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divieto di navigazione a Venezia (Canal Grande ed altri rii...)
Andrea Gangemi:
Per chi conosce l'Inglese qui c'è un articolo di Rene Seindal, non lo conosco di persona, è un danese
che da quello che capisco vive da anni a Venezia facendo turismo nella città.
http://rene.seindal.dk/2015/02/18/kayaking-ban-in-venice/
In soldoni nella sua analisi mette in evidenza come, nonostante solo alcuni canali siano vietati, di fatto tutto il centro è precluso alle imbarcazioni a remi e pagaia.
Le zone rimanenti sono tre e non contigue, come se non bastasse una è raggiungibile solo passando dal canale della Giudecca, che non è certo un bel posto per un canoista visto che è il canale di transito di grandi navi e motoscafi, qualche anno fa ho avuto modo di attraversarlo e mi sembrava di essere in una gara di boater cross.
Purtroppo non potrò partecipare alla manifestazione di domani, ma auguro il massimo successo a chi sarà presente.
Davide Sandini:
Scrivo dal telefono quindi sarò sintetico: ieri eravamo in 31 compreso il mio piccolo Marco di 27 mesi. Pagata tranquilla e familiare, molte manifestazioni di appoggio da vogatori e veneziani. Il che fa Ban sperare in un supporto allargato alla cittadinanza. Concordo pienamente con Andrea ricci, un poco meno con chi ritiene che il comitato vogalonga abbia interessi in comune con noi
Andrea Ricci:
Bravi! Ma secondo me c'è una sola cosa che può avere effetto sulla ordinanza, più che il ricorso, più che la protesta, più che il boicottaggio, più che la Vogalenta, etc. ... Che il Comitato Vogalonga per protesta annulli la Vogalonga!
Andrea Ricci:
Domani ci sara' a Roma un convegno in cui si parla di acqua a Venezia.
Alcuni soci dell'associazione Discesa Internazionale del Tevere parteciperanno per sensibilizzare sulla questione dell'ordinanza.
Ecco la locandina:
FORUM AUSTRIACO DI CULTURA ROMA
Viale Bruno Buozzi, 113 - 00197 Roma - Italia
tel.: +39-06-3608371, e-Mail: rom-kf@bmeia.gv.at
Sito web: www.austriacult.roma.it
3 marzo 2015 / martedì / ore 20.00
Venezia, il MoSE e le grandi navi
tavola rotonda
partecipano:
Marino Folin, Prof. Arch.
Manfred Manera, giornalista
Gian Antonio Stella, giornalista
modera:
Mathilde Schwabeneder, giornalista ORF
Viale Bruno Buozzi, 113 - 00197 Roma
Ingresso libero fino a esaurimento posti
Venezia, una città minacciata da ciò che la rende famosa in tutto il mondo: l’elegante alternanza fra architettura e acqua. Un equilibrio delicato, cui ai rischi dati dalla particolare conformazione ambientale, si aggiungono le minacce antropiche, causate dalla fruizione della zona, che, di anno in anno più intensa, rischia di sfociare in un’usura con conseguenze fatali.
118 isolette e 177 canali a formare un centro storico unico al mondo, riconosciuto dall’Unesco come patrimonio dell’umanità.
Una conformazione precaria che persiste attraverso i secoli grazie a un’attenta manutenzione della laguna, perché salvaguardare la particolare conformazione di Venezia significa preservare lo status quo, conservando la morfologia lagunare. Uno status quo minato negli anni dall’erosione del fondale, dal moto ondoso e dall’acqua alta, tutti fattori che stanno trasformando la laguna da zona umida ad ambiente marino.
Una situazione cui si cerca soluzione già da oltre trent’anni, elaborando misure che possano preservare laguna e centro storico senza castrare la crescita economica della città. Provvedimenti che devono tenere conto tanto del corretto equilibrio degli elementi costituenti la vita della laguna, quanto delle necessità di sviluppo delle attività lavorative, intrinsecamente legate a turismo e industria navale.
Da qui lo studio di criteri e strumenti di mitigazione che hanno portato a un’ampia gamma di proposte, dai piccoli provvedimenti elaborati per arginare i danni, alle grandi opere progettate come soluzione. Negli anni si sono scavati canali aggiuntivi spostando il passaggio delle grandi navi in zone periferiche per contenere il moto ondoso del bacino di San Marco; sono stati emessi divieti alla navigazione per prevenire incidenti e inquinamento della laguna; sono stati varati articolati progetti per difendere la città dall’acqua alta. Fra questi nel 1987 si è scelto un preciso Modulo Sperimentale Elettromagnetico, il MoSE, che prevede la realizzazione di un circuito di dighe, l’innalzamento delle banchine verso il bacino e la impermeabilizzazione della zona sensibile. Il cantiere è proceduto per decenni fra sforzi, sprechi, scandali e corruzione, per ritrovarsi nel 2014 senza i fondi necessari alla sua ultimazione e con la consapevolezza che, anche una volta in funzione, il MoSE possa non preservare Piazza San Marco dall’acqua alta.
Una notizia che ha fatto il giro del mondo occupando le pagine dei quotidiani e i titoli dei telegiornali nazionali e internazionali. Uno scenario che ha visto innumerevoli inchieste e reportage televisivi in Italia come all’estero. Fra i contributi della tv di stato austriaca ORF, anche quello di un giornalista italo-austriaco, Manfred Manera. Il Forum Austriaco di Cultura Roma lo ha invitato a presentare i propri video in una tavola rotonda cui parteciperanno Gian Antonio Stella, editorialista del Corriere della Sera, e il Prof. Arch. Marino Folin, già rettore dello IUAV quando nel 2004 la facoltà di architettura ha accettato l’incarico di progettazione di nuovi edifici previsti dal MoSE. A moderare la serata, fra progetti, indagini, processi e leggi speciali, l’inviata a Roma dell’ORF, la giornalista austriaca Mathilde Schwabeneder.
Organizzazione & Info:
Forum Austriaco di Cultura Roma
Tel: 06 3608371
Andrea Ricci:
Grazie alla fortunata segnalazione di Fiammetta Curcio, c'eravamo.
E siamo intervenuti, in un convegno in cui si parlava solo di grandi navi, per segnalare lo scandalo dell'ordinanza, notizia che ha colto l'uditorio di sorpresa e suscitato interesse.
Gian Antonio Stella, una delle prestigiose firme del Corriere della Sera, relatore della tavola rotonda, ci ha chiesto dettagli e ci ha promesso un articolo sul Corriere (gli sto inviando materiale).
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