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Giubbotto Salvagente o Giubbotto Polifunzionale?

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Andrea Ricci:
Francesca, qui non stiamo parlando di pareri e idee, piu' che benvenute: qui voi state preparando un documento da sottoporre al legislatore circa le regole che tutti poi dovranno seguire per pagaiare in mare! Semplicemente non accettiamo che vi arroghiate questo ruolo, cui nessuno vi ha candidato, per proporre regole che non-vo-glia-mo-se-gui-re!
In molti affermiamo di voler andare in canoa come ci pare, senza imporre le nostre regole ad alcuno, e apprezziamo l'attuale situazione in cui l'incertezza del diritto ci da' la possibilita' di continuare ad andare in canoa come ci detta la nostra coscienza ed esperienza e non le norme imposte.

marco ferrario (eko):

--- Citazione da: francesca gastaldi - Febbraio 13, 2013, 09:27:39 am ---Bè....!!!! Qui si travedono tutte le intenzioni. In primis quella di concepire le norme come regolamentazioni che non limitano ma ampliano la libertà di tutti. .......
Mi congedo anche io dalla discussione non fosse altro per il fatto che non credo che si possa dare addosso ad un maestro di kayak perchè abbia espresso la sua opinione di tecnico. ... Questa irriverenza e superficialità ...

--- Termina citazione ---


Non credo si travedano tutte le intenzioni, qui si vede!
Coltelli si è espresso benissimo, il suo pensiero è talmente chiaro che dopo settimane di seguito dibattito ha suscitato, non una, ma più reazioni, forti e preoccupate, non irriverenti e superficiali. Reazioni esclusivamente dettate dal desiderio di non essere limitati nel pagaiare, più di quanto lo si sia oggi.
Evidentemente la libertà per moltissimi kayaker è una necessità oltre che una forma di rispetto verso il mare e la natura, è anche per questo che amiamo navigare con i nostri kayak, anziche scorazzare in acqua con mezzi motorizzati.

La vera irriverenza non è quella di chi fa sentire la propria voce ed esprime le proprie idee, maggior motivo se sono idee che non limitano la libertà altrui.

Buone pagaiate a tutti e, sinceramente, ancor più a chi ha abbandonato la discussione.

stefanoDelta:
Citazione da: Vittorio Pongolini 
...Poi ci possono essere coloro che del kayak fanno del (giusto) business ...


--- Citazione da: francesca gastaldi 
... e non credo che si possa dare addosso ad un maestro di kayak ...
[/quote ---
Non vorrei essere stato frainteso: ci tengo a precisare che non ho nulla in contrario al giusto business, e anzi apprezzo il lavoro svolto da chi gestisce una scuola di kayak e spesso si mette anche a disposizione (gratis) nei raduni per consentirne la svolgimento e dar modo a noi di parteciparvi in sicurezza.
Quando ho detto che attorno ad una legge che obblighi a conseguire un patentino per pagaiare in  kayak si scatenano interessi pecuniari, ho solo riportato un dato di fatto che in Italia non è mai stato smentito (purtroppo): quando una cosa diventa obbligatoria per legge, il costo si decuplica! Gli esempi si sprecano: con la rottamazione delle auto prima ci guadagnavi qualcosa a portarle al ferrovecchio, ora devi pagare fior di euro perché te la accolgano nel loro ribattezzato "Centro ecologico di rottamazione" (con la conseguenza che molti le abbandonano in giro!); per non parlare di tutto ciò che DEVE essere omologato, dal triangolo di segnalazione, al cartello per carichi sporgenti, ai giubbotti catarifrangenti da tenere in auto... Tutto ciò che ha un carattere di obbligatorietà in Italia schizza in alto come costo.
La tentazione è troppo grande, e sono certo che ci sarebbero molti "istruttori improvvisati" che cavalcherebbero l'onda.
Volevo solo mettere in guardia anche da questo aspetto poco edificante. Nessun riferimento personale per nessuno, e mi scuso se ho dato adito a qualcuno di sospettare diversamente.

Penso ad ogni modo che sia comunque utile discutere TRA DI NOI su una bozza di legge sul tema, per chiarirci le idee e non farci trovare impreparati nel caso al legislatore venisse il ghiribizzo di imporne una (per parare i gli attentati alla nostra libertà, non per mettere dei paletti ancora più stretti! Cerchiamo di collaborare TUTTI in questo senso).
Mi auguro che non cadiamo nel facile tranello di voler essere A TUTTI I COSTI i primi della classe nella CE, cosa che di solito TRADUCIAMO nel voler essere più restrittivi (invece che più rispettosi della singola intelligenza), visto che ora ci autotacciamo di essere i più arretrati, perdendo di vista il vero scopo da cui è nata la discussione: quello di poter pagaiare LIBERI da balzelli e possibili conseguenze spiacevoli (sequestro di kayak), una volta adottate le misure di salvaguardia personale che il BUON SENSO e la generale esperienza suggerisce, certi comunque di non arrecare danno a nessuno se anche siamo un po' superficiali (diversamente da quanti invece praticano il fuori pista sugli sci, che possono provocare valanghe pericolose per la collettività, spesso provocate proprio da guide esperte, perché l'imponderabile è sempre in agguato; eppure hanno molte meno restrizioni di quelle che vorremmo auto-imporci, perché si accetta generalmente anche l'imponderabile, appunto).
Se poi la sconsideratezza del singolo genererà dei costi (pecuniari) alla collettività per l'intervento dei mezzi di salvataggio, ne sopporterà le spese (si farà una buona assicurazione per sostenere questi costi causati dalla sua superficialità e inadeguatezza).
Vorrei invitare perciò a fare proposte che tengano conto della profonda esigenza di essere liberi che ognuno di noi sente, e che dia credito alla intelligenza del singolo individuo ed al suo diritto di autodeterminazione quando non va a ledere la libertà altrui.
Con che credibilità altrimenti potremmo affrontare questioni ben più importanti a livello esistenziale come il diritto all'eutanasia assistita quando sarà il momento?

Stefano

--- Termina citazione ---

Marco Lipizer:
Sono rimasto sorpreso e meravigliato di questa valanga di interventi per dire NO a regole più restrittive. In un tread in cui mi chiedevo quanto fosse l'interesse generale, ho visto una partecipazione sentita. Non vorrei però che la gente scambiasse il termine libertà per anarchia. Chi mi conosce sa quanto sia refrattario alle limitazioni, ma le regole in mare garantiscono la sicurezza.
L'intervento di Coltelli, benchè magari non condivisibile, deve essere tenuto di conto per la sua grande esperienza e competenza, e come base di partenza per un'ampia discussione che può rendere più libera e sicura la nostra navigazione. La cosa importante è non presentarsi davanti al legislatore o al controllore per chiedere cosa possiamo fare, ma con una proposta nostra su quello che siamo in grado di fare. La proposta di Gaudenzio può anche essere distinta in due ambiti, uno riguardante le dotazioni obbligatorie, e l'altro riguadante gli accessori che uno ritiene giusto o meno avere a bordo; mi sembra una cosa abbastanza normale. Ad esempio io non farei assolutamnete a meno del paraspruzzi, ma è una mia scelta.
Le norme marittime sono le più antiche ddell'uomo perchè garantivano la sicurezza di chi andava in mare. Esiste un regolamento internazionale per evitare gli abbordi in mare che definisce le priorità (in maniera impropria, le precedenze). Poi esistono i regolamenti nazionali per la sicurezza in mare. Nel 2005 è stato emanato in Italia il Nuovo Codice della Navigazione da diporto, prendendo atto di ciò che era successo nei trent'anni precedenti (il regolamento precedente era del 1975). Nel 2008 è stato emanato il regolamento per quanto riguarda le dotazioni di sicurezza. Purtroppo queste norme non sono pensate per i kayak da mare per cui per poter navigare oltre i 300 metri dovremmo essere dotati di un salvagente anulare più largo del kayak stesso e la cui utilità sarebbe pari a zero. Sempre che il kayak non venga assimiltato alle jole a ai pattini.
Si potrebbe cercare di fare approvare un "salvagente anulare per kayak", non sarebbe una cosa impossibile, perchè riguarderebbe l'emanazione di un regolamento, non di una legge, e questo ci permetterebbe di essere a posto con la normativa e pagaiare in libertà secondo la legge.
Tutte le altre proposte di Gaudenzio sono condivisibili. Non credo che volesse fare il "furbo" proponendo dei corsi obbligatori. Tutte le persone che sono nel nostro mondo lo sono per passione. Qualcuno anche ci vive, anche chi costruisce canoe. Ma che male c'è. Hanno tutta la mia ammirazione per questo. Io stesso tengo dei corsi di canoa ma perchè voglio trasmettere questa passione e vorrei che la gente la recepisse e potesse andare in mare in totale sicurezza, autonomia e divertimento.
Per quanto riguarda invece i kayak in o da allenamento, non cambiarebbe nulla in quanto basterebbe essere iscritti alla FICK e dimostrare di essere un atleta in allenamneto (una gara all'anno). Salvagente sportivo indossato e via. Purtroppo o per fortuna non siamo in Sudafrica e quindi le norme sono in generale più restrittive o cautelative.
Per fortuna la nostra attività non è pericolosa e lo dimostra la statistica, anche a confronto con i nostri fratelli fiumaioli. Questo perchè il kayak da mare è un mezzo sicuro, avendo le giuste capacità e le giuste consapolezze (ben vengano allora i corsi). Perchè dobbiamo continuare a fare i clandestini?
Saluti,
Marco

marco ferrario (eko):
Dall'estratto dalla guida dell'Agenzia delle Entrate> Nautica e Fisco http://www1.agenziaentrate.it/documentazione/guide/nautica/capitolo_1.htm
e dalla Tabella delle Dotazioni di Sicurezza obbligatorie per legge
http://www.guardiacostiera.it/maresicuro/downloads/dotazionidisicurezza_upd20042010.pdf

ho riportato e riassunto quanto potrebbe riguardarci.

Quando, nel linguaggio di ogni giorno, vogliamo riferirci a mezzi usati per la navigazione a fini diportistici e sportivi, usiamo indifferentemente vari termini quali ad esempio “barche”, “imbarcazioni”, “yacht“ e simili.
Parlando di norme che riguardano la navigazione da diporto dobbiamo invece essere molto precisi nell’uso dei termini poiché essi hanno ben precise definizioni contenute nelle norme stesse che possono comportare conseguenze giuridiche e fiscali assai diverse.
La classificazione dei mezzi destinati alla navigazione da diporto va fatta sulla base delle seguenti definizioni previste dalla nuova legge sulla nautica, che definisce unità da diporto: tutte le costruzioni di qualunque tipo e con qualunque mezzo di propulsione destinate alla navigazione da diporto; per navigazione da diporto deve intendersi quella effettuata a scopi sportivi o ricreativi dai quali esuli il fine di lavoro.
Natanti da diporto: sono costituiti dalle seguenti unità:
a. unità da diporto a remi;
b. unità da diporto con scafo pari o inferiore a 10 metri;
c. ogni unità da diporto di cui alle lettere a. e b. utilizzate in acque interne.
Ne deriva quindi che il termine unità da diporto è quello di carattere generico che si deve utilizzare per indicare ogni tipo di barca o costruzione atta alla navigazione. Perciò un kayak da mare è una unità da diporto.
Questi mezzi sono esonerati dall’obbligo della licenza di navigazione, del certificato di sicurezza e dall'obbligo di registrazione.
Il termine natante da diporto comprende tutte le unità da diporto di lunghezza inferiore ai 10 metri [perciò anche i kayak da mare], usate sia in acque marittime che in acque interne, sia a motore che a vela, nonché tutte le barche a remi [la pagaia va considerata remo].
Rientrano in tale categoria anche le unità più piccole denominate, a titolo di esempio, jole, pattini, sandolini, mosconi, pedalò, tavole a vela.
Rientrano infine in tale categoria gli acquascooter o moto d’acqua per i quali esiste peraltro una disciplina particolare, per la loro conduzione è richiesta la maggiore età e l’osservanza di particolari ordinanze delle autorità marittime, [valevoli per le moto d'acqua NON per i mezzi a remi].
La patente nautica, ai sensi del D.P.R. 431 del 9 ottobre 1997, è necessaria  quando la potenza del mezzo supera i 30kv. [Perciò la patente NON serve per i kayak da mare].
I natanti sono esclusi dall’obbligo dell’iscrizione, della licenza di navigazione e del certificato di sicurezza.
I natanti sono semplici beni mobili.

1.5 Abilitazione alla navigazione
Per quanto riguarda i limiti di navigazione occorre distinguere le unità da diporto che abbiano la marcatura CE da quelle che ne sono prive [i kayak da mare non sono siglati CE].
Per le imbarcazioni da diporto senza marcatura CE, i limiti di navigazione tengono conto della distanza dalla costa, senza alcun limite nelle acque interne e fino a sei miglia dalla costa nelle acque marittime.
I natanti senza marcatura CE possono navigare: entro 6 miglia dalla costa, salvo jole, pattini, sandolini, mosconi, pedalò, tavole a vela che possono navigare entro un miglio dalla costa [i kayak da mare non sono tra essi].
entro 12 miglia se omologati per la navigazione.
[Si tratta da capire come omologare un kayak da mare se si vuole pagaiare oltre le 6 miglia e fino a 12 miglia dala costa].

I kayak da mare, essendo unità di navigazione a remi sono perciò classificati natanti e per legge devono sottostare alla tabella qui riportata.

http://www.guardiacostiera.it/maresicuro/downloads/dotazionidisicurezza_upd20042010.pdf

PERCIÒ:

- fino a 300 metri dalla costa
NON SERVE AVERE A BORDO ALCUN MEZZO DI SALVATAGGIO.

- Entro 1 Miglio dalla costa
SERVE A BORDO UN SALVAGENTE con CIMA e POMPA PER SVUOTAMENTO. [evidentemente non servirà l'estintore essendo il kayak da mare un mezzo non a motore].
[Evidentemente per un kayak da mare sarà impensabile utilizzare cinture di salvataggio e salvagenti anulari.].

- Entro le 3 miglia dalla costa
OLTRE ALLE DOTAZIONI PRECEDENTI SERVE A BORDO ANCHE
UNA BOETTA FUMOGENA, DUE FUOCHI A MANO ROSSI, UNA TORCIA DI SICUREZZA A LUCE BIANCA, STRUMENTO DI SEGNALAZIONE SONORA.

- Entro le 6 miglia
OLTRE A TUTTE LE DOTAZIONI PRECEDENTI,
SERVE A BORDO ANCHE UNA BOETTA LUMINOSA, UN ALTRA BOETTA FUMOGENE (2), DUE RAZZI A PARACADUTE A LUCI ROSSE.

- Entro le 12 miglia  dalla costa
OCCORRE L'OMOLOGAZIONE,
OLTRE ALLE DOTAZIONI PRECEDENTI,
essendo il kayak inaffondabile (gavone stagno a poppa e prua) non dovrebbe servire un sistema galleggiante supplementare.
BUSSOLA E TABELA DELLE DEVIAZIONI, APPARECCHIO VHF.

- Oltre le 12 miglia
SERVE ANCHE UNA BARCA D'APPOGGIO ATTREZZATA DA RIFLETTORE RADAR E ALTRE DOTAZIONI [vedi tabella].

Per la legge ritendo possa essere necessario identificare il KAYAK DA MARE, perchè oggi la legge non lo specifica.
Suggerirei:

DEFINIZIONE DI KAYAK DA MARE
a) Il termine "kayak da mare" indica un natante a propulsione umana mosso da una o più persone sedute nel senso di navigazione che utilizzano una pagaia doppia come unico mezzo per gli spostamenti in acqua.
b) Un kayak da mare ha un ponte interamente chiuso a poppa e a prua e una apertura a pozzetto in cui è collocato il sedile del (dei) kayaker.
c) Un kayak da mare è reso inaffondabile da gavoni, sacche o contenitori stagni che devono permettere il galleggiamento quando il pozzetto è totalmente pieno d'acqua.

PER PIACERE,
CERCHIAMO DI NON INVENTARCI REGOLE PIÙ RESTRITTIVE DI QUELLE CHE SONO PREVISTE PER LEGGE.
SE MAI POTREMMO PROPORRE QUALCHE COSA DI PIÙ SPECIFICO PER IL KAYAK DA MARE, MA CERCHIAMO ALMENO DI NON PROPORRE NUOVI DIVIETI.

GRAZIE

Marco

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