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CAMPIONATI EUROPEI SLALOM LA SEU D'URGELL 8 - 12 GIUGNO 2011

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Ettore Ivaldi:
La prima cosa che faccio quando arrivo a La Seu d’Urgell è andare a comprare il latte del Cadì che è veramente eccezionale. Dirvi che questo  latte è munto da mucche libere al pascolo in una zona allo stato naturale tra la Baixa Cerdanya e l’Alt Urgell forse vi potrebbe aiutare. Per farvi un’idea più precisa e per farvi morire di invidia vi dirò anche che il burro è uno dei pochissimi ad avere la D.O.P. in Europa.  Il latte del Cadì si trova in leggere buste di plastica e quando lo hai aperto lo devi travasare in qualche bottiglia visto che non puoi rimetterlo in frigo così. La cosa mi riporta alla mia infanzia quando anche da noi il latte veniva venduto in queste bustine  e il lattaio sotto casa ci lasciava due confezioni ogni mattina con il pane fresco. Al sabato ad attenderci anche quattro  krapfen caldi, ma queste sono altre storie e altri ricordi.
Ad accogliermi invece al canale olimpico una bella storia raccontata guarda un po’ dalla new-entry in squadra azzurra assoluta, il K1 uomini Andrea Romeo. Io purtroppo posso solo immaginarmela perché non l’ho vissuta in prima persona, posso solo raccontarvela così come mi è stata venduta anche se non ho dubbi nel ritenere l’aneddoto veritiero e degno di considerazione.
Ora per chi non conosce il tracciato de La Seu d’Urgell spieghiamo subito che si parte su un canale perfettamente piatto  che, pochi metri dopo, entra nel tracciato olimpico creando un bel salto.  Giusto di fronte c’è un massone che offre la possibilità di passare a sinistra o a destra. Il primo saltino forma una specie di onda di ritorno e questa mattina proprio su questo ritorno c’era posizionata una porta che ovviamente tutti facevano in discesa per poi passare a destra  e proseguire lunghi. Oppure si poteva fare una risalita ad esse proprio dietro al massone. Insomma una manovra molto classica da queste parti. Dicevo  che tutti utilizzavano la prima porta nel senso della corrente visto che non si poteva fare diversamente a meno che, in una mattina di un sabato piovoso, un certo Michal Martikan, svegliato molto probabilmente di buon ora, non passasse da quelle parti e rendesse l’impossibile possibile.  Il buon Andrea, con gli occhi ancora sconvolti e con la voce rauca, mi dice: “ma l’hai visto Martikan?”.
Gli rispondo molto tranquillamente che ero arrivato in Spagna ieri sera molto tardi e questa mattina ho tentennato non poco per scendere dal letto e mi sono perso tutta la prima parte dell’allenamento degli slovacchi. Con la stessa voce, che capisco dopo essere ancora emozionata per quello che aveva visto mi fa:”la vedi la porta, quella porta sul salto a destra” - “certo che la vedo Andrea” gli faccio io e prosegue “Beh! Martikan la faceva in risalita” e mi guarda con occhio sbarrato alla Carfagna e mi ripete: “si proprio quella, la vedi ... risalita come niente fosse. E’ arrivato lì si è girato ha fatto la porta è uscito ha imbroccato l’altra e poi è andato ancora a destra... non ci posso credere con quanta facilità faceva il tutto” e se n’è andato via visto che un’ora dopo anche il marinaio di fiume aveva allenamento. Io sono rimasto ancora qualche minuto a guardarmi quella porta per cercare di capire come si possa entrare in quella minuscola morticina che è formata praticamente dall’acqua che batte sul muro e che tornando verso il centro incontra il salto dell’acqua che scende. Queste due correnti creano una sorta di ritorno d’acqua, ma così minuscolo e impercettibile che è veramente difficile immaginarsi una canoa in quella piccola zona. Ripeto, non metto in dubbio la parola di un canoista, mi dispiace solo di non aver seguito dal vivo quest’impresa che ha dell’incredibile.

Dei campionati europei magari inizierò a parlarvi domani, anch’io come Andrea sono scioccato solo al pensiero di quello che mi è stato raccontato. Penso al povero Romeo che invece non solo me lo ha raccontato ma l’ha anche visto e vissuto da vicino... chissà se dormirà tranquillo questa notte!


Occhio all’onda! Ettore Ivaldi

La Seu d'Urgell, 4 giugno 2011 - Campionati Europei Slalom

Ettore Ivaldi:
Gemma Testera deve essere proprio un bel personaggio, 39 anni una laurea in fisica e un lavoro, fino al 4 giugno, in assoluto anonimato. Pochi la conoscono visto che in questi giorni si fa più pubblicità a Vittoria Risi  grazie alle  sue performance alla Biennale di Venezia in compagnia del mitico Elio. La prima è una scienziata genovese che ha catturato per 16 lunghissimi minuti l’antimateria, aprendo nuove frontiere alla conoscenza.  La seconda è una  porno-star veneziana che ha messo in mostra le sue “doti” grazie al suo mentore e nonché imbonitore  Vittorio Sgarbi. Ma si sa che per far girar la testa alle persone basta qualche etto di silicone e non certo qualche atomo negativo. Non sconfiniamo troppo e restiamo nella nostra... materia: la canoa e in modo specifico lo slalom.
Entriamo nella settimana dei campionati europei di slalom che per la prima volta si disputano a La Seu d’Urgell in Spagna Catalunya. Incredibile ma vero, infatti qui si sono già fatti due campionati del mondo 1999 e 2009 e ben 11 gare di Coppa del Mondo, ma la prova continentale esordisce solo in quest’anno pre-olimpico. Il programma è pure assurdo visto che sono previsti ben quattro giorni di gare e solo tre allenamenti ufficiali. Capire come possa l’ECA fare il bello e il brutto di un campionato continentale non è facile. In sostanza tutto ciò era stato programmato e fatto per rispettare i tempi televisivi, ma udite udite di televisione neppure l’ombra se non quella locale che seguirà in parte le gare. Insomma un gran bordello per Eurosport, ma invece non si fa nulla. Il motivo è molto semplice visto che nessuno ha pensato di proporre a questo net-work una serie di gare e non solo una. E sappiamo bene che ad Eurosport la gara singola non interessa. Lasciamo stare quindi tutte le varie sfaccettature di un europeo che sembra nascere sotto tono viste anche l’esiguo numero di nazioni partecipanti, solo 22 per poco meno di 170 partecipanti, e concentriamoci su quelli che saranno i punti salienti di una rassegna che ha tanto da raccontare in questo inizio di stagione.
Il fatto più curioso sarà quello di capire se Michal Martikan conquisterà il suo quinto titolo consecutivo, una serie iniziata nel 2007 a Liptovsky Mikulas proseguita poi l’anno successivo a Krakow in Polonia, quindi Nottingham in Gran Bretagna e 2010 Bratislava in Slovacchia. Il suo diretto avversario, il transalpino Tony Estanguet, di prove ne ha vinte due e cioè nel 2000 in Val di Sole e nel 2006 a L’Argentiere-la-Bessée in Francia. Nei Kayak maschili nessuno degli atleti in gara fino ad oggi  può vantare una doppia vittoria, ad appannaggio questo del solo Paul Ratcliffe, oggi allenatore delle donne del kayak di sua maestà, che vinse  nel ’98 e ’02. A difendere il titolo sarà lo sloveno Peter Kauzer tallonato dal campione europeo 2009 Daniele Molmenti. Nel C2 i fratelli gemelli slovacchi Peter e Pavol Hochschorner sono alla rincorsa del loro sesto titolo dopo quelli vinti  nel ’98/’00/’02/’08/’09. Mentre i detentori della corona europea sono i cugini slovacchi Ladislav e Peter Skantar. Nel settore femminile del kayak Elena Kaliska tiene il passo degli Hochschorner rincorrendo il sesto titolo dopo quelli del ’98/’02/’04/’06/’09.
La canadese monoposto femminile festeggerà la sua seconda presenza dopo quella dell’anno scorso. Al via anche la campionessa uscente e cioè la slovacca  Katarina Macova.

Occhio all’onda! Ettore Ivaldi

La Seu d’Urgell, 7 giugno 2011 - Campionato Europeo Slalom
P.S. se volete ripassarvi un po’ di storia dell’Europeo andate a rileggervi il post
Re: On the Road on the Wave!
« Risposta #10 inserita:: Giugno 01, 2010, 03:59:11 pm »
Ettore Ivaldi

Ettore Ivaldi:
Piove, governo ladro come ha scritto anche Antonio Gramsci! Ma qui butta proprio male con il tempo visto che anche le previsioni danno pioggia sicura fino a venerdì, qualche schiarita sabato e sole domenica. Al tempo non si può certo comandare e quindi prendiamo quello che viene senza pensarci troppo, certo è che mi devo mettere in cerca di un paio di stivali da acqua visto che ho solo le ciabattine Havaianas e le scarpe Adidas per correre! Per la verità ho anche le mitiche “skazz” che porto sempre con me chissà mai che capiti la possibilità di muovere due passi di tango.
Si sono chiusi gli allenamenti ufficiali e mercoledì è  dedicato solo al controllo delle canoe, alla demo-run e alla cerimonia di apertura di questa 12esima edizione continentale iniziata nel 1996, proseguita con cadenza biennale fino al 2004 per trasformarsi in annuale dal 2005 in avanti.
Se noi prendiamo i vincitori in kayak maschile su 11 campioni europei solo 4 hanno vinto anche il mondiale (Billaut, Dorfler, Molmenti, Kauzer),  ma nessuno nello stesso anno ha fatto suo il titolo iridato e quello continentale. Solo uno di loro ha vinto le olimpiadi (Ferrazzi) e solo due  hanno preso medaglie ai giochi a cinque cerchi (Raftcliffe e Walsh). Tutto questo lungo discorso per dire cosa?  Semplice per constatare che chi vincerà domenica prossima, statisticamente parlando, non vincerà il mondiale di settembre... ma si sa anche che le statistiche possono essere modificate dal campo!
A parte questi giochetti dei numeri devo dire che ho visto in questi due giorni pagaiare atleti di tutto rispetto su un canale che per la verità, secondo me, ha fatto il suo corso e sembra, in relazione ad altre strutture, un semplice canaletto  più adatto  ad allievi  e cadetti che a professionisti della pagaia. Le insidie, lo sappiamo, comunque sono tante  e ci sono in ogni dove, ma la velocità dell’acqua e la poca profondità in alcuni punti offrono pochi spunti per mettere in essere manovre estreme e spettacolari. Lefevre in kayak è tornato al manico diritto, mentre in C2 ha ridisegnato i pozzetti abbassandoli notevolmente rispetto al profilo della coperta costringendo Vajda a trovare delle soluzioni per far scorrere via l’acqua dal paraspruzzi. Il costruttore slovacco c’è riuscito facendo delle vere e proprie opere di ingegneria idraulica sullo scafo con canalette che sembrano rifarsi agli acquedotti dell’antico popolo mesopotamico dei Sumeri , probabilmente dopo aver letto e studiato il manoscritto più dettagliato sull'argomento:  il “De aquæ ductu urbis Romæ” scritto da Sesto Giulio Frontino nel I sec. d.C.
Peter Kauzer ha dovuto fare i conti con il vento. Aveva lasciato la sua canoa ai cugini croati perché gliela portassero in terra di Spagna, ma a Perpignan il vento ha staccato letteralmente dal pulmino il portapacchi facendo volare via le otto canoe che vi erano issate sopra. Conseguenza  più che logica: canoe da buttare, ma, per fortuna, nessun incidente o danno a persone o macchine. Di canoe il mondo è pieno e non è così difficile poi farne di nuove.
Ancora una nota sui kayak uomini. In squadra slovena è entrato un giovanissimo, classe 1993, Simon Brus che l’anno scorso ai mondiali junior ha messo al collo l’argento e che quest’anno ha lasciato a terra un certo Dejian Kralj. Un altro giovanissimo in squadra è il ceko Jiri Prskavec, campione europeo junior e figlio di Jiri Prskavec che nel 1995 conquistò il bronzo ai Campionati del Mondo.

Occhio all’onda! Ettore Ivaldi

La Seu d’Urgell, 8 giugno 2011 - Campionato Europeo Slalom

Ettore Ivaldi:
Al mercatino medioevale di domenica scorsa ho trovato un oggetto veramente unico che andrà ad arricchire la mia collezione di canoe e gingilli inerenti allo sport della pagaia. L’ho trovato su un bancarella di un artista e passandoci davanti mi ha praticamente chiamato! Solo uno purtroppo e so già che prenderò parole da un certo amico mio. L’opera è  un canoista fatto con un filo di ferro, molto bello e molto particolare. Ho già idea dove prenderà posto in casa, vicino alle canoe in ferro fatte dal mio amico Delaney.
Oggi  spazio alle gare di qualifica donne e C1, anche se sul programma ufficiale si parla di C2. Le prime disputeranno anche i quarti di finale. Infatti dalle qualifiche passeranno le  prime 30 (su 41 partenti) e successivamente, con manche unica,  le prime 20 entreranno in semifinale.  Per i C1, che ne partono  invece 37,  si va direttamente a sabato per le semifinale. Come se tutto ciò non bastasse alle 16,30 di domani ci saranno anche le semifinali delle gare a squadre K1 donne e ovviamente dei C1. Così alle povere ragazze è chiesto uno sforzo dalle 8 della mattina alle 6 di sera con ben 4 manche.
Tutto ciò non ha senso tanto più che, come già vi dicevo, era un programma studiato per la televisione e invece di televisione neppure l’ombra se non quella locale e se non solo per sabato e domenica.
Un’organizzazione che non ha neppure previsto le tende per le squadre e per il video si sono affidati al sistema a camere fisse che purtroppo per  una analisi approfondita non è un così buono e neppure sufficiente. Può bastare forse per chi sul canale ci scende con il rafting. Tedeschi e inglesi hanno passato la mattinata  a mettere giù cavi in ogni dove per assicurarsi il segnale e per offrire ai propri atleti il massimo del supporto. Per non parlare dell’aspetto logistico di queste due squadre, alle quali aggiungerei anche la Francia che userà un suo sistema personale per fornire il video della gara ai suoi atleti.  Tutte le altre nazioni si arrangeranno come meglio potranno. Non capisco poi perché su diversi siti si scrive che le nazioni sono 25, gonfiando anche il numero dei partecipanti in maniera spropositata,  quando quelle accreditate sono 22 e gli atleti poco meno di 170. Evidentemente gonfiare i numeri non è solo prerogativa di qualche nostro collega!
Confidiamo nel tempo che oggi ci ha graziato, mentre qualche atleta, per passare il turno nei 20  deve confidare nella buona sorte e in qualche santo in cielo!

Seguite in diretta i risultati su: www.123result.com che come sempre saranno impeccabili. I ragazzi della Siwidata sono due giorni che vanno avanti e indietro sul canale per fissare tabelloni, ricevitori, cronometri, cavi e marchingegni vari per garantire il massimo supporto ai giudici di porta, al cronometraggio e ovviamente a tutti noi.


Occhio all’onda! Ettore Ivaldi

La Seu d’Urgell, 9 giugno 2011 - Campionato Europeo Slalom

Ettore Ivaldi:
Finalmente dopo tre anni di tentennamenti, incertezze e ambiguità  si è presa una strada tecnica decisa e marcata. Il tracciato disegnato dall’inglese Mark Delaney, dal ceco Jiri Rohan e dallo spagnolo Xabi Extaniz ne è la prova provata. Tutte le 23 porte con un palo solo danno  spazio a linee marcate e che permetto di seguire al meglio i vari giochi d’acqua: questo è un bell’esempio di slalom, nella speranza che si prosegua in questa direzione.
Mi sono divertito a guardare i quarti di finale per le donne in kayak, questa novità inserita dall’ECA per la prova continentale, anche se, per la verità, non è stato facile per diverse di loro passare indenni tre manche più la semifinale a squadre. Quarti di finali che hanno ridotto a venti le atlete per la semifinale di sabato. Tra le grandi escluse c’è la 43enne Stepanka Hilgertova, che ho visto decisamente lenta e poco dinamica in tutte le risalite.  Le fa compagnia a bordo campo  Violetta Oblinger che con sei penalità non può certo sperare di passare il turno. Chi invece ha dominato è l’austriaca Corinna Kuhnle che sta vivendo un momento di grazia agonistica eccezionale. La bionda e potente atleta vince prima la qualifica  e poi si ripete nei quarti di finale con una manche che le lascia ancora tanti margini di miglioramento. Arriva  in ritardo alla prima risalita, ma risolve comunque in velocità e si porta sul primo saltino con una maestria unica. Sbanda in varie occasioni,  ma riprende in mano la situazione con estrema facilita. Insomma non c’è che dire: brava!
Sono quattro le nazioni che avranno 3 semifinaliste e cioè Slovacchia, Germania, Francia e Great Britain. Due per Spagna, Slovenia e Repubblica Ceka e una per Russia e come già detto Austria.
Per il settore rosa, in casa Italia, nulla di nuovo, se non il fatto che l’unica rappresentante  dimostra la carenza di lavoro fatto fino a qui dal settore. Angela Prendin fuori fin dalle prime battute dietro anche a nazioni come Grecia e Svizzera.  Testimonianza di questi risultati arriva anche dal fatto che il settore non ha neppure sulla carta  un tecnico specifico. Chi invece è sulle varie delibere, ma non è agli europei,  è il tecnico delle canadesi.
Benetti/Masoero dimostrano ancora una volta il loro valore passando le qualifiche e facendo vedere, anche se magari solo a tratti, buone cose. Chi ha tanto da rimpiangere  è l’equipaggio Ferrari/Camporesi che per un banalissimo tocco alla penultima discesa sono costretti a restare al palo a guardare il proseguo delle gare. Nella parte alta della classifica si sono rivisti i russi Kuznetsov/Larionov, bronzo ai giochi olimpici 2008, che hanno cercato di insidiare i gemelloni slovacchi Hochschorner che ovviamente hanno vinto. I francesi per protesta non sono partiti nella gara a squadra nel C2 lasciando così spazio agli italiani che passano in finale con l’inedito equipaggio Molmenti/Colazingari.
Il tempo oggi è stato clemente in barba alle previsioni, domani di scena C1 e K1 uomini. I secondi si giocheranno praticamente tutto nei quarti di finali quando da 40 dovranno per forza di cose scendere a 20 e visto il percorso non ci sarà tempo per tattiche e strategie varie.

Occhio all'onda! Ettore Ivaldi

La Seu d'Urgell, 9 giugno 2011 - Campionato Europeo Slalom

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