Argomento estremamente interessante.
Mi permetto di esprimere un opinione:
Ci sono molti sport in cui gli atleti fanno tanti e forse più sacrifici che nella canoa e gli atleti non vengono pagati, cito ad esempio il nuoto o la pallanuoto solo perchè li conosco abbastanza bene. E' normale per un pallanuotista che milita ad esempio in serie A2 o B fare 5 o 6 allenamenti alla settimana (spesso 2 volte al giorno) e ricevere, quando va bene, un rimborso spese.
Per questi sport non esistono corpi militari, almeno che io sappia, e, solo in Liguria il numero di praticanti è sicuramente maggiore che i canoisti di tutta Italia, agonisti e no.
Penso che un determinato atleta dovrebbe essere aiutato (dallo stato, dalle federazioni, da chiunque possa farlo..) anche in funzione del numero generale di praticanti che esercitano tale sport.
Mi spiego meglio: è certamente più facile diventare campione italiano di freccette (non me ne vogliono i "freccettisti"), chevincere il titolo sui 100 metri stile libero.
Lo sport deve essere fatto per passione, trovo sbagliato a priori che un ragazzo, o peggio i suoi genitori, scelgano lo sport da praticare in funzione della possibilità di viverci o meno, non credo che lo sport, proprio in quanto tale, debba essere concepito per questo.
L'argomento è davvero lunghissimo, non vorrei dilungarmi troppo.
Un saluto a tutti ed in particolare a Maurizio, le sue opinioni possono essere condivisilbili o meno (personalmente condivido sempre), ma solo per come scrive è un onore leggerlo.