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Ohibò, troppo pochi interventi dal mare!

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Marco Alberti:

--- Citazione da: passolento - Luglio 03, 2012, 05:46:00 pm ---ecco allora io svacco subito sto' bel topic e vado OT ...

--- Termina citazione ---
Si, si, svacco libero ! :P : io sarò all' Elba nel golfo Stella dal 12 al 27-7 ...
E sulla carenza di interventi sul mare direi che la più semplice delle possibili ragioni è che i marini sono di meno... Ma anche che da Omero in poi è stato già detto molto, che ci si può andare anche da soli (nella maggior parte delle condizioni), che non ci sono sifoni, tronchi o cavi da segnalare, si può passare al largo dai pescatori , non ci sono dighe in progetto, etc. 


--- Citazione da: altergg - Luglio 03, 2012, 01:48:56 pm ---... Credo non ci sia un mezzo che permetta di muoversi con maggiore libertà di un kayak di mare...

--- Termina citazione ---
Se parliamo di sensazioni, sono d'accordo. Essere in mare con acqua, cibo, tenda e sacco a pelo ben stivati e all'asciutto, mi ha dato la maggiore sensazione in questo senso.  Ma anche abbandonare la riva di un fiume e girare la prima ansa avendone davanti svariate decine di km. non civilizzati non è male, e in più ti fa piccolo ! (tranne Tojo ;D ).

altergg:
Anche in fiume/torrente  ci sono sensazioni magnifiche (una è l'adrenalina..). Ma l'hai detto te, bisogna fare i conti con mille problemi e vincoli  che a mare non ci sono. A partire dal problema dei livelli dell'acqua, degli sbarramenti, ecc.e se si va sui fiumi più grandi, con meno problemi di livello, il paesaggio degrada inevitabilmente  e spesso bisogna anche turarsi il naso. Si abitasse sulle sponde del rio delle amazzoni o su qualche lago/ fiume canadese forse ci sarebbe probabilmente la stessa sensazione di libertà del mare.

Per pagaiare insieme,sono appena tornato dalla corsica (avevo anche inserito un apposito msg per chi avesse avuto la possibilità di unirsi) e il prox w.e. sono in montagna... ;)
Personalmente cerco di farmi 1, max 2, "bei giri" all'anno. Cioè di più giorni in posti, anche lontani, i più belli possibile. Cmq se c'e' la possibilità di pagaiare vicino anche 1 solo giorno per conoscersi partecipo volentieri.

Tornando al "problema" della "solitudine" dei kayaker marini, secondo me un problema sta anche nel fatto che  ci sono molti mezzi diversi per pagaiare. Ognuno con filosofie un po' diverse. Così si tendono a creare dei gruppi di pagaiatori, che tendono ad  estremizzarsi nella loro specializzazione, e a riunirsi solo tra di loro guardando gli altri come dei "diversi".
A me del mezzo mi interessa poco, è quello che ho attorno che mi interessa. E fortunatamente conosco molti, con i quali ho pagaiato, con mezzi disparati, dal Sardinia ai chiattoni della Ocean, con la stessa idea. Però ci sono anche tanti altri che non la pensano così. Ma mettono al centro il mezzo, la tecnica, la "sicurezza" e una serie, vorrei dire di menate, che non sono affatto l'essenza del kayak e che hanno l'effetto di allontanare i già pochi pagaiatori tra di loro e pure i potenziali appassionati. >:(

Frederik Beccaro:
Sono un canoista fluviale ma abito al mare. Non posso che confermare che per i motivi sopra elencati, l'attività fluviale è più cameratesca che quella marina.
Io stesso nella mia quasi trentennale esperienza fluviale non ho mai disceso da solo un fiume, mentre in mare mi capita quasi esclusivamente di uscire, per scelta in solitaria.

L'uscita in mare la vedo più come occasione per un rapido allenamento, per una pagaiata solo con i miei pensieri.
Da solo posso decidere i miei ritmi, il mio itinerario, i miei tempi.
In fiume la corrente uniforma molto i ritmi, una volta imbarcati, l'itinerario è uno e la durata della discesa per motivi di sicurezza è meglio che sia uniforme.

Naturalmente questa mia riflessione si basa su uscite brevi e di poche ore. Il campeggio nautico, apre altri scenari.

passolento:
non ho, ancora, fatto fiume
per adesso solo lago e mare
ma credo nel nel campo della canoa in generale si possa fare un rapido confronto con l'ambiente della mtb che invece conosco molto bene.
Quando pedalo sul facile (XC) o, comunque, nei giri esplorativi lunghi in montagna,  mi piace anche (molto) andare da solo. In cima ad una montagna con la mtb tutto da solo ho provato esperienze magnifiche. Sto' attento a non osare troppo, mi prendo rischi che so di poter affrontare da solo, consapevole che il fattaccio puo' succedere anche su uno stradone senza apparenti pericoli.
Viceversa, quando devo fare canizza sul ripido, affrontando qualche rischio in più, cerco sempre di andare con qualche amico fidato. E' normale che in queste situazioni si cementino maggiormente le amicizie. Ci si prende in giro, si fa canizza, appunto, ci si sfida ed alla fine tutti con le gambe sotto il tavolo
;)

Vittorio Pongolini:
Bene, mi fa piacere leggere che sono stato induttore di nuovi incontri marini. E' una buona cosa.
E' vero che ci si incontra poco in mare tra kayaker per diversi motivi, in primis per le distanze e per la vastità del mare. Mi vengono a tal proposito subito in mente due locuzioni latine - ce ne devono essere a decine - riguardanti proprio la vastità del mare cioè "mare magnum" e " rari nantes in gurgite vasto" (anche se quest'ultima ha un significato un po' diverso).
Anch'io, come Frederik confesso di usare spesso il KdM in modo solitario, quasi disintossicante. E la cosa ha per me radici che direi antiche, che risalgono a più di vent'anni fa, quando insegnavo nella scuola del villaggio Telis di Club Vacanze ad Arbatax: dopo le sei ore tirate di lezione prendevo il mio Kayak da discesa - allora in Italia i KdM non c'erano ancora -  e aggiungevo due ore di pagaiata in solitaria nel mare della Sardegna orientale. Tornavo al tramonto ma ero fuggito e disintossicato di tutte le PR obbligatorie con i turisti del villaggio.
E' molto bello per me andare in solitaria col mio KdM, ma è altrettanto bello pagaiare coi miei amici - molti sono di Sottocosta, ma non tutti - in autunno, inverno e inizio primavera, e quando non c'è acqua sui fiumi, nel mare e sui laghi lombardi e piemontesi. Ho anche acquistato un anno fa un bellissimo K2 timonato che non finisce più e che, ahimè, ho finora usato troppo poco. Questo K2 da mare è un invito alla compagnia nelle uscite e fra pochi giorni porterò sul lago d'Orta il mio amico neozelandese John Longden e la sua compagna, sul K2 e io andrò sul mio K1. In tre sarà già un gruppo... numeroso.
Ma però, badate bene, il senso del messaggio era riferito agli interventi su questa Newsgroup. Scrivete ragazzi, scrivete! Senza pudori e senza remore. Tutti abbiamo emozioni quando le nostre prue tagliano l'acqua e dobbiamo riferirle.

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