Non potevo sognarmi più bel regalo per i miei 40 anni di canoa !
4 giorni di bei fiumi nella regione francese più bella per la Canoa (Corsica a parte…), con un bel anticipo strada facendo sul Soana, gonfio di acqua blu-verde, con l’amico Fiocco.
Sabato in mattinata integrale della Clarée, con livello medio basso molto corretto per la stagione… e tanti ricordi per il figlio Jacques per cui fu il primo fiume sceso all’età di 7 anni (maggio 96). Pomeriggio integrale della Guisane (Le Casset – Briançon), con ottimo livello. Domenica Guil, Chateau-Queyras-Maison du Roy, lunedì Ubaye, Le Martinet-Lago… sempre con un livello ottimo ed un’acqua meravigliosa, non certo quella che ti aspetti di solito a Ferragosto !
Sabato pomeriggio ci ha raggiunto il Grande Becc. Stupendo compagno di viaggio e di canoa. Certo, con l’età ripete un po’ sempre le stesse cose e ti fa 10 volte la stessa domanda, ma è stato di ottima compagnia, sul fiume come a terra, organizzatissimo con la sua macchina-dormitorio piena di salami, pasta e vin santo appositamente trasportati da Perugia, e stravolgente con il suo entusiasmo fiumistico sempre in piena !
Jacques invece, ridotto da 2 recenti operazioni alle mani (tunnel carpale), è poco allenato, ha la canoa troppo piccola (Exo 260 per 90 kg…) ma fortunatamente ha conservato tutto il suo senso della canoa… ed un ottimo eskimo (ne effettuerà una ventina in 4 gg).
Abbiamo lasciato lunedì sera una macchina al lago di Sainte Croix; arrivati verso Castellane non c’è un posto in campeggio, posti stracolmi di turisti. Fortunatamente troviamo un campeggio “mezzo selvaggio” verso Saint Julien, “à la ferme”, calma, tranquillo ed ottimo per riposare prima del grande evento. Io spero che questa volta sarà quella giusta; già tre volte negli ultimi 40 anni sono arrivato qui con l’intenzione di scendere le Gole del Verdon, riferimento mitico di ogni Canoista. Ma mi era sempre andato storto: la prima volta ero bonariamente arrivato troppo tardi in mattinata per potere imbarcarmi; la seconda il fiume era appena stato rovinato da una potente piena; la terza, la mia guida scelta con cura mi telefono alle 6 del mattino per desistersi, per un lutto familiare sopravvenuto durante la notte…
Ed ecco martedì, il Grande giorno! Bel sole, giornata estiva… ed più di 20 m3 nel fiume anziché i 13 annunciati! L’unico problema è… di trovare una guida. Il Canyon du Verdon non si fa a caso, ci sono decine di sifoni (dicono 180…), e tre trasbordi obbligatori, di cui un paio non visibili dall’entrata delle rapide. Purtroppo è altissima stagione, tutte le guide sono impegnate a guidare raft sul tratto a monte delle gole… All’ufficio della Federazione Francese CK, ci dicono che difficilmente troveremo altri canoisti “perché il tratto è molto impegnativo e riservato a spedizioni ben organizzate e ben preparate”…
Esitazione… il Becc tiene ad imbarcarsi, sento mio figlio più riservato, ed io come bravo papa non me la sento di fargli correre rischi troppi alti. Ci avviciniamo silenziosi verso l’imbarco… quando di colpo vediamo un furgone tedesco con tre canoe sul tetto. Ci fermiamo, riferiamo delle nostre intenzioni e li sentiamo molto esitanti ad accompagnarci … ma ecco che arriva Jacques che riconosce tra loro un giovane con il quale ha discusso allo sbarco dell’Ubaye. Sembrano più tranquilli… si parte !
Per raccontare in dettaglio questa Discesa di 5 ore… ce ne vorrebbero 10, tante sono le emozioni, i sentimenti, i ricordi e i paesaggi mozzafiato che ti accompagnano ad ogni colpo di pagaia. Questo è per me di gran lunga Il più bel fiume disceso in quaranta anni. Le difficoltà non sono estreme, ma serie; su diverse rapide si capisce che rovesciarsi ed andare a bagno potrebbe avere conseguenze catastrofiche. Trovare questo gruppo di 3 canoisti tedeschi, con il cinquantenne Willy che è già sceso 4 volte nelle Gole, è stata una vera fortuna. Scendiamo in silenzio, attenti l’uno all’altro; pochi sbarchi, quelli che vanno fatti e basta.
Il passaggio dello Styx, più impressionante che difficile, con il sentimento di essere schiacciati tra acqua e cielo; l’entrata in un altro mondo, quello dell’Imbut, un’esperienza ancora mai vissuta in canoa finora. Entri in una fessura, dove l’acqua si infila rapida lungo e sotto le rocce, in un’oscurità quasi totale, devi solo stare attento alla punta… ed al tuo equilibrio. Poi dopo trenta metri circa arrivi in una stretta grotta, dove puoi solo sbarcare – arrampicandoti – perché l’acqua viene risucchiata verso giù in sinistri molinelli… Abbiamo aspettato un bel po’ il Becc, che finalmente arriverà pallido, riferendoci della sua difficoltà ad uscire dalla prima morta dopo l’entrata nella fessura rocciosa…
E decine di rapide strette, saltini e contro roccia, mai superiori al IV grado… ma molto seri, perché senti che questo fiume eccezionale non ti regala niente fino all’ultima rapida.
L’arrivo al lago ha qualcosa di stravolgente. Di colpa cominci a vedere qualcuno che non c’entra con l’arrampicata, qualche imbarcazione di plasticone, senti il fumo di una pesante grigliata di braciole… siamo arrivati sul Lago di Sainte Croix. Gli ultimi 3 o 4 km li facciamo slalomando tra centinaia e centinaia di barconi gonfiabili, pedalo e zattere di gente in costume, che guarda senza capire questi 6 canoisti con casco e giubbotto usciti di chi sa dove, radiosi e con negli occhi raggi di emozioni incomprensibili al comune dei mortali…
Sono soddisfatto, sono sazio, finalmente ho la stellina che mi mancava. Forza a chi corre dietro i 1.000 fiumi! A me se ne mancava solo uno, era proprio quello !
Fred
PS: foto della discesa sulla mia pagina facebook.