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COPPA DEL MONDO SLALOM 2011

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Ettore Ivaldi:
Sto diventando troppo sensibile e il cuore alla lunga potrebbe non reggere. Colpa forse di quel fiorellino color violetta in mezzo al campo slalom  che questa mattina contrastava il grigiore delle ciminiere della mega centrale nucleare che si stagliano giusto in fondo alla nostra visuale. Impossibile non notarle in questo piatto paesaggio sassone. Viceversa la fiorescenza – il cui nome scientifico ovviamente ignoro - ci vorrebbe il mio amico Stefano grande esperto di botanica e vero conoscitore delle cose di montagna - era lì in mezzo al pratone a ricordarmi le cose belle e semplici della vita.
Poi ci si mette anche il mitico Gra che da Trielle mi manda resoconti sullo stage di tango che sta vivendo da quelle parti e che sembra fermare il tempo. Scrivi tutto grande maestro, non perdere nulla, caricati di energia, assorbi ogni gesto nel tuo sapere, nel tuo essere unico.
E poi c’è quella voglia di lavorare intensamente con i miei atleti in acqua in quell’ora che l’organizzazione ci concede ogni giorno e che noi cerchiamo di sfruttare al meglio. Con Pedro Henrique Gonçalves Da Silva, brasiliano diciottenne, ho necessità di fargli capire che lo slalom non è un gesto fatto di sole pagaiate senza senso. Devo fargli sentire e percepire che l’andare sull’acqua che corre è come ballare a volte lenti e a volte veloci. Milonghe o tanghi vanno ballati diversamente e in una gara di slalom trovi sia l’una che l’altra versione di un ballo così affascinante e unico come è quello argentino. La corrente è la musica e tu la devi seguire, le porte sono le variazioni sul tema e tu le devi interpretare. Ciò che ti permette tutto ciò è quella pagaia che devi tenere in acqua più tempo possibile per ricevere informazioni che vanno elaborate velocemente. Solo così puoi offrire valide risposte alla tua canoa-ballerina che è li che ti aspetta e brama attenzione. Non è facile però tenere a bada l’energia di un giovane che come tutti vorrebbe avere tutto subito pensando che pagaiando più forte sia l’unica  vera via  per andare più veloce!
Con Raffy alla sera mi diverto nell’ora libera  ammirandolo tra risalite e porte sfasate. Con lui il lavoro è molto più fine, c’è tempo e quindi non voglio correre. Io intervengo solo per offrirgli punti di riflessione su come possono spingere le ginocchia e il bacino in determinate situazioni oppure gli ricordo di spingere bene anche coni il braccio alto. Poi scherziamo sulle mie proposte di cercare di fare delle discese intere con la pala sempre in acqua,  senza cioè  estrarla dall’elemento liquido neppure per avanzare.
Con Eoin Rheinisch  inizio a vedere un po’ di luce dopo tanto buio causato da problemi fisici e da una ricerca di cambiamento tecnico che forse abbiamo raggiunto. Il suo vecchio stile ha lasciato più spazio ad una maggiore dinamicità nel preparare le risalite, mentre si è mantenuto nei pezzi diritti dove c’è necessità di far scorrere la canoa. In questo l’irlandese di Dublino è molto bravo e ovviamente non c’era motivo di apportarne modifiche.
Da casa non giungono belle notizie e sembra che l’europeo junior per Zeno sia a questo punto compromesso per questa febbricola che lo perseguita da ormai due settimane e che lo tiene a letto o sul divano a guardare il Tour de France. Speriamo che il  fiorellino, dai colori che piacciono tanto alla Cristina che pagaia, sappia comunque regalarci il sorriso.

Markkleberg, 7  luglio   - Germania 3th slalom race  World Cup 2011

Occhio all’onda! Ettore Ivaldi

www.slalom​worldcup.c​om
www.123res​ult.com

Ettore Ivaldi:
Ho seguito la gara con la testa altrove e per dirla proprio tutta non saprei proprio cosa raccontarvi. Oggi ho fatto tutto in maniera automatica. Ho lasciato andare le mani e le gambe e gli automatismi che si costruiscono in anni di gare hanno fatto il resto. Spero che di essere stato di supporto a tutti come sempre e che la professionalità abbia avuto il sopravvento su emozioni personali.
In fondo ho fatto come sempre: analizzato il percorso con Pedro, ho seguito la sua discesa. Poi all’arrivo gli ho fatto il lavaggio della “cabeza” per il modo con cui ha affrontato la sua prima manche. Ne abbiamo parlato e ho cercato di riportarlo sugli obiettivi che ci siamo proposti di portare avanti. I risultati vanno costruiti passo dopo passo, non possiamo perdere tempo, ma non possiamo neppure saltare dei passaggi cruciali per la crescita di un atleta. Dobbiamo viverli tutti e farli nostri per non pentircene poi nel futuro.
Il giovane è sveglio, ha capito al volo e nella seconda discesa è andato veramente vicino a passare il turno. Con Eoin abbiamo studiato strategie e tattiche di gara per passare in semifinale e senza colpo ferire abbiamo ottenuto quanto ci siamo prefissati. Persistono errori su cui abbiamo lavorato molto, ma che evidentemente necessitano di un maggior approfondimento. Come ad esempio l’uscita dalle risalite dove l’irlandese si incanta e sfolla. La testa non è dove dovrebbe essere e cioè sulla porta successiva. Lui si ferma nel momento che sta vivendo rallentando l’azione.

Ho guardato svogliatamente anche le canadesi che, su un percorso decisamente impegnativo, hanno messo in evidenza limiti e controindicazioni messe in luce da un tracciato così anomalo e se vogliamo un po’ assurdo. Sembro polemico e non voglio esserlo assolutamente, ma il mio concetto di slalom è legato alla velocità e questo percorso non era certo tra i più scorrevoli degli ultimi dieci anni! Ok i più forti non hanno avuto problemi a passare e a farci vedere azioni tecniche importanti, ma il concetto è diverso. In sostanza, secondo il mio modestissimo avviso, si fa poco per aumentare il livello generale, come si fa poco per supportare gli atleti. I servizi per loro sono veramente pochi, costretti a parcheggiare lontano e a cambiarsi in un tendone sulla riva del lago decisamente lontano per qualsiasi tipo di necessità. Per la finale presenterei in pompa magna gli atleti, con musica e bandiere, una sorta di americanata se vuoi, ma servirebbe per vendere bene questi avvenimenti e a caricare a puntino gli atleti, e soprattutto farli conoscere. Poi giocarsi in notturna la finale non sarebbe male, visto che qui è tutto predisposto per l’illuminazione artificiale.

Domani semifinali e finali per C1 uomini e donne e K1 uomini poi dalle 16 gare di qualifica per donne sedute e C2.

Lo so che non si dovrebbe utilizzare un forum o un blog, per scopi personali, ma voglio ringraziare pubblicamente il medico federale che in quest’ultima settimana è rimasto particolarmente vicino a Zeno e che sicuramente lo sarà anche in futuro per dargli una mano a superare questo momento decisamente negativo. Grazie Gigi -



Markkleberg, 8 luglio - Germania 3th slalom race World Cup 2011


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la prima manche di Giovanni De Gennaro
- http://www.youtube.com/watch?v=jfErAO7xw-8

Mauro Canzano:
è vero...dovrebbe essere un forum per discusssioni pubbliche...ma permettimi di chiedere cosa sia successo a Zeno avendo visto le convocazioni cambiate...qualsiasi cosa sia successa in bocca al lupo

Ettore Ivaldi:
Giornata lunghissima con semifinali e finali per C1 uomini e donne e K1 uomini. Poi piccola pausa e qualifiche K1 donne e C2. Il canale con tanta gente a guardare. Il tempo estivo ha fatto il resto. Una festa, una bella festa ed è questo ciò che serve allo slalom e alla canoa in genere. L’impianto è bello e si presta a tutto ciò... sempre che il tempo più che imprevedibile, qui a nord, non crei problemi seri. I risultati li sapete e se non fosse così andate su 123.result.com e vi erudite. Io vi posso solo dire che mi sono divertito a seguire le gare anche se il percorso è decisamente impegnativo e difficile e gli errori sono stati tanti, anzi tantissimi.
Tutto sto giro di parole per dirvi che a distanza di tre giorni non sono ancora convinto dell’utilità di fare percorsi così assurdi. Sarò anche noioso, ma tutta la gara è stata un compromesso tra scelte azzardate e spauracchi vari per passare i turni di qualifica e semifinale.  Troppo condizionata da scelte tecniche limitanti. Così facendo non si mette in evidenza il lavoro fisico degli atleti e ne risente ovviamente la velocità.
Pensate che la campionessa europea ha nuotato sul finire del percorso e vi posso assicurare che erano anni e anni che non vedevo così tanti atleti fare delle porte in retro. Sembrava quasi che alla porta 9 e 16 ci fosse sul traverso,, oltre al numero anche la vecchia scritta “R” che ti ricordava di passare quella porta prima con la coda e poi con la punta!
Non pensiamoci più  e guardiamo avanti. Domani semifinali per le donne e per i C2. La prima senza italiane in gara, ma questo è ormai regolare, mentre nella barca lunga speriamo che Benetti e Masoero riescano a ritrovare serenità e tranquillità in vista del mondiale e della qualificazione olimpica.

Volevo anche tranquillizzare l’amico Canzano. Zeno non sarà al via agli europei junior per problemi fisici, in accordo con il medico federale abbiamo preferito rinunciare a questa importante prova continentale e guardare al futuro. Il ragazzotto ha bisogno ora di un lungo periodo di riposo e appena sarà possibile risalirà in barca, anche se,  senza forze e ancora con febbre,  sta bramando per rimontare in barca... non sarà facile farlo riposare per cercare di recuperare il prima possibile.

Markkleberg, 9  luglio   - Germania 3th slalom race  World Cup 2011

Occhio all’onda! Ettore Ivaldi

Ettore Ivaldi:
Pierre Bourliaud è la versione francese del campione olimpico tedesco Alexander Grimm, forse più agile e comunque un raffinato esteta dello slalom.  Sabato in Germania  ha vinto la terza prova di coppa del mondo utilizzando 119 pagaiate e solo 3 di queste sono stati colpi indietro e cioè alla porta numero 5 dove si era costretti a cambiare repentinamente direzione da sinistra a destra. Poi all’uscita della risalita 6 per andare alla 7 a cavallo del ricciolone dopo il buco (porta che è costata molto a Peter Kauzer in semifinale e che l’ha costretto ad abbandonare le speranze di chiudere con anticipo la coppa del mondo) ed infine all’entrata della porta numero 10 in risalita dove c’erano lo spazio e l’acqua  per tagliare l’entrata con la coda nell’elemento liquido.
Poco ci direbbe se non confrontassimo questo numero di pagaiate con quelle fatte ad esempio da Giovanni De Gennaro: ci accorgeremo che il bresciano ha sei colpi in più di cui 4 in retro, contro i 122 di Molmenti.

Il percorso, come già detto, non era tra i più scorrevoli visto che gli atleti hanno risolto praticamente tutti con delle retro le due combinazioni 9 -10 e 16 - 17. Un tracciato di tempi antichi quando le retro erano obbligatorie. Comunque tutto ciò ha giocato a favore del bravo Bourliaud, ma dovete conoscerlo più a fondo per apprezzare appieno questa sua vittoria.
Infatti, dopo essere rimasto fuori dalla squadra A, come quarto K1  e dopo l’argento dello scorso anno a squadre e il quinto posto ai mondiali di Tacen ha dovuto armarsi di pazienza e iniziare ad allenarsi girovagando per l’Europa in compagnia del quinto k1 e cioè di quel certo  Sebastien Combot  già campione del mondo nel 2007. In Saxonia i due erano in tenda come  la settimana prima a Bratislava dove erano andati ad allenarsi.
Pierre è uno studente di kinesiterapia a Toulose e lo scorso 4 marzo ha fatto 26 anni.
In gara mi è piaciuto parecchio. Mi è piaciuto tra la 4 e la 5 perché ha saputo usare molto bene i fianchi per ruotare e far restare in linea il suo scafo verso la porta successiva.  Uscito dalla 6 in risalita ha preso un altissimo rischio alla 7 dove è stato costretto a distendersi indietro sulla sua coda, ma si sa che per vincere bisogna osare e non limitarsi a fare le cose bene. Sempre preciso nelle risalite con l’aggancio che si trasforma in un reattore nucleare e che prende le sembianze di una propulsione atomica. Bello, regolare, pulito: tre aggettivi che dire calzano a pennello per descrivere la sua manche di finale.

L’altra storia che vi voglio raccontare è quella di una  famiglia inglese che accompagnano la figlia - giudice arbitro - nelle trasferte internazionali.  Il papà è un anziano signore e la mamma si aiuta a camminare sostenuta da un bastone che però non la limita in nulla, anzi, sembra darle, oltre alla sicurezza, anche molta energia.  I tre sono partiti da Londra con il camper  una settimana prima della competizione e con calma hanno raggiunto la meta di lavoro della figliola. Si sono fermati a visitare Berlino prima di arrivare a Markkleberg. Gran lettore di romanzi e appassionato di geografia lui, la moglie si dedica ai lavori ad uncinetto e a preparare i pasti al giudice che alla sera torna letteralmente distrutta dopo diverse  ore di gare. A sentire lei però non sono le competizioni a ridurla in quello stato comatoso, ma  le estenuanti  riunioni pre e post manifestazione.  

Bello comunque scoprire anche questi risvolti del nostro sport, come quello che è stata offerta la possibilità ai giovani dei vari club in Germania di assistere alle gare ed avere anche un contributo per i vari spostamenti.

Com’è la situazione in Coppa dopo tre gare è presto detto.

Nei Kayak uomini  può succedere di tutto per il momento in tesa c’è Kauzer con 127 punti seguito dal suo compagno di squadra Meglic a 123. Molmenti è 5^ con 108.
Nelle donne Dukatova in fuga con 162 punti e seconda Nenusova-Mann con  132.
C1 il detentore di coppa Benus com 148 guida la classifica di specialità seguito da Jezek.
C1 donne Lawrence  165 punti davanti a Guinea  150 con Macova terza con 128
C2 Hochshorner in fuga anche loro con 165 sui francesi Klauss/Peche. Primi italiani 11esimi con 73 punti.

La Coppa ora  si prende una pausa fino alla seconda settimana di agosto per la finale di Praga.

Io con la casa viaggiante, con Raffy, Pedro e, tra qualche giorno ci raggiungerà anche Eoin, sono tornato  a Bratislava con l’unico vero grande obbiettivo della stagione: far crescere i miei atleti. Cerco di non  perdere neppure un minuto nella speranza che questi giovani con le loro canoe, alla fine, si fondano con l’acqua e diventino un elemento unico!


Occhio all’onda! Ettore Ivaldi

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