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Big Jump Valnerina
Enrico Izzi:
Forse, caro Davide, è stata fatta confusione con l’invaso di Corbara, che ha una capacità di 207/milioni di metri cubi d’acqua e che, in occasione della piena del 07/01/2010, ha scaricato 800 metri cubi di acqua al secondo. Nel caso del Corno invece non c’ è alcun invaso a monte e, tecnicamente, si tratta di interrompere la captazione a Nortosce per restituire temporaneamente al tratto a valle la naturale portata di ben 4/5 metri cubi al secondo circa. Tutto qui. Non è neanche propriamente corretto parlare di piena.
Se ritrovi la documentazione portala in Francia che sarà preziosa per argomentare la richiesta di abrogazione del comma 6. (richiesta che vale per tutti, chi ha documentazione utile la porti o la faccia arrivare).
Occorrerà anche trovare documenti ed argomentazioni per “smontare” la tesi che uno o più kayak (solo kayak - i centri raft d’ inverno sono comunque fermi) che passano in fiume a dicembre o a gennaio impediscano o danneggino la riproduzione delle trote per andare a richiedere l’abrogazione anche del comma 3. (vista l’assurdità della tesi l’onere di dimostrarla spetterebbe a chi l’ha proposta – cmq bisogna argomentare la richiesta di abrogazione).
le altre modifiche da richiedere poi le vedremo tutti insieme in Francia. Per queste ultime non serve documentazione o lavoro preparatorio perché fanno riferimento al sacrosanto principio di equità e giustizia.
Il raduno è occasione per fare un’analisi di tutte le situazioni “critiche” non solo l’Umbria, se occorre fare un lavoro preparatorio a monte sarebbe bene evidenziarle fin da subito.
A presto.
Enrico.
armando mattioli:
Cari amici,
a dicembre 2011 si tenne un convegno organizzato dal comune di Norcia sui contratti di fiume (io ero uno degli organizzatori) ed invitammo anche Legambiente Umbria, che venne con la presidente Paciotto.
Ora legambiente umbria ha due ruoli in Valnerina: Associazione ambientalista e gestore del no kill.
In questa occasione si è manifestata con tutta evidenza le contraddizioni in cui si è avviluppata.
L'iniziativa del contratto di fiume fu assunta da una serie di portatori di interessi specifici (associazioni albergatori e commercianti, canoa club norcia, rafting Umbria, Area acquaviva uisp, A.C. Acquadolce, associazione pescatori di norcia etc.).
Io partecipavo a questo tavolo e, poichè tra le varie questioni c'era quella delle fruizione concordata fra pescatori e navigatori, ivi compreso il no kill di cerreto, trovai che fosse corretto far partecipare il gestore del no kill, un membro di Legambiente umbria.
L'invito fu fatto, ma la palla venne presa in mano dalla presidente che declinò l'invito a partecipare al tavolo dei portatori di interesse specifico, essendo un'associazione che difende interessi generali.
Fatto salvo chiedere incontri separati con assessori, sindaco e presidente dell'associazione commercianti che la'veva invitata per fare insieme progetti specifici per lo sviluppo turistico sostenible della valle.
Insomma, io correttamente li avevo fatti invitare ad un tavolo dove si parlava del destino del no kill da loro gestito, e questi cercarono addirittura di scavalcarmi, con proposte che non vennero minimamente prese in considerazione.
In sintesi: le abbiamo provate tutte per trovare un accordo ragionevole, ma non c'è stato nulla da fare.
Però il progetto del contratto di fiume è stato presentato, ci si sta lavorando a fatica e vi mando la bozza di accordo specifico per la navigazione tra navigatori e pescatori.
Insomma, un sacco di lavoro è già stato fatto e non parte da zero, la Valnerina (fortunatamente) non è solo dei navigatori umbri.....
Enrico Izzi:
Altra documentazione preziosa e' rappresentata dalla proposta di articolato della Commissione Rodotà istituita presso il Ministero della Giustizia con decreto del 21/06/2007.
Questi i passaggi che piu' interessano la questione in Valnerina "Sono beni comuni, tra gli altri: i fiumi i torrenti e le loro sorgenti; i laghi e le altre acque; l’ aria; i parchi come definiti dalla legge, le foreste e le zone boschive; le zone montane di alta quota, i ghiacciai e le nevi perenni; i lidi e i tratti di costa dichiarati riserva ambientale; la fauna selvatica e la flora tutelata; i beni archeologici, culturali, ambientali e le altre zone paesaggistiche tutelate." ... "In ogni caso deve essere garantita la loro fruizione collettiva, nei limiti e secondo le modalità fissati dalla legge."
Il teto completo e' pubblicato sul sito del Ministero della Giustizia http://www.giustizia.it/giustizia/it/mg_1_12_1.wp;jsessionid=4AEC54FB6EB96066F9295F790C769DB6.ajpAL02?previsiousPage=mg_1_12_1&contentId=SPS47624
armando mattioli:
Mentre le Guardie Ecologiche Volontarie di Legambiente Umbria in Valnerina, territorio sotto il loro controllo ambientale in convenzione con la Provincia di Perugia, si impegnavano nella loro sacrosanta e meritoria battaglia contro i canoisti disturbatori dei pescatori e devastatori della fauna macrobentonica (alias larve di insetti et similia), c'era chi nello stesso momento in Valnerina si occupava delle quisquilie di cui a questo link: http://www.umbrialeft.it/notizie/sito-%E2%80%9Cgola-del-corno%E2%80%93stretta-biselli%E2%80%9D-%C3%A8-sotto-attacco-esposto-wwf-umbria.
Ma si può?
a.m.
armando mattioli:
Se avete letto il link del messaggio precedente, in realtà si tratta di una segnalazione da parte del WWF sul fatto che un allevamento di trote devia praticamente tutta l'acqua del fiume nelle proprie vasche a metà del prcorso sul Corno.
Alcuni anni fa tra navigatori ed allevamento si era giunti ad un accordo per cui all'arrivo dei gommoni la captazione cessava per 7-8 minuti e quindi si poteva navigare.
Intervenne Legambiente Umbria che intimò all'allevamento di non fare questi rilasci temporanei perchè dannosi per l'ambiente (!!): e si smise di navigare.
Un paio di anni dopo la legge regionale 15/2008 voluta da Legambiente introdusse in quel tratto un divieto di navigazione, per cui non si poteva navigare nemmeno quando l'acqua era sufficiente , in aprile maggio; ci fu una sollevazione degli albergatori per evitare fastidiosi trasbordi ai propri clienti che facevano rafting e la regione preparò una delibera per togliere il divieto, ma ancora una volta Legambiente intervenne pesantemente sostenendo che navigare in quel tratto era dannoso per l'ambiente ed il divieto non venne tolto.
Insomma, su quel tratto Legambiente Umbria non tollerava nemmeno che canoisti e rafters ci starnutissero, ma se poi l'allevamento porta via tutta l'acqua, tace.
Ha nulla da dirci al riguardo la presidente Paciotto?
a.m.
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