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Giubbotto Salvagente o Giubbotto Polifunzionale?

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Marco Lipizer:
Oh, finalmente non sono l'unico che si espone! Se Gengis NON ritiene le mie affermazioni intelligenti, le controbatta, per favore, in maniera intelligente.
Ma vorrei chiarire la mia posizione.
Prima di tutto, Vittorio, come scuola di canoa faccio un'attività minimale che serve ad aiutare economicamente l'attività agonistica dei giovani. Altre sono le attività commerciali, poche in Italia, tra cui la punta di diamante è proprio quella dell'amico (spero ancora) Gaudenzio all'Elba.
Con Gaudenzio e Piero ho spesso discusso sulla Normativa e da quelle discussioni e poi dallo studio della stessa anche per via del mio lavoro (che non c'entra con la canoa, ma c'entra con il mare) derivano le mie argomentazioni.
Tengo a precisare che io non sono contro l'uso del salvagente, sarei uno scemo, lo uso anch'io, ma mi da fastidio esser additato come eretico quelle volte che non lo uso perchè le valutazioni che un bravo marinaio deve sempre fare ti constentono di ritenere che per la prossima ora (navigazione assolutamente sottocosta, alta pressione e calma di vento, temperatura calda dell'aria e del mare) è possibile non indossarlo (ma di averlo sempre a portata di mano). C'è anche una bella differenza tra chi fa trekking nautico di diversi giorni e chi fa una semplice uscita di un'ora partendo da una sede sociale. Vorrei sapere se avete mai visto uscire un canottiere con il giubbotto indossato o anche solo portato in coperta? Tra l'altro dovrebberlo inossare tutti gli agonisti in mare al di fuori dei 300 metri e sempre su laghi e fiumi. Sarebbe bello vedere Larsen alle Olimpiadi con il salvagente.
Nessuno vieta di usarlo in ogni caso.
Dall'altra parte io forse volevo essere più costruttivo di tanti altri perchè non ritenendo il kayak un mero giocattolo, ho fatto delle proposte per poter navigare al di fuori dei 300 metri, consentiti senza dotazioni di sicurezza. Su questo punto non ho ricevuto risposte.
Siccome sono serio, pretendo serietà nelle risposte, documentate e non sul "sentito dire" o "si fa così". Marco Z, mi hai fatto perdere un'ora di tempo a cercare una regola che non esiste.
Francesca il mio commento al tuo intervento era dovuto ad un preconcetto sull'uso OBBLIGATORIO del salvagente. Ora che anche tu hai avuto modo di leggere a fondo la norma te ne sarai resa conto. Purtroppo è utopico pensare che venga cambiata la Normativa attuale solo per "quattro sfi-ati" che vanno in sandolino. Nessuno ci conosce. Ci vorrebbero delle grandi imprese, giustamente reclamizzate. Le grandi imprese ci sono (l'ultima la circumnavigazione dell'Adriatico e poi fino alla Sicilia), ma non sono reclamizzate proprio perchè vengono fatte in maniera semiillegale. Se invece venissero pubblicizzati e paragonati a grandi navigatori, le Istituzioni e le Capitanerie potrebbero considerarci alla pari dei velisti. A quel punto si potrà chiedere, ora rimaniamo dei sandolini che possono navigare fino ai 1000 metri o meno (ad assoluta discrezione della Capitaneria che da un giorno all'altro può emanare una nuova Ordinanza).
A me piace informarmi e discutere, per accrescermi, per migliorarmi e per smentirmi per migliorarmi ancora. E le regole voglio conoscerle e rispettarle.
Per la mia sicurezza? Kayak inaffondabile, paddlefloat, telefono (o radio VHF portatile) impermeabile, pompa, salvagente a portata di mano, eventualmente luce, razzi.
Tornando al topic, capita che spesse volte le persone usino i salvagenti economici, quelli di una nota catena. E' quasi meglio non averli perchè una volta in acqua danno solo fastidio nei movimenti e ti arrivano sopra al naso, a meno che non si usi la cinghi di ritegno ed allora son dolori quando pagai. Sarebbe giusto avere un buon salvagente, ma quelli buoni costano, fin troppo.
Spero di esser stato abbastanza intelligente.
Marco

altergg:

--- Citazione da: Vittorio Pongolini - Gennaio 29, 2013, 09:52:16 am ---... da qui potrebbe venir fuori la necessità di domandare in modo ufficiale all'Ufficio Relazioni Esterne del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di chiarire definitivamente quale è la nostra posizione, marina e legale, nei confronti della legislazione marina vigente....

--- Termina citazione ---
buona idea... credo che nemmeno Tafazzi sia mai arrivato a tanto... :-)

francesca gastaldi:

--- Citazione da: Vittorio Pongolini - Gennaio 30, 2013, 07:15:04 pm ---Ho appena scritto una email al Presidente della FICK Luciano Buonfiglio. Lo conosco abbastanza bene e voglio sensibilizzarlo.

--- Termina citazione ---

BENE ;-)
frnacesca gastaldi

francesca gastaldi:
Caro Marco
ti capisco ma non bisogna sconfortarsi. La navigazione in mare questo mi ha insegnato. Bisogna crederci ed essere costruttivi. Quando sei stanco e con poche forze pochi pensieri e poche azioni: quelle giuste. Sai come hanno raggiunto il risultato in francia? Hanno fatto una riunione in bretagna tutte le associazioni di canoa francesi. Si sono accordate su un progetto legislativo che hanno presentato alla federazione. Lo ha spinto e sostenuto fino ad essere approvato. Pressappoco è andata così.
Non siamo pochi. C'è un sacco di gente che và in kayak in Italia. Sono quasi tutti iscritti ad una associazione. Ho navigato in mare con flotte di gente in questi ultimi anni. Le associazioni hanno affiliazioni a enti superiori come fick fict e uisp. Alcune hanno soci e dirigenti eletti nei Consigli Regionali eccc... Si tratta di parlare, diffondere, e, per una volta, essere uniti nell'intento. Poi ogniuno farà come vuole. Chi vuole rispettare le regole lo farà chi non vuole no. Accade così anche ora. Ma forse se le regole ci sono, sono chiare, e siamo noi canoisti a dettarle ci sarà più gente felice di rispettarle e rispettarci tutti a vicenda. capisco che in questo paese ti fanno cascare le braccia, ma è ora di cambiare atteggiamento perchè mi pare che siamo tutti saturi del caos che regna.
francesca gastaldi

Vittorio Pongolini:
Non ci sono segreti. Questa è la lettera che ho inviato ieri al Presidente della FICK Luciano Buonfiglio

"Egregio Presidente Luciano Buonfiglio,
 
sono Vittorio Pongolini. Ci conosciamo da decenni per le diverse occasioni in cui abbiamo avuto modo di incontrarci per presentare e supportare il nostro magnifico sport, vuoi attraverso la Rassegna Videofotografica di Milano del CCM e vuoi in occasione di gare e manifestazioni di presentazione di vari Campionati mondiali ed italiani all’Idroscalo.
 
Fatta questa doverosa premessa di ri-presentazione, ci terrei a riportarti e a sensibilizzarti riguardo a quanto sta emergendo con prepotenza sul Forum di CKItalia, il forum dei canoisti associato a CKFiumi (link presente anche sul sito della Federazione) nei riguardi dei limiti di navigabilità dei Kayak in mare.
In particolare le costruttive discussioni riguardano gli attuali Kayak da Mare ( http://forum.ckfiumi.net/index.php/topic,4212.0.html ), vere e proprie fini barche da distanze marine medio - lunghe, costruite e dotate di attrezzature di sicurezza, fatte per spingersi anche a diverse miglia dalla costa, per diversi giorni, con dotazioni che consentono di andare ben oltre gli incerti limiti di navigabilità Italiani. 
Questi limiti, spesso imposti o supposti secondo i regolamenti delle Capitanerie di Porto locali, risultano confusi e opinabili e lo stesso può essere detto riguardo le dotazioni di sicurezza, in primis riguardo l’uso del Giubbotto Salvagente.
 
Con queste incertezze sorgono spesso controversie, sovente in pieno mare, che tutti i kayaker vorrebbero evitare.
 
La Legislazione Italiana è molto, molto carente nei riguardi all’identificazione legale marina dei KdM. Secondo il D.lgs. 18 luglio 2005, n. 171 - Codice della nautica da diporto ed attuazione della direttiva 2003/44/CE, tutti i kayak  rientrano nella categoria dei “Natanti da diporto” (Art. 3). All’ art. 27 ci vengono dati prima limiti di 6 miglia da costa e poi, forse,  1 miglio. Localmente, dalle Capitanerie di Porto, questi limiti si riducono a 300 mt. Per non parlare delle dotazioni di sicurezza, riportate dalla tabella che potrai trovare in quest’altro link: http://www.guardiacostiera.it/servizi/documents/dotazioni%20di%20sicurezza/dotazionidisicurezza_upd20042010.pdf , anch’esse giustamente variabili in conseguenza delle distanze di navigabilità che abbiamo visto essere poco chiari.
Ad ulteriore arricchimento è stato redatto il DECRETO 29 luglio 2008, n. 146 come Regolamento di attuazione dell'articolo 65 del decreto legislativo 18 luglio 2005, n. 171, recante il codice della nautica da diporto. (GU n. 222 del 22-9-2008 - Suppl. Ordinario n. 223), in cui, così dicono, danno per costantemente obbligatorio l’uso del salvagente, ma non chiaramente perché menzionano surf e acquascooter e similari (moto d’acqua), ma non kayak.
 
Ci sono più di 90 interventi sull’argomento ed il problema è molto sentito da tutti gli amanti del KdM, e anche dai Maestri di KdM che, qualora malauguratamente dovessero affrontare un tribunale per cause inerenti ad affogamenti di qualche allievo, si troverebbero a lottare legalmente su basi per nulla chiare.
 
Siamo tanti e vorremmo sapere con quale libertà ci è consentito di praticare il nostro sport, in ottemperanza a regole chiare e a quanto viene adottato in Unione Europea, nei paesi modello come la Francia, o l’Inghilterra,  in cui il Kayak de mer, o il Sea kayak, ha una libertà di navigazione direttamente proporzionale al numero di dotazioni di sicurezza di cui è fornito.
 
E’ necessario che la FICK avalli e affronti la questione perché è solo con la chiarezza delle leggi che tutte queste incertezze verranno estinte.
 
Una cordiale stretta di mano.
 
Vittorio Pongolini"

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