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Marinizzare un kayak di acqua dolce
RobertoB:
Quei profili cosi affilati a prua e poppa mi sembrano un po' eccessivi, io ridurrei molto soprattutto a prua.
Ma il kayak è tuo e devi farlo come piace a te ;)
Sono curioso di vedere come viene una volta riverniciato
marittimo:
Non essendo mai andato in kayak mi sono ispirato al Qajaq Kaylhoa di un mio amico che domenica sarà mio antagonista insieme al Prijon rosso che si vede sullo sfondo.
Il Qajaq ha linee ancora più affilate delle mie avendo una lunghezza di 475 per larghezza 55 (contro i miei 435x60).
Tieni anche presente che il mio è stato allungato di 55 cm, per cui le estremità affilate sono abbastanza inevitabili se non vuoi partire con raccordi molto lunghi e difficili senza dime di riferimento.
Cmq ti saprò dire.
Per la verniciatura ancora un po’ di pazienza.
L’estate è ancora lunga ;)
marittimo:
Nuovo puntapiedi che sostituisce il vecchio tubo di ferro arrugginito.
Inclinazione ergonomica, possibilità di comodo appoggio laterale e centrale del piede.
Regolabile al mm anche in navigazione.
Ovviamente ancora da verniciare.
marittimo:
Finalmente l’ibrido ha ricevuto il battesimo del mare.
Non ero mai stato in kayak fino a ieri e possiedo solo un’infarinatura teorica per aver letto un paio di libri (Il kayak da mare dell’AIKM e Corso base di canoa e kayak di B. Rosini), oltre a qualcosa su Internet e guardato qualche video su YouTube.
La mia esperienza pratica si limita a qualche brevissima remata in canotto e in moscone (quelli dei bagnini).
Non posso quindi dare opinioni tecniche ma solo descrivere sensazioni da neofita.
Traggo spunto da questo passaggio del libro di Rosini (pag.82):
“Le prime volte non saranno che tentativi: sarete fortunati se riuscirete a raggiungere sei cicli consecutivi senza che il kayak non compia una brusca deviazione. Non c’è da allarmarsi: o si usa subito una canoa con il timone o dovranno passare almeno una decina di ore (non necessariamente consecutive) di pagaiata per riuscire a mantenere una direzione sufficientemente rettilinea”.
Bè, nulla di tutto ciò.
Appena acquisita un po’ di confidenza con la stabilità laterale (circa 10 minuti), ho iniziato a pagaiare con decisione puntando una boa lontana e in pochi minuti mi sono ritrovato al largo senza mai spostare la prua dall’obiettivo. Solo qualche lieve scostamento facilmente compensabile con una maggiore pressione del piede.
Poi abbiamo fatto una breve escursione lungo costa di circa 3,5 miglia (oltre 6 km) e il kayak filava a meraviglia, tanto è vero che ho sempre mantenuto lo stesso passo degli altri due (più lunghi) che, ogni tanto, addirittura superavo.
Infine un po’ di esercizi vicino riva, dove sono riuscito a ribaltarmi nel maldestro tentativo di eseguire un appoggio continuo.
Sulla manovrabilità non mi sembra di avere riscontrato problemi.
Bastava una grossolana spazzata da principiante e il kayak roteava praticamente su se stesso.
Per ora l’aspetto negativo è forse la dimensione striminzita del pozzetto che non mi consentiva di alzare le ginocchia e muovere le gambe per combattere meglio il leggero formicolio che ogni tanto compariva.
Comunque, le oltre due ore trascorse a bordo non mi hanno provocato altri fastidi, salvo un paio di ribaltamenti in entrata e in uscita con l’acqua al ginocchio.
marittimo:
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