Mi soffermo solo sull'espressione che apre la lettera della Guardia Costiera: "Gentile Utente". Dunque noi saremmo degli "utenti", ovverosia coloro che usufruiscono di un bene o di un servizio pubblico, come il gas, l'energia elettrica, il telefono. E' già successo con le Ferrovie semiprivatizzate, prima eravamo viaggiatori, adesso siamo clienti. L'idea che l'andare in canoa faccia di noi implicitamente degli utenti indica un preciso atteggiamento mentale, un sistema (rin)cog(lio)nitivo, di quelli che debbono essere ficcati in testa a tutti ogni minuto. Non si contempla la possibilità per l'uomo di agire e di essere, semplicemente a tu per tu, con (ed entro) l'ambiente naturale. Qualsiasi cosa noi si faccia, il campo di gioco appartiene sempre a qualcun' altro: allo Stato, a un privato, a una multinazionale ecc. Naturalmente questo vale per i canoisti, ma soprattutto vale nel lavoro, vale per i consumatori, vale per ogni uomo qualunque cosa egli faccia. La natura totalizzante del Potere si manifesta così, come avevano ben descritto Orwel e molti pensatori anarchici, surrealisti e libertari. Il bello è che tutto questo accade lasciandoci l'illusione di vivere in democrazia. Del resto probabilmente dobbiamo considerarci "Utenti" anche rispetto alla democrazia, alla cultura, alla libertà, e qui si apre una piega paradossale. Basterà pagare un paio di euro e potremo, per esempio, esprimerci votando alle primarie. Questa riflessione si potrebbe estendere anche alla scelta che viene fatta qua e là di obbligare a un pagamento per la discesa di un fiume o per la scalata di una montagna. Siamo utenti perché "usiamo", in questo caso, il mare. Ma nel concetto e nell'etimo di "uso", ci sta dentro anche l'usura. Credo dunque che oggi pomeriggio andrò ad usurare il mare per una dozzina di chilometri.