Buonasera a tutti
stasera mentre ero occupato con le mani in un po' di bricolage a casa, ed avevo invece la testa libera, ho messo insieme due ragionamenti su cui riflettevo da tempo.
Una è il fatto che quando si parla di fiumi minacciati da sfruttamento (idroelettrco, pesca, etc) c'è prima un tiepido interesse da parte di una decina di frequentatori del forum.
Non so che percentuale sia dei frequentatori totali, ma credo sia bassa.
Sarebbe interessante avere una valutazione numerica su questo dai moderatori.
Poi l'interesse si affievolisce subito dopo un paio di flame a cui contribuisco anche io, e tutto muore li'.
Devo dire che la cosa mi ha sempre stupito, almeno per il modo in cui ho sempre visto io la canoa,è per me rimasto sempre un mistero il perchè di questo scarso interesse. La seconda è che dopo la manifestazione pro fiumi bellunesi di ottobre, a cui abbiamo partecipato in ben due canoisti, la domenica successiva ho avuto un incontro con una persona che ha pagato un prezzo altissimo a causa di un disastro collegato a questo problema, ed ora è impegnata nel combattere queste problematiche.
Parlando con lei, ed esprimendo proprio la mia preoccupazione per questo scarso interesse, ho avuto una risposta da parte sua che mi ha stupito, sia per la prontezza con cui mi ha risposto, sia per il significato:
mi disse che probabilmente l'approccio con cui la maggioranza dei costruttori di dighe e sbarratori di fiumi, e quella dei canoisti medi, era la stessa: entrambi sono predatori di fiumi, nel senso che si prendono quello che gli serve dal fiume, oppure il fiume stesso, e non hanno alcun interesse per il resto. Pescatori, canoisti, costruttori di dighe combattono per la stessa risorsa da usare, ed è normale che ognuno cerchi di escludere l'altro, in quanto alcuni sfruttamenti sono in contrasto con gli altri.
Premesso che si tratta comunque di operazioni lecite e legali, effettivamente questa risposta mi ha chiarito il dubbio che non riuscivo a fare emergere:
Il perchè spesso si legge anche nei messaggi di chi contribuisce alle discussioni, una specie di rassegnazione e di sudditanza psicologica, una resa preventiva.
Che non dovrebbe esistere, in quanto la posizione di un canoista "non predatore" dovrebbe essere proprio la consapevolezza che il suo modo di vedere il fiume non preclude gli altri; un pescatore preferisce avere il fiume per se' ed escludere i canoisti, uno sbarratore di fiumi si devia l'acqua e lascia a secco volentieri trote, pescatori e canoisti; un canoista accetta gli altri usi del fiume, è solamente piu' critico nell'accettare nuovi impianti idroelettrici visto che ormai ce ne sono troppi, e visto che il costo in carburante per spostarsi sui pochi fiumi rimasti viene adesso criticato come poco "ambientalista":-)
In effetti devo dire che la diagnosi per me fa quadrare bene le incongruenze, e mi fa sentire certamente un po' piu' dubbioso sul fatto di ptere organizzare qualcosa.
Mi piacerebbe avere qualche commento da parte sia di chi ha partecipato alle discussioni, sia da parte di chi non lo ha mai fatto.
Ripeto che non intendo mettere sulla croce nessuno, semplicemente vorrei capire se qualcuno ritiene che questa sia una lettura corretta del problema, e se possa portare a smuovere un po' le cose.
In tutti i casi prendetela alla leggera, ci sono cose peggiori nella vita.
buone pagaiate a chi puo'
Davide