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referendum trivelle: buoni e motivate ragioni per votare

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Vittorio Pongolini:
A prescindere dal fatto che forse non è questa neppure la sede di discussione, io non andrò a votare perchè per me è un referendum inutile, costoso e pretestuoso. Non ritengo di avere la capacità critica nè, in seconda battuta, la presupponenza di prendere una simile decisione e non voglio condizionare i lavoratori e i tecnici del settore e dei politici che, evidentemente, non sanno cosa fare, pur essendo pagati profumatamente per farlo. E non voglio nemmeno dare un giudizio in materia, gratuitamente. Se devo fare un paragone,  questo referendum per me non vale più di una decisione, che so io, se sia corretto o meno mettere più solfiti nel vino bianco rispetto ai rossi, oppure se gli scuolabus da nove persone debbano poter caricare fino a diciotto bambini perchè hanno il sedere che è la metà di quello di un adulto, o se si debba obbligare tutti i ciclisti ad indossare il casco, e via dicendo.
Chi sono io per giudicare?

Alberto Faggioni:
Leggete, per favore, c'è molta disinformazione, io stesso ho avuto dubbi.
A questo indirizzo riportato qui sotto potete vedere una comoda serie di disegni che danno un'idea chiara e veloce della situazione.
http://www.bioecogeo.com/referendum-uninfografica-far-breccia-nel-cuore-degli-indecisi-dei-disinteressati

Negli allegati potrete trovare articoli con le ragioni del si e del no, ma vi consiglio di leggere soprattutto l'intervista al geologo Tozzi.
Se troverete chiare e convincenti queste informazioni, potete girarle a vostra volta ad altri.
Ciao
Alberto

marco ferrario (eko):
A quanto già preso in considerazione nel topic, aggiungerei che è dimostrato, in modo inequivocabile, che alcune attività collegate all’estrazione di idrocarburi da piattaforme offshore determinano l’immissione diretta nell’ambiente di sostanze molto inquinanti e dannose per l’ambiente e per gli organismi che vi abitano.
Quanto catrame vediamo quando coi nostri kayak sbarchiamo sulle spiagge? nonostante il lavoro di volontari che cercano di pulirle.
Quanto catrame si è depositato nei fondali marini? Quali i gravi danni?
Ma sono solo i danni piü evidenti ai nostri occhi di kayaker marini, a questi si sommano moltri altri gravi problemi per la salute del pianeta e dei nostri mari.

Le trivelle perciò riguardano tutti noi, informiamoci.
Segnalo questo documento Pdf e un recentissimo video:
http://www.greenpeace.org/italy/Global/italy/report/2016/Trivelle_Fuorilegge.pdf
http://www.la7.it/piazzapulita/video/italian-offshore-11-04-2016-180432

marco ferrario (eko):

--- Citazione da: Alberto Faggioni - Aprile 15, 2016, 12:55:24 am ---... ma vi consiglio di leggere soprattutto l'intervista al geologo Tozzi.

--- Termina citazione ---

Intervista al geologo Mario Tozzi:
http://www.radiopopolare.it/2016/03/fonti-fossili-roba-vecchia-serve-una-svolta/

Molto interessante anche l'intervista a Luca Mercalli
“Voto Sì, pensando al futuro del pianeta” http://bbb.radiopopolare.it/2016/04/referendum-trivelle-luca-mercalli-voto-si-pensando-al-futuro-del-pianeta/

Giuseppe Coduri:
Ciao a tutti, tra tutti i vari contributi (va da sé, tutti per il sì) il più equilibrato mi è parso quello di Tozzi, del quale tuttavia non condivido le conclusioni.
Io ritengo che per decidere la nostra posizione se, cioè votare sì o astenersi (andare e votare no, alle regole attuali è un controsenso e io sarei per eliminare o ridurre notevolmente il quorum) ci si debba concentrare su un solo punto: è davvero un rischio così grande lasciare in attività le piattaforme estrattive (non trivelle) fino all’esaurimento rispetto al bloccarle tutte?
Il resto è fuffa: le royalties (alte o basse) vanno confrontate con la pressione fiscale complessiva e con la rimuneratività del giacimento, e alla fine si scopre che siamo su livelli omogenei ad altre aree.
L’impatto sul turismo è smentito dal fatto che la riviera romagnola ospita molte piattaforme; per quanto riguarda i posti di lavoro persi, quello è un problema serio, ma se davvero si scongiurassero rischi elevati per l’ambiente, sarebbe un sacrificio da compiere.
Io ritengo che sia sbagliato mettere sullo stesso piano piattaforme che estraggono solo gas (la maggior parte di quelle oggetto del referendum) e quelle che estraggono petrolio. Ritengo inoltre che il rischio sia tutto sommato accettabile, tenuto conto che oltre le dodici miglia vi sono comunque altri impianti e che incidenti significativi non ce ne sono mai stati.
Per quanto riguarda il fine concessione, mi risulta che i concessionari (compagnie) siano soggette a rilasciare fidejussioni a garanzia dello smantellamento a fine vita, pertanto, in un caso o nell’altro le piattaforme dovrebbero essere smontate. Forse farlo a giacimento esaurito potrebbe comportare meno rischi, ma non ho le competenze per dirlo.
I sostenitori del sì, alla fine dicono che la cosa importante è  dare un segnale. Sarà ma ricordo che l’Italia ha già superato gli obiettivi europei in termini di percentuale di energia rinnovabile, che si sta facendo un grandissimo lavoro sull’efficienza energetica (il meccanismo dei certificati bianchi è stato imitato in Europa) anche le la burocrazia italiana (GSE, ministeri, ecc.) si ingegna sempre a complicare le cose. Insomma, non siamo messi così male come ci piace spesso pensare.
E poi: si riduce il consumo di un bene intervenendo sulla domanda, non andando a ridurre l’offerta, che già ora è abbondante. Così facendo faremo salire marginalmente i prezzi, aumentando un po’ la nostra bolletta energetica e riducendo introiti per lo stato (royalties, canoni concessorii, imposte) che potrebbero essere destinati (utilmente) a incentivare la transizione verso le rinnovabili e l’efficienza.
Pertanto no, non andrò a votare.
Ciao.

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