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USCITE IN SOLITARIA: PICCOLA RIFLESSIONE...

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a f:
Concordo vero!

marco iezzi:
Le uscite in solitudine hanno un indubbio fascino,le raccomandazioni sono sempre le stesse,portare sempre il materiale necessario per l'autosoccorso e valutare le proprie capacità tenendosi un buon margine di sicurezza
In fiume,ambiente che non frequento,credo che sia una pratica rischiosa se si effettua in corrente

Saluti e buone vacanze a tutti

Marco

Vittorio Pongolini:
Io dico che non c'è nulla di proibito nell'andare in canoa in solitaria. E mi riferisco in particolare all'acqua in movimento, non alle acque "ferme" normali, riferendomi appunto ai fiumi fino al IV grado, e, in alcuni casi, anche al V. Ritengo che se si hanno le capacità,  i mezzi tecnici, il grado di sicurezza e le palle non sia nulla di illecito. Il coraggio per farlo è la risultante dal livello di questi  aspetti. I timori e le paure nascono da un luogo comune legato a canoni di insegnamento che, ad un certo momento, grazie all'autoapprendimento ed alla determinazione, vanno scrollati di dosso perché non seguono la normale progressione atletica e tecnica del canoista. Restano incollati al DNA di colui che un dì era principiante come un virus di difficile eliminazione. E' di impedimento alla normale scioltezza che si deve avere in canoa e in kayak per stare in pace sull'acqua con se stessi ed è un male.
Dopo anni e anni e innumerevoli discese tutto è più semplice, come per qualsiasi cosa si arrivi a fare con grande maestria. E se qualche passaggio o rapida non ti garba, poco male, canoa in spalla e via! Con questo metodo sei anche più sicuro moralmente perché poi non hai da subire alcun disappunto coatto, alcun marchio di "pollo" dai compagni di discesa.
Certo, quando cominci a pensare di esserne capace, devi confrontarti e qualcuno deve dirti se ne sei in grado, ma ci sono i soggetti giusti a cui paragonarsi e a cui chiedere un parere.
Pertanto, non hai commesso alcun peccato liquido da confessare e... io ti assolvo, nel nome del torrente, del fiume e del mare in tempesta. A...cqua!

marco iezzi:
ripeto,non ho esperienze in fiume,vorrei però ricordare che un paio di mesi fa è morta una ragazzina di 14 anni in un campo di allenamento sotto gli occhi degli istruttori e dello stesso genitore
della serie, non dare mai niente di scontato

Marco

Vittorio Pongolini:
Assolutamente vero, e la cosa mi ha colpito profondamente; Francesca, 14 anni,  che non è più con noi a pagaiare,  mi ha scosso l'anima.
Le competizioni, sia di slalom che soprattutto di discesa, per come si svolgono, sono una sorta di discesa in solitaria. Si parte e si affrontano le insidie del fiume contando solo sulle proprie capacità. In questo la canoa fluviale "turistica" da wildwater (quella da whitewater è riferita alla canoa da discesa agonistica della ICF) dà dei punti in fatto di sicurezza. E va anche detto che la lotta col cronometro forse distoglie troppo il canoista dalle normali valutazioni per la propria sicurezza ed incolumità.

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