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idroelettrico in valmastallone
Paolo Romairone:
In merito alle energie alternative l'Italia è rovinata dalle sue stesse burocrazie, che a loro volta danno la possibilità di rovinare paesaggi e natura.
Si da spazio al privato( cosa che in altri stati europei non accade) di costruire il suo giocattolino,
vuoi che sia eolico, fotovoltaico o idroelettrico.
E' tutta questione di "mani in pasta" come dice Luciano Bovo.
Perchè il comune e la provincia oggetto di un possibile idroelettrico, tra avvio pratiche, progettazione ed oneri, incamerano dei bei soldini.
Dall'altra parte per il piccolo imprenditore il rapporto che sta tra
acqua prelevata (derivazione)
e rilascio minimo vitale
è il risultato del suo introito in termini di produzione di energia
e quindi "SOLDONI".
Sullo Scrivia la società che pare si sia aggiudicata la derivazione(Società Osasio,Cuneo,Bando pubblicato sul sito della Provincia di Genova)
sembra abbia avuto la meglio sul suo concorrente perchè i primi hanno optato per un impianto in presa diretta, volgarmente "vitone", tanta ne entra tanta ne esce e non si ha prosciugamento
I secondi invece sfruttando la caduta, quindi incanalando l'acqua e di fatto prosciugando un km di fiume, rilasciando un minimo vitale praticamente nullo.
Mi rendo conto che l'argomento di questa discussione sia lo scempio che si prospetterebbe nel caso in cui il Mastallone fosse oggetto di un intervento come quello prospettato dal Bernasconi, che saluto insieme al Mantovani( ho sempre il tuo mitico C1 nero a proposito!!)
Ma stiamo parlando di un misero Scrivia, neanche minimamente paragonabile alle perle della Valsesia citate da Maurizio
Stanno parlando di installare un impianto su uno sbarramento esistente.
La Val di Vara invece potrebbe essere un esempio di connubbio tra idroelettrico e canoa: mi rendo conto che il rilascio programmato che fanno non è una concessione ai canoisti per permettergli di andare in canoa.
E' il metodo per produrre.
Turbigo è uguale.
"L'acqua calda" di Savona idem.
Il rilascio è fruibile dai canoisti.
Ma sono situazioni a se, ribadendo che nulla hanno a che vedere con l'oggetto della discussione.
Saluti a tutti.
mauro mantovani:
Ciao paolo, mi raccomandò il c1 fanne buon uso, se lo merita.
A presto
Mauro
Giuseppe Coduri:
E' un mio limite, il flusso di coscienza di Luciano Bovo rimane per me incomprensibile. volevo invece rispondere a Regina Valerio (qual è il nome e quale il cognome?) su alcuni punti del suo ragionamento:
1) la contrapposizione tra l'EDF buona e gl'imprenditori nostrani cattivi configura un approccio statalista e contrario alla libera iniziativa dei privati. Posizione rispettabile, ma carica di implicazioni molto discutibili. Sommessamente, poi, segnalo che la famosa diga sulla Rizzanese, in Corsica è stata realizzata proprio da EDF, giusto per fare un esempio di supposta sensibilità ambientale di EDF.
2) lo studio del rigurgito (innalzamento del livello a monte) provocato da una traversa fluviale si effettua con semplici software anche gratuiti e fornisce dati abbastanza precisi. il progetto del Trebbia (se si ha pazienza di leggere) contiene le tavole che spiegano bene quanto avevo scritto. il confronto con il Po a Torino non è indicativo, perchè le pendenze dei fiumi di pianura sono molto inferiori a quelle di un torrente appenninico. Tra l'altro oggi il Trebbia, con livelli normali, viene ingoiato dalla galleria 150 metri prima della diga, per cui l'impatto del rigurgito sulla situazione attuale risulterebbe in pratica dimezzato.
3) riguardo alla tua conversazione con (credo) il gestore di un microimpianto a cui attribuisci scarso interesse, in sostanza, per i deflussi in alveo, ti invito a vedere come si comportano i colossi nostrani (Enel -Edison) nei loro impianti. il problema non sta nel soggetto (pubblico/privato) ma nel rispetto delle regole e nei criteri con cui sono scritti i disciplinari di concessione (argomento di cui spesso non ci si interessa, ma che può avere impatti rilevanti, nel bene e nel male, sull'ambiente). Non è infatti vero che alle microcentrali non viene, in generale, imposto il rilascio minimo. Dipende SEMPRE dal disciplinare di concessione e da come viene fatto rispettare. I vecchi impianti Enel/Edison non avevano, o quasi, obblighi di rilascio. man mano che le concessioni vanno a scadenza, opportunamente i vari portatori di interessi (canoisti, pescatori, ecc.) dovrebbero premere per imporre, in fase di rinnovo, deflussi maggiori e/o programmati.
4) Sulle specie ittiche nei corsi d'acqua, ripeto, so molto poco; avevo riportato quella famosa frase solo per far presente che esistono sensibilità diverse su questi temi e occorrerebbe uno sforzo di comprensione reciproca prima di alzare barricate.
ciao a tutti.
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