Per chi volesse leggere il pezzo di Valentina comparso sul portale di Ritorno a monte:
L’autostop diventa viaggio per il Gian Burrasca del kayak Valentina Scaglia*
E bravo Angelo. Il Gian Burrasca della canoa ha firmato il suo terzo libro. Come i primi due, Fuga nella gola e Attrazione fluviale, prende vita dalle sue esperienze personali, senza voler essere una guida di itinerari fluviali. Però questo ultimo titolo è diverso. Non aspettatevi i racconti di fiumi, adrenalina e acqua bianca, con il corollario di irresistibili imprevisti che ogni canoista di lungo corso mette nel proprio bagaglio di esperienze (pochi, però, arrivano a metterle sulla carta. Semmai sul web). Qui il nucleo è quella fase ritenuta faticosa e triste, spesso demandata a mogli e fidanzate, se non all’amico un po’ sfi-ato che in canoa non va. Insomma, avrete capito: si tratta del recupero.
Angelo, da manager collaudato, salta agilmente dal kayak alla terraferma e, marinaio delle strade del mondo, lascia il suo gruppo in panciolle allo sbarco e si mette in movimento per raggiungere l’automezzo. Nulla di strano se non che l’azione si svolge nel cuore del Marocco o dei Balcani, in Grecia, in Russia, in Canada o in Slovacchia. Qualche volta anche in Italia(quella un po’ marginale che i canoisti prediligono). E tira fuori i suoi assi nella manica, rispolverando l’antica ma sempre utile arte dell’autostop e sapienti trucchi psicologici per commuovere, trascinare o costringere degli sconosciuti a dare una mano nell’impresa, che è quella di tornare all’imbarco, spesso su strade impossibili e dalle svariate insidie. Ogni recupero è un viaggio, ogni viaggio un incontro con i personaggi del posto, più o meno simpatici e saggi, che si arriva, in qualche modo, a conoscere.
Quello di Angelo è quindi un libro unico (chi avrebbe mai pensato di dare alle stampe un libro intero sulle “avventure del recupero?”) che fonde senso dell’umorismo e spirito da viaggiatore. Vi consiglio di leggerne un capitolo alla volta, prima di dormire, come ho fatto io, assicurandomi 23 insolite letture serali. E poi una nota personale. Angelo, che ho conosciuto in Caucaso nel 1990, continua a viaggiare in canoa, impermeabile agli anni che passano - mentre attorno a lui molti hanno smesso da tempo - con un certo eclettismo. Kayak per l’acqua bianca, canoa canadese per navigazioni di ampio raggio. E non si stanca di raccontare, a voce e per iscritto. Una lezione di tenacia e costanza, col sorriso sulle labbra.
Valentina Scaglia
*GIORNALISTA PROFESSIONISTA , VIAGGIATRICE, NATURALISTA.
COLLABORA CON IMPORTANTI RIVISTE DI VIAGGI E NATURA, AUTRICE DI DIVERSE PUBBLICAZIONI