Spazio Kayak (e canoa) Fluviale e Torrente > Chat

Il reporting degli incidenti

(1/3) > >>

Andrea Padrone:
Buongiorno a Tutti,

quando ho discusso in sede d'esame la tesina qui allegata, Francesco Salvato e Michele Ramazza mi hanno detto: "bella, ma a che pro?"

Per rispondere in maniera concreta a quella loro giusta domanda, ho deciso di condividere con voi tale documento, affinché possa essere di dibattito e stimolo alla creazione di un database istituzionale dedicato al reporting degli incidenti sulla stregua di quanto già fatto negli Stati Uniti dall’American Whitewater (www.americanwhitewater.org). Sin dal 1975, infatti, questa organizzazione non profit raccoglie i dati sugli incidenti fluviali, rendendoli disponibili al pubblico. L’inserimento dei report nell’Accidents Database  (https://www.americanwhitewater.org/content/Accident/) può essere fatto da qualsiasi utente e viene quindi vagliato dal comitato per la sicurezza dell’American Whitewater (costituito da professionisti del soccorso fluviale e da maestri di canoa/rafting) prima di essere ufficializzato.

Nel mio elaborato ho elencato i motivi per i quali penso che il reporting degli incidenti sia necessario. Di tutti ritengo che il più importante sia quello di evitare che tali incidenti possano ripetersi e per farlo dobbiamo informare e informarci, condividendo le nostre esperienze e ricordando quanti ci hanno tragicamente lasciati con l’onore che solo la memoria può dare.

Chiaramente per farlo serviranno dei fondi per sviluppare il database e il contributo di tutti noi per alimentarlo; dovrà essere istituita una commissione di esperti per la sicurezza che vagli e verifichi i report. Non sarà banale, ma l’esperienza americana ci dimostra che e’ possibile.

Andrea

Antonio Fierro:
L'idea è ottima soprattutto se è legata anche al rafting e agli incidenti non mortali.
Ovviamente ogni infortunato dovrebbe avere l'accortezza di caricare sul data base la dinamica dell'incidente.
esempio descrizione punti scivolosi, acqua bassa, sassi sporgenti e la dinamica.

matte kk:
L' idea non è affatto sbagliata anzi secondo me potrebbe essere molto utile.
In effetti anche su questo sito vengono quasi sempre (anche senza quasi) riportati gli incidenti che accadono nei tratti fluviali sia in territorio nazionale che estero- sia a compagni italiani che stranieri- ma la differenza sostanziale sta nel fatto che manca poi un' indicizzazione e una catalogazione che permetta di raggrupparli.
Il sito AWA raggruppa incidenti di ogni tipo che accadono in acqua mossa dai canoisti ai rafters- ma anche a gente comune che magari o per malore o per disattenzione si ritrova in pericolo lungo un corso d'acqua e riporta anche gli incidenti non mortali.
Penso comunque che la prerogativa perchè ci sia il report di un incidente nel loro sito sia l' intervento di autorità ufficiali nel soccorso della vittima- infatti se si scorrono i vari verbali si può evidenziare che gli stessi siano stati redatti da autorità competenti e questo secondo me è molto importante perchè oltre che essere un report sterile ed oggettivo sulla dinamica- escluderebbe ogni tipo di congettura sulla mancanza di preparazione- di tecnica o di esperienza che sovente si verifica nei confronti della vittima e del suo gruppo.
L' utilità vera di una catalogazione del genere secondo me comunque non starebbe tanto nel fatto della segnalazione di punti pericolosi lungo i tratti perchè bene o male quelli li conosciamo quasi tutti su quasi tutti i fiumi nostrani e in ogni caso sappiamo che il letto di un fiume può tranquillamente cambiare a causa di una piena e non solo.
La sua grande utilità la ricercherei piuttosto nella possibilità di tirar fuori una statistica che andrebbe a evidenziare quali sono in linea generale i tratti più a rischio in cui esperti e principianti possano cimentarsi e che dipendono secondo me da vari fattori es: frequentazione media- capacità media nel tratto frequentato- dinamica media dell' incidente.
Concludo solo dicendo di aver letto la tua tesina Andrea e di averla trovata molto bella ed esauriente e la proposta che hai fatto non è affatto sbagliata anche se temo comunque che per essere messa in atto necessiti di non poco lavoro e non poco tempo per la sua realizzazione.
Cheers.
Matte.

Gengis:
Ciao a Tutti ,
da una prima veloce lettura mi sembra un buon lavoro e condivido la necessita  di tenere un data base di tutti gli incidenti , mi meraviglia che Formatori di tale livello  escano con "bella, ma a che pro ?" sicuramente il loro sarà stato un discorso più complesso
poichè " a che pro?) è lampante "Evitare che l’incidente possa ripetersi"
se la canoa/ kayak si è evoluta/migliorata  e stata proprio la voglia di evitare il ripetersi di incidenti pericolosi e anche mortali, io ho visto nascere la prima imbracatura sul salvagente fatta da Guido Faini , le prime corde da lancio fatte da Roberto Polizzy e da Vittorio Pongolini , personalmente mi sono battuto a lungo per la maggiorazione dei pozzetti con la Moldresin ,la Fanver, e Francesconi e per evitare il ripetesi degli incidenti caro Andrea  sono a chiederti di portare avanti il tuo progetto , gli aiuti non mancheranno , ne sono  sicuro .
Gengis

vick:
Ciao a tutti e ciao Andrea. Non scrivo mai su cki però,
Ho letto la tua tesina e la trovo molto utile ed interessante. A parere mio non solo bisognerebbe avere un data base degli incidenti più gravi, ma anche incidenti banali, o ancora più utile gli scampati incidenti. Spesso si navigano rapide etc.. e se non succede niente, si pensa la rapida è fattibile, ma non possiamo sapere quanto vicino all'incidente siamo andati. Ora per fare queste considerazioni bisognerebbe mettere da una parte orgoglio ed essere il più onesti possibili. La difficoltà, spesso può essere un'errata valutazione, se un canoista non è in grado di valutare alcune cose, per non conoscenza sarà difficile poi che il suo report sia veritiero.
Ciò non toglie che tutto fa brodo. Io personalmente sono abbastanza sensibile perché sono vivo per un racconto di un mio amico.
Una volta ero in Monte Bianco e dovevo calarmi, facendo un'ancoraggio sul ghiaccio. Un mio amico anni  fa mi raccontò di un suo scampato incidente. Una volta fatto l'ancoraggio non mi piaceva così tanto e decisi come fece il mio amico di mettere un friend come back up. Il prima di calata si calò sull'ancoraggio, quando fu il mio turno a metà calata l'ancoraggio saltò e io mi ritrovai appeso al friend. Se il mio amico non mi avesse raccontato questa sua esperienza, io sarei saltato giù.

In fiume stessa cosa, molti sono gli incidenti, le distrazioni gli errori, tutto utile, l'esperienze degli altri, rendono me un canoista migliore. Quindi auguro che questo progetto possa trovare porte aperte. Perché di canoisti che girano con moschettoni sulle spalline ce ne sono molti, ed a ottobre c'è quasi scappato il morto, canoisti che hanno il coltello nelle tasche pure. Insomma sapere le dinamiche di incidenti e dei quasi incidenti può far almeno riflettere. In bocca al lupo, gran bel lavoro ora, quando comunicherai dove poter scrivere gli incidenti, io ne ho alcuni da poter condividere. Bravo e grazie per il tuo lavoro, mi piacerebbe condividere il tuo lavoro anche su altri canali. Ma vorrei che lo facessi tu visto che hai fatto proprio un bel lavoro.

Navigazione

[0] Indice dei post

[#] Pagina successiva

Vai alla versione completa