Cippo nazionale qualche sera fa durante “La canoa esplora il mondo” organizzata dal Canoa Club Milano ha detto bene: “questi ragazzi sono cresciuti grazie alle loro famiglie e ai loro canoa club”... non ha aggiunto altro, perché altro non c’è da aggiungere! Ma veniamo all’antefatto. Il buon Stefano Cipressi, campione del mondo K1 slalom 2006, 8^ in finale ai mondiali a Tacen 2010 e bronzo a squadre con Paolini e Molmenti, a premiazione conclusa, ha voluto aggiungere il commento riportato qui sopra. Alla sua sinistra c’erano Giovanni De Gennaro, campione del mondo junior slalom 2010 e Zeno Ivaldi bronzo ai mondiali junior slalom nel K1 uomini. Entrambi finalisti anche agli europei rispettivamente nono e quarto e bronzo a squadre col loro compagno Lorenzo Veronesi. Parole che dovrebbero far riflettere chi di dovere. In sintesi, il campione bolognese dei paletti dello slalom, ha fatto capire a tutti i presenti che forse qualcosa in più si potrebbe fare. Forse se ci fosse un progetto e una capacità professionale maggiore l’Italia potrebbe veramente fare grandi cose. Dalla platea l’urlo liberatorio di quel grande personaggio che risponde al nome di Valerio Zacchi la dice lunga:”lo slalom internazionale parla italiano!!!” e... giù applausi. Eppure tutto ciò, compreso il risultato di Daniele Molmenti, si basa sulla buona volontà individuale e sul talento di qualche nostro giovane. Eppure... eppure anche una serata così importante e così genuina come quella che ci è stata offerta nella centralissima Milano già vestita a festa, ci fa riflettere su molti aspetti della nostra bella Italia che non finiremo mai di amare nonostante tutto.
Sono 23 anni che una società sportiva organizza quest’evento in un periodo in cui si tirano le somme della stagione appena finita e si programma la prossima con lo stimolo delle immagini e il desiderio di scoprire nuovi limiti umani o semplicemente con l’intento di passare spensierate ore a contatto con la natura. Una serata che fa sognare, ma che ha anche il merito di cercare di unire tutte le varie realtà della canoa.
Mi sono emozionato con le immagini e con la passione che epidermicamente tutti i protagonisti della serata ci hanno offerto e trasmesso. Con il sorriso contagioso e la voce squillante di Tatiana Capucci abbiamo ripercorso un’avventura lunga quasi mille chilometri che l’estate scorsa l’ha portata, assieme al suo compagno, a circumnavigare l’isola di Creta. Poi siamo rimasti ancora in mare spingendoci addirittura verso il “centro della terra” grazie alla passione di Pierluigi Gandola e compagna che unisce la canoa alla speleologia. Filmati o slide amatoriali e montati con molta buona volontà che ci offrono dimensioni concrete di personaggi che sono in grado di trasmettere il vero senso del solcare l’acqua con semplicità e devozione. Sì! devozione, perché utilizzare le proprie ferie in questa direzione significa avere voglia di infondere agli altri le emozioni che si vivono grazie alla canoa con tanta passione e positività.
Mi sono piaciuti molto anche i video di spedizioni che possono essere più o meno alla portato di molti. Unire il sapore di qualche “seconde” assolute con l’ironia di “gole profonde” non è da tutti e il simpatico Frederik ci è riuscito con la simpatia che lo contraddistingue. “L’altralbania” ci ha mostrato un paese effettivamente diverso da quello che siamo abituati ad immaginare e che ci viene proposto dai canali ufficiali. Giorgio Casaro è riuscito nell’intento di farci venire voglia di andare da quelle parti con il nostro kayak per un tuffo nel passato.
“Beautiful British Columbia” di Lucio Mazza è risultato il vincitore dell’edizione 2010. Il cinema, la televisione, internet, video games, ci hanno ormai abituati ad effetti speciali e ad immagini di altissima qualità, ma è veramente inspiegabile come, anche dei semplici report realizzati molto spesso con attrezzatura amatoriale, sappiano raccogliere e trasmettere il vero senso della vita. Un tramonto, un meandro di fiume, un fruscio d’acqua, un’esperienza, una storia, perdonano molto spesso inquadrature o montaggi decisamente fuori tempo e un tantino sgraziati.
Una cosa però non mi è chiara. E’ stato presentato un video di Enrico Lazzarotto - “Adidas sickline 2010 in Oetz”, che, per qualità e montaggio, decisamente si eleva sopra agli altri, grazie ad uno stile che rilancia la canoa in maniera dinamica ed elegante come attualmente solo il freerider di Valstagna è capace di fare. Mi aspettavo che al momento della presentazione lo stesso fosse invitato sul palco, come è stato fatto per tutti gli altri autori che hanno presentato le loro performance. Mi sembrava giusto riconoscere al regista e realizzatore il lavoro fatto davanti al pubblico che invece ha avuto l’occasione di applaudire Michele Ramazza che in questo contesto era presente come atleta secondo classificato in quello che dai freerider viene considerato una sorta di campionato del mondo della specialità.
Ma il concorso non era per tutti i film in cartellone?
Occhio all’onda! Ettore Ivaldi