fotografie e più belle, maggior velocitá e maggiore efficacia quando il meteo si fa più impegnativo. Insomma, per la mia prioritá di utilizzo del KDM, che è sopratutto escursionistica e trekking fotografico esplorativi di più giorni con bivacco, un buon KDM chigliato, pescante da prua a.poppa e ben timonato ha fatto la differenza.  .... e me la rido di gusto se alcuni affermano che il mio non è un vero kayak o che non so andare in kayak.  ;D ;D ;D

marittimo:
Grazie per gli interventi.

Sinceramente non sapevo di kayak poggeri. Ovviamente parlo di kdm senza timone e senza lama di deriva, ma solo chigliati a prua e a poppa.
In ogni caso anche questa rappresenta una deviazione di rotta causata dal vento e mi piacerebbe capirne la ragione.
Avrei però qualche dubbio sull'efficacia di una lama di deriva a poppa. La logica mi suggerirebbe di metterla a prua, perché è questa che scade sottovento.
Il timone può invece stare a poppa, ma se dovrà correggere la deviazione di rotta (orziera o poggera che sia) agirà inevitabilmente anche da freno.

Francesca
Le barche in rada si dispongono prua al vento quando l'ancora è fissata a prua. Se fissi l'ancora a poppa, allora sarà questa che si esporrà al vento.
Vento e corrente non sempre provengono dalla stessa direzione. A volte sono contrari l'uno all'altra e ciò aumenta altezza e ripidità delle onde che ovviamente influiscono anche loro sulla stabilità di rotta di una canoa.
Lo scarroccio non è mai eliminabile del tutto. Al massimo puoi contenerlo con un buon piano di deriva, la cui efficacia dipende molto dalla sua profondità e dalla velocità di navigazione. Inclinare (o sbandare) lo scafo modifica solo i volumi immersi (c.d. opera viva) rendendoli asimmetrici e provocando una deviazione di rotta verso il lato opposto all'inclinazione (è una tecnica che uso sempre anch'io per correggere la deviazione di rotta causata dal vento o da altri fattori tipo le onde prese al giardinetto o al mascone).


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