Quante calde e belle notti di luna piena avrò ancora a disposizione nella mia vita di quasi cinquantenne?
Poche, bisogna prenderle ogni volta sia possibile.
E così il 2 agosto ho preso la mia Old Town e mi sono girato tutte le isole sul lago Trasimento (20km) fino a notte fonda, scivolando per ore sulla scia argentea della luna sulle acque immote, talora accarezzato da una bava di vento caldo sulle gote. Poi, verso le 3 di notte, tenda su spiaggia illuminata tipo "effetto notte" all'isola Polvese e sonno profondo fino a sole già alto.
Quanti Ferragosto "via dalla pazza folla" saprò ancora prepararmi nella mia vita di quasi cinquantenne?
Pochi, bisogna prenderli ogni volta sia possibile.
E così il 15 agosto ho preso la mia sitontop e mi sono girato l'Argentario da Feniglia a Giannella (35km), alternando pagaiate a tuffi, bagni, nuotate con la canoa legata alla vita, scivolando per ore su un mare gonfio, pulito, ma trafficato da ogni tipo di barca tranne che da ... canoe.
E tra i tanti bei pensieri che mi sono venuti in queste occasioni, una domanda, la stessa che mi faccio spesso, ad esempio quando al tramonto pagaio lungo la bellissima costa tra Sperlonga e Gaeta ... Perché sono sempre solo? Perché non incontro, non dico decine, ma almeno qualche altro pagaiatore che ami godere della natura in tempi e luoghi tanto meravigliosi? Mi ritroverei così solo anche in Germania, o in Inghilterra, o in Olanda, paesi altrettanto densamente popolati, ma forse con sportivi meno inclini o meno succubi dell'aggregazione, e più attenti a cogliere le occasioni belle della natura? E' una mancanza di sensibilità alla bellezza dell'animo italico? E' il numero così sparuto di canoisti che ci sono in Italia? E' l'istinto alla socializzazione a tutti i costi dell'italiano tipo, ché "da soli non ci si muove"?
"Così tra questa immensità s’annega il pensier mio: e il naufragar m’è dolce in questo mare."