Ciao a Tutti,
benché io ami la canoa fluviale, spesso mi trovo a voler convincere amici e conoscenti che non siamo dei matti e che la nostra disciplina è uno sport adatto a tutti. Niente da fare! Dopo infinite conversazioni in cui ho dimostrato con dati alla mano che è meno pericoloso che guidare una macchina, ho riscontrato che molti non addetti o persone entrate brevemente in contatto con il nostro mondo vedono la canoa fluviale come uno sport solo per uomini duri, che non temono il pericolo e immuni al dolore. Tale visione, che spiegherebbe in parte il ridotto numero di praticanti di questo stupendo sport, potrebbe essere corretta qualora fossimo in grado di raccogliere evidenze sull'esistenza di esemplari di vero duro tra i praticanti della canoa fluviale e spiegare al pubblico che si tratta di elementi isolati, che non rappresentano appieno il mondo della canoa fluviale, benché magari dotati di tecnica sopraffina e di d'annunziano coraggio.
Secondo un vecchio saggio, con il quale mi sono confrontato sull'argomento, gli indizi che ci potrebbero permettere di individuare un vero duro sono i seguenti:
1. Per lui la canoa fluviale inizia dal IV grado in su; ritiene che sotto il IV ci si trovi nel campo della poco adrenalinica canoa lacustre, attività che praticherà solamente quando - ormai afflitto da vecchiaia o da malattia - non potrà più deambulare.
2. Non ha mai paura, perché lui è sempre consapevole del pericolo e lo accetta anche quando Terminator si farebbe la pupù nelle mutande. Con la generosità che gli è propria, dona ai posteri gli spezzoni dei video più memorabili immortalati dalla sua action cam. Quasi sempre in caso di crash neanche il RIS riesce a reperire il materiale video, essendo il duro più duro della sua videocamera che si è purtroppo frantumata sotto il suo invincibile corpo. Se non ha potuto immortalare le sue gesta, non abbiate timore! La sua memoria d’acciaio, che farebbe invidia anche a Proust, le glorificherà in ogni loro dettaglio.
3. È uno strenuo sostenitore del boof su tutti i dislivelli, perché è ganzo parlarne e in foto fa figo, anche quando il rischio è che i dischi intervertebrali facciano la fine di un chewing-gum.
4. Quando un compagno meno forte non se la sente di scendere una rapida (perché magari la ritiene difficile e/o pericolosa e teme quindi di farsi male), volendo evitare le lungaggini del trasbordo gli mostra con tutta scioltezza come scendere la rapida senza mettere sicure, avendo trascurato di considerare, per la pura spensieratezza che da sempre lo contraddistingue, le insufficienti doti tecniche del compagno.
5. Se è sopravvissuto senza conseguenze a un sifone, a un incastro, a un devastante atterraggio o a un bagno lungo con principio d'ipotermia, non ne parla come un di terribile incidente da evitare, ma anzi come di un'esperienza mistica e di altissimo valore formativo, da vivere auspicabilmente e preferibilmente in solitaria al fine di massimizzarne gli effetti balsamici. Questo è il duro per eccellenza, l'emblema del Rambo fluviale; se ne fosse confermata l’esistenza, dovremmo chiedergli di sottrarsi allo sguardo del pubblico, pena il rischio di non far avvicinare persone sane di mente dalla pratica della canoa fluviale.