Vi incollo il commento di Beppe d'Angelo, arrivato via email e pubblicato anche sulla pagina dei commenti al video, già indicata prima:
Aggiungo qualche notizia per gli appassionati.
A parte il milanese Andrea Alessandrini, il resto della squadra era formata dai giovani dell'Ivrea C.C.: per lo slalom Roberto e Giuseppe D'Angelo, Mario Di Stazio, Alberto Mazzarella; per la discesa Roberto D'Angelo, Giovanni Bardini, Mario Di Stazio. Gli italiani erano allenati dall'austriaco Robert Fabian e dal preparatore atletico Adriano Costa, sempre di Ivrea.
I K1 erano lunghi 4 metri e larghi 60 cm già allora ed erano prodotti dal tedesco Toni Prijon. Canoe innovative e leggere, costruite in diolene che non si distruggeva più così facilmente come quelle di fibra di vetro!
Il regolamento prevedeva che poppa e prua fossero più alte del pozzetto e non era consentito "tagliare" le porte sotto le paline che erano posizionate molto prossime all'acqua.
Solo con il cambio dei regolamenti, alcuni anni dopo, sarà possibile passare sotto le paline e le canoe sacrificheranno il loro volume a favore di questa innovativa possibilità. I pozzetti dei C2 vengono avvicinati, code e punte appiattite. Una rivoluzione!
Come si vede nel film, le paline erano a destra verdi e bianche e a sinistra rosse e bianche.
C'erano le porte in retro e la porta tempo per le gare a squadre. 800 metri di percorso di 3° 4° grado e 30 porte: qualche cosa come 5/6 minuti di gara. Ricordo gli allenamenti alle 7 del mattino, il freddo, le orecchie sempre piene d'acqua del Passirio ma anche la gioia di cavalcare quelle rapide impetuose.
Dopo questi Mondiali la canoa Meranese, la cui pratica sul passirio era stata abbandonata dopo i grandi successi dei fratelli Gerstgrasser negli anni 60, riprende vigore e sfornerà tantissimi atleti di grande valore.
Per noi "ventenni" che vivevamo di pane e canoa un'esperienza indementicabile con lunghe settimane di ritiro collegiale. Esperienza che sfocerà l'anno successivo nella partecipazione alle Olimpiadi di Monaco.
Rivedere queste immagine è stato un po' come rivivere quei giorni e ricordare tutte quelle persone (non lo avete citato ma si vede anche il mitico Casimiro Righini) che, con grande affetto, si stringevano attorno a quei giovani temerari che rappresentavano l'Italia.
Grazie Alessandro