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COPPA DEL MONDO SLALOM 2011

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Ettore Ivaldi:

Che delusione facciamo un passo avanti e subito dopo ne facciamo altri due indietro! Eravamo arrivati a definire un concetto chiaro sui tracciati di slalom con gli europei in Spagna e ora si apre la coppa del mondo a Tacen con un percorso assurdo. Myrian Jerusalmi Fox e Nick Smith sono due allenatori di lungo corso e fino ad oggi avevo avuto riscontri più che positivi... solo fino ad oggi però!
Tutte le risalite con il doppio palo. Due combinazioni messe lì non si sa perché e cioè la 3 in discesa uscendo dalla risalita due a sinistra  sul ricciolo che taglia in due il fiume e poi la 6 e 7 che non hanno veramente senso.
Insomma in due settimane siamo tornati agli anni ’80 quando ti facevano vagare per nulla da una parte all’altra del fiume. Un tracciato che non ha una logica compiuta, non segue l’acqua, non è scorrevole e soprattutto in alcuni punti dipenderà dall’acqua che ogni atleta troverà al suo passaggio per passare velocemente o per perdere una montagna di tempo.
E visto che ci siamo diciamocele proprio tutte le stupidaggini che dobbiamo subire senza possibilità d’appello. Infatti dopo questo percorso assurdo, c’è la novità dei caschi o meglio era già stata  preannunciata, ma tutti speravano che fosse solo sulla carta e non applicata alla realtà... un pochino come va da noi. In sostanza i caschi potranno essere o di colore nero o di colore bianco nulla di più con la data di fabbricazione bene in vista.  Provo ad aggiungere altro? Se lo faccio però passo direttamente agli improperi perché altro non si può fare  per contestare una situazione che ha solo del ridicolo: ora che iniziavano ad entrare grosse aziende e che sicuramente avrebbero potuto diventare  il volano per farne entrare delle altre, ora, proprio ora, rendiamo tutti gli atleti monocromati. Semplicemente assurdo e ridicolo.
29 le nazioni che prenderanno il via alla prima prova di Coppa e non tutti sono venuti con la squadra senior al completo. I francesi sono qui da due settimane con la squadra B. Non assisteremo al duello Martikan - Estanguet dei due fuoriclasse neppure l’ombra. Che siano a Cuba assieme a fumarsi un sigaro con Fidel sulla spiaggia? O saranno ognuno  a casa sua per cercare di recuperare energie per la grande sfida finale di settembre a Bratislava?
Vi lascio con questo dubbio, mentre vorrei precisare alcuni dettagli, prima di addentrarmi nello specifico (appena avrò tempo per farlo) sulla lunga discussione nata su questo forum in merito all’attività dei Centri sportivi militari o dei corpi di polizia. Il tutto è regolamentato da un Decreto del Presidente della Repubblica del 2005 che si rifà ad una legge del 2000 e che a sua volta riprende la convenzione che il Coni ha fatto a suo tempo con i vari governi che si sono succeduti e con i vari corpi militari e di polizia. Quindi è tutto regolamentato e oggi entrare in questi centri sportivi è molto più facile di un tempo per gli atleti veramente talentuosi e che hanno nel loro curriculum sportivo importanti traguardi già raggiunti, com’è nel caso del giovane iridato bresciano. Ma c’è un piccolo inghippo che blocca il tutto! Infatti per permettere al giovane atleta di entrare bisogna che i responsabili di quel centro richiedano ai  superiori di inserire nel bando di concorso la richiesta di uno o più atleti. Considerando il fatto che l’unico corpo di polizia per la canoa fluviale è il Gruppo Sportivo del Corpo Forestale dello Stato sta a significare che il responsabile del Gruppo dovrebbe richiedere nuovi atleti con le  caratteristiche che ritiene più idonee. Qui però succede che, evidentemente, i responsabili ritengono che il Gruppo non abbia bisogno di nuovi atleti considerando il fatto che attualmente gli atleti dello slalom sono 5 (31,4 anni la media), mentre per la discesa, pur avendo l’allenatore, non c’è nessun atleta in forze a Carpanè (Vi) visto che il campione europeo di sprint è in forza a Sabaudia come atleta della velocità.  Giusto per completare il quadro, oltre ai due tecnici, il Gruppo Sportivo CFS ha un addetto all’amministrazione.
Quindi per essere chiari, tante volte non bisogna andare a cercare chissà dove certe responsabilità, basta guardarsi attorno e si trova la soluzione.
Avremo modo comunque di approfondire l’argomento considerando il fatto che gli sport come il nostro vivono grazie a queste istituzioni. Pensate allo slittino, alla lotta, al sollevamento pesi, alla corsa in montagna, ma anche alla stessa atletica leggera. I corpi militari e di polizia hanno permesso il fatto che questi sport e altri abbiano mantenuto e cresciuto la loro importanza nell’ambito non solo agonistico, ma anche politico-decisionale.

Tacen, 23 giugno  - Slovenia 1st slalom race  World Cup 2011[/i]


Occhio all’onda! Ettore Ivaldi


P.S. venerdì qualifiche - sabato semifinali e finali per k1men e C1 men - C1 women -               
       domenica            semifinali e finali k1 women - C2
       potete seguire i risultati su: http://www.sloka.si/eng/results/sloka-
       2011-tacen.html - per   ordini di partenza  e dirette : http://www.timing-mojstrana.com/

Ettore Ivaldi:
Pioggia e a tratti qualche folata di vento. Su 10 donne partite in C1 solo la metà ha fatto almeno una manche senza saltare porte. Kauzer passeggia e sta sotto i 95 secondi - guardate il video se vi interessa (http://www.youtube.com/watch?v=ZrSA-kGRMOI). Benus prende il 4% dallo sloveno e Colazingari il 13%. Fuori dalle semifinali per l’Italia Costa (k1 men), Babuin (c1 men), Prendin (k1women).
Spettatori paganti praticamente zero come zero gli spettatori presenti tolti ovviamente gli addetti ai lavori e qualche genitore venuto a seguire il proprio pargoletto/a.
Domani semifinali e finali per K1 men, C1 men e C1 women.

Questa in pillole la giornata di ouverture di questa 24esima edizione della coppa del mondo, sintetizzata a mo’ di “taccuino della Gazzetta della Sport”    quando va bene e quando c’è qualche buco da coprire sulle pagine rosa del più popolare quotidiano italiano.

Ma dalla sintesi  passerei ad una piccola analisi di quanto ho avuto modo di vedere nel passaggio 2/3/4, la combinazioni più tecnica della qualifica seguita da un’altra meno tecnica, ma decisamente assurda per il solo fatto che, secondo il mio modestissimo avviso, esce da quello che dovrebbe essere lo slalom e cioè una sequenza di porte che esalti la velocità. Ma andiamo per ordine.
La prima combinazione era formata da una risalita a sinistra subito dopo il buco che taglia in due il canale e cioè quello dopo il salto iniziale. Usciti da questa porta bisognava fare una discesa giusto sopra il ricciolone, ruotare sullo stesso per andare a prendere la discesa successiva e per entrare quindi in una  risalita a destra direttamente senza dover fare il giro del massone con conseguente passaggio morta-corrente.
Le difficoltà in sostanza erano due. La prima di ordine psicologico, specialmente fra le donne, la seconda tecnica. Molti atleti arrivavano con molte riserve sulla porta tre cercando vari soluzioni. Chi sceglieva di lanciarsi dentro il buco, chi invece cercava il filone d’acqua che portava giusto dentro la porta e chi ancora viceversa si trovava troppo basso per riuscire ad entrare nella porta stessa. Per non parlare ovviamente di chi invece era in assoluta balia di quelle acque così movimentate! Molte donne, arrivate sulla 3, non avevano più l’energia per tirarsi fuori dal buco giusto all’altezza della porta, restando intrappolate fino alla fine dello stesso. La soluzione migliore era quindi di salire sul ricciolo con la canoa piatta e da lassù, in relazione all’acqua che si trovava,  avere l’accortezza di scegliere il da farsi. In sostanza le soluzioni che si prospettavano erano due e cioè andare via diretti perché tutto era sotto controllo oppure farsi portar via con la pala in acqua per pagaiare forte all’indietro onde evitare di prendere il filo di corrente che spingeva la canoa troppo a destra per centrare la porta in discesa numero 4. Dal mio punto di osservazione si poteva capire in anticipo il tipo di scelta di ogni atleta e il modo con cui avrebbe affrontato quella combinazione. Poi con Maria Eizmendi si ragionava sul fatto che quella combinazione l’avevamo già vista e rivista e fatta molte volte in gara qui  a Tacen.
Chi ha patito certamente di più su questo percorso è stato il gentil sesso che ha messo in crisi i tabellini delle penalità!
L’altra considerazione è sui tempi di distacco. Solitamente utilizzo le percentuali per rendere l’idea, ma mi rendo conto che chi non è dentro completamente al meccanismo non si rende bene conto del distacco concreto che tali riferimenti ci offrono. Quindi facilitiamo ancora di più dicendo che  per entrare in semifinale  nel k1 men si doveva stare negli 8 secondi di distacco dal vincitore, nei C1 nei 10 secondi , nei C2 16 secondi e nelle donne in kayak in ben 23.

Sabato di scena semifinali e finali per C1men, C1women e Kayak maschile a partire dalle ore 9,00 su un tracciato che ci riporta nella storia della canoa. Uno di quei percorsi che disegnava Dario Ferrazzi in cui dopo una risalita bisognava andare qualche metro più a monte per  fare la porta successiva magari in discesa. Ecco secondo me, come ricordavo prima, questo non ha senso perché è come chiedere ad uno sciatore di fare delle porte prima in giù e poi in su... si ferma la dinamicità dell’azione e la conseguente velocità!

Tacen, 24 giugno  - Slovenia 1st slalom race  World Cup 2011[/i]

Occhio all’onda! Ettore Ivaldi

Ettore Ivaldi:
su http://ettoreivaldi.blogspot.com/ la finale di Peter Kauzer

Occhio all'onda! Ettore Ivaldi

Ettore Ivaldi:
Che differenza c’è tra David Florence, Stanislav Jezek e Alexander Slafkovsky? Tutti è tre sono sul podio, nell’ordine in cui li ho scritti,  nella  prima gara di coppa del mondo 2011, ma... c’è un ma! Il britannico è sicuramente un ottimo C1, non c’è bisogno che lo dica io, parlano i suoi risultati e il suo argento  olimpico.   E’ un forsennato dell’allenamento, non si risparmia mai e tra specialità singola e doppia si trova sempre a lottare per il podio. Ad un certo punto della sua carriera e cioè giusto l’anno scorso si era messo in testa di provare anche  la qualificazione olimpica in canadese da velocità. Poi per ragioni di tempo e soprattutto logistiche ha deciso di mollare questo tentativo di record assoluto di ecletticità  sportiva ed è rimasto tra i paletti dello slalom. Oggi su un tracciato decisamente selettivo è riuscito a mantenere lucidità andando a vincere su un ceco e uno slovacco che interpretano la canadese singola in maniera sublime, almeno dal mio punto di vista. Jezek e Slafkovsky si assomigliano tanto da sembrare fratelli, somiglianza che hanno anche nello stile con cui guidano le loro canoe. Leggeri e dinamici. Veloci e poco dispersivi. Jezek farà 35 anni il prossimo 21 novembre  e in finale ha pagaiato come sa fare lui nei momenti migliori; peccato per il tocco altrimenti quel 99,24 gli avrebbe regalato il bronzo fra i K1 men. Slafkovsky di anni ne ha fatti 28 l’11 marzo ed è impegnato sentimentalmente con un biondina molto carina di tre anni più giovane di lui. Tra l’altro lei, Jela, è la sorella della fidanzata del C1 slovacco che gareggia per l’Italia e cioè di  Stano atleta del  Canoa Club Sacile dell’amico Giuseppe  Coan (Beppi, ma che fine hai fatto!?! una volta almeno a Tacen ti ci si vedeva!). Ah dimenticavo Stano è anche l’allenatore di Jezek e, visto che lo allena, si allena anche lui e gareggia per i colori azzurri considerando il fatto che, nella nazionale della sua nativa patria, sarebbe praticamente impossibile metterci anche solo il naso!
Dopo tutto questo giro mi sono un pochino perso... ah sì! C’era il ma da spiegare. In effetti guardano i tre in finale mi sono esaltato in maniera diversa lasciandomi, per ognuno di loro, trasportare da emozioni che i tre sanno regalare in modo decisamente diverso.
Vedendo Florence ammiravo la sua volontà e la sua forza nel fare ogni pagaiata. Quel suo muovere la testa in continuazione mi fa molta tenerezza e penso sempre, quando lo guardo, che con tanta  forza d’animo e volontà si possono ottenere grandi risultati. Ammirando la discesa di Jezek, viceversa mi rendevo conto che, fino a pochi minuti fa, era seduto davanti alla mia postazione video  davanti a tre computer a sistemare i problemini tecnici che i Cecki avevano avuto con  l’informatica e i vari video. Poi me lo ritrovo sul mio monitor  in finale e quasi inconsciamente alzo lo sguardo pensando che forse  non era lui quello che stava disputando la gara.  Tutto questo per dirvi che il lungo atleta praghese ha un modo tutto suo di affrontare le competizioni, di muoversi sui campi di gara, di vestire in modo alternativo, sembra più un “capitato da quelle parti per caso” e che abbia poco a che vedere con la canoa.
Osservando invece la finale dello slovacco ho capito che lui si gode un mondo a giocare con l’acqua visto che la sua espressione del viso è sempre molto distesa e sorridente, specialmente su tracciati altamente impegnativi. Semplicità e canoa piatta sono i suoi tocchi di colore fra i paletti dello slalom.

Poi se penso ai kayak mi rendo conto che il nostro sport è veramente imprevedibile. Due settimane fa il trionfo di Super Cali agli europei e l’amarezza di Kauzer. Oggi i ruoli si sono invertiti con uno sloveno che in finale sembrava non  toccare l’acqua da tanto leggero che era.

Domenica semifinali e finali per donne sedute e uomini in coppia inginocchiati e ne vedremo delle belle

Tacen, 25 giugno  - Slovenia 1st slalom race  World Cup 2011
Occhio all’onda! Ettore Ivaldi

Ettore Ivaldi:
RILEGGENDO HO MESSO A FUOCO CHE HO INVERTITO UN NOME

ho scritto:

...Ah dimenticavo Stano è anche l’allenatore di Jezek e, visto che lo allena, si allena anche lui e gareggia per i colori azzurri considerando il fatto che, nella nazionale della sua nativa patria, sarebbe praticamente impossibile metterci anche solo il naso!

ERRATA CORRIGE

..Ah dimenticavo Stano è anche l’allenatore di SLAFKOVSKY e, visto che lo allena, si allena anche lui e gareggia per i colori azzurri considerando il fatto che, nella nazionale della sua nativa patria, sarebbe praticamente impossibile metterci anche solo il naso!


mi scuso per l'errore -

Occhio all'onda! Ettore Ivaldi

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