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CAMPIONATI EUROPEI SLALOM LA SEU D'URGELL 8 - 12 GIUGNO 2011
Ettore Ivaldi:
Lo confesso non ho mai fatto le corse per tornare a casa a votare, ma questa volta ho cercato con insistenza il modo per essere alle 7 di lunedì mattina davanti al mio seggio elettorale: voglio esprimere il mio voto senza lasciare all’indifferenza la decisione del nostro futuro. Sarà una mazzata, ma in questo caso ne vale proprio la pena. Voglio bere l’acqua senza arricchire qualcuno e voglio far vivere i miei figli senza l’incubo del nucleare. Detto ciò registriamo le note di una giornata di gare che passerà alla storia per l’esclusione di Michal Martikan dalle semifinali... anche gli dei hanno momenti bui! Il bi-olimpico è sceso dalla canoa, senza trasparire sentimento, si è cambiato, è arrivato in sala video, ha guardato la sua discesa. Il padre-allenatore era seduto di fronte a lui. Finito, si è alzato, e ancora una volta senza trasparire alcuna emozione è andato via. Non è potuto partire per casa solo per mantenere fede all’impegno con la gara a squadre. Ora, il suo allenatore, mi ha lanciato uno sguardo da papà, abbandonando per un attimo il suo duplice ruolo. Mi ha guardato, io ero giusto di fronte a lui a montare il video per Rheinisch, e con gli occhi lucidi, che solo un genitore può avere anche in questi momenti si è lasciato andare ad un sorriso tenero nei miei confronti. L’imbarazzo di vedere un uomo spogliato della sua corazza di guerriero, toccare con mano la fragilità di uomini che spesso e volentieri non lasciano mostrare la minima emozione mi ha toccato il cuore e mi ha fatto molta tenerezza. Già anche in questo mondo qualche volta capita tutto ciò, tanto più che salendo le scale che portano alla terrazza del caffè ho dovuto assistere ad un’altra scena drammatica tra papà e figlio, tra allenatore ed atleta. Peter senior e Peter junior intenti a parlare come solo un genitore con un figlio può fare. Kauzer atleta ha lasciato i sogni di gloria alla porta numero 18 in risalita e Kauzer genitore ha dovuto rimboccarsi le maniche, mandare giù il boccone amaro e abbandonare il suo ruolo di tecnico per consolare, proteggere e motivare ancora il sangue del suo sangue.
Di tutt’altra pasta la scena paterna tra i Prskavec. Il piccolo pagaiatore ceco ha vinto alla grande la semifinale. Solo 17 le primavere per lui e ha messo in fila il fior fiore degli slalomisti mondiali. Leggerezza, grinta da vendere, e spensieratezza ecco le sue armi migliori. Classe 1993 una gran bella generazione!
Cosa raccontarvi ancora? Potrei dirvi che Tony Estanguet mi ha esaltato in prima manche con quel suo modo di navigare sull’acqua che ti incanta. Ma quanto è grande il D’Artagnan della canoa che affonda la sua spada sempre nell’onda giusta! Oppure erudirvi su quanto è bravo Ander Elosegui a pagaiare quando è sotto tensione. Un Tony due. Ci sarebbe anche da sottolineare che l’unico italiano rimasto in gara dopo le qualifiche di oggi è Super Cali, fuori anche Schubert e Neveu. Dirvi anche quanto il mio atleta irlandese soffre per non riuscire a trovare gli spunti giusti per esprimersi su tutto il percorso nonostante che il suo target time ci dice comunque che le potenzialità per essere in finale ci sono tutte.
Potrei anche maledire il tempo, oppure esserne grato, visto che se pur coperto ci ha lavato solo nel momento in cui siamo tornati in camera.
Tutto ciò potrei dirvi, ma, non abbiatene male, mi faccio una doccia e vado a mangiare delle crepes che sono la fine del mondo.
La storia della canoa può aspettare in attesa del diman!
Occhio all’onda! Ettore Ivaldi
La Seu d’Urgell, 10 giugno 2011 - Campionato Europeo Slalom
Gengis:
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Lo confesso non ho mai fatto le corse per tornare a casa a votare, ma questa volta ho cercato con insistenza il modo per essere alle 7 di lunedì mattina davanti al mio seggio elettorale: voglio esprimere il mio voto senza lasciare all’indifferenza la decisione del nostro futuro. Sarà una mazzata, ma in questo caso ne vale proprio la pena. Voglio bere l’acqua senza arricchire qualcuno e voglio far vivere i miei figli senza l’incubo del nucleare."
Caro Ettore , fra le tante cose che apprezzo in te , questa è sicuramente importante proprio per il futuro dei nostri figli.
Questa tua volontà di essere parte attiva in questo importante referendum sottoponendoti ad una gravosa trasferta , onora il mondo del lavoro e degli Emigranti che tanto tengono alla loro Patria , concedimi un armarcord, nel giugno del 1979 ero impegnato come Grenn Man nell'Art Departemant della Lorimar in bocca d'Adige dove il set si era trasferito da Casalmaggiore per girare alcuni esterni del film Avalance Espress.Finito di girare a mezzogiorno ,partii per Casalmaggiore per votare contro la legge Reale ed il finanziamento pubblico ai partiti .Votai lasciai la biancheria da lavare , mezzora con la morosa
e poi ritornai a Rosolina Mare perche la mattina seguente si doveva girare ancora una scena .Bene andata e ritorno sono quasi i km che dovrai fare tu dalla Spagna alla natia Verona , tu avrai più strada ,ma un mezzo migliore e autostrade che all'epoca non esistevamo .Forza e coraggio che ne vale la pena
e la coscienza sara in pace avendo fatto tutto il possibile per il futuro dei nostri Figli. Gengis
Ettore Ivaldi:
Il sole è uscito poco prima di mezzogiorno quando i giochi per le finali si erano appena conclusi. Sono rimasto incollato al mio magico MacBook Pro tutta la mattina per seguire sullo schermo sia le semifinali degli Euro di slalom che i mondiali di sprint da Augsburg. Solo quando sono partiti Benetti/Masoero, mi sono alzato per seguire dal vivo la discesa dei due piemontesi, che purtroppo non hanno passato il turno. Lenti nella prima parte dove hanno perso 4,87 all'intermedio. Poi si sono disgiunti all'ultimo salto e hanno dovuto recuperare spazio prezioso. Alla fine chiudono con un tempo piuttosto alto per le loro possibilità. Nello stesso momento arrivavano le immagini dalla Germania, che spettacolo il live stream, e il primissimo flash è una canoa che naviga da sola sul tracciato olimpico, poco dopo arriva nuotando anche l'occupante della stessa … mah! Mi chiedo, come ho già fatto e scritto, che senso abbia portare atleti che hanno messo il culo in barca solo pochi anni fa. La responsabilità non è certamente di queste povere ragazze, ma di chi è dietro a tutto ciò. Il mondiale non è una pagliacciata, ma così facendo certo non si aiuta il settore a crescere e si bastonano sul nascere sogni e prospettive future. Meditate voi che siete nella stanza dei bottoni e che avete il dovere di tutelare il nostro mondo. Qualcuno dovrà pure rispondere di queste ridicole figure internazionali oppure ancora una volta si fa finta di nulla e tiriamo avanti con qualche talento?
La mattina passa in un lampo così come le semifinali che nelle donne fanno subito le prime vittime. Kuhlne prende un 50 alla risalita 12, inutili i ricorsi degli austriaci. Kaliska si perde nelle ultime porte. Pennie tocca la dieci e la dodici e si fermerà a guardare la finale dalla riva.
Nel frattempo le donne dello sprint Merola e Risso passano bene il turno e si preparano per la finale manche unica.
A La Seu d’Urgell è già tempo di finali dopo che nel C2 i fratelli Hochschoner vincono la semifinale con un gran tempo lasciando ancora una volta tutti di stucco.
Iniziano a questo punto le puntate su chi vincerà questo europeo. Dukatova ha fatto vedere grandi cose con quelle sue pennellate ad ogni porta e quei colpi così lunghi che sembrano quasi surreali. Chourraut è riuscita a contenersi in tutte le fasi fin qui disputate proprio per conservare il massimo delle energie. Poi ci sono le tedesche e le inglesi. Ok non ve la faccio troppo lunga, anche perché sapete tutti com’è finita, vi dico solo che Caludia Bar, che non è mai salita sul podio in tutte le gare di coppa, mondialli o europei a cui a partecipato, ha vinto la gara dalla sette in risalita in poi. Da quel momento è stato un crescendo continuo: infila la risalita 12 sotto il ponte alla grande, esce con la stessa pala con cui è entrata e poi fa il capolavoro alla porta successiva e cioè alla 13 in risalita. Diversi uomini domani faticheranno a fare questa porta così bene e così velocemente. Entra di sinistro largo, sposta leggermente il peso indietro, tiene la pala in acqua, aspetta la spinta di ritorno e si proietta come un missile fuori e sul primo gradino del podio continentale. Chi viceversa aveva la gara in pugno fino alla porta 18 è la potente pagaiatrice basca Maialen Chourraut. Lei ha il miglior intertempo a metà gara, lei passa alla grande ogni insidia fino a quella porta che stringe troppo. Il problema nasce in quel preciso momento visto che con un solo tocco poteva essere ancora tranquillamente seconda e invece no! La testa l’abbandona per un solo attimo, come mi ha confessato a fine gara e come temevo mentre la seguivo, si imballa, ha paura, pensa che deve fare qualche cosa di miracoloso per vincere, ma non c’è tempo ed è già sulla 20 che tocca inesorabilmente. Peccato perché quel 103,52 la dice lunga.
La solita minestra, dirà qualcuno, per la gara del C2. Gli slovacchi gemelloni fanno il loro dovere e, se la vogliamo dire proprio tutta, con un pochino di fortuna portano a casa il loro sesto titolo continentale sulle 12 prove disputate fino ad oggi. La metà delle vittorie sono loro e se ci pensate è incredibile... a me viene un brivido alla schiena, ma si sa anche che non sono del tutto normale per qualcuno!
Doccia e cibo, tapas, e si prepara la borsa perché domani si torna a casa appena finite le prove. Grazie a Gengis che mi fa sentire solidale con il mondo, io non devo girare un film, ma per il semplice motivo che lo sto vivendo!
Occhio all’onda! Ettore Ivaldi
La Seu d'Urgell 11 giugno 2011 - Campionato Europeo Slalom
P.S. Brave, molto brave, Merola e Viola che in finale ci fanno sperare in qualche cosa di importante. Mi piacerebbe raccontare le loro storie in questi momenti, prima o poi ci riuscirò, ma non capisco come possano coincidere i mondiali di sprint e gli europei di slalom. Magari in qualche altra data qualche slalomista si sarebbe presentato.
Ettore Ivaldi:
Gengis ce l’ho fatta: alle 7,30 ero a casa, ho bevuto il caffè, mi sono lavato i denti e mi sono presentato al seggio!
Un viaggio piacevole da La Seu d’Urgell a Verona con il mio amico e collega allenatore Jerney Abramic. Vi lascio immaginare di che cosa abbiamo parlato in viaggio... mah! Tante analisi, ragionamenti, scambio di idee su allenamenti e prospettive future dello slalom internazionale. E’ proprio un bel personaggio lo sloveno che quando è a casa, poco come me, cura il suo orto e le piante da frutto. Mi ha confessato anche che si sta costruendo una casettina a Bovec dove va a cacciare dell’ottima selvaggina. Insomma gli piace sapere quello che mangia e soprattutto è un tecnico di slalom super fino che con gli anni ha maturato saggezza e conoscenze.
Onore a Super Cali che è stato impeccabile, preciso, determinato, pulito e, soprattutto, non ha voluto strafare. E’ maturato molto come atleta in questi ultimi due anni. La sua arma migliore è quel suo modo, che sta diventando comune ai migliori canoisti più giovani, di cambiare direzione alla canoa con un gioco di fianchi molto accentuato mantenendo la centralità del peso del corpo. Azione che usa con grande maestria anche per le rotazioni all’interno delle risalite. Sul podio l’italiano non è stato molto applaudito. Il friulano non è amato dai più, forse quel suo modo di proporsi al pubblico, ma soprattutto ai compagni canoisti, non piace. Secondo me potrebbe fare molto per la canoa anche a livello italiano invece di correre il pericolo di chiudersi dietro ai suoi successi e ai suoi esclusivi interessi di atleta, se pur di grandissima caratura. Un po’ se vogliamo l’errore che a suo tempo fece il campione olimpico di Barcellona ’92.
C’è molto da fare e gli europei ne sono la prova anche se si cerca di mascherare il tutto con: “L'europeo 2011 va dunque in archivio con l'ottimo primo posto di Daniele Molmenti nel K1 maschile e con i piazzamenti degli altri azzurri...” In sostanza l’Italia porta a casa l’oro di un talento, una semifinale di un equipaggio che dovrebbe essere seguito da tecnici capaci e niente più eppure alla vigilia si diceva:
”All’evento continentale l’Italia si presenta con una squadra decisamente competitiva” quando in realtà si è portato una donna fuori di molto dalle percentuali e un giovane C1 che viceversa dovrebbe essere seguito nei suoi tempi di crescita con più attenzione. Il lavoro si fa durante l’anno e nelle giuste sedi non nei momenti clou della stagione.
Non vi ho scritto nulla sul percorso della semifinale e finale. Cambiamenti intelligenti e speculari. La quattro risalita da sinistra è passata a destra, invertita la sette e anche la doppia risalita 12 e 13. Parte finale del salto mantenuta come in qualifica e aperto l’angolo per entrare nell’ultima risalita a sinistra: alcune combinazioni mantenute quindi per offrire agli atleti possibilità di esprimersi alla grande. Anche questa finezza è importante. A parte tutto ciò che dire? Tony Estanguet è stato un grande e quel suo sorriso a fine gara stringendo la mano ad Aleaxander Slafkovsky gli rende onore anche come uomo. Pensare che lo slovacco ci stava credendo fino all’arrivo del transalpino. Bella la prova del lungo atleta di Liptovosky seguito sulla riva dal papà sindaco della città ai piedi dei monti Tatra. Bravo anche il francese Denis Gargaud che dopo la delusione in C2 si riscatta subito nella specialità singola.
I francesi escono da questo europeo con il vento in poppa, dopo un periodo non certo brillante come erano abituati un tempo. Ci si avvicina alle olimpiadi e i transalpini iniziano ad affilare le armi.
Chi esce in malo modo sono gli inglesi, che in questo momento non hanno grandissimi talenti. Solo grazie ad un grandissimo lavoro tecnico, organizzativo e scientifico riescono a tenersi a galla.
Magari nei prossimi giorni cerchiamo di tirare le somme e fare qualche analisi di questo primo evento internazionale in vista delle qualifiche olimpiche.
Occhio all’onda! Ettore Ivaldi
Ettore Ivaldi:
I numeri ci vengono in aiuto per cercare di fare un’analisi sulle 22 squadre che hanno partecipato alla 12esima edizione dei Campionati Europei appena conclusi in Spagna sul percorso olimpico de La Seu d’Urgell. I dati si riferiscono alle prove individuali in chiave di qualificazione olimpica anche se ho inserito le prove del C1 donne che evidenzio con un (*)
15 squadre sono entrate almeno in una semifinale
10 squadre sono entrate in almeno una finale
7 squadre hanno preso almeno una medaglia
Sul mio Blog "Occhio all'onda!" trovate tutte le tavole riassuntive di tutti i dati illustrati e che si andrà ad analizzare.
La Francia ha quindi dominato questa edizione con 12 semifinali (2*), 10 (2*) finali e 4 medaglie (1*), 2 (1*) ori, 1 argento e 1 bronzo.
I transalpini hanno gareggiato su acque che conoscono molto bene. Qui, per molto tempo, hanno fatto le prove di selezione per formare le squadre nazionali. L’ultima gara disputata a La Seu d’Urgell è stata la prima prova della “Copa Pirineus” e cioè ai primi di maggio dove hanno partecipato circa 150 atleti in rappresentanza di molti paesi. Una Coppa che prevede due tappe, la prima per l’appunto in Spagna e la seconda, una settimana più tardi, in Francia a Pau. Giunta alla sua seconda edizione è stata inserita dall’ICF come prova di Ranking mondiale.
Detto questo, per una corretta informazioni, possiamo iniziare ad analizzare i loro risultati che li hanno visti protagonisti specialmente nella canadese sia singola che di coppia.
La specialità singola ha come indiscusso leader Tony Estanguet, ma sulla sua scia sono nati e cresciuti degnamente Denis Garugaud e Nicholas Peschier a testimonianza di un lavoro altamente specifico in queste specialità. Ai mondiali junior l’anno scorso avevano piazzato in finale tre su tre (Foulon 5^, Scianimanico 7^, Le Friec 8^). Quindi alle spalle di questi campioni ci sono anche buone leve che stanno crescendo. Per capire il numero dei praticanti in Francia bisogna capire come si arriva alla prova finale del campionato francese. Infatti per poter disputare la finale si passa attraverso delle divisioni e bisogna disputare delle selezioni vere e proprie in diverse gare. Alla fine, normalmente a Bourg St.Maurice, per assegnare i titoli di campione di Francia, ci vuole una settimana di gare! Giusto per capire la dimensione del fenomeno slalom tra i bianco-rosso-blu.
Bottino quindi pieno con tre finalisti nella canadese singola maschile e femminile (ne avevano portate solo 2) e canadese doppia. Nelle donne centrano 3 semifinali e una finale e mettono in evidenza un settore in difficoltà. Regge solo Emilie Fer che però patisce sempre molto le finali. La bianca di Francia il 17 febbraio scorso ha compiuto 28 anni e fu settima ai giochi di Beijng 2008.
Nel kayak maschile la Francia si è presentata con due atleti di valore Lefevre e Neveau e un giovane che si chiama Vivien Colber che il 6 ottobre farà 21 anni. Sui primi due vi ho già raccontato molto, ma su questa new-entry poco o nulla. Vivien gareggia con la “Kezy” di Zig-Zag ed è un ragazzotto sopra al metro e ottanta, 3^ l’anno scorso agli Europei U23. Se volete saperne di più di lui visitate il suo blog che oltre ed essere ben curato è essenziale e soprattutto riporta molti video di gare alle quali il giovane atleta ha partecipato. E visto che parliamo di internet vi consiglio di aggiungere nel vostro segnalibri anche la pagina della Federazione francese e capirete bene che cosa veramente significa tenere aggiornata una pagina web al fine di essere vicino ai propri tesserati con il chiaro obiettivo di offrire ai tecnici dei club un ottimo supporto tecnico su tutte le novità della stagione. Video, analisi video, statistiche di crescita per ogni atleta con grafici e dati, punto di confronto e discussioni interessanti e costruttive. Informazione precisa e dettagliata e soprattutto molto puntuale se non addirittura in tempo reale.
Vediamo ora come i francesi si sono presentati all’europeo sotto il punto di vista del supporto tecnico e logistico.
-- Cinque allenatori, Jean-Yves Cheutin, Sylvain Curinier, Yves Narduzzi, Vincent Redon, Thierry Saïdi e non vi sto a raccontare chi sono e che cosa hanno fatto quando tenevano il culo a mollo!
-- Tre addetti al video François Martinez , Jean-Christophe Gonneaud e Marie Gaspard più due cameramen.
-- A questi si aggiunge lo staff medico con: Johann Fontaine, Mario Scianimanico e Renaud Le Bleïs.
-- Tutto lo staff è diretto da Bertrand Daille, quel Daille che ha gareggiato fino al 1999 in C2 con Eric Biau.
Sul campo, all’altezza delle prime porte avevano piazzato due grandi tende con in mezzo una sorta di zona relax. Una tenda è servita per cambiarsi e l’altra, divisa a metà al suo interno, per i trattamenti dei due fisioterapisti e per le analisi video.
Ritenendo il video tecnico offerto dall’organizzazione poco efficace, come in effetti è stato, hanno improntato tutto un sistema loro per avere ogni dettaglio sulla gara. Se vi interessa conoscere il sistema video improntato già dal 2009 dal Parc del Segre andate a rileggervi questo mio post:
Re: CAMPIONATI DEL MONDO DI CANOA SLALOM - La Seu d'Urgell 9/13 settembre 2009
« Risposta #2 inserita:: Settembre 11, 2009, 12:37:05 pm »
La squadra francese degli europei non parteciperà alla prima prova di Coppa del Mondo di Tacen alla quale prenderà parte la squadra B che è già in Slovenia da lunedì 13 giugno.
Altra cosa certa che non vedremo più gareggiare Estanguet fino ai mondiali, forse in coppa a Praga, ma è ancora incerto. Per lui chiusa la rassegna continentale ora si apre la preparazione specifica per il mondiale e qualifica olimpica di settembre.
Occhio all’onda! Ettore Ivaldi
fine prima parte analisi di un europeo di slalom
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