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L'IPOTERMIA UCCIDE
luigi colombo:
Premesso che pur avendo letto l'articolo riportante la notizia dell'incidente accaduto al povero Alessandro non sono a conoscenza delle condizioni in cui ciò è accaduto, vorrei fare alcune precisazioni. Innanzitutto non condivido il tono sprezzante del post di Andrea Ricci (gli incidenti succedono... fanno parte della vita attiva) Quanto poi alla ricerca di un colpevole a tutti i costi, la magistratura farà il suo lavoro e accerterà se ci sono responsabilità come è giusto che sia. In ogni caso l'ipotermia (perché di questo si tratta) può e deve essere prevenuta. Semplici norme: indossare sempre il salvagente (vale anche per gli olimpici!), non allontanarsi troppo da riva (tra l'altro,lì l'acqua è più dura e l'allenamento più efficace), e sul fiume scegliere percorsi dove sia possibile raggiungere facilmente la riva in caso di bagno.
Caro Andrea, scrivendo così dimostri di disprezzare la vita; la canoa non è solo allenamento, è uno sport bellissimo, io ci vado da oltre quarant'anni e vorrei che potesse sempre regalare belle sensazioni e che non si debbano mai più leggere notizie come quella dell'incidente sul Reno
Jimmy/Anonimo Brembano
Andrea Ricci:
Uno sport bellissimo con dei rischi. Uno sport che si diffonde grazie soprattutto a presidenti di club, a organizzatori di raduni, a istruttori e allenatori che con dispendio di tempo e di soldi si dedicano agli altri. E rischiano tanto, come queste notizie dimostrano. Noi dovremmo fare quadrato intorno a loro, e difenderli. Perche' scommetto che tanti soggetti con responsabilita' dopo questi episodi abbandonano: chi glielo fa fare a vedersi sbattuti in prima pagina con rischi civili e penali?
Certo che la magistratura indaghera' sulle cause. Ma insegnare a un allenatore o a un presidente di club - da semplici canoisti della domenica come la maggior parte di noi qui siamo - come debbano vestirsi degli atleti in allenamento e' un tantino presuntuoso. E non giova al nostro sport.
Raramente in questo forum ho visto disamine tecniche di incidenti avvenuti, a fini di futura prevenzione; e prevenzione pragmatica, non teorica. Questo sarebbe utile. Non dire banalmente che bisogna coprirsi contro il freddo.
luigi colombo:
Ho praticato per un certo tempo anche scialpinismo, e una delle prime cose (forse anche la prima) che ho appreso nei corsi è come avere un adeguato abbigliamento. No, non è affatto banale né presuntuoso insegnare come proteggersi dal freddo, sono dopo di tutto cose elementari! Non possiedo alcun titolo di istruttore o allenatore, anche se in passato qualche ragazzo in canoa l'ho messo. Ma posso assicurare che quel che ho scritto a proposito dell'ipotermia l'ho sempre fatto presente.
Jimmy/Anonimo Brembano
marco ferrario (eko):
--- Citazione da: Andrea Ricci - Febbraio 06, 2019, 10:18:35 am ---Non si può tacere cosa??
--- Termina citazione ---
Certo Andrea, non si può tacere, lo ribadisco.
Penso sia necessario tenere sempre alta l'attenzione per valutare i rischi ed è colposo l'atteggiamento di chi, nascondendo la testa sotto la sabbia, vorrebbe che questo nostro forum tralasciasse le notizie di disgrazie, preoccupato del fatto che portino danno alla causa della canoa, disincentivando i giovani dal pagaiare.
Ritengo che sia grave non parlarne.
Nascondere questi fatti è uno sporco inganno che concorre nell'assopire la presa di coscienza dei pericoli.
È tutto qui il motivo del mio iniziale "Non si può tacere.".
Lorenzo Molinari:
Povero ragazzo, non ho parole… morire così …e poveri genitori.
Un genitore che iscrive il proprio figlio minorenne in un club per imparare ad andare in canoe e quindi svolgere attività turistica o agonistica (ma ciò vale anche per un maggiorenne che s’iscrive di sua iniziativa), si aspetta che istruiscano il proprio figlio adeguatamente non solo a stendere il braccio in avanti pagaiando ma soprattutto alle più elementari regole di sicurezza, le quali, per quanto possano apparire banali a chi già le conosce, non sono poi così banali per molti. Tra queste certamente rientra anche l'abbigliamento da tenersi in canoa d'inverno.
Perché un canoista anche agonista nei mesi invernali nel nord Italia non dovrebbe indossare una muta a salopette, magari comoda al tronco, per ridurre la dispersione termica, se non altro alle gambe e al bacino, oltre a un’adeguata giacca d'acqua e un PFD?
Purtroppo la mentalità è tale che se ti metti la muta per uscire con una canoa d’acqua piatta da gara, i tuoi compagni ti sfottono, così come accadeva un tempo se s'indossava il casco in modo, anche su moto di grosse cilindrate. I capelli al vento facevano figo e potenziavano la virilità! Questa è la mentalità che presidenti, allenatori e istruttori dei club di canoa dovrebbero contrastare, offrendo un’adeguata informazione ai loro soci e obbligandoli a elementari regole di sicurezza. Presidenti, allenatori e istruttori – a mio parere, devono essere soggetti a responsabilità in caso d'incidente se non hanno curato questi aspetti.
Per come vanno le cose in Italia, non ho mai sentito di presidenti, allenatori o istruttori condannati per incidenti, anche quando era evidente una corresponsabilità agli occhi di un esperto, e non voglio ricordare alcuni incidenti mortali che hanno coinvolto presidenti, allenatori o istruttori in Italia e in passato, archiviati come fatalità.
La fatalità non c’entra quasi mai.
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