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Vittorio Pongolini

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  • Healthy rivers, lakes and seas are priceless!
Ed eccomi ad aprire una nuova discussione di confronto, quella relativa allo sforzo fisicodei due tipi di pagaiatori.  Questo argomento è stato in parte sfiorato nella precedente, ma non sviluppato.
Mi capita talvolta di termnare una discesa fluviale insoddisfatto dal punto di vista dello sforzo fisico effettuato. M'è successo, ad esempio, la scorsa domenica sul fiume Enza. Sono sceso dal kayak che avevo appena scaldato i muscoli e loro stessi e la mia testa mi chiedevano ancora di esercitare lavoro muscolare. Nemmeno respiravo come se avessi del debito di ossigeno da colmare. Rimpiangevo, insomma, una bella pagaiata di più di quindici miglia in acqua salata. Una di quei tratti a velocità costante sostenuta, lungo la costa di qualche parete strapiombante a picco sul mare chei impegnano per diverse ore della giornata. Il KdM è impagabile per questo. Ho la necessità fisiologica di sentirmi stanco di pagaiare e di trasferire ai giorni feriali della settimana questa memoria fisica dei miei giorni festivi. Sui fiumi, ahimè, i tratti si abbreviano sempre di più. Vuoi per la presenza di sbarramenti  e vuoi per la mancanza di acqua come conseguenza delle differenze orografiche in cui il corso d'acqua scorre. In mare, o lago, si pagaia quanto, dove e come vuoi e, a causa della siccità (pare che stia per finire!), diventa l'unica possibilità di pagaiare. Questo è un "plus" impagabile per il KdM e mi sento un vero privilegiato ad avere la possibilità di scelta rispetto ai miei amici fluviali univoci che non possono averla.
Vittorio Pongolini - Canoa Club Milano

"You don't beat it. You never beat the river, chubby".  Burt Reynolds (Lewis Medlock), Deliverance, 1972.

Francesco FICT

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    • Federazione Italiana Canoa Turistica
Re: Kayaker marini vs canoisti fluviali: l'approccio con lo sforzo fisico.
* Risposta #1 il: Aprile 02, 2012, 11:53:57 am *
Sarà che io invece mi trovo nell'esatta opposta condizione.
Prima risiedevo a Mestre (VE) ora a Treviso quindi la zona mi permette indistintamente mi appoggiar le terga in acqua salata o dolce a piacimento (compresi fiumicelli tranquilli come il Sile).
Io proprio in mare mi annoio, (forse un po' esagerato eh..) ma l'idea dello sforzo fisico continuativo non mi alletta proprio, son molto più propenso all'adrenalina di una bella rapida, appoggi, eskimi, uno sforzo comunque che non si protrae nel tempo in forma costante.
Alla questione della disponibilità idrica invece pensavo proprio ieri di ritorno dal campo da slalom in Valstagna... ma qui c'è gran poco da pensare, così è!

inzomma.. ma piase l'acuqa fresca!
ma son gusti... un po' come preferire il gelato alla frutta o alla crema... anche in questo caso.. basta che si continui a mangiar gelato!
in sicurezza ovviamente  :D
Francesco Nicoli
Amministratore FICT

Marco Alberti

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Re: Kayaker marini vs canoisti fluviali: l'approccio con lo sforzo fisico.
* Risposta #2 il: Aprile 02, 2012, 03:01:38 pm *
Capisco bene quello che dici  : con Emilio, ai vecchi tempi, si diceva che se al ritorno a casa ti reggevi ancora in piedi... voleva dire che non ci eravamo divertiti abbastanza ! :D (anche i recuperi facevano la loro parte ...)
 
... mi sento un vero privilegiato ad avere la possibilità di scelta rispetto ai miei amici fluviali univoci che non possono averla.
Ma Toio, per questi sensi di colpa  c'è un rimedio facile : ci inviti tutti al mare tutti i fine settimana... ;)