Ecco un mio mini report sulle cose "da non fare" in Canoa.
Ieri, avendo chiuso presto un appuntamento a Martigny, ed avendo casualmente (...) la mia Mafia sul tetto, cerco in giro qualche fiumetto da scendere. Arrivo a Visp, salgo verso il Cervino (oggi 150esimo della prima tragica salita). La Vispa appare bella carica di acqua, ma la parte bassa sembra canalizzata, poco interesse. Salgo, arrivo ad un ponte altissimo, dò un occhiata giù e sembra meraviglioso ! Da una stretta gola esce un volume d'acqua un po' scarso, ma sono solo le 11... e fa molto caldo.
Per andare in sicurezza (...) chiamo il nostro esperto nazionale, il grande Baldo, per chiedergli consiglio. Mi tranquillizza, l'ha fatto da solo tanti anni fa, menziona un IV+, comunque da ispezionare con cura.
Ottimo, l'acqua cresce, alle 12.30 m'imbarco a Sant Niklaus. L'inizio è tranquillo, l'acqua è molto “lattosa”, anche un po' bassa, ma meglio così.
Dopo 500m, il fiume si tuffa letteralmente giù. Meno male, su tutta la sponda DX c'è la ferrovia del Cervino, sulla quale andrò spesso a fare ricognizioni, evitando con cura i numerosi trenini che in questo periodo portano su centinaia di turisti.
Il fiume è tosto, anzi tostissimo e mi costringe a numerosi trasbordi (almeno 4). Sono rapide con forte pendenza, sassi taglienti, sifoncini e salti con ritorno (non pericolosi con il livello odierno).
A meta percorsi si succedono salti artificiali da 2 a 6 metri, tutti fattibili meno uno pericolosissimo che va a sbattere a Sx contro una roccia verticale.
Ad un momento, scendendo un pezzettino di III/IV, intravedo un dislivello con curva a dx… ma non vedo nessuna morta dove fermarmi. Raramente nella mia vita di canoista mi sono trovato in una situazione del genere. Solo. Con l’angoscia di non sapere cosa c’è sotto. Naso a monte, pagaiando nella corrente con scarsa acqua sui sassi, riesco ad incastrami a due metri sopra il salto. Non so come ho fatto, ma sono riuscito a propulsarmi fuori dal pozzetto, maledicendomi. Possibile alla mia età fare ancora cazzate del tipo ? Il salto sotto è molto insidioso, strettissimo nella roccia con salto in curva e probabilmente sifonato.
Questo episodio mi calma decisamente. Decido di ispezionare quanto possibile dalla ferrovia. A un certo momento c’è il ponte di Kalpetran, la ferrovia si allontana verso Sx, ma il fiume è un po’ più tranquillo per 500 / 600m (cl 3 / 4) e si scende bene a vista. Fino ad un nuovo forte dislivello dove il torrente sparisce in una goletta. Decido di rimandare ad una prossima discesa con gruppo tosto e la necessaria sicurezza. Torno al ponte sponda Dx in mezzo a bei pascoli – ripidissimi.
Una volta recuperata la macchina (autostop), vado fino al paesino di Kalpetran dove un ponticello permette di scoprire le due ultimi rapide (Cl V+) che ho sdegnato percorrere.
Arrivato a casa, vado vedere i reports dei Fiumi su CK Fiumi… e mi accorgo che il Baldo aveva percorso l’altro affluente del Vispa, il Saaser Vispa... Sul sito svizzero Rivermap,
www.rivermap.ch/map.html#sprache=de&map=g&styled=1&lat=46.19292&lng=7.83446&zoom=14, scopro in effetti che danno il tratto che ho sceso sul V-(VI).
Tanto pressapochismo; mi è andata bene e sconsiglio a tutti, a cominciare da Jacques, di fare cazzate di questo tipo.
Fred