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Sempre più appassionato di questo sport....
maurizio bernasconi:
Beh, giusto per alimentare la polemica. Ho un'obiezione. Una decina di eskimi al chilometro è una strategia che mi ha sempre lasciato perplesso. Non che non funzioni, funziona quasi sempre, però... cacchio mi pare che l'eroe non sappia pagaiare. Tra una discesa sensata e una prova di ardimento qualche differenza ci deve pur essere. Io che sono sempre stato un po' fifone, di sesto grado ne ho fatto davvero il minimo indispensabile per acquistare il diritto di dire la mia. Perciò dico che preferisco i coraggiosi che, in più, sanno anche scendere il fiume. Il paragone con Bonatti è discutibile per due motivi: lui aveva una grande tecnica e poi ha preferito sopravvivere, credo perché sospettasse che nel tempo si diventa un pelo meno fessi e possono capitare ancora alcune piccole avventure non disprezzabili.
Enzo Scott:
Edit : ho capito male :-[
matte kk:
Maurizio Bernasconi il fatto che tu dia dell' incapace ad uno che è stato inserito nella "intenational whitewater hall of fame" (https://iwhof.wordpress.com/honorees/2007-2/walt-blackadar-usa/) mi fa capire che probabilmente hai giudicato il video del link come se ne giudicassi tanti altri odierni che si trovano nel web....
Io ho solo 30 anni e non so quanti ne abbia tu ma immagino che nel 1971 i kayak non fossero proprio quelli che si trovano oggi in cirolazione e magari la tecnica fosse anche un attimino diversa da quella di oggi data dal fatto che a quei tempi probabilmente era ancora un po' acerba in quanto credo che il nostro sport sia abbastanza giovane e si sia evoluto fortemente nelle ultime 2 decadi....
Detto ciò rimango dell' idea che indipendentemente dagli eskimi o dalla poca tecnica che potesse avere (opinabile) abbia compiuto una grande impresa pari a tante altre in altri sport (da qui la mia analogia con Bonatti nell' alpinismo).
Il fatto che tu insinui anche che sia passato a miglior vita perchè incosciente mi fa ancora più capire che hai giudicato il sig. Blackadar in maniera superficiale.... La morte in fiume come in montagna può capitare anche a migliori esperti del settore e ne abbiamo avuto la conferma anche nell' ultimo anno e mezzo... La possibilità di finire incastrati sotto un tronco o sotto un sifone anche in una rapida di III grado sai che non è così remota se non te lo aspetti....
Poi onore anche all' impresa del grande Bonatti sullo Yukon anche se scendere un piattone in autonomia non lo ritengo uguale a completare una "prima" in un fiume come lo Stikine (tra l' altro correggo il mio precedente post: la prima sullo STikine è avvenuta nel 1981 e non nel 1977 e la sua discesa integrale si è verificata poi nel 1985)....
Finisco dicendo che ognuno è libero di esprimere il proprio parere come vuole del resto è una comunità ed è giusto che ci siano scambi di opinioni anche differenti quindi non prenderla troppo sul personale.
P.S. : dopo la discesa di Turnback del 1971- il monte che sovrasta il canyon ha preso il nome di Monte Blackadar.....
Cheers..... Matte ;)
maurizio bernasconi:
Nella discesa dei fiumi in piena il problema maggiore viene dalla difficoltà di tenere la pala in acqua. La pressione è talmente forte che non riesci a contrastarne la spinta ed è come se il fiume volesse ributtare fuori la pala. Dunque stenti a spostare il peso sulla pala e finisci col scendere in equilibrio precario. Inoltre la conformazione del flusso cambia di continuo, ti si crea un buco lì per lì, e non puoi prevedere la mossa giusta da fare in tempo utile. Per queste ragioni è da sconsigliare la discesa di fiumi in piena anche se non vedi trasporto di tronchi o altro. E' un'esperienza forse utile, che non reclama però troppo frequenti ripetizioni. Nel filmato si nota benissimo che il canoista viene portato dove lui non vuole. Inoltre in caso di bagno, evenienza possibile anche per un fenomeno, la conseguenza è quasi scontata. Dopo un minuto a bagno in quelle condizioni non hai nenche la forza di spostare un mignolo. Dunque il filmato dimostra che il canoista ha buone doti di apnea, di eskimo, di resistenza fisica, ma si è avventurato in qualcosa al di sopra delle possibilità per chiunque perciò o non sapeva valutare (improbabile) o voleva dare un'occasione alle sue Moire. Liberissimo. Ma questo non fa di lui un esempio e neppure dimostra che sapesse veramente discendere con classe un fiume. La tecnica del kayak in quell'epoca, opinione che non voglio imporre a nessuno, aveva raggiunto la sua perfetta maturità.
maurizio bernasconi:
http://youtu.be/ju9g8GtJOAo
Rimando un film conosciuto del Dudh Kosi nel quale si nota la padronanza del kayak in fiume. Tutta gente che aspettava qualche ora umilmentre che la piena calasse.
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