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USCITE IN SOLITARIA: PICCOLA RIFLESSIONE...

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Alberto Garzena:
Io fino a due anni fà mi sono attenuto scrupolosamente alla regola mai in solitaria. Poi due anni fà a fine stagione ho fatto un alpin abbastanza secca e come prima esperienza non mi è piaciuta niente. Sono partito dicendo livello basso quindi prendo tutte le morte , gioco ecc; risultato discesa a palla di fucile tesissimo.
L'anno scorso ho fatto qualche tratto gara con buon livello e anche un'alpin (brillante) devo dire che è stato affascinante, sicuramente una dimensione diversa più una sfida mentale che tecnica. Quest'anno non mi è ancora successo, ma devo dire che pur subendone il fascino nel mio profondo di ormai vecchio canoista una vocina mi ricorda sempre che stò facendo una cazzata. Considerazioni , le solite si è isolati, qualcosa può andare storto ecc.
Se volete approfondire visitate il sito di Robin , canoista inglese di alto livello, che vive in italia. Nel suo sito ci sono tutti i suoi filmati in solitaria , qualcuno impressionente e le sue considerazioni sul perche potendo sceglie sempre di scendere in solitaria http://worldkayakblogs.com/robinsolos/why-perche/

Francesco Balducci:
Ciao ragazzi, ho disceso moltissime volte sia fiumi sia torrenti in solitaria. In passato ho disceso solamente tratti noti che conoscevo perfettamente ( es. torrenti vicino a casa mia, Sermenza, Sesia Alpin Sprint, Grand Evya ecc ), ultimamente anche torrenti inesplorati, in prima. Seguo però una regola fondamentale: scendo spesso a controllare le rapide e i passaggi se sono in un fiume nuovo e se ho qualche dubbio, canoa in spalla! Preferisco rimanere almeno un grado sotto il mio limite massimo in un nuovo percorso. Se invece conosco bene il tratto, cerco di non scenderlo da solo con livelli molto alti. Insomma mi tengo un buon margine di sicurezza. Recentemente ho disceso 6 nuovi percorsi in solitaria tra Svizzera ed Italia ( Dixence, Drance de Ferpècle, Drance de Arolla, Borgne, Drance d'Entremont e l'Artnavaz, forse in prima in Val d'Aosta. Tutti tratti tra il 3° e il 4° grado con un paio di passaggi leggermente superiori, ma ho impiegato tempo per ispezionare tutto dalla strada prima di imbarcarmi. La discesa in solitaria per me è quasi fondamentale quando desidero esplorare un nuovo percorso e non riesco a trovare un compagno di discesa disponibile. Si esaltano tutti i sensi, diventi più vigile e attento: il sistema simpatico si esalta con il surrene in attività e in stato di allerta. All'arrivo, invece, il parasimpatico si incrementa e dona un senso di tranquillità e serenità ineffabili. Splendide sensazioni...

Adriano Bortolini:
Grazie "padre" Vittorio,
hai assolto i miei peccati senza l'obbligo di recitare 10 "River Noster"...  ;D ;D

Ero indeciso se postare questo argomento, dato che anch'io l'ho sempre vissuto come se fosse un tabu', poi, credo che sia un mito da sfatare, in quanto credo che chi sente di effettuare delle esperienze in solitaria sia in grado di farlo in modo responsabile, in linea col proprio livello tecnico, allenamento e conoscenza del posto. Il problema si pone in genere solo sulla discesa fluviale, in quanto potenzialmente piu' pericolosa rispetto al lago o al fiume di pianura. Pur essendo "animali sociali", talvolta abbiamo la necessita' di vivere certe esperienze da soli, a contatto con la natura, senza interferenze di sorta.

Per quanto riguarda le scuole di canoa, credo facciamo bene ad insistere con le discese di gruppo affinche' chi si avvicina a questa pratica sportiva possa assimilare le regole di comportamento generale ed impari sopratutto a non sottovalutare il fiume (o anche il mare).
Lo step successivo e' un fatto esclusivamente soggettivo e il parlarne e' comunque un modo per far conoscere esperienze personali siano esse positive o negative e in questo sono grato a chi ha voluto dare il suo contributo nella trattazione di questo argomento.

Ciao!



apache:
Cavolo che disgraziato che sono !
Da quando ho acquistato la mia prima canoa (lo scorso aprile) sono uscito in tutto una ventina di volte e sempre da solo,anche il battesimo l'ho fatto da solo ,avendo solo l'idea di come si salisse sul kayak.Tutto questo non perchè io sono furbo e invincibile ma perchè non conosco nessuno con questa passione e anche il locale canoa club era indisponibile a trovare qualcuno che uscisse. Necessità virtu si suol dire,anche se va detto che io navigo in lago e fiume piatto e indosso il giubbotto e ancora adesso con un minimo di esperienza in piu esco da solo. O cosi o niente.
ciao

Bittern:
Per Mauro Villotta
Ho visto che sei di Romagnano; io abito vicino a Gozzano e magari ci siamo visti sul lago; se non sono con mia moglie sul doppio, se vado col singolo sono sempre da solo e dico la verità, mi piacerebbe trovare qualcuno per qualche giro e perché no, per qualche maratona in compagnia; ne ho fatte diverse: maratona delle Dordogne in Francia, Maratona delle Weser in Germania (entrambe di 130 km da farsi in giornata) maratona del lago di Costanza (42km), maratona del Ticino, dell'Adige....
Se ci sei batti un colpo!
Ciao

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