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Nuovo utente assolutamente inesperto
Franco Milani:
Stamani ero fuori con 8 gradi. L'acqua non sembrava particolarmente fredda tranne che allo sbocco dei torrenti e fiumi (mera e adda). Ero sull'Oasis 430 che ho preferito al prijon perché più stabile e non volevo finire in acqua. Avevo la muta Short con sopra un dolcevita lana/cotone e dei pantaloni leggeri. Vestito così non avevo freddo fuori dall'acqua ma la mia paura è sempre l'ipotermia in caso di tuffo. Quindi non mi sono mai allontanato dalla costa, ho circumnavigato il lago di Novate e risalito il fiume mera fino a casenda ( molto faticoso e anche poco entusiasmante a causa degli scarichi delle aziende).
Volevo qui iniziare a chiedere della giusta tecnica di pagaiata. Io mi sono accorto che pagaiando molto verticalmente con il cucchiaio vicinissimo allo scafo faccio pochissima fatica ma devo alzare molto il braccio opposto alla pala in acqua e questo alla lunga mi affatica i deltoidi. Invece remando lontano dallo scafo faccio molta più fatica ma non brucio i deltoidi. Quindi attualmente uso il primo movimento con pause di pochi minuti nei quali cambio stile per riposare le spalle (ma carico di più le braccia). Avete consigli?
PS
Grazie Antonio per i consigli sull'abbigliamento
santino spada:
Ciao .
Non ci sono molti consigli , che all'inizio si sentano dolori nelle braccia è una cosa normale .
Unica cosa che potresti provare è una pagaia Groellandese che ha molto meno impatto sul fisico e si può usare tranquillamente sul lago .
La pagaiata Groellandese a meno impatto sul movimenti alle braccia , su internet trovi le spiegazioni .
Altra cosa importante , visto che a quanto sembra sei un autodidatta , è che mente tiri col braccio basso spingi con quello alto .
Buona giornata
stefano caprile CCN:
Beh..... non è che si debba "tirare" col braccio. Quando la pagaia è in acqua non va tirata, va usata per spingere la canoa in avanti. La pagaia rispetto all'acqua non deve spostarsi.
E la forza per questo spostamento non si fa col braccio, ma con la rotazione del busto.
Franco Milani:
Grazie per i consigli. Ho visto su alcuni video e sul libro di Bernasconi che la mano non impegnata nella trazione non deve essere troppo alta ma all'altezza degli occhi; io alzavo troppo, fin sopra la testa,per verticalizzare al massimo la pagaia. Cerco di andare a prendere l'acqua molto in avanti e svincolo il remo dall'acqua all'altezza delle anche ma istintivamente mi viene da spingere l'acqua anche dietro di me. Pagaiare è facile ma farlo bene sembra un altro paio di maniche.
Franco Milani:
Attualmente sto cercando di mettere in pratica queste lezioni:
https://www.youtube.com/watch?v=oQeleMHsPGg
Mi sembrano molto ben fatte. Questi stupidi 8 minuti non li ho ancora assimilati bene maledizione, ma non dispero di riuscirci. Ci volesse anche tutto un anno, in fondo ho una discreta intelligenza motoria.
Faccio prove mentre pagaio, anche errori grossolani, e ascolto le reazioni il mio corpo e del kayak e dell'elemento acqua. Mi accorgo che dopo un paio d'ore inizio a scompormi e a pagaiare molto male. Attualemnte tengo massimo medie di 3/3,5 nodi per appunte due ore o poco più. Ma non cerco la velocità, questa mi serve solo per raggiungere posti sempre nuovi nell'ambito della mia pausa pranzo. Altre volte me la prendo molto comoda e mi fermo spesso magari a sbinocolare nel canneto o mi metto davanti al pontile a provare manovre, cambi di rotta o appoggi. Insomma non sono uno sportivo ma mi impegno.
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