Sono state già dette molte cose sensate. Ecco come la vedo io.
Nella discesa la partecipazione a numerose gare resta forse il miglior modo per imparare, ma non dovrebbe essere l'unico. Certo chi abita a Merano ha meno problemi sia per la possibilità di ricevere un insegnamento completo sia per la logistica semplificata di un ottimo percorso quasi sotto casa. Ma gli altri devono lottare, fare chilometri e rubare esperienza dove possono. Solo quando si entra nel giro dei probabili nazionali si trova finalmente l'occasione giusta nei raduni (quasi giusta, come vediamo), prima è un guaio. Non tutte le società dispongono, non direi tanto di un tecnico nel senso di preparatore atletico, ma proprio di un maestro. I ragazzi impareranno comunque, quelli che non mollano, ma in un numero di anni eccessivo, qualche volta attraverso esperienze traumatiche. Toccherà loro passare da tutti gli errori e da tutte le incertezze come chi li ha preceduti. Certo in questo modo la selezione è davvero severa. Mi sembra un po' ridicolo che molti giovani sprechino anni e debbano quasi reinventare le cose scontate che sarebbe tanto facile insegnare attraverso una programmazione abbastanza semplice e raduni in località idonee cioè fiumi sì di IV grado, ma privi di pericolo.
Per esempio la Dora Baltea è un fiume che, a parte la velocità della corrente, non presenta difficoltà davvero eccessive tipo buchi, rulli, banane, grosse onde, curve strette, eppure in caso di bagno le conseguenze possono essere dolorose. Sono affezionato e frequento quel fiume, adatto a organizzare un Campionato Italiano, però non lo definirei un campo scuola, è quasi impossibile scaldarsi e la discesa dura il tempo di una fucilata.
Ovviamente penso che invece il Sesia in maggio e giugno, (scusate, se non posso fare molti altri esempi non è colpa solo della mia poca fantasia) presenta grandi rapide di acqua pulita, non gelida, massi arrotondati con laghetto terminale per il recupero, accesso stradale quasi sempre ottimale.
In tutti i casi, anche se le gare si svolgono sul facile, un discesista deve possedere tutti gli elementi per stare sul fiume, non mi dilungo sul perché soltanto vorrei ricordare l'ultima edizione dei mondiali su una Noguera Pallaresa quasi in piena dove le ragazze della squadra italiana hanno avuto giustamente il magnifico coraggio di partire o la sprint di Ivrea che era un V grado checché se ne possa dire.