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L'IPOTERMIA UCCIDE

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nolby:
A quanto detto da Vittorio devo aggiungere una cosa:
Ha anche un bel Kayak! ;D

Comunque mi sento di contraddirlo su una cosa:
chiamando il 117 rischieresti di fare un passaggio in più...
Già solo leggendo il sito della GdF, nella spiegazione dei compiti della sala operativa 117 NON c'è l'attivazione dei soccorsi.
Infatti il 117 viene definito numero di pubblica utilità e non di emergenza.
Se andate nella pagina del loro Soccorso Alpino (altro settore in cui rappresentano un'eccellenza) è specificato che per attivarli bisogna rivolgersi al numero 118. Purtroppo non ho trovato indicazioni sui loro reparti di recupero in acqua ma la logica è la stessa.

In Lombardia, componendo uno qualsiasi dei vecchi numeri di emergenza, la chiamata viene direttamente inoltrata al centralino NUE 112, che è in grado di localizzare l'utente con una certa rapidità (specie se si usa uno smarphone con installata l'APP di AREU che invia in automatico alla sala operativa la posizione GPS. Utilissimo in acqua o in ambiente impervio) ed è in grado di smistare la chiamata a chi di dovere (cosiddette centrali operative di secondo livello, che si occupano poi dell'attivazione dei mezzi) dato che anche altri enti si occupano della sicurezza sul lago e l'utente non può sapere chi al momento è operativo e con quali mezzi.
Oltretutto, per i turisti, è utile favorire la diffusione della conoscenza del 112 (numero peraltro europeo) perchè è multilingue.

Il sistema 112-118 lo conosco bene, è ormai rodato, e posso assicurare funziona meglio di quando si componevano i vari 115-118-112. Le migliorie non sono state  solo riguardo il numero di telefono ma è stata riorganizzata tutta la struttura per l'attivazione dei soccorsi (l'utente di queste cose non si accorge, ma ne giova in termini di tempistiche e qualità del servizio che ottiene).
E' stata fatta una certa pubblicità ma purtroppo ancora qualcuno non sa come funziona e, nel momento del bisogno, tenta vie diverse facendo telefonate inutili.


Teniamo poi conto che il caso specifico di cui parliamo, un soccorso in acqua, è un'evento che richiede una catena dei soccorsi interforze (soccorso tecnico, soccorso sanitario, forze dell'ordine) ed è necessario che sia chi gestisce l'evento a decidere quali siano i tipi di mezzi e gli enti più idonei ad intervenire.

marco ferrario (eko):
Ehi Vittorio, sarà mica un coccodrillo?!!    :-[ :)    ma non voglio uscire dal tema in questione, perché l'ipotermia è il nemico peggiore e temibile di chi va in kayak su acque fredde, vado perciò oltre ricollegandomi agli interventi di Nolby e di Santino.                                                                                                                                                                                                                                                                                                        Ritengo che conoscere la spiaggia in cui ci si trova è utile ai bagnanti. Ai naviganti, le spiagge del lago sono utili per una sosta, è bene sapere dove si trovano, ma non sono punti cospicui facilmente identificabili dall'acqua e cambiano anche aspetto, ampliandosi o scomparendo completamente, a secondo del livello idrometrico del lago. Inoltre, chi procede in acqua, ha grosse difficoltà a memorizzare il numero di riferimento della spiaggia perché i cartelli che le indicano non sono facilmente identificabili dall'acqua e comunque sono leggibili solo a sbarco avvenuto.                                                                                                                                                                                                                       Il Lario è invece ricchissimo di punti cospicui e perciò ci si orienta facilmente durante la navigazione. il GPS non è indispensabile.  I 47 scali del battello riportano tutti il nome della località che è ben leggibile navigando sotto costa, perciò dopo qualche pagaiata, non c'è più la necessità di leggerli in quanto si saranno mentalmente memorizzati. Ad essi, con l'aiuto di una buona mappa, vanno aggiunti i molti punti nautici notevoli naturali, facilmente identificabili stando in acqua e visibili anche da lontano, ne cito alcuni a solo titolo di esempio: Capo Spartivento, le Anse di Piona e del Diavolo, il Promontorio dell'Olgiasca, le Punte di Morcate, di Lavedo e della Cavagnola, la Scogliera del Moregallo, i Pozzi di Madrone e di Riva, e poi la Grotta Azzurra, la Cascata di Albonico o del Poncio, l'isola Comacina, il Sasso di Dascio, le foci di fiumi e torrenti, ecc. ecc. ecc. A questi si aggiungano i punti cospicui rappresentati dalle molte ville note e appariscenti e le costruzioni religiose più significative. Sono questi e anche altri, i punti nautici notevoli che si affacciano sull'acqua del lago e che perciò sono a noi ben visibili anche navigando a considerevole distanza dalla costa. Sono punti cospicui sempre identificabili su una buona mappa, con nomi definiti e riconosciuti, ovviamente sempre che non scenda fitta la nebbia o nel bel mezzo di una tempesta di neve.

E' sempre importante identificare con precisione dove ci si trova, perciò, se non si conosce il posto, è utile un GPS o l'utilizzo intelligente di una buona mappa; oltre ad avere a disposizione un telefono sempre pronto all'uso con memorizzato i numeri di soccorso,
ma ci sono altri importanti suggerimenti utili a prevenire o ridurre le conseguenze dell'ipotermia e, in caso di incidente, salvarsi più facilmente?       visto che i più esperti esploratori ed abili kayakers sono anch'essi drammaticamente coinvolti.

Paolo Mil:
Presumo che l'unico modo di prevenire o quanto meno ridurre il rischio di ipotermia sia l'abbigliamento adeguato.
Muta e tessuti tecnici adatti al pagaiatore offrono una discreta protezione ai "bagni" non troppo prolungati, dando modo di risalire a bordo e raggiungere la riva (o attendere soccorsi se questo non risulta possibile).
Guanti, stivaletti ed eventualmente cuffia in neoprene aiutano notevolmente a non disperdere velocemente calore dalle estremità.
Se poi si ha un cambio di abbigliamento stivato (ed una coperta termica), si può risolvere l'inconveniente senza penare drammaticamente.
Leggo spesso siti di sea kayak stranieri (di paesi che si affacciano sugli oceani) e, come sottolineato da Marco, l'ipotermia risulta essere forse una delle principali cause di disgrazie per mare.
Da meditare.

michele varin:
Intanto grazie a Marco ekokayak Ferrario per avere attivato un ragionamento sul tema.
L'evento scatenante è stata la morte di Doug Tompkins, ex boss di North Face, per ipotermia in un lago del Cile (General carrera, Lago Glaciale temp. media 9 gradi)).
Per inciso l'uomo aveva al suo attivo prime importanti inkayak in  torrente, ed era avvezzo a muoversi in ambienti impegnativi: non era uno sprovveduto, e quelli con lui anche.
A questo link (in inglese) si trovano gli ultimi aggiornamenti sulla vicenda http://www.canoekayak.com/news/everything-we-know-about-doug-tompkins-death/
Comunque in sintesi:
gruppo di kayak;
arrivo improvviso di forte vento (patagonico...);
onde "da lago"(non altissime, 3 m,  ma corte, quindi credo con lo scafo spesso fuori dall'acqua e quindi più esposto a rovesciamento;
rovesciamento di più kayak;
secondo le autorità cilene la navigazione per piccole imbarcazioni era sconsigliata;
Tompkins dovrebbe essere stato in acqua "circa 2 ore" (se così è ha resistito veramente tanto...)
"non è chiaro come fossero equipaggiati e vestiti i kayakisti; una foto di gruppo all'inizio del giro mostra Tompkins che indossa una giacca stagna...una foto pubblicata dall'Esercito Cileno mostra due dei soccorsi (Ridgeway e Chouinard, noti alpinisti) che sembra non indossino mute stagne...".
Butto li due analogie con i nostri laghi.
Arrivo improvviso del vento, onde corte, kayak spesso fuori dall'acqua ed esposti alle raffiche di vento. (Ma da noi generalmente la meteo prevede l'arrivo di venti forti).
Temperature basse dell'acque (che però si conoscono).
Abbigliamento?
Credo sia importante, per evitare questi esiti drammatici di incidenti banali sui nostri laghi, lavorare sulla prevenzione.
A mio parere:
Verificare bene la meteo. In occasione dell'incidente mortale sul Lago di Mergozzo dell'anno passato  l'arrivo improvviso del vento era previsto. Anch'io quel giorno non ho guardato bene la meteo e sul Lago Maggiore mi sono trovato in difficoltà
Vestirsi per un bagno in acque fredde: è scomodo e fastidioso, ma credo non si possa fare a meno della muta, umida o stagna che sia.
Conoscere le procedure per l'allertamento del soccorso in ambiente ostile, tramite il 112 specificando bene luogo e situazione.
Ciao
Michele Varin   
 

nolby:
L'argomento abbigliamento è interessante.
Ho trovato questo:
http://forum.ckfiumi.net/index.php?topic=4289.0

ma si è discusso poco

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